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sabato 27 febbraio 2016

Un aforisma al giorno (simpatico)

G. K. Chesterton (@GKCDaily)
We speak of 'touching' a man's heart, but we can do nothing to his head but hit it.


venerdì 26 febbraio 2016

Ad oggi l'aforisma più visitato del nostro blog (che bello, vero? Comprate Radio Chesterton su Pump Street!)

474 visite al 26 febbraio 2016

Voglio dirvi qualcosa che è la più difficile da esprimere a parole, qualcosa che è più privato della vita privata. È il fatto che siamo vivi, e che la vita è la cosa di gran lunga più stupefacente di qualsiasi gioia o sofferenza che può capitarci durante la vita.

Gilbert Keith Chesterton, Radio Chesterton

Leonardo Sciascia su Agatha Christie (ma anche su Chesterton...)

Ho letto il post tratto dal blog di Salvatore Lo Leggio e vi ho trovato un'intervista a Leonardo Sciascia fatta da Bruno Blasi sul giallo all'inglese e pubblicata su Panorama del 24 giugno 1984. C'è un giudizio di Leonardo Sciascia su Agatha Christhie e lo scrittore siciliano utilizza una citazione del suo amato Chesterton.

Grazie a Salvatore Lo Leggio che non conosco ma che ci ha dato modo di apprezzare nuovamente l'affetto di Sciascia per Chesterton, di cui parlammo davvero sinteticamente in un post quasi cinque anni fa (grazie, Maria Cristina Lamanna, che mi segnalò la passione per Chesterton di questo suo illustre conterraneo mentre discutevamo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa).


Sciascia definì Chesterton «un grande scrittore cattolico».

D'altronde qui emerge pure un'altra cosa interessante, e cioè il rapporto di amicizia che univa Chesterton ad Agatha Christie, con cui fondò il famoso Detection Club e scrisse un giallo a molte, molte mani (non erano solo loro due ad esercitarsi... c'erano pure Ronald Knox, Dorothy Sayers ed altri ancora) di cui parlammo sempre in altri post (quello segnalato qui nel post narra anche il fantastico giuramento che gli accoliti di questa originale società dovevano prestare - grazie, Maria Grazia Gotti, per la segnalazione del romanzo, mi diede modo di approfondire la questione del Detection Club. In realtà scoprii questa cosa già nel 2007 (c'è un apposito post - mi piace cacofonizzare - ma si sa, le cose da fare sono sempre tante e ci vuole qualche amico che con le sue segnalazioni risvegli vecchie cose lasciate in mezzo a montagne di carte, oppure che te ne faccia sapere altre).




http://salvatoreloleggio.blogspot.it/2012/02/leonardo-sciascia-su-agatha-cristhie-da.html

In questo mio post trovate diverse segnalazioni e collegamenti ad altri post. Non sono gli unici che si riferiscono ai molti personaggi qui nominati, non mi è stato possibile mettere tutto qui, per cui utilizzate il motore di ricerca interno inserendo le paroline magiche che trovate qui e vedrete quante belle cose ci sono in questo blog. Le mettiamo insieme con tanta passione e con tanto affetto, e quando qualcuno le preda (e ne segnala la fonte!) per noi sono soddisfazioni. In primis per me, che sono il più malato di tutti e che prendo ogni complimento fatto a Gilbert meglio che se fosse fatto a me.

Marco Sermarini

giovedì 25 febbraio 2016

Segnalazione di Tommaso Pellegrini (grazie!) e collezione di bellissimi aforismi su confessione, conversione, misericordia, eccetera...



In questo sussidio per il Giubileo della Misericordia edito dalle Paoline trovate (strano a dirsi!) questa ed altre pagine...

Già che siamo in tema, sentite questo famoso aforisma di Chesterton su bambini e misericordia, in ogni caso:

I bambini sono innocenti e amano la giustizia, mentre la maggior parte degli adulti è malvagia e preferisce la misericordia.

Visto che si parla di Giubileo, e quindi di conversione (perché è questo che tocca fare, cari amici...), merita di essere ricordato un altro bell'aforisma:

È sufficiente dire che quanti conoscono la pratica cattolica vi trovano non solo la verità, quando tutto il resto è falso. Nel confessionale, trovano il trono stesso del candore, quando il mondo ne dice assurdità, descrivendolo come una sorta di cospirazione; trovano il sostegno dell’umiltà, quando tutti gli altri lodano l’orgoglio; trovano la pienezza della carità dei sentimenti, quando il mondo risuona di un approssimativo e volgare sentimentalismo.

Gilbert Keith Chesterton, Perché sono cattolico

Quest'altro è famoso e bellissimo:

Quando la gente chiede a me o a qualsiasi altro: ‘Perché vi siete unito alla Chiesa di Roma?’, la prima risposta essenziale, anche se in parte incompleta, è: ‘Per liberarmi dai miei peccati’. Perché non v’è nessun altro sistema religioso che dichiari veramente di liberare la gente dai peccati. Ciò trova la sua conferma nella logica, spaventosa per molti, con la quale la Chiesa trae la conclusione che il peccato confessato, e pianto adeguatamente, viene di fatto abolito, e che il peccatore comincia veramente di nuovo, come se non avesse mai peccato. (…) Dio lo ha fatto veramente a Sua immagine. Egli è ora un nuovo esperimento del Creatore. È un esperimento nuovo tanto quanto lo era a soli cinque anni. Egli sta nella luce bianca dell’inizio pieno di dignità della vita di un uomo. L’accumularsi di tempo non può più spaventare. L’uomo può essere grigio e gottoso, ma è vecchio solo di cinque minuti. L’idea cioè di accettare le cose con gratitudine, e non di prenderle senza curarsene. Così il Sacramento della Penitenza dà una vita nuova, e riconcilia l’uomo con tutto ciò che vive: ma non lo fa come lo fanno gli ottimisti e i predicatori pagani della felicità. Il dono viene fatto ad un prezzo ed è condizionato alla confessione. Ho detto che questa religione, rozza e primitiva, di gratitudine, non mi salvò dall’ingratitudine del peccato, che per me è orribile al massimo grado, forse perché è ingratitudine. Ho trovato soltanto una religione che osasse scendere con me nella profondità di me stesso.

Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia

La conversione è l’inizio di una vita intellettuale attiva, fruttuosa, illuminata e addirittura avventurosa.
Gilbert Keith Chesterton, La mia fede

mercoledì 24 febbraio 2016

Theodore Roosvelt e Chesterton


Ecco cosa disse Theodore Roosevelt (1858 - 1919), presidente degli Stati Uniti d'America (1901 - 1909) a proposito del nostro Gilbert:

«Che genio supremo è Chesterton! Non ho mai incontrato un uomo che possa parlare così brillantemente e in maniera interessante».

martedì 23 febbraio 2016

Un aforisma al giorno

Gira una storia bizzarra in base a cui il fuoco esisterebbe per scaldare le persone. Esiste per riscaldare le persone, per illuminare il buio, per invocare gli spiriti, per cuocere i muffins, per far circolare l'aria nelle stanze, per abbrustolire le castagne, per raccontare storie ai bambini, per fare le ombre cinesi sui muri, per far fischiare gli impazienti bollitori e per essere il cuore rosso della casa, quel cuore per cui, come dicevano i magnanimi pagani, un uomo dovrebbe dare la vita.

Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di sbagliato nel mondo

Un prefetto chestertoniano a Reggio Calabria.

Reggio Calabria. "Uno più uno non fa due, ma fa venti, duecento, duemila". Stamattina alla conferenza stampa annunciata per la diffusione dei dati del piano focus 'ndrangheta di gennaio e della settimana appena trascorsa, il prefetto Claudio Sammartino ha esordito citando lo scrittore inglese Gilbert Keith Chesterton: «perché il metodo della collaborazione istituzionale e con i cittadini è importantissimo».

Il resto lo trovate qui. Bravo il prefetto chestertoniano.


lunedì 22 febbraio 2016

Bruno Hussar toccato da Chesterton incontrò Gesù Cristo - da Avvenire

"A 22 anni, privo di ogni educazione religiosa ma assetato di assoluto grazie anche alla lettura delle opere di Gilbert Keith Chesterton, Hussar scopre la persona dell’ebreo Gesù di Nazareth. Due anni dopo, nel 1935, chiede il battesimo ed entra nella Chiesa cattolica. «Entrai immediatamente in un universo in cui tutto era sacro, – racconterà anni dopo nell’autobiografia Quando la nube si alzava – senza sapere ancora fino a che punto la mia identità ebraica vi si esprimeva. Non vivevo che per Dio, con Dio, in Dio»". 

Il resto qui sotto:


http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/HUSSAR-.aspx



giovedì 18 febbraio 2016

Un italiano alla 35th Chesterton Conference

«The New Witness»
American Chesterton Society
35th Annual Conference
August 4 – August 6, 2016
Slippery Rock University | Slippery Rock, Pennsylvania


Il Vescovo Robert Barron, vescovo ausiliario dell'Arcidiocesi di Los Angeles, sarà l'oratore principale della Chesterton Conference 2016 e il titolo sarà "Chesterton – A Pivotal Player". 

la 35° Chesterton Conference si terrà alla Slippery Rock University a Slippery Rock, Pennsylvania, dal 4 al 6 Agosto 2016.

Il tema è "The New Witness", in occasione del centenario della presa in carico della direzione del giornale da parte di Gilbert. Oltre a mons. Barron, ci saranno altri oratori: Tim Powers, Brent Forrest, Joseph Pearce, Tom Martin, Charlotte Osterman, Joe Grabowski, Mark Pilon, Alyssa Bormes,  Dale Ahlquist ed anche il nostro presidente Marco Sermarini.

mercoledì 17 febbraio 2016

Un aforisma al giorno

G. K. Chesterton (@GKCDaily)
The 'Carpe diem' philosophy is not the philosophy of happy people; it is the last mad-house of the miserable.



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Un articolo paragona il giudice americano Antonin Scalia a Chesterton

Chesterton Society (@AmChestertonSoc)
An interesting article comparing recently-deceased Supreme Court Justice Antonin Scalia to our man G.K.... fb.me/3HkmIxZSG




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Joseph Pearce si è introdotto proditoriamente, da vero Uomo Vivo, in casa di Alexandr Solzhenitsyn grazie a Chesterton e Belloc... (queste sono notizie! Grazie, Maria Grazia!)

Buon giorno, presidente.

Il fantastico sito spagnolo Religion en Libertad ha tradotto un recente articolo (della Distributism Review) nel quale Joseph Pearce racconta come Chesterton sia stato il salvacondotto grazie al quale Alexandr Solzhenitsyn ha accettato di farsi intervistare da lui; con sua sorpresa, considerando a quanti aveva detto di no. E di come Solzhenitsyn condividesse in toto le idee distribuiste di Chesterton e Belloc. E racconta anche che, arrivato lá, la moglie (di S.) gli abbi mostrato un intero scaffale della libreria pieno delle opere complete di Chesterton pubblicate da Ignatius press.

Loro probabilmente lo hanno tradotto anche perché i libri di Pearce sono pubblicati in Spagna.... 

Gli articoli, in spagnolo e inglese, sono pubblicati nei link che seguono

Maria Grazia Gotti

Tanti auguri a Lorenzo e Cristina Belli e al piccolo Giovanni...

... che è nato proprio ieri sera!

Giovanni è un piccolo chestertoniano perché figlio di Cristina e di Lorenzo. Lorenzo fu uno dei protagonisti (simpaticissimo!) di un recente Chesterton Day.

Tanti auguri di vero cuore da tutti noi, perché "la prima avventura è nascere"!



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lunedì 15 febbraio 2016

Il sesso e la proprietà - di Fabio Trevisan (da Riscossa Cristiana)

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"Il mondo ha dimenticato che fare una famiglia è qualcosa di molto più grande di fare del sesso"

 Nella raccolta di saggi: "Il pozzo e le pozzanghere", Gilbert Keith Chesterton affrontava in un intero capitolo (Il sesso e la proprietà) l'unione sessuale tra un uomo e una donna collegandola al concetto equilibrato di "proprietà". Sembra incredibile che in questo scritto degli anni '30 egli avesse previsto la confusione attorno a questi temi dei nostri giorni. Il grande scrittore inglese era tuttavia convinto che l'epoca moderna avesse abbandonata la ragione, entrando in un clima di "protestantizzazione", il quale al posto di essa avesse sostituito la suggestione, la superstizione (basti vedere il titolo di un'altra sua opera: "La superstizione del divorzio"). Egli credeva che la perdita del senso comune, esplosa in modo dirompente ai nostri giorni con temi quali l'omofobia, i diritti degli omosessuali e la penosa "stepchild adoption", avesse la causa originaria nelle ragioni del Nemico: "Possiamo affermare con maggiore verità che un unico spirito maligno ha distrutto le due grandi forze che costituiscono la poesia della vita: l'amore per la donna e l'amore per la terra. Per cominciare, è importante osservare che queste due forze sono state strettamente legate fintanto che l'umanità è stata umana". 

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Egli rimproverava ai rinnegatori della ragione e del senso comune ciò che il cattolico dovrebbe riservare ai cultori della modernità dei nostri tempi: "Ai modernisti di oggi tocca invece il compito di proclamare una religione erotica che esalta la lussuria e al contempo proibisce la fertilità…non è innaturale che questa separazione innaturale tra il sesso e la fertilità, che persino i pagani avrebbero considerato una perversione, sia stata accompagnata da un'analoga separazione e perversione riguardo alla natura dell'amore per la terra". 

Noi, che oltre la ragione abbiamo abbandonato la terra, fatichiamo a comprendere il significato profondo della "proprietà", almeno così come la intendeva Chesterton: "La ragione per cui i nostri moderni compatrioti non capiscono cosa intendiamo con il termine "proprietà" è che lo intendono esclusivamente nel senso di "denaro", nel senso di consumare, godere e spendere subito, qualcosa che offre un piacere momentaneo e poi svanisce". Sono frasi taglienti e profonde che ci fanno assaporare la bellezza di un tesoro perduto, una ricchezza morale, spirituale e anche terrena che il cattolicesimo aveva preservato. Chesterton rivelava così la prodigiosa affinità tra l'amore per la donna e l'amore per la terra, riportandola a quell' analogia entis che il Medioevo e San Tommaso d'Aquino avevano conservato quale specchio e distinzione tra l'Essere e le sue creature. Potremmo dire, in un linguaggio più semplice, che non si poteva comprendere il vero amore senza un concetto reale ed equilibrato di "proprietà": "La proprietà ha origine e termina in qualcosa di ben più grande, prezioso e creativo. L'uomo che pianta un frutteto, che lo cura e decide a chi lasciarlo in eredità…impone la sua volontà al mondo, secondo quanto stabilisce la Carta concessagli dal volere di Dio; egli afferma che la sua anima appartiene a Lui, egli venera la fertilità del mondo". 

La visione meschina e avvilente nelle rivendicazioni odierne dei presunti diritti si inscrive in questa perdita della ragione universale che la Chiesa aveva tentato di preservare e alla quale il saggista di Beaconsfield aveva aderito. Chesterton aveva stigmatizzato la deriva che ora stiamo vedendo: "Una visione che riduce la proprietà a mero godimento venale equivale alla visione che riduce l'amore a mero godimento sessuale. In entrambi i casi avviene che un piacere casuale, solitario, servile e persino segreto si sostituisce alla partecipazione a un grande processo creativo, persino all'eterna Creazione del mondo". E concludeva il breve ma intenso capitolo con un'amara constatazione, purtroppo ancora poco sviluppata e conosciuta: "Il mondo ha dimenticato che fare una famiglia è qualcosa di molto più grande di fare del sesso".



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I saluti dei gemelli americani della Scuola Chesterton...


... in primissima fila Dale e Laura Ahlquist.

Una delle sorprese più belle del Chesterton Gala 2016.

Wyndham Lewis e Chesterton...

… ebbero in comune alcune trasmissioni alla BBC (vedi la mia introduzione a Radio Chesterton).
Quando avrò un attimo di tempo, ve ne parlerò…

Domani c'è il Gala della Scuola Libera Chesterton e allora ho molto da fare. Se volete, qui di fianco potete contribuire a sostenere la scuola più bella dell'universo (un po' di gusto dell'iperbole non guasta mai).

Intanto due suoi ritratti fotografici ed il ritratto di Chesterton fatto da lui.

Marco Sermarini


giovedì 11 febbraio 2016

Compton Mackenzie e Chesterton al Dublin Horse Show



Edward Montague Compton Mackenzie (West Hartlepool, 17 Gennaio 1883 – Edimburgo, 30 Novembre 1972) fu uno scrittore scozzese e un sostenitore dell'indipendenza della Scozia.
È l'autore dei romanzi The Passionate Elopement (1911), Carnival (1912), Sinister Street (1913/1914), Extremes Meet (1928), Whisky Galore! (1947), Rockets Galore (1957) e dell'autobiografia My Life and TimesArdente giacobita e terzo Governatore generale della Royal Stuart Society. Oltre alla sua attività di scrittore, si cimentò anche come attore, attivista politico ed annunciatore radiofonico. Cofondatore del Partito Nazionale Scozzese, negli Anni Trenta Mackenzie fece costruire una casa sull'Isola di Barra in Scozia, una delle tante isole europee in cui nel corso della vita si stabilì temporaneamente (visse per circa sette anni anche a Capri). L'amore di Sir Compton Mackenzie per le Highlands scozzesi era così grande che alla sua morte venne sepolto proprio a Barra, luogo dove è ricordato con commozione.
(notizie tratte da Wikipedia)

mercoledì 10 febbraio 2016

Un aforisma al giorno

Una persona con il gusto per il paradosso (se mai possa esistere una creatura così svergognata) potrebbe plausibilmente affermare, a proposito dello sviluppo della nostra società dal tempo del fallimento dello schietto paganesimo di Lutero fino al subentro del puritanesimo di Calvino, che tutto questo sviluppo non è stato un'espansione, ma la "chiusura dentro una prigione, dove le cose belle e umane sono state concesse sempre meno.

Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di sbagliato nel mondo



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lunedì 8 febbraio 2016

Un aforisma al giorno

Sospetto che il progresso non debba essere un continuo parricidio; perciò ho esaminato i cumuli di polvere della storia, e in ciascuno di essi ho trovato un tesoro.

Gilbert Keith Chesterton, L'imputato

sabato 6 febbraio 2016

mercoledì 3 febbraio 2016

Do we agree? La storia di questa famosa foto

Quella che vedete è una foto molto, molto famosa per noi chestertoniani. Ne abbiamo trovate alcune da varie angolazioni, di diversa provenienza (fatte da diversi fotografi, per intenderci.

Come si vede, ritrae da sinistra a destra:

- George Bernard Shaw, socialista fabiano, scrittore, giornalista, drammaturgo;

- Hilaire Belloc, storico, giornalista, distributista;

- Gilbert Keith Chesterton, giornalista, scrittore, distributista.

L'occasione è quella del famoso dibattito pubblico "moderato" (è il caso di dirlo) da Hilaire Belloc tra i due amici/nemici dal titolo «Do we agree?» (Siamo d'accordo?), tenutosi a Londra l'ultimo venerdì dell'Ottobre 1927.

L'incontro fu promosso dalla Distributist League e fu a pagamento, nella Kingsway Hall. Fu registrato e trasmesso dalla BBC. Ci fu una sorta di… overbooking: avevano venduto più biglietti di quanto la sala potesse contenere e nel resoconto scritto dell'incontro si dà atto anche di questo: popolo vociante alla porta che vuole per forza entrare, Belloc che dice di farli entrare comunque…Uno spettacolo!

Qui sotto c'è anche la copertina del libretto che ne uscì. Oggi è pubblicato da Ignatius Press nell'Opera Omnia di Chesterton.

Bello, no?

martedì 2 febbraio 2016

Partitocrazia in formato stepchild

Ciò che stiamo vedendo in questi giorni è la perfetta rappresentazione pratica di ciò che Cecil Chesterton e Hilaire Belloc scrissero nel volume The Party System (pubblicato in Italia da Rubbettino col titolo Partitocrazia).

Da una parte il sistema dei partiti che fanno e dicono le loro cose, con un seguito popolare falsato ed apparente.

Dall'altro il popolo, che in parte crede di contare e scegliere perché legge i giornali, guarda la tv e si informa (ma attinge palesemente a cisterne avvelenate, come dice la Bibbia: basta vedere come sono stati rappresentati, dileggiati e ostracizzati i manifestanti in questi giorni dal sistema dell'informazione, una propaggine del sistema dei partiti o forse una parte del " istema" insieme ai partiti), ed in parte va al Circo Massimo e mostra lo scollamento assoluto dal sistema.

Milioni di persone il 30 Gennaio 2016 sono scese in piazza per dire no secco al disegno di legge Cirinnà e tutto quello che i partiti sanno dire è: stralcio, unioni sì adozioni no, affido rafforzato… "Rispetto per la piazza ma andiamo avanti…" e "una legge che attende da troppo tempo…".

Questa è la vera partitocrazia, cioè l'assenza totale di democrazia.

Questo è il motivo che spinse Chesterton e Belloc ad abbandonare l'agone politico e ad iniziare la costruzione dello stato distributista. 

È ora.

Una mente come un diamante - Scritti su Thomas More



L'amico Giuseppe Gangale coltiva interessi moreani e chestertoniani. Chesterton coltivava interessi moreani. L'equazione che precede ha dato vita al libro che potete vedere, edito dalla Studium.

E' una bella idea, quella di osservare Chesterton attraverso chiavi di lettura differenti e "incrociate": è un buon metodo per scoprire l'unitarietà del suo pensiero, la sua coerenza, la costanza nel ripetere e coniugare i motivi fondanti del suo vivere. Lo ha già usato con successo Maurizio Brunetti che per D'Ettoris ha curato Lo spirito del Natale, collazionando gli scritti più significativi sull'argomento, molto dickensiano e chestertoniano.

Ha fatto qualcosa di simile Giuseppe Gangale che ci sciorina una interessante collezione di ciò che Chesterton diceva e pensava su questo santo, avvocato e uomo politico inglese di cui non sapremo mai abbastanza e che dobbiamo scoprire al di là di luoghi comuni che lo sviliscono e lo riducono a poco. Ha aggiunto note biografiche, bibliografia e commenti ed il volume è una bella cosa.

Quanto fosse importante More per Chesterton lo scopre agevolmente chi fa un viaggetto a Beaconsfield. Scavando in questo piccolo blog troverete qualche mia simpatica cronaca (peraltro non ancora finita! Manca ancora l'ultimo giorno di viaggio!) del viaggio in Inghilterra in compagnia del mio angelo custode americano, padre Spencer Howe, e le avventure chestertoniane con Dale Ahlquist e gli altri eroi della bellissima conference del 2014. Lì c'è traccia di questo affetto di Gilbert per Thomas More. Gilbert lasciò una cospicua somma, e così fece sua moglie, per contribuire all'edificazione della chiesa parrocchiale di Beaconsfield. Fece tanto per quella chiesa da vivo, ma anche da morto, tanto che vi campeggia una bella lapide che la definisce una specie di monumento dell'affetto di tutti i chestertoniani del mondo che contribuirono a migliorare e terminare la chiesa. Chesterton avrebbe voluto che la parrocchia fosse intitolata ai Martiri Inglesi, tra cui spicca San Thomas More (amici, se avrete mai la ventura di conoscerli come è capitato a me - e di questo ringrazio padre Spencer che a loro deve la sua conversione dal luteranesimo al cattolicesimo e la sua vocazione al sacerdozio - vi innamorerete di questi uomini e di queste donne che non avevano nulla da difendere, nulla, fuorché il loro amore a Cristo!). Ma le cose andarono diversamente, la chiesa fu dedicata al Piccolo Fiore, Santa Teresina del Bambin Gesù e solo successivamente, dopo la morte di Chesterton, fu aggiunta la dedicazione a San Thomas More, San John Fisher e ai Martiri Inglesi. Questo perché tra le altre cose Chesterton volle che vi fosse presente una cappella a loro dedicata che riproduce la cella in cui fu rinchiuso More nella Torre di Londra, con i ceppi al muro, un polittico delle personalità di maggior spicco che all'epoca non erano state ancora canonizzate o beatificate, e le statue di Fisher e More a destra e sinistra. La statua di More lo ritrae nell'abito dell'avvocato di quei tempi (e un po' mi sono commosso anche per questo, cari amici). Ora capirete molto di più, di certo.

Il libro riporta anche degli scritti che hanno un nesso italico, e cioè la conferenza che Chesterton tenne al Venerabile Collegio Inglese di Roma (l'ho visto da fuori, c'è ancora la sedia dove Chesterton si sedette…) nel 1929 in occasione della sua permanenza in Italia per la beatificazione di More [fu l'occasione in cui incontrò Papa Pio XI che gli disse in francese (più o meno): ma quanto scrive! Papa Pio XI era decisamente arguto]. Fu quello il viaggio che provocò La Resurrezione di Roma (un bel libro da ripubblicare).

Bene, acquistatelo! Leggetelo perché merita. Chesterton che scrive dell'inglese More è lo stesso che si permetteva di fare l'elenco dei delitti dell'Inghilterra, il peggiore dei quali fu quello di mettersi alla testa della cosiddetta riforma protestante e di usarla come grimaldello per fare entrare il male sulla terra. Poco politicamente corretto, come sempre, ma questo è ciò che lui pensava e noi non dobbiamo mascherarlo.

Marco Sermarini

lunedì 1 febbraio 2016

L’impotenza dell’impenitenza - di Fabio Trevisan (da Riscossa Cristiana)


chesterton"La formula fondamentale di un'epoca è sempre una legge non scritta, come la legge che è prima di tutte le leggi, quella che protegge la vita dall'omicida"

Nel poderoso saggio: "Eugenetica e altri malanni" scritto antecedentemente la Prima Guerra Mondiale, ma pubblicato dopo il conflitto, Chesterton perorava la legge naturale che precedeva qualsiasi legge positiva. Lo faceva non solamente a protezione della vita nascente, ma quale regola per valutare ogni presunta legge (in quanto, con San Tommaso d'Aquino, una legge ingiusta non può neppure essere chiamata legge).

Ancor oggi, con i numerosi fatti deliranti crescenti (pretese equiparazioni al matrimonio delle unioni tra omosessuali e addirittura la cosiddetta aberrante "stepchild adoption") il monito del grande scrittore inglese sembra ancora molto utile per farci capire il "tracollo della ragione", com'egli amava definirlo. Quest'impotenza dell'impenitenza trasformata quale rivendicazione di presunti diritti faceva e fa trasparire come la società moderna sia incapace di ravvedersi e di riconoscere i propri peccati. Quella fondamentale condizione costituita dalla legge naturale, mutuata dalla legge divina, non era più avvertita e le conseguenze della mancata comprensione indispensabile di questa  (soprattutto nell'epoca moderna) stanno sotto gli occhi di tutti: la pazzia e le mode bizzarre ne sono la cartina di tornasole. Comprendere la legge naturale o farsi una "natura arbitraria" modellata ai propri desideri e capricci non era (e non può essere) la medesima cosa: "C'è una grande differenza tra avere e non avere un concetto di questo basilare presupposto di un'epoca". 

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Alla base di questa radicale negazione del diritto naturale e dell'ostentata pretesa di veder riconosciute le proprie illegittime rivendicazioni stava l'incapacità di pentirsi, di riconoscere i propri errori: "Non è solo l'incapacità mentale di comprendere l'errore, è anche il rifiuto spirituale di ammettere di aver commesso un errore". Con una frase da far venire i brividi, Chesterton ammoniva questa follia, questa degenerazione intellettuale e spirituale: "La società è carica di peccati inconfessati; ha l'animo piagato e ammutolito da cose penose". Cosa fare dinanzi ad una situazione simile? Certamente pregare, ma anche sforzarsi di capire ciò che cento anni fa il grande scrittore londinese ci aveva suggerito. I peccati vanno confessati, la verità su Dio e sull'uomo non va taciuta: "Questa strana, debole ostinazione, questa persistenza nella via erronea del progresso, peggiora e si indebolisce sempre più e oggi ha assunto un che di sinistro e di orribile. I nostri errori sono diventati i nostri segreti". 

Dobbiamo soprattutto, come indicava Chesterton, riappropriarci del nostro passato e vincere l'incantesimo materialista e progressista: "Siamo inconsciamente dominati, in tutti i campi, dall'idea che non si può tornare indietro". Fare i conti con i propri peccati significa saperli riconoscere, altrimenti ci si immerge nell'atmosfera mortifera della "impotenza dell'impenitenza". Questa terribile storia che ci ha condotto a calpestare e a non vedere i principi e la legge naturale era condensata da Chesterton in un'altra efficace frase: "E' la storia del mostro ateo e bramoso di distruggere il focolare domestico… è la presenza del peccato suggellato con l'orgoglio e l'impenitenza". Siamo dinanzi ad un'altra tirannide, che diventando sempre più irresponsabile e di facili costumi, assume contorni più terribilmente violenti.

Sentite queste incisive frasi finali di Chesterton: "In tutte le epoche il tiranno è duro perché è molle…e tale è veramente, come possiamo testimoniare tutti noi che da anni cerchiamo di incidere la gonfia e vacua corpulenza del compromesso moderno, a un tempo comodo e crudele. C'è infatti davvero nel nostro mondo odierno il colore e il silenzio del divano coperto di cuscini". "Comodo" e "crudele": due parole abbinate che qualificano le malvagità delle pretese contro natura.