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venerdì 18 febbraio 2022

Si parte da Tommaso Moro e si finisce a casa di Chesterton e non solo...

Caterina Maniaci su AciStampa 

Letture, la sobria allegria di Tommaso Moro, medicina per l'oggi 

Una raccolta di fantasie, scherzi e racconti da rileggere

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Ridere, o sorridere, non è segno di superficialità. Anzi, la leggerezza è la testimonianza di uno spirito forte e capace di diffondere speranza. Lo sapeva bene Chesterton che lo ha icasticamente definito, com’era sua abitudine. Il richiamo a questa convinzione chestertoniana lo abbiamo trovato nell’ultimo saggio di Paolo Gulisano dedicato a Robert Louis Stevenson. Scrive infatti Gulisano: “ In un suo saggio su Stevenson, di cui fu uno dei più acuti esegeti, Gilbert Keith Chesterton scriveva che nello scenario culturale contemporaneo (si era agli albori del novecento) si sentiva la mancanza di una Letteratura della gioia, ovvero di una letteratura che trasmettesse non solo le angosce esistenziali dell’uomo moderno, le sue domande a volte disperate di significato, ma anche le risposte, quella positività che è dentro l’esperienza umana che può aiutare a essere felici. Una letteratura che esprima gioia, a costo di rischiare di sembrare infantile, dato che la gioia è da molti vista come un sentimento puerile”.

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Il resto nel collegamento qui sotto:

https://www.acistampa.com/story/letture-la-sobria-allegria-di-tommaso-moro-medicina-per-loggi-19090

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