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giovedì 30 luglio 2015

Un aforisma al giorno - Torniamo sulla questione dell'eresia ma allarghiamo il discorso alle virtù e alla verità - 4

Per approfondire il discorso sull'eresia, è opportuno toccare altri due argomenti cari a Chesterton, quello della virtù e quello della verità.

Ascoltate cosa dice Chesterton a proposito della virtù. Si legge un'assonanza profonda con il discorso sull'eresia:

I vizi - rilasciati - dilagano e danneggiano. Ma anche le virtù, lasciate in balia di sé stesse, si diffondono più selvaggiamente e fanno anche più terribili danni. Il mondo moderno è pieno di antiche virtù cristiane impazzite. Le virtù sono impazzite perché sono state isolate l'una dall'altra e stanno vagando sole. Così ad alcuni scienziati sta a cuore la verità, e la loro verità è spietata. Così ad alcuni umanitari interessa solo la pietà, e la loro pietà (mi spiace dirlo) è spesso falsa. Blatchford attacca il cristianesimo perché egli è fissato su una sola delle virtù cristiane. La virtù della carità puramente mistica e quasi irrazionale. Egli ha la strana idea di rendere più facile il perdono dei peccati dicendo che non esistono peccati da perdonare.

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia

Si badi bene: Chesterton parla di «virtù impazzite» e non di «verità impazzite» (spesso le due cose vengono confuse ma è errato: la verità è sempre tutta intera, altrimenti non è verità). Le virtù, dice Chesterton, impazziscono se separate le une dalle altre e vagano da sole, e vagando da sole creano errori e peccati. Ricordate cosa succedeva per l'eresia e la verità: la «propria» verità alla fine è un'eresia perché è una «mezza verità», cioè una verità non intera, cioè una non verità. Nel medesimo tempo separare le virtù significa renderle virtù «impazzite» e quindi false. Chesterton parla del suo ex maestro Robert Blatchford, socialista utopistico, fautore di una carità «mistica» (Chesterton usa questo termine in maniera ambivalente, a volte - come in questo caso - vuole significare «slegato da ogni rapporto con la realtà») che per forza sfocia in qualcosa di errato, cioè (problema molto attuale) facilita il perdono dei peccati abolendo il concetto di peccato. Credo che il paragone sia calzante e rende bene la portata dell'errore che afferma.

Ma Chesterton ci dice ancora qualcos'altro:

La verità intera è in genere alleata della virtù, una mezza verità è sempre alleata di un vizio.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 11/06/1910

In altre parole, la verità «vera», cioè quella intera e comprensiva del tutto, va a braccetto con la virtù, mentre la mezza verità genera solo vizi, cioè fonti ulteriori di peccato.

Ci dice poi che 

la menzogna non è mai tanto falsa come quando si avvicina molto alla verità. È quando la pugnalata sfiora il nervo delle verità che la coscienza cristiana urla di dolore.

Gilbert Keith Chesterton, San Tommaso d'Aquino

Qui capiamo quale fosse l'amore di Chesterton per la verità. Posporre la verità è sempre un errore grave, per Chesterton. La dottrina e la virtù non possono che andare a braccetto, altrimenti la virtù non può fiorire. La virtù fuori della verità è impossibile. In quest'altra citazione tutto ciò è espresso chiaramente:

La prima confessione di fede o comandamento, è che nulla può insieme essere e non essere. Per cui, in parole povere, il vero e il falso esistono.

Gilbert Keith Chesterton, San Tommaso d'Aquino

Contrapporre adesione alla verità e misericordia, per esempio, è una cosa che Chesterton non fa e non farebbe mai. 

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