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martedì 28 febbraio 2017

Un aforisma al giorno - Ortodossia - il male supremo...

Il suicidio non è solo un peccato, è il peccato. È il male supremo e assoluto, rifiuto di qualsiasi interesse per l'esistenza.

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia

Un aforisma al giorno - Ortodossia (l'eutanasia è follia!)

L'uomo che uccide un uomo, uccide un uomo. L'uomo che uccide se stesso, uccide tutti gli uomini: annienta il mondo. 

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia

lunedì 27 febbraio 2017

Un aforisma al giorno - Ortodossia

Per chi dubita che essere vivi sia meglio che morire...

Ieri a Mogliano

Ieri a Mogliano ho parlato del nostro Gilbert.

Faccio come i bambini piccoli quando fanno i pensierini, un nell'elenco di cose fatte: mi sono divertito in compagnia del mio amico padre Roberto Brunelli, del suo parroco padre Mauro Valentini, ho ritrovato qualche vecchio amico e conosciuto persone nuove, alcune delle quali molto interessate anche agli aspetti sociali ed economici del pensiero di Gilbert, il che non succede sempre.

Spero che Gilbert abbia lasciato un segno tra i moglianesi, soprattutto amicizia, allegria e speranza. Spero di aver fatto del bene.

Marco Sermarini

sabato 25 febbraio 2017

Un aforisma al giorno (scorrettissimo)

Quando si sostiene che le Crociate non sono state null'altro che una violenta scorribanda contro l'Islam, forse si dimentica curiosamente che lo stesso Islam fu soltanto una violenta scorribanda contro l'antica e ordinata civiltà.

Gilbert Keith Chesterton, La Nuova Gerusalemme

Qualche invito già per domani...


L'Associazione Chestertoniana Italiana è un gruppo di nostri cari amici che fa base nel Mantovano, e sta cercando di darsi da fare per diffondere in concreto idee sane, in concreto significa con fatti ed opere buone per tutti.

Ecco un piccolo invito da parte loro. Sono tutte vecchie conoscenze, i relatori, è un invito a stare tra amici!

martedì 21 febbraio 2017

Un aforisma al giorno

Gerusalemme è una piccola città con grandi idee, mentre la città moderna è in genere grande ma piena di piccole idee.

Gilbert Keith Chesterton, La Nuova Gerusalemme 

Un aforisma al giorno

La teologia è soltanto il pensiero applicato alla religione.

Gilbert Keith Chesterton, La Nuova Gerusalemme 

giovedì 16 febbraio 2017

Qual è la natura dell'accordo - di Fabio Trevisan (da Riscossa Cristiana)

"Gli accordi possono essere abbastanza rischiosi, a meno che non si tratti di un accordo con la verità"


Se Padre Brown ha costituito la figura di riferimento sacerdotale con l'unità delle virtù dell'umiltà e dell'intelligenza, insospettabili a prima vista e quindi nascoste dalla talare del pretino cattolico (sappiamo che Chesterton si ispirò all'incontro che ebbe con Padre John O' Connor, di origini irlandesi), l'investigatore Mr. Pond è stato colui che ha incarnato il culto del paradosso, inteso come ricerca originale della verità. Entrambi, Padre Brown e Mr. Pond, corrispondevano nell'immaginazione chestertoniana alla faticosa e umana avventura di persone che cercavano di scoprire il reale significato della vita, il valore delle parole contro le apparenze e volgarità mondane: "Il paradosso è stato difeso in base all'argomento secondo il quale molte false opinioni alla moda continuano a reggersi in piedi perché non hanno teste sulle quali appoggiarsi". La sana e cristiana provocazione del paradosso assumeva quindi un rilievo indispensabile, in quanto induceva a scoprire e difendere l'ortodossia, la verità del dogma, il reciproco sostegno di fede e ragione.

I paradossi di Mr. Pond appartenevano evidentemente ad un genere diverso rispetto a quelli della sua epoca, scettici e irrisori, come ad esempio si potevano rinvenire in George Bernard Shaw: "La Giusta Regola è che non esiste una Giusta Regola" o in Oscar Wilde: "Posso resistere a tutto, tranne che alla tentazione". Mr. Pond quindi veniva presentato con il tono pacato, il carattere tranquillo, in cui il paradosso affiorava ancor più nettamente e in modo contrastante: "La peculiarità della sua conversazione stava nel fatto che, nel pieno fluire di un discorso perfettamente sensato, affioravano, improvvise, due o tre parole che apparivano del tutto incongrue. Era come se, in un grammofono, qualcosa di colpo si inceppasse". L'amore per la verità tutta intera aveva fatto approdare il grande scrittore londinese in seno alla Chiesa Cattolica Romana, che lo accolse ufficialmente nel 1922. Chesterton usava quindi il "grimaldello" del paradosso per provocare una ragione sonnolenta, per colpire le insipide abitudini borghesi e mondane, per sottolineare una falsa apparenza che celava una povertà essenziale: "Molti si lamentano della nostra epoca dinamica e tumultuosa: in realtà questo apparente dinamismo nasconde un'essenziale lentezza o incapacità di pensare". 

Chi amava la verità, secondo Chesterton, non poteva tralasciare la natura sostanziale degli accordi. Quando i medici si trovavano d'accordo, quando i teologi concordavano, a quale verità aderivano? Mr. Pond, in forza di questa chiara e semplice domanda, era riuscito a risolvere il mistero di un omicidio in apparenza indecifrabile. Com'era possibile che quando due medici si trovavano d'accordo finivano con l'ammazzarsi? Entrambi, ci illustrava Mr. Pond, pensavano di fare il bene, servire una giusta causa, eppure concludevano con l'accopparsi. Quello che accade ai nostri giorni, fuori e dentro la Chiesa, è qualcosa di drammaticamente molto simile, proprio perché alla ricerca della verità oggettiva si antepone l'uso della forza e del potere soggettivo. Chi non serve la Verità serve l'utilità, il calcolo, l'interesse meschino. Quando si separa la dottrina dalla prassi pastorale, quando la Chiesa da Madre e Maestra si fa maldestramente compagna di viaggio dell'errore e del peccato non c'è possibilità di salvezza. Si finisce con l'ammazzarsi, come quei due poveri medici descritti con dovizia di particolari da Mr. Pond. C'è da chiedersi ora, nella nostra triste attualità, come si è potuto arrivare a questa situazione, premessa omicida di un possibile accordo senza verità.

Ancora una volta, a distanza di un secolo,  il grande saggista di Beaconsfield è illuminante e ce lo mostra in un fitto dialogo rivelatore tra i due medici, anticipatore dell'omicidio perpetrato: "Dopotutto non disponiamo di un test per accertare cosa sia giusto e cosa sia sbagliato". "I Dieci Comandamenti non sono un buon test?". Se i Dieci Comandamenti non possono più essere oggettivamente base, fondamenta dell'accordo, ogni possibile alleanza diventa ambigua e fragile. Ciò che accadde quindi ai due medici menzionati da Mr. Pond, potrebbe accadere oggi anche a chiunque altro venisse a patti con l'errore o la menzogna: "Raramente siamo indotti a domandarci quali siano i punti sui quali si sono accordati. Gli accordi possono essere abbastanza rischiosi, a meno a che non si tratti di un accordo con la verità". 

Preoccupiamoci di chiederci su quali punti i medici si erano accordati e quali sono possibili ai giorni nostri.

Chesterton nella Cecoslovacchia comunista... - Storia di un romanziere innocuo



È un mistero (ma vedremo, fino ad un certo punto…) che il nostro Chesterton fosse permesso, entro certi limiti, nelle nazioni ex comuniste, o almeno in alcune di esse.

Quello che vedete è un francobollo della ex Repubblica di Cecoslovacchia datato 1969, quindi in pieno periodo comunista. E' un'emissione correlata con l'attività della commissione cecoslovacca presso l'UNESCO, quindi indicativa di un rilievo culturale del nostro Gilbert. Pare che abbia avuto una tiratura di oltre cinque milioni di esemplari. Chesterton divise il "palcoscenico"... postale con Henri Matisse, Vladimir Mayakovski, Franz Kafka ed alcune glorie nazionali.


Chesterton non è stato immortalato una sola volta su francobolli. Girando il blog, dovreste trovarne almeno un altro, dedicatogli dalla Repubblica del Nicaragua.

Come mai Chesterton aveva diritto di cittadinanza… letteraria o culturale in un paese comunista?

La risposta ce la fornisce una grande chestertoniana russa, Natal'ja Trauberg, cui dedicammo spazio sul nostro blog più di una volta (qui trovate la nostra piccola "antologia russa" su GKC: http://uomovivo.blogspot.it/2011/01/antologia-russa-su-chesterton.html).

La Trauberg, oggi passata a miglior vita (sempre qui nel blog la troverete in una bella foto con il nostro eroe sierraleonese John Kanu a Oxford nella odierna Chesterton Library, foto messaci a disposizione dal compianto amico Stratford Caldecott), fu traduttrice di Chesterton in Russia in momenti di grande persecuzione per i cristiani e per chiunque portasse idee di libertà, e disse questo: Il «Il ruolo di Chesterton qui in Russia fu molto strano. Per venti o anche trent'anni sino al 1958 egli fu un tesoro seminascosto (non del tutto proibito, ma non interamente permesso) della cultura degli anni Venti». Più avanti ci dice che le uniche voci di sanità e virtù cui attaccarsi "erano la Bibbia e Chesterton", e che i saggi non potevano essere letti perché considerati letteratura religiosa, ed erano introvabili, ma non era altrettanto per Padre Brown ed i romanzi. In pratica lo consideravano innocuo, ed invece per questi uomini perseguitati fu un contravveleno, un antidoto per salvarsi dal male dell'ideologia, che fa più morti.

D'ora in poi chi sottovaluterà Padre Brown ed i romanzi di Chesterton dovrà leggere questo post. Fatelo, amici, per favore, fosse anche un critico blasonato politicamente o ecclesiasticamente corretto (come quel signore che lo considera un fascista… http://uomovivo.blogspot.it/2012/01/risposta-allarticolo-del-professor.html ). Ve ne saremo molto grati, Gilbert e io!

Comunque con ogni probabilità la spiegazione ce l'ha data la grande Natal'ja, che ha resistito al male senza dialogarci e mantenendo accesa in Russia una lucetta piccola ma vivissima a cui tanti sono grati.

Marco Sermarini

lunedì 13 febbraio 2017

Echi di Chesterton - Chesterton in altre parole - Cesare Pavese

L'età vittoriana di G. K. Chesterton mi pare piuttosto un saggio. Non l'avreste da mandarmi?

Cesare Pavese, Opere

sabato 11 febbraio 2017

Un aforisma al giorno (questo è bellissimo!)

Io... ho una certa conoscenza del sacro dovere dello stupore e del bisogno di considerare la strada vecchia come se fosse nuova.

Gilbert Keith Chesterton, La Nuova Gerusalemme 

venerdì 10 febbraio 2017

L'Osteria Volante nella classica traduzione di Gian Dauli

La trovate naturalmente su www.pumpstreet.it con speciali promozioni per i soci della SCI.

giovedì 9 febbraio 2017

Echi di Chesterton - Luigi Berti

Lo scrittore dell'Isola d'Elba Luigi Berti (1904-1964) si interessò a Chesterton, e ne lasciò traccia in una sua opera intitolata Boccaporto secondo. Dà anche spazio a qualche curioso episodio riguardante la presenza di Chesterton in Italia, in particolare di quando un oste romano orgogliosamente tirò fuori una pagina di giornale con su l'autografo del nostro eroe, che si era fermato a mangiare da lui («alcune sere dopo, alla solita trattoria, ecco che l'oste sfodera dal portafoglio, con cura, un lungo ritaglio di giornale: era il famoso ritratto di Chesterton, con tanto di firma di G. K. C….»).

Luigi Berti ebbe un caloroso rapporto d'amicizia con lo scrittore gallese Dylan Thomas, come si può vedere da questa foto, e l'Isola d'Elba serba questo ricordo di amicizia poetica.

Salvatore Quasimodo poco dopo la morte del Berti curò la pubblicazione della sua opera poetica Calignarmata.

martedì 7 febbraio 2017

Sul post precedente (Chesterton - Hollis)

Rara breve biografia del Nostro, redatta da Christopher Hollis (1902 - 1977), amico di Padre Ronald Knox e di Evelyn Waugh, convertito come i suoi amici al cattolicesimo (accadde nel 1924), membro della Camera dei Comuni come conservatore, preside di scuola, docente universitario e scrittore. Figlio del vescovo anglicano George Arthur Hollis e fratello di Roger Hollis, che fu direttore generale del MI5 (il controspionaggio inglese), padre di tre figli di cui uno, Crispian Hollis, sacerdote e vescovo emerito di Portsmouth.

Chesterton presentato ai lettori dell'Illustrated London News



Chesterton iniziò la collaborazione con l'Illustrated London News nell'autunno del 1905 e la terminò solo con la sua morte, quindi è il periodico con cui ha collaborato più tempo nella sua vita.

Era un settimanale illustrato, anzi, per la precisione il primo settimanale illustrato di tutti i tempi, essendo stato fondato nel 1842 da Herbert Ingram. Non aveva orientamenti politici di nessun genere e costava un sixpence, ossia un quarantesimo di sterlina. La sua caratteristica era quella di pubblicare notizie illustrate. Ne abbiamo parlato più di una volta su questo blog.

Qui c'è un'illustrazione che ritrae il nuovo collaboratore o meglio editorialista. E' un'immagine soggetta a diritti di copia, ma la riproduciamo solo per scopi didattici. Se qualcuno dovesse offendersi, la toglieremo, basta chiedere.

La collaborazione costituì una grande opportunità per Chesterton: fu un'entrata in più in famiglia e soprattutto fu una delle più prolifiche occasioni di dare al suo crescente pubblico tante idee su cui riflettere e soprattutto tanta speranza. Qualcuno vi trovò anche lo spunto per ribellarsi contro gli inglesi e condurre all'indipendenza il suo popolo (Mohandas Gandhi - c'è un post anche su questa storia). Il pezzo settimanale era quello che creava tanti disagi a Chesterton ("ma questa settimana potranno fare a meno di me…" cercava di giustificarsi davanti alla fretta, al tempo che scorreva e l'ansia che l'impellenza del pezzo creava), e che costringeva Dorothy durante il suo onorato servizio a correre alla stazione di Beaconsfield dove il capotreno lo aspettava per consegnarlo a Paddington a un altrettanto ciclomunito commesso del settimanale, che si precipitava in redazione per farlo inserire nel numero… Di questa spettacolare storia ho già dato conto altrove e non è bene ripetersi, però fa ridere tanto. A me fa sempre ridere e ci rivedo tante cose belle.

Per Natale vi abbiamo offerto un'occasione di averne un saggio con La Divina Poltrona ed altre comodità che trovate su www.pumpstreet.it.

Qui sotto alcuni post dei molti che riguardano l'Illustrated London News. Nel blog è possibile cercarne anche numerosi altri che riguardano imperdibili aforismi tratti dai suoi articoli sul glorioso settimanale illustrato.

Marco Sermarini











sabato 4 febbraio 2017

Oggi è San Gilberto...

... e in attesa di festeggiare il Nostro, festeggiamo l'onomastico del Nostro!

venerdì 3 febbraio 2017

Un aforisma al giorno

È facile essere un matto, è facile essere un eretico. È sempre facile seguire la mentalità del tempo, il difficile è continuare a ragionare con la propria testa. È facile essere un modernista; è facile essere uno snob.

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia

Un aforisma al giorno




Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia

giovedì 2 febbraio 2017

Un aforisma (spettacolare! verissimo!) al giorno

La gioventù è sempre ambiziosa e universale; l'opera della maturità mostra più dell'individualità, più del particolare tipo e tono dell'opera che un uomo è destinato a compiere. La gioventù è universale ma non è individuale. Il genio che inizia la vita con l'autentico e sincero dubbio se il suo destino sia di essere un raffinato e idolatrato violinista o il più potente ed eloquente Primo Ministro dell'epoca moderna finisce con il compiere la scoperta che esiste dopotutto una qualche cosa, magari un certo modo di illustrare filastrocche per bambini, che egli può veramente fare meglio di chiunque altro. Questo è ciò che accadde a Browning: come chiunque altro, dovette prima scoprire l'universo, poi l'umanità e infine sé stesso. Con lui, e con tutti gli altri, questo fu il grande paradosso e la grande definizione della vita: che l'ambizione rimpicciolisce man mano che la mente si allarga.

Gilbert Keith Chesterton, Robert Browning