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lunedì 30 maggio 2016

Il seggio di parlamentare vinto da Belloc, Salford South. Qualche notizia

Le notizie sono prese da Wikipedia.

Qui sotto trovate una prima lista, ed è quella dei MP (Members of Parliament) che si sono succeduti nel collegio di Salford South, creato nel 1885 ed abolito nel 1950.

Successivamente trovate anche i due schemi delle due elezioni cui Belloc partecipò.

Belloc fu eletto nel 1906 ma perse il seggio nel 1910 a vantaggio di un parlamentare conservatore. Hilaire si presentò come indipendente tra i Liberali. Allora le convinzioni politiche sue, di Gilbert Keith Chesterton e di Cecil Chesterton erano in quell'area, ma - come disse Chesterton - presto furono disillusi dal cosiddetto "Party System", per cui i partiti erano tutti uguali. Inoltre Belloc fu coinvolto con i suoi due amici nel cosiddetto Scandalo Marconi, per aver rivelato una clamorosa pastetta affaristica di alcuni membri del governo britannico di quell'epoca. Cecil finì imputato in un processo che si concluse con una sua condanna ad una multa, ma la vicenda fu così palesemente inquinata e corrotta che i tre amici chiusero definitivamente con l'ambiente politico. Ve n'è traccia copiosa nell'Autobiografia di Gilbert e a proposito dell'ambiente politico di quei (e - lasciatemelo dire - di questi, praticamente nessun soggetto escluso) giorni c'è un'ottima lettura da fare ed è Partitocrazia di Belloc e Cecil, edito da Rubbettino. Anche gli odierni paladini dell'onestà sono riconoscibili in quelle righe.

Ovviamente questi volumetti li trovate tutti su www.pumpstreet.it...

Il mistero per cui Belloc abbia preso più voti e non sia stato rieletto non sono stato in grado di chiarirlo, mi riprometto di fare maggiori ricerche ma i sistemi di voto, quando studiavo diritto costituzionale e pubblico, sono stati per me dei misteri tutt'altro che gloriosi: forse dolorosi è meglio. Sono certo che tra di noi ci sia uno scienziato in grado di chiarire l'arcano.

In ogni caso mi premeva mostrarvi questa curiosità.

Nel collegamento qui sotto trovate traccia del resoconto parlamentare del primo intervento di Belloc alla Camera dei Comuni:


E qui sotto l'elenco di tutti i suoi interventi presso la House of Commons, così come riportati dai resoconti, anno per anno:






Se qualcuno ha pazienza, sono certo che dalla lettura uscirà qualcosa di molto interessante. Belloc era un uomo straordinariamente brillante ed intelligente.

Per la cronaca, Salford South è parte della City of Salford, che a sua volta fa parte della .

Marco Sermarini


ElectionMemberParty
1885William MatherLiberal
1886Sir Henry Hoyle HoworthConservative
1900James Grimble GrovesConservative
1906Hilaire BellocLiberal
1910Sir Clement Anderson BarlowConservative
1923Joseph TooleLabour
1924Edmund Ashworth RadfordConservative
1929Joseph TooleLabour
1931John Joseph StourtonConservative
1945Edward Arthur HardyLabour
1950constituency abolished

General Election January 1906: Salford South[4]
PartyCandidateVotes%±%
LiberalJoseph Hilaire Pierre René Belloc4,23055.6
ConservativeJames Grimble Groves3,37844.4
Majority85211.2
Turnout88.0
Liberal gain from ConservativeSwing

Elections in the 1910s[edit]

General Election January 1910: Salford South[5]
PartyCandidateVotes%±%
LiberalJoseph Hilaire Pierre René Belloc3,95252.1
ConservativeClement Anderson Montague Barlow3,63647.9
Majority3164.2
Turnout7,58890.9
Liberal holdSwing

Un aforisma al giorno (oggi è Santa Giovanna d'Arco e allora ci sta... e poi è bellissimo e verissimo, come al solito)

Giovanna d'Arco non si lasciò inchiodare al crocevia, rifiutando tutti isentieri come Tolstoj, o accettandoli tutti come Nietzsche. Ne scelse uno e vi si lanciò come un fulmine. E tuttavia Giovanna, se ci pensiamo bene, aveva in sé tutto quello che c'era di vero in Tolstoj e in Nietzsche, tutto quello che c'era in loro di accettabile. Io pensavo a quanto c'è di nobile in Tolstoj: il gusto delle cose ordinarie, l'affetto vivo per la terra, il rispetto per il povero, la dignità delle reni piegate dal lavoro. Giovanna d'Arco ebbe tutto ciò, con questo di più: che sopportò duramente la povertà nell'atto stesso di ammirarla, mentre Tolstoj è il tipo dell'aristocratico che cerca di scoprirne il segreto. Pensavo poi a quanto c'è di coraggio, di fierezza, di passione nello sventurato Nietzsche e al suo disperato ammutinamento contro la vuotaggine e la pusillanimità del nostro tempo; pensavo alla sua invocazione all'equilibrio estatico del vivere pericolosamente, al desiderio dei galoppi sfrenati sui grandi cavalli, ai suoi appelli alle armi. Bene: Giovanna d'Arco ebbe tutto questo e, anche qui, con la differenza che essa non solo esaltò il combattimento, ma combattè. Noi sappiamo che essa non ebbe paura di un esercito, mentre Nietzsche come tutti sappiamo, ebbe paura di una mucca. Tolstoj si limitò a fare l'elogio del contadino; essa fu contadina. Nietzsche si limitò a fare l'elogio del guerriero; essa fu guerriera.
Essa li vince tutti e due sul terreno dei rispettivi, antagonistici ideali: è stata più dolce dell'uno e più forte dell'altro. Essa fu inoltre una persona perfettamente pratica, che fece qualcosa, mentre essi sono dei folli speculatori che non hanno concluso nulla. Era impossibile che non mi attraversasse la mente il pensiero che essa e la sua fede dovevano avere qualche misterioso senso di unità e di utilità morale che è andato perduto.

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia

domenica 29 maggio 2016

L'originale...

G. K. Chesterton (@GKCDaily)
The celebration of a birthday is a way of affirming defiantly, and even flamboyantly, that it's a good thing to be alive.


Buon compleanno, Chesterton!

"Il primo fatto intorno alla celebrazione di un compleanno è che è un modo ardito e fiammeggiante per affermare che è una buona cosa essere vivi".


Gilbert Keith Chesterton, La Nonna del Drago ed altre serissime storie


Buon centoquarantaduesimo compleanno, Gilbert Keith Chesterton! E da dove sei aiutaci sempre!


29 Maggio 1874 - 29 Maggio 2016

venerdì 27 maggio 2016

Le virtù impazzite, non la verità impazzita...



Per confermare la solidità e la sistematicità del pensiero di Chesterton (diciamolo una volta per tutte: Chesterton è un pensatore sistematico perché dice costantemente ed in modo ordinato la Verità su tutto. Finiamola di fare gli originali dicendo che "Chesterton è un pensatore non sistematico" perché non è una cosa originale in quanto sono in molti che ripetono questa affermazione purtroppo priva di fondamento e perché non è vera. Chesterton potrebbe misurarsi con cervelli alla San Tommaso d'Aquino per cui se non è sistematico lui chi lo è? Un po' di sana polemica ogni tanto ci vuole) vi propongo le due paginette di Ortodossia che parlano delle virtù incontrollate e sprecate che fanno più danno dei vizi. Virtù, non verità. È dalle virtù impazzite che nasce l'eresia, e dalle "mezze verità" (che non sono mai la verità intera).

Qui sotto vi ripropongo i post in cui approfondii la cosa tempo fa:

http://uomovivo.blogspot.it/2015/07/un-aforisma-al-giorno-eresie-tema.html

http://uomovivo.blogspot.it/2015/07/un-aforisma-al-giorno-ancora-sulleresia.html

http://uomovivo.blogspot.it/2015/07/un-aforisma-al-giorno-sempre-sulleresia.html

http://uomovivo.blogspot.it/2015/07/un-aforisma-al-giorno-torniamo-sulla.html

Marco Sermarini

Il quotidiano indiano The Hindu si occupa di Chesterton


The story of a storyteller


With around 80 books, several hundred poems and 200 short stories to his credit, Gilbert Keith Chesterton was a prolific writer. Let's learn more about him…


Gilbert Keith Chesterton's career as a storyteller began when he dictated a story to his aunt Rose. Chesterton began writing at a very young age and went on to become one the greatest detective story writers English literature ever saw. The writer remained true to the unspoken rule of detective writing — the reader and the sleuth should have an equal chance of finding out who the culprit is. Let's find out more about the author.

The man that was Chesterton

At 6'4'', Chesterton was, supposedly, a formidable figure to look at. But, once he spoke, the dread went away with the quick-witted words that gushed out of his mouth. To call him just a witty speaker is a disservice to the man. He was a theologian, journalist and literary critic who gave the world the most sympathetic detective — Father Brown. G.K. Chesterton was born on May 29, 1874 in London and completed his education from the University College there. He married Frances Blogg in 1901. He was writing a weekly column for the Daily News when he was given a column at The Illustrated London News , which he went on to do for 30 years. From 1932 till his death, Chesterton also gave radio talks at the BBC. He wrote about 80 books, several hundred poems, 200 short stories and several plays. Critics have hailed The Man who was Thursday as his best book. The man with the boisterous pen breathed his last in 1936 but left us with his jocularity.

Humility is the mother of giants. One sees great things from the valley; only small things from the peak.

— Father Brown, The Hammer of God

Have you ever noticed this — that people never answer what you say? They answer what you mean — or what they think you mean.

— Father Brown, The Invisible Man

Poets have been mysteriously silent on the subject of cheese.

— G.K. Chesterton

All men are ordinary men; the extraordinary men are those who know it.

— The Everlasting Man




mercoledì 25 maggio 2016

Dal nostro amico Roberto Prisco in arte Rob: riflessioni su Chesterton e la Guerra Anglo-Boera

La Guerra Anglo-Boera fu un passaggio molto importante per la vita di Chesterton, non foss'altro perché gli permise di incontrare il suo amico Hilaire Belloc, ma non solo per quello, ovviamente.

Roberto Prisco ha promosso un approfondimento sul punto, ne trovate traccia qui sotto (è la mail che Rob ci invia):


Visitate la nuova pagina dedicata alla visione che GKC ebbe della Guerra Anglo-Boera, e sorprendetevi oper le analogie. Altre sorprese nei prossimi giorni.


http://www.chesterton.it/gkc/GAB/index.html

Buona lettura
Rob

Dal Catholic Herald: Books blog: A common sense introduction to Chesterton - di Francis Phillips

Chesterton 'addresses the narrowness and slipperiness of modern thinking', says the author of a new guide to his work

A friend has kindly given me a present of Dale Ahlquist's Commonsense: 101 Lessons from GK Chesterton. Ahlquist, for those who don't know of him, is the president of the American Chesterton Society. Having now read the book, which struck me as full of prophetic insights about the current age as well as providing some wonderfully witty quotations I asked the author a few questions.

il resto lo trovate qui sotto:

http://www.catholicherald.co.uk/commentandblogs/2016/05/24/books-blog-a-common-sense-introduction-to-chesterton/#.V0R6wa2x1Jc.facebook

lunedì 23 maggio 2016

Il brindisi in onore di Rudyard Kipling in Canada - Una delle poche testimonianze della voce di Chesterton



Lo abbiamo messo altre volte, ma lo riproponiamo.

E' il brindisi durante un'occasione onorifica per Rudyard Kipling in Canada, e Chesterton fu chiamato come toastmaster per promuovere un brindisi in onore di Kipling, il vate dell'imperialismo britannico.

Dura circa tredici minuti, Chesterton fa battute di continuo e sembra di stare a casa con un caro e buon amico.

Si sta bene con lui.


sabato 21 maggio 2016

Un aforisma al giorno (non è male, eh?)

G. K. Chesterton (@GKCDaily)
Those who leave the tradition of truth do not escape into something which we call Freedom. They escape into something else, called Fashion.




Inviato da iPhone

venerdì 20 maggio 2016

Un aforisma al giorno

Platone vi ha detto una verità, ma Platone è morto. Shakespeare vi ha emozionato con una rappresentazione, ma Shakespeare non può più crearne altre. Ma immaginate che cosa sarebbe vivere insieme a questi uomini se fossero ancora tra noi, sapere che Platone domani potrebbe impartire una lezione o che in qualunque momento Shakespeare potrebbe far vibrare la terra con una nuova canzone. L'uomo che vive in contatto con quella che crede essere una Chiesa viva è un uomo che si aspetta sempre di incontrare Platone o Shakespeare domani a colazione.

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia

Qui è sepolto Cecil Edward Chesterton, fratello di Gilbert Keith.

Cecil Edward Chesterton era il fratello di Gilbert Keith, quello di cui fu detto nella famosa e bellissima Autobiografia del Nostro: "Finalmente avrò un pubblico!", quello con cui Gilbert discusse per tutta la vita e che egli era sicuro avrà discusso anche nelle trincee in Francia dove incontrò la malattia che lo uccise. Quanto si volevano bene!

Il racconto di come Cecil trovò la morte in guerra il 6 Dicembre 1918 meriterebbe ben più di questo piccolo post, che non ha nulla di funesto. Come abbiamo ricordato il grande Hilaire Belloc, era giusto ricordare anche Cecil, un altro di quella bella compagnia di amici che ebbe tanti ideali per cui combattere.

Cecil morì a 39 anni, convertito al cattolicesimo nel 1912 e sposato da non tanto tempo con la giornalista Ada Jones (donna dal non facile carattere che ebbe parole non sempre delicate per sua cognata Frances, come ci raccontano le biografie e in prima persona il nostro grande Aidan Mackey che ebbe la ventura di conoscerla e frequentarla per molto tempo).

Cecil era "private", cioè soldato semplice, del 18° Battaglione degli Highland Light Infantry (Fanteria Leggera). E' sepolto in questo cimitero di guerra a Terlincthun, in Francia, vicino a Calais, quindi non lontano da Lousi Belloc figlio di Hilaire.

Cecil era un grande. In italiano di suo abbiamo Partitocrazia (titolo originale The Party System, edito da Rubbettino e reperibile su Pump Street), che scrisse a quattro mani con Hilaire Belloc. Giornalista prolifico, fondò The Eye Witness che poi divenne il The New Witness che fu preso in mano da Gilbert. Era il terrore dei politicanti. Passò molti guai a causa della politica, ben ricordati da Gilbert nella sopra ricordata Autobiografia.

Mi piace ricordare che Cecil e Gilbert erano gli spettatori dei piccoli spettacoli che organizzava il loro babbo Edward con il teatrino delle marionette fatto da lui, che era l'Uomo dalla Chiave d'Oro (per saperne di più, leggete l'Autobiografia). Non è cosa da poco, ricordiamocelo.

La tomba di famiglia dei Belloc

L'altro giorno vi abbiamo mostrato il santuario inglese in cui riposano i Belloc, questa è l'immagine della tomba di famiglia.

Qui riposano Hilaire, la sua moglie Elodie (morta molto giovane nel 1914: per lei Hilaire aveva attraversato l'Oceano quattro volte…), il figlio Peter e la moglie di questi Stella. Il figlio Peter (anzi: Peter Gilbert Marie Sebastian… indovinate da chi avrà preso quel Gilbert… va bene, Chesterton fu suo padrino di battesimo), trentasei anni, capitano del 5° Battaglione dei Royal Marines, morì nel 1941 durante la Seconda Guerra Mondiale, ed un altro figlio di Belloc,  Louis (sottotenente del 209° Squadrone della Royal Flying Force), morì nel 1918 durante la Prima Guerra Mondiale in un'azione nella Francia Settentrionale. Egli è sepolto ad Arras (vicino a Calais), e nella vicina Cattedrale di Cambrai si può vedere una lapide a sua memoria fatta mettere dal babbo. Louis fece parte dei Royal Flying Corps, una parte della futura Royal Air Force. Aveva venti anni.

Il povero Hilaire fu certo molto provato, ma mantenne sempre una fede adamantina e indomabile. Amava la moglie ed i figli di amore sincero.

In Irlanda, per la cronaca, vive uno dei pronipoti di Belloc, Matthew Jebb (pronipote per parte della figlia di Hilaire, Louise), e tra l'altro è membro della Belloc Society irlandese (dentro c'è anche il nostro insostituibile Angelo Bottone).

mercoledì 18 maggio 2016

Un aforisma al giorno (mettere altra pezza, please...)

Le azioni e le disposizioni secondarie dell'uomo devono essere libere, agili, creative, mentre immutabili devono essere i suoi principi e i suoi ideali. Ma da noi è vero il contrario: cambiano continuamente i punti di vista, ma il menu della colazione è sempre uguale.


Gilbert Keith Chesterton, La Nonna del Drago e altre serissime storie

Un aforisma al giorno

Non c'è più alcuna differenza di tono o di genere fra l'ordine collettivista e quello commerciale: il commercio ha la burocrazia e il comunismo la sua organizzazione. Le cose private sono già pubblicate nel senso peggiore del termine, vale a dire che sono impersonali e deumanizzate. E viceversa le cose pubbliche sono già private nel senso peggiore del termine, vale a dire che sono oscure e segrete in larga parte corrotte. Il nuovo governo dell'Industria riuscirà a mettere insieme il peggio di tutti i piani per un mondo migliore. Niente più eccentricità, niente più umorismo, niente più nobile disdegno del mondo. Solo una cosa odiosa chiamata servizio sociale, che vuol dire schiavitù senza fedeltà. Questo servizio sarà uno degli ideali di tale governo. Dimenticavo di dire che non mancheranno gli ideali. Tutti gli uomini più ricchi del movimento hanno chiaramente fatto capire che possiedono un certo numero di questi piccoli comfort. La gente ha sempre degli ideali quando non ha più idee".


Gilbert Keith Chesterton, Il profilo della ragionevolezza

Un aforisma al giorno (e mo' metteteci una pezza...)

Basterà un cambiamento minimo nell'attuale clima dell'etica finanziaria, e quando l'astuta e vigorosa mentalità affaristica si sarà liberata dell'ultima paralizzante influenza dei dogmi inventati dai preti, il giornalismo e la pubblicità mostreranno per i tabù di oggi la stessa indifferenza che oggi mostrano per i tabù del medio evo. La rapina sarà spiegata come lo è l'usura, e per tagliar gole non occorreranno più sotterfugi di quanti ne occorrono per dominare il mercato. Le edicole risplenderanno di titoli quali La falsificazione in quindici lezioni e Perché sopportare l'infelicità matrimoniale?, e si avrà una divulgazione dell'avvelenamento pienamente scientifica, quanto lo è la divulgazione del divorzio e del controllo delle nascite.

Gilbert Keith Chesterton, Come si scrive un giallo

Un aforisma al giorno - Le parole, la sola cosa che valga una lotta...

La chiesa e le eresie hanno sempre combattuto per le parole, perché le parole sono la sola cosa che valga la pena di una lotta.


Gilbert Keith Chesterton, La sfera e la croce




lunedì 16 maggio 2016

L’errore su San Francesco d’Assisi - di Fabio Trevisan - da Riscossa Cristiana

"Nel momento stesso in cui smettiamo di esercitare un controllo sul sesso, il sesso diventa il nostro tiranno"
zzzzsfrncsc
Sembra incredibile che Chesterton avesse predetto nel 1923 (come richiamato nella frase in corsivo) e precisamente nel saggio: "San Francesco d'Assisi" una simile osservazione, sempre più palesemente rilevante ai nostri giorni. Molto prima della rivoluzione sessuale o dei costumi del 1968 e delle cosiddette battaglie femministe per l'emancipazione della donna, lo scrittore londinese aveva intravisto questa reale sottomissione alla schiavitù sessuale sotto diverse forme (pornografia dilagante, rivendicazioni sessuali stravaganti e contronatura, un'intera cultura mediatica piegata alle provocazioni sensuali). Per Chesterton: "Trattare il sesso come un innocente fatto naturale, ebbe per conseguenza che tutte le altre cose naturali si permearono profondamente di sesso". Non si poteva infatti, secondo il grande scrittore cattolico inglese, assimilare il sesso ad altre abitudini elementari come il mangiare o il dormire: "Il fatto è che il sesso occupa un posto pericoloso ed eccessivo nella natura umana; per cui richiede un approccio particolarmente casto". Sarebbe stato paradossalmente proprio con San Francesco che si sarebbero potuto mettere a posto le cose, ma purtroppo era prevalsa e tuttora prevale un'interpretazione erronea del Santo.
La religione di San Francesco d'Assisi non era affatto (e qui sta il paradosso) una religione naturalistica, ma anzi era una religione che avrebbe dovuto liberare dall'ossessione della venerazione della natura: "Non sarebbe servito predicare il culto della natura a gente per cui la natura era diventata innaturale… Non c'era più un fiore o una stella che non fossero contaminati. Soltanto il rigore del soprannaturale poteva ergersi a baluardo della salvezza". Credo che sia superfluo sottolineare, per chi ancora conserva un barlume di ragione, la stupefacente attualità di tali riflessioni e ciò che Chesterton chiamava il "paradosso dei Santi". Chesterton rimarcava questo peso eccessivo riguardo il sesso e ne indicava la deriva culturale e morale ed il bisogno di espiazione: "Per liberarsi da questa ossessione occorreva una religione che fosse letteralmente ultraterrena…questo malanno non passa che con la preghiera e con il digiuno". L'importanza di San Francesco d'Assisi consisteva quindi nell' aver segnato la fine di questo periodo d'espiazione a seguito di una profanazione della natura: "I fiori e le stelle hanno recuperato la loro primitiva innocenza. Il fuoco e l'acqua sono considerati degni di essere il fratello e la sorella di un santo. La purificazione dal paganesimo è finalmente giunta al termine". 
Era l'esaltazione di una natura purificata, di un approccio casto e divino riguardo il sesso, di una ricomprensione della bellezza del creato: questa avrebbe dovuto essere l'autentica liberazione dell'uomo! Esattamente il contrario di quanto avvenuto, dove il vero San Francesco è stato obliato così come il nostro Chesterton è stato accantonato dalla cultura dominante (ed anche, diciamola francamente, da quella cattolica). Come indicava il saggista di Beaconsfield, San Francesco era ancora in attesa di una riconciliazione con l'uomo, di una comprensione autentica della sua filosofia soprannaturale; la vera "liberazione", secondo Chesterton, stava in quest'ultima saggia frase che egli sottoponeva a quella modernità impazzita che aveva stravolto l'interpretazione del Santo: "Con San Francesco l'uomo si è strappato dall'anima l'ultimo brandello di culto della natura e può tornare alla natura". Aveva liberato l'uomo dal paganesimo e da quelle ossessioni (tra cui il sesso) di cui era permeato; si poteva ritornare ad un mondo purificato e ad ammirare e contemplare Dio e il creato.
Senza questa visione soprannaturale tutto, compreso il sesso, diventava nostro tiranno. L'amore di Dio e la salvezza dell'anima erano poste dal Santo d'Assisi sopra a tutto: "Laudato sii, mi Signore, per sora nostra Morte corporale". Il corpo alla terra, l'anima a Dio.


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Un aforisma (distruttivo per molti, troppi, di grande speranza per noi chestertoniani!) al giorno

Verso la fine del XIX secolo comparvero due incredibili figure: il puro Conservatore ed il Progressista ad oltranza; due figure che sarebbero state sommerse dal riso in qualsiasi altro periodo della storia umana. Non credo ci sia mai stata generazione di uomini che non abbia compreso la follia del semplice andare avanti o del solo star fermi; del puro progresso e della pura conservazione. La commedia greca del genere più grossolano avrebbe potuto forse presentarci lo spettacolo grottesco dell'uomo che vuol conservare a tutti i costi: sia che si tratti dell'oro giallo, sia che si tratti della febbre gialla. Nel più uggioso dramma medioevale avremmo potuto assistere alla farsa del gentiluomo progressista che essendo passato dal Paradiso al Purgatorio, decidesse di andare più lontano e più in basso.
Il XII e XIII secolo furono età di impetuoso progresso; gli uomini si dettero in fretta a costruire strade, ad allacciare commerci, ad istituire parlamenti, a redigere somme filosofiche, a fondare università e leggi universalmente valide, e guglie che mai sino allora avevano osato sfidare il cielo. Ma questi stessi uomini non avrebbero mai detto che desideravano il progresso, ma bensì strade, parlamenti e campanili a guglie... Soltanto i progressisti e i conservatori si sono contentati di due semplici parole.

Gilbert Keith Chesterton, Shaw

domenica 15 maggio 2016

Hilaire Belloc e la Madonna.

Un grande dispiacere nella vita del giovane Hilaire Belloc fu il mancato ottenimento della fellowship (un grado accademico dei college inglesi) presso l'All Souls College di Oxford nel 1895. Si dice che l'aver posto una statuetta della Madonna davanti a lui durante l'esame per questo grado accademico gli sia costato caro.

Dal 1906 al 1910 fu parlamentare liberale indipendente per il collegio di Salford South.

Durante la campagna elettorale tenne un comizio nel corso del quale un disturbatore tra i presenti gli chiese se fosse un "papista". Belloc tirò fuori dalla tasca il Rosario e rispose: "Signore, per quanto mi è possibile ascolto la Messa ogni giorno, mi inginocchio e recito questi grani ogni sera. Se questo la offende, allora prego che Dio possa risparmiarmi l'indegnità di rappresentarla in Parlamento. Ci fu qualche secondo di sospensione e poi la folla proruppe in un applauso fragoroso e Belloc vinse le elezioni strappando il seggio ad un laburista.


venerdì 13 maggio 2016

Edizioni Lindau su Twitter

Edizioni Lindau (@EdizioniLindau)
Oggi su «Sette» del @Corriere il nostro inedito di #Chesterton! «Il distributismo si spiega con le favole» #SalTo16 pic.twitter.com/0JWziytI3z


Un aforisma al giorno

G. K. Chesterton (@GKCDaily)
Dante's whole philosophy was based on the idea that the Catholic faith was the first necessity.


G. K. Chesterton’s ‘Way of Wonder’: Q&A with Author Dale Ahlquist - America Magazine intervista Dale sul suo ultimo libro.

Il mensile America Magazine, dei Gesuiti americani, intervista Dale Ahlquist sul suo ultimo libro Way of Wonder (La via della meraviglia): 


Due lacerti dell'intervista che merita di essere tutta letta, il primo sul libro:

What is "the way of wonder" referenced in your title?

Christ said that unless we become like little children we cannot enter the Kingdom of Heaven. One of the most childlike qualities is wonder. Chesterton re-introduces astonishment at creation, at the gift of life. "The best kind of giving," he says, "is thanksgiving."

Il secondo sul distributismo:

As an alternative to these doomed systems, they advocated distributism, a dispersal of ownership after the fashion of the medieval European guild system. What do you think about the feasibility of their suggestions for our world today?

I suppose the best response is that capitalism and socialism have not turned out to be feasible either. The present state of the world is a monument to the failures of capitalism and socialism. Chesterton and Belloc's ideas are based on the Catholic social teaching of Pope Leo XIII. This teaching would be feasible if all or even most Catholics embraced it. We could change the world. It is the idea that an economy should be based more on the family's interest rather than the individual's or the state's interests.

If more people were self-sufficient and independent, we would have a more stable economy. Widespread wage slavery makes people dependent and also passive. It leads to an entitlement mentality and the inability for us to do things for ourselves and take control of our lives. The good news for distributism is that more and more people are dissatisfied with things as they are: That is why there is a renewed interest in Chesterton's ideas about this.



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giovedì 12 maggio 2016

Un aforisma al giorno

G. K. Chesterton (@GKCDaily)
In freeing ourselves from Christianity, we have only freed ourselves from freedom.


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mercoledì 11 maggio 2016

Un aforisma al giorno

Quel che è raro e strano è colpire il bersaglio, mentre è grossolano e comune mancarlo. A noi pare un avvenimento epico che con una rozza freccia un uomo colpisca da lontano un uccello, ma non è altrettanto degno di leggenda l'uomo che con un rozzo motore raggiunge una meta lontana? Il caos è stupido, nel caos il treno potrebbe veramente andare dovunque, a Baker Street o a Bagdad, ma l'uomo è un mago e la sua magia è che egli dice Victoria e Victoria è. No, tenetevi i vostri libri di pura poesia e prosa, lasciatemi leggere un orario ferroviario con gli occhi bagnati di lacrime d'orgoglio! Tenetevi il vostro Byron, che celebra le sconfitte dell'uomo e datemi un Bradshaw che celebra le sue vittorie. A me un Bradshaw!

Gilbert Keith Chesterton, L'Uomo che fu Giovedì 

martedì 10 maggio 2016

Il tacchino e il turco tradotto da Giulio Mainardi


Il giovane Giulio Mainardi si diletta a tradurre Chesterton e a pubblicarlo nei siti di self publishing (come si dice, o forse è meglio dire di autopubblicazione...?) che oggi proliferano e che - non ci crederete - a volte hanno contribuito a far scoprire qualche talento.

Giulio si cimenta ancora una volta con le rime di Chesterton, e traduce in rima. Scelta di Chesterton, quella di scrivere in rima, scelta di Mainardi quella di tradurre in rima, perché dice: se l'ha voluto lui, allora perché non lo debbo fare anche io? Idea tutt'altro che priva di senno e costrutto, a ben guardare. Quest'idea è stata fatta propria anche da un altro nostro amico, Rodolfo Caroselli, che si è cimentato nell'epica Lepanto (è qui dentro al blog, ce la diede in anteprima, ancora grazie).

Ma la particolarità stavolta è che si tratta di un'opera in rima ma... teatrale. Esatto, Il tacchino e il turco è una delle poche opere teatrali di Chesterton (ricordo sempre che Shaw "cazziava" - licenza poetica - spesso Chesterton perché non si adoperava abbastanza nel settore, diceva che ci sapeva fare), ma ha la caratteristica di essere in rima. Giulio ci ha lavorato e ci spiega infatti che si tratta di un esempio di mummers' play, cioè di rappresentazione teatrale, spesso natalizia, in cui gli attori vengono definiti mummers, cioè mimi o pagliacci, e mettevano su una mummery, cioè una pantomima o pagliacciata. Già il titolo originale è un programma: The Turkey and the Turk. Forse molti sapranno che la parola inglese Turkey può significare sia Turchia che tacchino. Il gioco di parole è indicativo di tutto quanto.

I personaggi di questa pantomima buffa sono Babbo Natale, San Giorgio (sì, il santo patrono d'Inghilterra, con tanto di lancia, cavallo, drago...), il Dottore (un salutista perso... e ho detto tutto), il Cavaliere Turco, la Principessa delle Montagne. Babbo Natale vuole giustamente festeggiare il Natale ma si intromette il Dottore salutista tedesco (per Chesterton salutista e tedesco nella stessa persona erano un coacervo davvero da dimenticare...). Compare la Principessa delle montagne che fugge dal suo paese cristiano d'Oriente devastato dai musulmani (ma guarda!), e quindi il Cavaliere turco (ma guarda!) che la pretende in sposa ma grazie a Dio c'è San Giorgio...

Ma adesso il libretto ve lo comprate e ve lo leggete. Mi sembra di interessante attualità, pur nella sua forma burlesca e surreale (come d'altronde Chesterton è sempre: ironico, apparentemente surreale ma realistico ed efficace quanto mai).

La prima edizione uscì in cento copie numerate e firmate dall'autore e dall'illustratore (Thomas Derrick: Giulio ha avuto la buona idea di mettere una delle sue illustrazioni in copertina) e stampato da Eric Gill. Ho trovato una foto della copia numero 44 nel sito del mio amico Chris Hagen di Stillwater in Minnesota. Chris (un grande, sposato con un numero di figli che non sono riuscito a contare quel giorno a casa sua, e tutti fatti con la stessa moglie! Buon cattolico, buoni cattolici! E lavora anche la terra da distributista!) è il titolare di Loome Books, uno dei più bei negozi/siti internet al mondo di libri antichi, e ha questa bellezza a casa. Non so se l'ha venduta, cosa possibile visto che sotto il post che vedete qui sotto trovate una serie di commenti di persone che io conosco di fama per essere irrimediabilmente malati di chestertonite senza ritorno.

La segnalazione merita l'acquisto di un'opera così rara. Giulio ha avuto la buona idea di tradurla e di perderci tempo per pubblicarla. Mi sembra un'ottima idea che va premiata. Per chi la vorrà comprare, costa solo € 9.00 e la trovate su http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/narrativa/241653/il-tacchino-e-il-turco/ esattamente a questa pagina.




Nel sito di Loome Books troverete anche altre illustrazioni dell'edizione originale rarissima.

Un aforisma al giorno


Gilbert Keith Chesterton, La ballata del cavallo bianco

lunedì 9 maggio 2016

Dialogo tra Marco Sermarini e Maria Grazia Gotti su Chesterton e (proprio lui!) Ernst Bloch

Io, Sermarini, mando un link chestertoniano ispanofono alla prode Maria Grazia Gotti e dico: che è?


Risposta forbitissima quanto segue (grazie, Maria Grazia!):

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Allora: si tratta di affermazioni di Ernst Bloch su Chesterton che riproducono diverse citazioni per "giustificare" la sua affermazione che Chesterton sia  uno degli uomini più intelligenti che siano mai vissuti; sono tratte da un libro tradotto anche in italiano: Soggetto-Oggetto. Commento a Hegel


Con un po' di ricerca però si è... aperto un vaso di Pandora (come poi succede spesso…), in particolare ho scoperto questo testo del filosofo John Haldane 



Sono in particolare interessanti le pagine attorno alla 187 e seguenti, nelle quali si scopre che il filosofo Aurel Kolnai afferma di dovere a varie influenze e in particolare a Chesterton (e alla scuola fenomenologica tedesca di filosofia) la sua conversione al cristianesimo (oh, un giorno bisognerebbe contarli i filosofi convertiti da Chesterton!). Ci sono anche riferimento a Gilson e alle sue parole sull'opera di Chesterton.
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Qui interviene Sermarini e dice: Eh, Kolnai l'avevamo già preso al volo…


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Riprende Gotti:

Per ora qui mi devo fermare...
Ho preparato comunque la traduzione del brano che mi hai mandato (...). Aggiungo solo (perchè l'ho visto nei commenti) che il Professor Fernando Muñoz Martínez dell'Università di Madrid in giugno parlerà all'università  in un evento celebrativo in occasione dell'anniversario della morte di Chesterton. Parlerà di Chesterton come  magister laetus.

Ecco la traduzione. Buona domenica,
Grazia

Oscar Wilde e Bernard Shaw ci offrono a ogni passo l'unione di cose incompatibili fra loro, nella forma di affermazione di verità; quello che succede è che in questi casi l'incompatibilità è spesso veramente tale, vale a dire che non è una contraddizione, ma semplicemente un'antitesi o qualcosa completamente differente, attraverso la quale non si fa altro che dar luce alle idee.
Il maestro del vero paradosso dialettico nella letteratura – una insperata scuola preparatoria per i lettori di Hegel è Chesterton, uno degli uomini più intelligenti che siano mai vissuti. Un vero paradosso dialettico, e non solo brillante, è quello contenuto, ad esempio, nella seguente frase: "La sua grande acutezza lo avvolgeva in una nube di sani dubbi su questo problema". Oppure quest'altra: "quelli che scrivono editoriali sono sempre in ritardo rispetto il loro tempo, perché vanno sempre di fretta. Si vedono costretti ad attingere alle loro opinioni passate di moda sulle cose; tutto ciò che viene fatto di fretta viene positivamente superato. " Oppure questo: "Shaw, in quanto amico dell'umanità, è come Voltaire; il più freddo e duro lottatore attorno alla cui spada affilata gironzolano come vermi i miserabili difensori di una brutalità virile. " O questo: "chiamiamo il XII secolo "secolo ascetico" e diciamo che il nostro è piena di voglia di vivere. Ora, nell'epoca dell'ascetismo l'amore per la vita era così evidente e così grande che bisognava mettergli un limite. In un'epoca edonistica il godimento cade sempre e diventa necessario stimolarlo. È curioso che sia necessario imporre le feste come se fossero giorni di digiuno e stimolare la gente a venire al banchetto" (G. K. Chesterton, Bernard Shaw, pp. 101, 236, 75, 239 s.).
Dai libri di Chesterton si potrebbero trarre centinaia di questi "argomenti al contrario" (e concretamente, di contenuta contrario sulla stessa cosa); il metodo di questo scrittore è, naturalmente, quello di ridurre i contrari all'uguaglianza, cancellando in questo modo e superando uno schema stabilito e soddisfatto di sé.


Da Ernst Bloch, Sujeto-objeto: El pensamiento de Hegel.