Pagine

venerdì 31 luglio 2020

Un aforisma al giorno.

Ciò che è sbagliato nel mondo è il diavolo e ciò che è giusto è Dio; la razza umana attraverserà ancora per un qualche milione di anni ogni sorta di disordini e riforme, e quando si estinguerà a causa di una morte fredda o termica sarà comunque entro i limiti di questa semplicissima definizione.

Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di giusto nel mondo

mercoledì 29 luglio 2020

Un aforisma al giorno (l'avremo messo più volte? Non so, ma conforta davvero moltissimo):

Ogni uomo semplice che passi sui campi
nell'ombra che segue il tramonto
può ascoltare tra una stella e l'altra,
dall'uscio socchiuso dell'oscurità scesa,
il concilio, più antico di tutto ciò che esiste,
e i discorsi di colui che è Uno e Trino.
Le porte del cielo sono solo socchiuse,
noi non sorvegliamo il nostro oro,
l'uomo può indagare l'origine del mondo
o leggere il nome del peccato senza nome. 

Gilbert Keith Chesterton, La ballata del cavallo bianco

Un aforisma al giorno.

Se lo scopo del mondo non è che la pura tenebra o la pura luce, queste possono venire lentamente, inevitabilmente, come l'alba o il crepuscolo. Ma se il mondo tende ad essere un'opera di elaborato ed artistico chiaro-scuro, allora ci dev'essere un disegno, umano o divino. Il mondo, col tempo, può diventare nero come un quadro antico o bianco come un vecchio abito, ma se si trasforma in un lavoro speciale di bianco e nero - allora c'è un artista.

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia

martedì 28 luglio 2020

Chesterton è attuale - IlGiornale.it

La famiglia è il teatro del dramma spirituale, il luogo dove tutto succede e dove specialmente accadono le sole cose che hanno importanza". Così scriveva Gilbert Keith Chesterton, uno dei più brillanti scrittori britannici, per descrivere quel microcosmo che è la famiglia. Una realtà, quest'ultima, bistrattata da tutti. Soprattutto dallo Stato, che sembra fare il possibile per osteggiarla.

https://www.ilgiornale.it/news/cronache/lezione-dellimprenditore-soldi-chi-decide-far-figli-1878712.html



Chesterton è attuale - La Stsmpa.

«Una disavventura è soltanto un'avventura vista dal lato sbagliato; un'avventura è soltanto una disavventura vista dal lato buono». Parola di Gilbert Keith Chesterton, lo scrittore e aforista londinese che il secolo scorso ha firmato le indagini di Padre Brown...

https://www.lastampa.it/tuttolibri/recensioni/2020/07/11/news/essere-sempre-persi-non-e-per-forza-un-brutto-guaio-1.39062667


sabato 25 luglio 2020

Alcune foto del 10^ Pellegrinaggio Kensington - Beaconsfield.


Il nostro Stuart, mente e cuore del pellegrinaggio, in partenza fotografato dalla moglie Clare.


Gli amici inglesi all'arrivo sotto la pioggia a Shepherd's Lane, il luogo ove si trova il cimitero cattolico di Beaconsfield e la tomba di Gilbert, Frances e Dorothy Collins.


Un soddisfatto Stuart in attesa di fare giustamente cena dopo il pellegrinaggio.

HANNO PORTATO ANCHE LE NOSTRE PREGHIERE, GRAZIE!!!

mercoledì 22 luglio 2020

Ecco perché a Ercolani piace Chesterton!

Leggendo il profilo che Adriano Ercolani dà di sé si capisce il suo amore per Chesterton:


C'è un rapporto che sospetto importante con Giovanni Casoli. Direte: chi è Giovanni Casoli? Ahi! ahi! ahi! Si vede che non leggete abbastanza il blog (😂😜😅)!

Ecco chi è Giovanni Casoli:

http://uomovivo.blogspot.com/2018/09/chesterton-in-altre-parole-giovanni.html?m=1

Altre testimonianze:


Ed ecco un post sulla famosa antologia di Casoli:


Debbo dire che capisco molto di più, ora.
Quelle di Casoli sono pagine molto belle su Chesterton, tra le più acute e affettuose.

Bene.

Marco Sermarini

Smarrire il sacro. Lettura e follia di G.K.Chesterton - di Adriano Ercolani.

Chesterton
E' una recensione della raccolta che la casa editrice Euridice ha fatto con alcuni articoli usciti sul Daily News tra il 1901 e il 1911 e editi negli anni Cinquanta da Sheed & Ward. Come vedete, continuano ad uscire nuove edizioni dell'opera di Chesterton.
L'articolo è scritto da Adriano Ercolani che si descrive "fiero anticlericale" e che considera "Ortodossia, la sua appassionata apologia della fede cattolica", uno dei libri che gli ha cambiato la vita, e che considera "Ortodossia un libro memorabile (e pericoloso, uno davvero rischia di convertirsi al Cattolicesimo!)". Nell'articolo ci sono diverse cose interessanti. Io personalmente gli auguro di riprendere la buona strada riprendendo il libro suddetto in mano senza timori.
Marco Sermarini
_________________
Appartengo a una schiera di persone molto fortunate. Dichiaro di far parte di una ristretta cerchia di iniziati, benedetti da un inscalfibile privilegio: posso annoverarmi, infatti, tra coloro che fin dall'adolescenza hanno avuto la grazia di incontrare la scrittura di G.K.Chesterton. E come ciascuno degli appartenenti a questa felice casta di lettori, spontaneamente, come in un rito collettivo globale sincronizzato senza bisogno di alcun coordinamento, ricorro regolarmente alle sue meditazioni per tornare in pace con l'universo.
Non c'è affanno quotidiano, avversità della sorte o penosa vicissitudine che non possa essere lenita dal balsamo della sua arguta sapienza, del suo stile elegante eppure meravigliosamente semplice, della sua catena ininterrotta di paradossi illuminanti. 
Ora Euridice ha deciso di fare un dono molto prezioso a tutti i fedeli italiani del culto chesternoniano: per la prima volta traduce e pubblica in italiano una selezione di articoli di Chesterton usciti sul Daily News tra il 1901 e il 1911, pubblicati originariamente dalla casa editrice londinese Sheed and Ward in unico volume. Il titolo è perfettamente in linea con lo spirito dell'autore: Lettura e follia.
Come scrive correttamente Matteo Bussola nella prefazione: «Il fatto è che Chesterton ha una qualità che spicca su tutte le altre: è uno scrittore che non si accontenta mai della superficie delle cose, ma vuole morderle al midollo e al cuore, con parole che possono essere a volte limpide, altre volte più criptiche». Questa qualità rende la lettura delle sue opere insieme una sfida e una delizia per chiunque riesca a entrare in sintonia con la sua ironica saggezza.
Il resto qui sotto:

https://www.liminarivista.it/comma-22/chesterton/?fbclid=IwAR2xGKJ8KEBSqH2JeUdKckGP1SpnBDXd7gbFpRBx89nvRDun5S-ZN-B9lEY&cli_action=1595407599.177

 Questo è il testo in edizione originale Sheed & Ward.

martedì 21 luglio 2020

Un aforisma al giorno

Ogni grande civiltà declina dimenticando le cose ovvie.

Gilbert Keith Chesterton, La Nuova Gerusalemme 

lunedì 20 luglio 2020

Un aforisma al giorno.

Devi essere felice in quei quieti momenti in cui ti ricordi che sei vivo; non in quei momenti rumorosi in cui lo dimentichi.

Gilbert Keith Chesterton, The Spice of Life

domenica 19 luglio 2020

The 10th Annual GK Chesterton Pilgrimage will take place on Saturday…

Il nostro caro amico Stuart McCullough organizza il 10^ GK Chesterton Pilgrimage, da Kensington (precisamente dalla chiesa anglicana di St. George su Campden Hill dove Gilbertino fu battezzato) alla sua tomba a Beaconsfield.
Purtroppo non ci saremo ma come vorremmo esserci!
Diffondete! Anche noi diffonderemo immagini ed sotto.
Ecco il caldo invito di Stuart (in inglese, ma ci sono tanti traduttori, consigliamo deepl.com):

The 10th Annual GK Chesterton Pilgrimage will take place on Saturday 25th July. I will be raising funds for Good Counsel as I walk the 27 miles and you can sponsor me here; https://www.justgiving.com/fundraising/gkcwalk20
If you are interested in the Pilgrimage, there are several ways you can join in, either in prayer, or by joining us in walking a short section of the pilgrimage or even in walking the whole 27 miles! To be involved and maybe help members of your Family into the Catholic Church you can;

A. Send prayer intentions for us to pray for along the way, we will not make the intentions public; catholicgkcsociety@yahoo.co.ukAnd/or

B. Join us on the day of the Pilgrimage, Saturday 25th July, for a Low Old Rite Mass, 2.30pm at The Grotto Altar outside The Bridgettine Convent, Fulmer Common Road, Iver, SL0 0NR, email us if you need a lift from West Drayton or Uxbridge to get to the Convent. BRING A PACKED LUNCH.

C. And if you like you can walk 6 miles after Mass to GK Chesterton's Grave. If you leave your car at the Convent the minibus can take you back for it at the end of the day.

D. Or meet us at 9.15am outside Ealing Town Hall to walk on to Mass (approximately 12 miles).

E. Or, to do the whole 27 mile walk, meet us at 7.30am outside St George's C of E Church, Aubrey Walk, London, W8 7JG where GKC was Baptised as a baby, to walk 21 Miles to Mass. And 6 miles after Mass if you want.
The minibus will drop Pilgrims back to Uxbridge Station, after popping to GKC's pub after the prayer at the graveside.

F. And say the GK Chesterton Prayer on the day wherever you are. Find the prayer in a number of languages here; https://www.catholicgkchestertonsociety.co.uk/Printable-Prayercards.htmlG. Invite friends to join us. The best way to do this is to click, Going or Interested/Maybe on this Facebook event and then click on Share and on Invite Friends and select those you wish to invite to join us for any of the above.

Social distancing will take place.
God bless
Stuart McCullough



Il vincitore del Grandissimo Indovinello Chestertoniano del 24 Giugno 2020 è...?

... Piero Bellantoni che ha risposto Giuseppe Tomasi di Lampedusa, sulla cui passione per Chesterton trovate ampia traccia in questo fantasmagorico blog. Quindi a lui il premio! Lo invitiamo a prendere contatti con la Segreteria Volante quanto prima! Da oggi può fregiarsi del titolo di

GRANDE DETECTIVE CHESTERTONIANO!!!

In ritardo risponde bene anche Daniele Pietro Ercoli SDB, al quale va un premio di consolazione, e per questo scopo prenda contatto con la Segreteria Volante.

Gli altri due hanno sbagliato decisamente, però grazie per aver partecipato!
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, chestertoniano.


http://uomovivo.blogspot.com/2020/06/grandissimo-indovinello-chestertoniano.html?showComment=1593553660436#c7573743865556910785

Un aforisma al giorno. Bello, su...

La cosa più pericolosa del mondo è essere vivi; si è sempre in pericolo di vita.

Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di giusto nel mondo

Il 16 Luglio 1953 moriva Hilaire Belloc.

Joseph Hilaire Pierre René Belloc, vero mastino e uomo di gran cuore, moriva sessantasette anni fa.

Qui sotto una foto degli ultimi anni drr ed la sua vita e ancora più sotto l'epico brano drr del discorso che fece ad un comizio prima di essere eletto al seggio di South Salford.

Un grandissimo, che Dio l'abbia in gloria.






giovedì 16 luglio 2020

Italia Oggi del 16 Luglio 2020 (Italia Oggi di oggi era quanto meno cacofonico) riporta una breve sagace citazione di Chesterton...

... si trova a pagina 16 e questo ci fa piacere perché in qualche modo quel Radio Chesterton è anche opera nostra, visto che la traduzione è di Annalisa Teggi, l'introduzione di Marco Sermarini ed è stato pubblicato da un editore molto fedele a Chesterton, che è Rubbettino...

Speriamo sempre nella sua continuazione (c'è ancora molto da pubblicare...).

Ecco l'aforisma:

Se c'è una cosa che tutti noi sappiamo, oltre al fatto che prima o poi saremo tutti morti, è che prima o poi saremo tutti all'antica.


Gilbert Keith Chesterton, Radio Chesterton - Dai microfoni della BBC

mercoledì 15 luglio 2020

Il contributo di un giovane ricercatore su Chesterton, Tolkien ed immaginazione.

Chesterton, Tolkien e Lewis.
C'è una crescita di interesse verso il nostro Chesterton, questo è più che evidente come evidente è la sua stabilità e l'allargarsi del raggio degli argomenti in cui Chesterton viene scoperto attuale, ma c'è una altrettanto crescente ricerca anche verso coloro che furono in parte ispirati da lui. 

Negli anni ne abbiamo talvolta parlato (addirittura abbiamo scoperto chi sosteneva esistere una "scuola chestertoniana" dal punto di vista letterario, come pure abbiamo scoperto chi considera e considerava Chesterton un filosofo a tutti gli effetti), ma qui c'è un giovane ricercatore che ci offre un punto di vista circa il rapporto di Chesterton e Tolkien con l'immaginazione, volendo un campo sconfinato e denso di sviluppi.

Un'altra cosa da tenere in conto è l'aumento di lavori accademici su Chesterton. Uno dei nostri soci si è offerto di creare una specie di data base. Chi vuole può segnalarne.

Lo scopo di questa pubblicazione, che vorrebbe non essere la sola, è quello di suscitare un dibattito articolato ed ordinato. E' per questo che vi propongo questo lavoro.

Sarei lieto di vedere qualcuno replicare, dire di essere d'accordo o in disaccordo su questo o quell'aspetto. Ho piacere che le idee circolino perché le idee sono alla base di tutto. Vorrei che la Società facesse da volano per una rinascita del pensiero e della vita cristiana e della ragione.

Alessandro Pisani ha conseguito la laurea magistrale in Filosofia e Forme del Sapere all'Università di Pisa discutendo una tesi su Fenomenologia ed Esternalismo nell'anno accademico 2018. Ha pubblicato alcuni lavori di argomento filosofico. Si interessa a Chesterton e a Tolkien come vedete.

Dunque, ecco il suo lavoro, parliamo dei nostri eroi e delle nostre vedute su di essi. Per parlarne potete usare la nostra mail o commentare il post, penseremo noi al resto.

Grazie ad Alessandro, grazie a voi.


Marco Sermarini

____________________________________________

Il realismo del fantastico: Chesterton e Tolkien sull’immaginazione

di Alessandro Pisani

In Ortodossia, Chesterton affida al progetto di esporre ai suoi lettori la propria visione del mondo la speranza di ricondurre alla salute l’uomo moderno. In entusiastici slanci teorici, la chiarificazione di quello che appare come il sano misticismo dell’uomo comune passa per la distinzione fra strumenti e facoltà spirituali: «Poetry is sane because it floats easily in an infinite sea; reason seeks to cross the infinite sea, and so make it finite» (Orthodoxy, p. 26). La ragione contro cui si scaglia Chesterton assume spesso l’aspetto di un brutale intelletto calcolatore, che mira ad uniformare il reale sotto la logica di un’unica legge: lasciata a sé stessa, conduce alla pazzia. Ad essa si contrappone una visione dell’attività artistica come radicata nel senso comune, lontanissima dal trito ritratto del poeta lunatico e privo di qualsivoglia dote pratica.
In quest’ottica l’immaginazione fa il suo ingresso come facoltà in grado di restituire una corretta visione delle cose. L’idea che l’immaginazione costituisca la porta per il regno dell’assenza delle leggi e che sotto questo profilo meriti di essere presa in esame per contrapporla alla percezione è tipica della tradizione dell’empirismo britannico, e anche Chesterton sembra dapprima non esserne del tutto estraneo: la trasmutazione degli attributi delle cose comuni in modo da renderli artefatti incredibili è un gioco in cui sembra necessario in un primo momento disinteressarsi del problema della verità e della realtà.
Eppure la visione di Chesterton si apre su prospettive più profonde, benché mai presentate sistematicamente:


The prime function of imagination is to see our whole orderly system of life as a pile of stratified revolutions. In spite of all revolutionaries it must be said that the function of imagination is not to make strange things settled, so much as to make settled things strange; not so much to make wonders facts as to make facts wonders. (The defendant, p. 43)


La variazione immaginativa della cosa in vista di una trasformazione dei suoi attributi non è che il primo passo per un uso più critico di questa facoltà: lo straniamento prodotto da questa operazione è quanto serve per riappropriarci della possibilità di vedere quelle cose che la familiarità e l’uso ci avevano reso opache. In tal senso, il lavoro dell’immaginazione si svolge al servizio della percezione: non si tratta di un’esaltazione delle capacità creative dell’uomo, ma di riattivare la sua dimensione ricettiva, recuperare uno sguardo innocente e bambinesco sul reale, consentendo a questo di tornare a causarci stupore; qui una prima connessione della tematica dell’immaginazione con quella delle fairy-tales: «These tales say that apples were golden only to refresh the forgotten moment when we found that they were green» (Orthodoxy, p. 94).
È proprio perché la mela avrebbe potuto non essere verde che il suo colore ci appare adesso più brillante. Se, non dissimilmente da Hume, Chesterton nega che la realtà fisica possa presentare leggi che non siano mere ripetizioni – e dunque in questo non riesce ad affrancarsi da un approccio filosofico tipico della modernità – nondimeno riesce a riorientare questa prospettiva epistemologica in chiave realista tramite il recupero di uno sguardo sulla pienezza della cosa, esaltandone gli attributi particolari. Il cosmo chestertoniano è romantico nella sua frugalità: richiede che si riconosca il posto e la funzione di ogni cosa, e di questo fa la sua bellezza. Egli paragona il mondo nella sua interezza al carico di oggetti che si salvano dal naufragio di cui è vittima Robinson Crusoe; la lista delle stelle e dei pianeti diventa il carico prezioso dell’essere che abbiamo tratto in salvo dal mare del possibile: è fondamentale che nient’altro venga perduto.
Recuperare la pienezza percettiva del bambino è compito dell’adulto che ora può articolare il suo stupore. Qui l’immaginazione arriva ad acquisire un senso teologico, perché Chesterton ci propone di figurarci Dio stesso nei termini di un bambino entusiasta dello spettacolo del reale, mai sazio della scena già ripetuta infinite volte.


A child kicks his legs rhythmically through excess, not absence, of life. Because children have abounding vitality, because they are in spirit fierce and free, therefore they want things repeated and unchanged. They always say, "Do it again"; and the grown-up person does it again until he is nearly dead. For grown-up people are not strong enough to exult in monotony. But perhaps God is strong enough to exult in monotony. It is possible that God says every morning, "Do it again" to the sun; and every evening, "Do it again" to the moon. It may not be automatic necessity that makes all daisies alike; it may be that God makes every daisy separately, but has never got tired of making them. It may be that He has the eternal appetite of infancy; for we have sinned and grown old, and our Father is younger than we. The repetition in Nature may not be a mere recurrence; it may be a theatrical encore (Orthodoxy, pp. 106-107)


Tolkien riprende molti dei tratti dell’immaginazione chestertoniana durante la lezione tenuta a St. Andrews nel 1939 e poi rielaborata sotto il titolo di On Fairy-Stories. La volontà di difendere la dignità di questo genere letterario come frutto di esigenze umane e non solo destinato ad un pubblico di bambini è lo spunto per fornirci uno scorcio della sua comprensione dell’attività artistica, nella sua relazione con la forza immaginativa.
Anche qui l’immaginazione figura come facoltà i cui prodotti non vanno contrapposti allo sguardo sulla realtà: Tolkien riprende lo scherzoso concetto chestertoniano di mooreeffoc – l’effetto di straniamento riorientante sulla cosa, ottenuto leggendo casualmente al contrario la scritta coffee-room su di una porta a vetri da parte di un personaggio dickensiano – con i medesimi intenti del suo autore. 


By the forging of Gram cold iron was revealed; by the making of Pegasus horses were ennobled; in the Trees of the Sun and Moon root and stock, flower and fruit are manifested in glory (The monsters and the critics and other essays, p. 147)


L’uso dell’immaginazione viene qui accostato direttamente a quell’elemento che così ampiamente popola le creazioni di questa stessa facoltà: la magia. L’immaginazione come potere quasi-soprannaturale è infatti ciò che ci permette di scindere una cosa dal suo attributo e di pensarne isolatamente gli aggettivi: questa straordinaria capacità umana è il presupposto per poter rimescolare le qualità caratterizzanti degli oggetti in modo diverso da come si presentano nella realtà.


The human mind, endowed with the powers of generalisation and abstraction, sees not only green-grass, discriminating it from other things (and finding it fair to look upon), but sees that it is green as well as being grass. (The monsters and the critics and other essays, p. 122)


The mind that thought of light, heavy, grey, yellow, still, swift, also conceived of magic that would make heavy things light and able to fly, turn grey lead into yellow gold, and the still rock into swift water (ibid)


In questa fenomenologia dell’immaginazione, la capacità di scindere una sostanza dalla sua nota essenziale è il primo passo per disporre dei materiali che la realtà ci offre e farne altro. Ma condurre con successo questa ulteriore operazione spetta all’arte, e solo in uno nuovo senso – stavolta definito come termine tecnico – si può parlare ancora di immaginazione rispetto al lavoro che compie colui che si impegna a costruire un mondo ulteriore rispetto a quello primario: è l’arte che media fra l’immaginazione e il risultato, lavorando per conferire al prodotto una nuova realtà. Si tratta qui di infondere realtà nell’ideale, sapienza artigiana che Tolkien riserva al fabbricante di fairy-stories.
Da questa congiunzione di visioni fra Tolkien e Chesterton rispetto al tema dell’immaginazione sembra derivare un quadro teorico preciso: l’immaginazione appare come facoltà legata non semplicemente all’esaltazione delle possibilità creative dell’uomo, ma sono semmai queste ultime a dare rinnovato splendore alla realtà di cui si servono, rielaborandola. Una facoltà capace di farci riacquisire la salute, permettendoci di tornare a «vedere le cose come siamo supposti vederle» (The monsters and the critics and other essays, p. 146)
A questo punto sembra affiorare una possibile obbiezione: dove si colloca, in questa prospettiva, lo stimolo rivoluzionario, la possibilità di pensare uno scarto rispetto alla realtà?
Dinnanzi ad un reale che sembriamo supposti dover meramente accettare, la capacità tolkeniana di creare mondi alternativi sembra consentirci una mera via di fuga: il fantastico sembra costituire il luogo della diserzione rispetto a quella realtà cui pure paga pegno. Questo pare il rischio di un simile “realismo”. Eppure, si può sostenere che non sia questa la conseguenza ultima di questo approccio.
La risposta sta nell’inquadrare adeguatamente il momento di ritorno dal fantasticato al reale: nella nuova innocenza con cui osserviamo la cosa non è implicata una sua mera accettazione, ma anche la riacquisita capacità di distinguere fra ciò che è sano e ciò che è malato, di capire qual è la vera realtà nel cumulo di cose che finora abbiamo impropriamente chiamato reali. Il nuovo sguardo si arricchisce della capacità di giudicare l’esser reale o meno della realtà che ci si trova di fronte: per far questo non basta l’immaginazione, ma si deve esser passati attraverso la fiaba.
Il mondo alternativo, in cui pure possiamo fuggire, diventa ben presto noioso se privo delle medesime battaglie che possiamo combattere nella realtà: ciò non lo rende simile ad un’allegoria, ma vivendo in esso ci è consentito di osservare il dipanarsi di un nucleo comune allo stesso mondo con cui ci confrontiamo costantemente, ed è a partire da qui che a guardar bene ci vengono descritte possibilità d’azione per difendere ciò che a questo punto ci appare come degno di essere salvato. Lo sguardo del bambino è certamente quanto dobbiamo guadagnare, ma solo perché la sua innocenza è la condizione favorevole per accettare di compiere quelle decisioni che portano a crescere.


Children are meant to grow up, and not to become Peter Pans. Not to lose innocence and wonder; but to proceed on the appointed journey: that journey upon which it is certainly not better to travel hopefully than to arrive, though we must travel hopefully if we are to arrive (The monsters and the critics and other essays, p. 137)


Se nella visione orribile del mostro, comune a tutti i bambini, l’immaginazione non fa che concederci un primo accesso al mondo dell’anima, nella fairy-story come prodotto del suo uso sapiente, ci è fornita anche la visione di una possibilità d’azione su quel reale ormai riconosciuto:


fairy tales do not give the child the idea of the evil or the ugly ; that is in the child already, because it is in the world already. Fairy tales do not give a child his first idea of bogey. What fairy tales give the child is his first clear idea of the possible defeat of bogey. The baby has known the dragon intimately ever since he had an imagination. What the fairy tale provides for him is a St. George to kill the dragon. (Tremendous Trifles, p. 102)


Dal mondo del fantastico torniamo carichi di un tesoro ulteriore rispetto al rinnovato sguardo sulla realtà: la mappa del mondo si è arricchita della nostra posizione. Siamo più vicini a capire che cosa sia giusto fare.

_________

Riferimenti bibliografici:

G. K. CHESTERTONThe defendant, R Brimley Johnson, London 1901;
G. K. C
HESTERTONOrthodoxy, William Clowes and sons, London 1909;
G. K. C
HESTERTONThe Red Angel in Tremendous Trifles, Meuthen & Co., London 1909;
J. R. R. TOLKIENOn fairy-stories, in The monsters and the critics and other essays, George Allen & Unwin, London 1983 (prima pubblicazione 1947)

martedì 14 luglio 2020

Un aforisma fondamentale al giorno.

La gente dimentica come essere grata se non impara ad essere umile. 
Gilbert Keith Chesterton, The Daily News, 15 dicembre 1906

lunedì 13 luglio 2020

Chesterton: «Un dio può essere umile: il demonio non può essere che umiliato» | Annalisa Teggi su Aleteia.

Non c'è errore più grave di eludere qual è il vero nome e volto del male. Ecco alcuni folgoranti pensieri di Chesterton sul diavolo e su ciò che lo sconfigge: l'umiltà di un Dio incarnato.

https://it.aleteia.org/2020/07/08/chesterton-diavolo-demonio-male-sconfitto-umilta-dio/

domenica 12 luglio 2020

Una nostra grande amica, Dorothy Collins!

Dorothy è stata l'ultima segretaria di Chesterton, una figlia per Gilbert e Frances.
Noi chestertoniani italiani abbiamo il privilegio di essere amici del grande Aidan Mackey, che fu grande amico di Dorothy e che ci ha svelato tanti lati della personalità del nostro eroe.

sabato 11 luglio 2020

Chesterton in altre parole - i Mills e i Chesterton, veri amici a Battersea (nelle parole di Maisie Ward).


La maggior parte degli abitanti di questi palazzi (che si trovavano a Battersea, il secondo luogo in cui i Chesterton andarono a vivere dopo il matrimonio, ndr) non aveva molti scellini da spendere.  "Eravamo molto poveri a quei tempi", diceva la signora Saxon Mills, una delle prime vicine di casa e delle più care amiche dei Chesterton.  "Quando eravamo noi a corto di soldi, loro ci davano da mangiare.  Quando erano loro a corto di soldi, noi davamo loro da mangiare".  Gilbert diceva: "La differenza tra me e Saxon Mills è che lui è spaventosamente poco pratico e pensa di non esserlo.  Io sono spaventosamente poco pratico e so di esserlo".

Maisie Ward, Return to Chesterton



venerdì 10 luglio 2020

Un aforisma al giorno.

La nostra epoca, che si è vantata per il realismo, fallirà soprattutto per mancanza di realtà.

Gilbert Keith Chesterton, A Miscellany of Men

giovedì 9 luglio 2020

Un aforisma al giorno.

Natura è soltanto il nome femminile che diamo a Dio Provvidente, quando non lo trattiamo con molta serietà.

Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia

sabato 4 luglio 2020

Un aforisma al giorno

L’esito dell’atteggiamento moderno è dunque questo: che gli uomini inventano nuovi ideali perché non osano cimentarsi con i vecchi ideali. Guardano avanti con entusiasmo, perché hanno paura di voltarsi indietro.


Gilbert Keith Chesterton, Cosa c’è di sbagliato nel mondo

Un aforisma al giorno

Credo fermamente nel cristianesimo, e la mia impressione è che un tale sistema debba essere divino se è sopravvissuto a tanta folle cattiva gestione.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 6 Ottobre 1906.

Un aforisma al giorno.

Un uomo che pensa intensamente a qualsiasi argomento per diversi anni corre il terribile pericolo di scoprire la verità su di esso.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 16 Settembre 1909.

Un bell’aforisma al giorno, pieno di umiltà ed intelligenza.


Se vogliamo essere migliori dei nostri padri, dobbiamo essere almeno altrettanto buoni.

Gilbert Keith Chesterton, The Daily News, 14 Luglio 1906.