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giovedì 16 gennaio 2020

Un volume su padre Stanley Jaki.

Stanley L. Jaki (1924-2009) è stato un sacerdote benedettino e filosofo ungherese che ha dedicato tutta la sua vita di ricercatore a studiare i rapporti tra sapere scientifico e fede cristiana. Autore di più di 50 libri e circa 400 articoli, Jaki ha continuato sulla strada intrapresa all’inizio del XX Secolo da Pierre Duhem, lo scienziato e filosofo francese che ha scoperto come le fondamenta della moderna scienza della natura siano state gettate nel periodo della Scolastica cristiana. Questi argomenti sono al centro del recente volume pubblicato da Alessandro Giostra, Stanley Jaki: Science and Faith in a Realist Perspective (IF Press 2019). Si tratta di una raccolta di saggi in lingua inglese che l’autore aveva già pubblicato in diverse riviste negli anni precedenti. Il libro si concentra sulle tesi essenziali del pensatore ungherese che vertono intorno a tre tematiche principali: un’impostazione realista, le origini cristiane della scienza moderna e l’impossibilità di un reale contrasto tra scienza e fede. Jaki, dunque, ha confermato le idee di Duhem, specificando perché la svolta verso la scienza moderna non è avvenuta all’interno dei contesti religiosi che hanno preceduto il cristianesimo, e neanche nelle culture islamica ed ebraica che condividono con quella cristiana un monoteismo di fondo. In una società come la nostra, profondamente influenzata da un atteggiamento scientista, opinioni come questa possono sembrare assurde. In realtà Jaki, così come ha fatto Duhem anni prima, riesce a presentare le sue argomentazioni con eleganza e linearità esemplari.
Jaki e Chesterton hanno in comune una profonda fede in Cristo e, di conseguenza, condividono un’impostazione cristiano-realista e la critica verso ogni forma di scientismo. Val la pena ricordare che Jaki, oltre a citare spesso Chesterton in tutte le sue opere, ha scritto un libro sull’autore inglese (Chesterton: a Seer of Science, Real View Books 2001). Questi due personaggi ci hanno insegnato un concetto semplice, ma che gran parte del mondo moderno rifiuta di accettare. La scienza, per essere tale in tutta la sua precisione, ha dei limiti e rimanda a una visione che crede nell’universo come una struttura oggettiva e coerente. Da parte sua, la teologia cristiana rappresenta proprio lo sfondo ideale per garantire tutto ciò e difendere l’umanità dagli eccessi dell’applicazione scientifica.  

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