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venerdì 2 agosto 2019

Sulle tracce di Chesterton - di Emanuela Manzi

Il motivo del mio viaggio ad Oxford e Londra è nato dalla necessità di reperire materiale per la tesi di dottorato in teologia, ma anche quello di conoscere meglio e approfondire questo autore straordinario. È la prima volta che vado nel Regno Unito e sono emozionata. Ho già preso contatti con alcune persone, tra le quali c'è Mr. Griffiths.  Come d'accordo mi reco presso la Oratory Church di St. Aloysius e all'ora stabilita mi trovo nel cortile davanti alla chiesa: «Hallo Emanuela, I'm William Griffiths. Welcome to Oxford!». Ti accoglie così, con un sorriso gentile, il responsabile della collezione di libri ed oggetti contenuta nella Chesterton Library, al piano superiore della biblioteca del St. Aloisius Oratory. Tutto il materiale è concentrato in pochi metri e, dopo essere stato pazientemente catalogato dal Sig. Griffiths, presto sarà trasferito presso la 'Notre Dame University' a Londra. Sono emozionata; stento ancora a credere che potrò vedere alcuni oggetti personali, libri e disegni di Chesterton. Invece è tutto vero. Con competenza, pazienza ed entusiasmo il Sig. Griffiths mi mostra e descrive la collezione; poi, mentre lui svolge il suo lavoro, sono libera di leggere, consultare, fotografare. Non so da dove cominciare, ma i disegni mi affascinano molto. C'è molto da vedere (gli occhiali, la penna, una piccola collezione di presepi, il cappello, i bastoni, la sedia... );  il tempo passa in fretta ed è già ora di andare. «Tanti auguri per la Sua tesi cara Emanuela!»; «Spero di fare un buon lavoro; grazie di cuore Mr. Griffiths!» - rispondo - «ma non so se Chesterton sarà contento!».
Da Oxford a Londra ci vuole un'ora e lì c'è molto da vedere e da visitare: nella sezione 'Archives and manuscripts' dei cataloghi della British Library, c'è la 'Chesterton collection' (vale a dire la maggior parte dei suoi manoscritti, bozzetti, quaderni...); i faldoni da consultare sono tanti e purtroppo non si possono scattare foto, ma varrebbe davvero la pena rischiare; poter vedere tutto quel materiale è davvero incredibile, ma è impossibile tenere tutto a mente. La calligrafia cambia continuamente: ci sono alcune pagine che sembrano scritte in geroglifico; altre che sembrano ricamate, scritte con caratteri bellissimi; sembra quasi impossibile che appartengano alla stessa persona. È bello anche solo vedere la sua firma o i suoi disegni, le sue lettere, le sue poesie. E pensare che (non sto esagerando) a Londra, anche alla British Library, nessuno o quasi nessuno sa chi sia G.K. Chesterton. I pochi che lo hanno a malapena sentito nominare, sanno soltanto che è l'autore dei Racconti di Padre Brown. Stop. In una delle più grandi, antiche, rinomate e prestigiose librerie di Londra, il commesso mi ha chiesto se ha scritto anche altro. Quasi nessuno riesce a spiegarsi come sia possibile che una persona venga dall'Italia per studiare un autore inglese di cui nessuno sa quasi niente.
Vedere la casa dove Chesterton è nato, il pub che frequentava ('Ye Olde Cheshire Cheese' al 145 di Fleet Street) e la cattedrale di St. Paul che si scorge da lì, mi ha emozionato forse di più che prendere in mano i suoi taccuini; i pensieri che affollano la mente sono tanti e cresce il desiderio di conoscere sempre di più questo Autore incredibile, insieme alla consapevolezza e alla paura di non essere all'altezza del lavoro che devo svolgere. Per questo credo che l'unica persona a potermi davvero aiutare sia proprio lui. Decido di andare a Beaconsfield (la cittadina dove ha vissuto gli ultimi anni della sua vita); il primo luogo che voglio visitare è proprio la sua tomba, ma se non avessi prima cercato a casa qualche immagine su Google, non l'avrei mai trovata: l'usura del tempo ha cancellato nomi e date, anche sulla piccola lapide di Dorothy Collins, e non ci sono fiori o lumini come da noi in Italia. La tomba di Chesterton si distingue dalle altre solo perché la sua lapide è leggermente più grande delle altre, e basta. Non c'è proprio niente ad indicare che lì giace uno degli autori più prolifici e importanti della letteratura inglese (e io direi anche mondiale). Nel giorno più caldo dell'anno nel Regno Unito, nel cimitero cattolico di Sheperds Lane a Beaconsfield ci sono soltanto io e nessun altro; mi affido a Chesterton e gli chiedo di aiutarmi, di suggerirmi, di darmi indicazioni e di perdonarmi se scriverò 'eresie'. Faccio in tempo a visitare la parrocchia cattolica di Santa Teresa di Gesù Bambino, quella dove lui ha pregato e per la quale ha finanziato la vetrata dedicata a San Francesco; c'è anche una statua della Vergine Maria acquistata da lui. Anche qui sono sola e posso concentrarmi sul lavoro che mi aspetta; attraverso la devozione cerco di comprendere la spiritualità di Chesterton; cerco di immaginarlo mentre prega, mentre canta, mentre conversa nel cuore con Dio. Prima di andare alla stazione per riprendere il treno, formulo il proposito di ritornare, magari in un altro periodo dell'anno e non sotto il solleone.

Emanuela Manzi



La nostra Emanuela Manzi visita il cimitero cattolico di Beaconsfield.



Kensington, la casa di Sheffield Terrace, dove nacque il piccolo Gilbert.


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