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mercoledì 29 maggio 2019

Antefatto di una conversione - di Paolo Pegoraro

«Tutta la mia giovinezza è stata pervasa, come da un'aurora, dall'ardore fiducioso di Walt Whitman. (...) Mi emozionavo nell'udire il racconto di qualcuno che riferiva di averlo incontrato per strada; era quasi come se Cristo fosse redivivo». A ricordarlo è il cinquantacinquenne Gilbert K. Chesterton in uno dei saggi che aprono The Thing: Why I am a Catholic. L'incontro con il padre della poesia americana ha tutto il sapore di una conversione, un'autentica svolta che rivoluzionò gli anni della sua giovinezza e ne indirizzò la vita su altri cammini. «Senti, m'informò l'anima, / Scriviamo per il corpo (siamo infatti una cosa)»... l'incipit di Foglie d'erba dovette piombare come una folgore sul dinoccolato diciottenne inglese, smarrito nelle torpide brume dello spiritualismo vittoriano.

È l'estate del 1892, e Chesterton si trova in vacanza a West Kensington, nella camera del suo compagno di studi Lucian Oldershaw, che stringe tra le mani l'edizione ridotta di Leaves of Grass, curata da Ernest Rhys per la popolare collana Canterbury Poets. Cupo e silenzioso, prigioniero di un'introversione immaginativa chiusa a doppia mandata dagli autori decadenti in voga alla Slade School of Fine Arts, il giovane Chesterton aveva fatto preoccupare i propri amici.

Il resto qui sotto:

http://www.osservatoreromano.va/it/news/antefatto-di-una-conversione?fbclid=IwAR3QdeyTrpFjZYHprWA2bNqQ3nuzRJpvizYYG6utkF3rAaDQHD6MM767kGs

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