L'Uomo (anima e corpo), diventato inerme ed inetto, remissivo e ingenuo, è divenuto tale da non poter essere neanche disprezzato. Ometto, non più uomo; peccatore, come ammoniva nel 1911 Chesterton, che nega l'esistenza del peccato.
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In tante altre sue opere (saggi, romanzi, poesie) lo scrittore londinese ha sempre avuto una particolare predilezione per i cavalieri con la spada. Cerchiamo di scoprirne ora i motivi più profondi, partendo da una considerazione oggettiva più volte sottolineata da Chesterton stesso: l'apprezzamento del giuramento di fedeltà (il voto) che univa il cavaliere con il suo signore, il sacerdote con la Chiesa, il religioso/la religiosa con Cristo, la sposa con il suo marito. Quando Re Alfred chiama a raccolta nell'imminente battaglia gli amici a soccorrerlo in difesa contro i barbari, si appella al cuore ed alla fedeltà dei veri Cristiani: "Ora prendi la mia spada, tu che hai fatto divampare il fuoco, perché questo è il modo dei Cristiani, la tempra del guerriero come del prete…Puoi giurare fedeltà ad un'accolita di monaci, o di fronte ad una moglie graziosa, ma questo è il modo dei Cristiani: che il loro giuramento dura fino alla fine".
Nella lungimirante visione di Re Alfred alla fine del poema, il Re cristiano riprenderà con vigore la caduta e la scomparsa degli uomini liberi, i cavalieri con le loro spade: "Tra molti secoli, tristi e lenti, io so che i pagani ritorneranno…Voi li riconoscerete da questi segni: lo spezzarsi della spada, e l'uomo che non è più un cavaliere libero, capace di amare o di odiare il suo signore. Sì, questo sarà il loro segno: il segno del fuoco che si spegne e l'Uomo trasformato in uno sciocco, che non sa chi è il suo signore…da questo segno li riconoscerete, dalla rovina e dal buio che portano; da masse di uomini devoti al Nulla, diventati schiavi senza un padrone".
L'Uomo (anima e corpo), diventato inerme ed inetto, remissivo e ingenuo, è divenuto tale da non poter essere neanche disprezzato. Ometto, non più uomo; peccatore, come ammoniva nel 1911 Chesterton, che nega l'esistenza del peccato. Rimangono alte e risonanti le parole e le immagini lasciate da Chesterton, purtroppo poco lette e scarsamente valorizzate da un mondo che non è più riuscito a concepire l'esigenza di un cavaliere con la sua spada. Dinanzi allo smarrimento che stiamo vivendo forse le parole di Re Alfred avrebbero potuto aiutarci: "Da questa rovina silenziosa, dalla vita considerata una pozza di fango, da un cuore spezzato nel seno del mondo, dal desiderio che si spegne nel mondo; dall'onta scesa su Dio e sull'uomo, dalla morte e dalla vita rese un nulla, riconoscerete gli antichi barbari, saprete che i barbari sono tornati".
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