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giovedì 5 gennaio 2017

G. K. Chesterton- A Reappraisal | Un importante approfondimento di Denis Conlon


Uscito per i tipi della Methuen, storica casa editrice inglese che pubblicò anche prime edizioni delle opere di Chesterton, questo libro è - come dice il titolo - una rivalutazione di quanto già noto della vita di Gilbert con importanti nuovi ritrovamenti che entrano a far parte a pieno titolo nel novero delle fonti sulla vita e sul l'opera del Principe del Paradosso. L'autore è uno dei massimi esperti e studiosi del Nostro, Denis Conlon, in gioventù ufficiale della Royal Air Force e quindi illustre professore che ha concluso la sua carriera all'Università di Anversa in Belgio.

Questo volume si pone nel ventaglio delle migliori e più attendibili acquisizioni per chi vuole incontrare  meglio Chesterton e non rimanere ad un livello per così dire scolastico nella sua conoscenza.

Opere del genere risultano importanti proprio perché c'è necessità di conoscere il vero Chesterton e non una versione addomesticata, forse piacevole ma invero del tutto fuori dalla realtà.

L'opera è suddivisa in tre sezioni: la prima ripercorre la vita e gli snodi biografici principali di Chesterton, e non si limita a ridire cose accertate e solidificatesi nella prima e più importante biografia, quella di Maisie Ward, ma aggiunge tasselli che illuminano ancor meglio la complessa e grandiosa personalità di Gilbert.

La seconda affronta Chesterton da ciascuna delle sue facce "letterarie": quella del romanziere, del drammaturgo, del narratore, del poeta, del saggista e del critico.

La terza è un vero e proprio giudizio critico sulle questioni affrontate in tempi più recenti, e cioè sul suo rapporto con gli ebrei (credo che molti sapranno dell'opera della Farmer, degli scritti di Dale Ahlquist e di William Oddie in proposito), e dà atto in una sommaria ma significativa carrellata di tutti i giudizi formulati da letterati, giornalisti ed ammiratori famosi negli anni (a titolo di esempio: Agatha Christie, Ray Bradbury, Anthony Burgess e molti, molti altri, anche piuttosto sorprendenti per noi italiani, piuttosto digiuni e stranamente divenuti lontani dalla cultura anglosassone buona, seppur così inutilmente esterofili...).

Un'opera che merita di essere letta (e tradotta in italiano).

Marco Sermarini 



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