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venerdì 12 novembre 2021

Chesterton e l’Italia - Don Giuseppe De Luca e Perché sono cattolico.

Di Don Giuseppe De Luca e de «Il Frontespizio» abbiamo parlato altre volte in questo blog, come pure abbiamo riportato alla luce dopo anni di oblio (grazie, Angelo Bottone) la recensione di Giovanni Battista Montini di Ortodossia  (che il futuro Paolo VI stese a seguito della lettura dell'edizione francese dell'opera, all'epoca ancora inedita in Italia), e l'acutissimo saggio di Chesterton Capelli spaccati in quattro e altro ancora, tutte contribuzioni uscite sulla rivista.

Una delle anime de «Il Frontespizio», De Luca fu uno dei protagonisti della cultura italiana tra le due guerre e uno dei mentori italiani di Chesterton. I carteggi che intessé con Papini e Bargellini, a titolo di esempio, riportano spesso apprezzamenti verso il nostro Gilbert, oltre che notizie e progetti di intese e collaborazioni con il medesimo Chesterton e Belloc.

Devo ora ricordare una cosa forse poco nota: il saggio «Perché sono cattolico» di Chesterton costituì l'articolo di fondo del numero del
Il numero de Il Frontespizio
citato nel post.
«Il Frontespizio», anno IV, n. 4, 1932. Il traduttore del saggio è indicato in Ireneo Speranza, che era lo pseudonimo dello stesso De Luca.

Un saggio tutt'altro che trascurabile, quello che De Luca rese in italiano e pubblicò, che conferma ancora una volta il ruolo altrettanto rilevante di Chesterton nel panorama italiano.

Marco Sermarini

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