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venerdì 18 luglio 2014

Stratford Caldecott al Chesterton Day 2012, Grottammare.

Abbiamo pensato di mettere a disposizione di tutti il breve ma interessantissimo discorso di Stratford al Chesterton Day 2012. Lo apprezzammo molto, ma apprezzammo ancora di più i giorni passati insieme tra Grottammare, San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno, il mare, le nostre colline, il buon cibo e la bellissima compagnia (c'era anche sua moglie Leonie e per qualche giorno anche sua figlia Sophie). Tutto questo ci aiutò a diventare amici per sempre e a scoprire che lavoravamo per lo Stesso Re. Capitò anche che Stratford rincontrasse una vecchia conoscenza, Padre Cassian Folsom, con cui condivideva molte idee, e che si incontrasse con le reliquie dei Coniugi Martin qui a Grottammare. So che Stratford tenne questo viaggio davvero in un posto speciale nel suo cuore.

Il tono dell'intervento è quello di un colloquio tra amici, ed è il frutto del confronto avuto in quei giorni sui tanti temi che ci appassionano.

La serata passò benissimo, tra amici, continuò con la cena e ci fu anche la partita dei Campionati Europei di calcio. Proprio tra amici. Fu l'inizio di una collaborazione che dura ancora: siamo amici per sempre, crediamo nella Comunione dei Santi, l'opera di Strat (così lo chiamano gli amici) continua attraverso Second Spring e attraverso i suoi amici. Ci ha lasciato una grande eredità che dobbiamo valorizzare e di cui parleremo. In questo blog trovate alcune tracce di questa collaborazione. Personalmente fui molto colpito quando gli chiesi il permesso di tradurre e pubblicare un suo articolo ("Un'educazione distributista") uscito sulla Distributist Review. Lui mi rispose: "certo che puoi, Marco, ormai siamo una squadra...".

Lo mettiamo qui perché possa goderne anche chi non c'era. Ancora un grazie al nostro Angelo Bottone che ci aiutò con la traduzione cordiale.

Marco Sermarini

Stratford Caldecott al Chesterton Day 2012
tradotto da Angelo Bottone


Stratford Caldecott: Grazie per avermi invitato, è bellissimo stare qui, in questbellissimo paese e saluti da Oxford, da dove provengo C’è qualcuno che ha la maglietta di Oxford proprio qui davanti. Il Distributismo non è una parola che molti conoscono, perché Chesterton e gli altri scrittori associati a lui sono stati dimenticati soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Ed è solamente ora che si sta riscoprendo Chesterton come pensatore e come scrittore, penso che la riscoperta sia cominciata negli USA, perché molti americani, specialmente i cristiani sono interessati a C. S. Lewis ed allora scoprono che Chesterton ebbe grande influenza su Lewis e quindi hanno iniziato a leggere anche Chesterton. Lui era un uomo straordinario in molti sensi e ha scritto in tanti ambiti. E’ diventato famoso alla fine del 1800 scrivendo critica letteraria, specialmente sul periodo vittoriano. Lui ha scritto poesie, ha scritto romanzi, ha scritto saggi e libri di apologetica per difendere le proprie convinzioni - lui era anche un famoso oratore - e alla radio. Lui viaggiò molto: in Italia, in Spagna... Sin dall’inizio della sua carriera ha scritto libri di economia e di politica e negli anni Venti del Novecento il suo principale interesse è stato proprio il Distributismo. Era diventato scontento, non più illuso dalla politica, parte perché i politici erano corrotti,  qualcosa   in   cui   tutti   possiamo   riflettere e realizzò che i problemi sia in Inghilterra che in Europa erano più profondi da poter essere risolti solamente attraverso un movimento politico. Per cui aveva capito che c’era bisogno di un movimento cristiano e spirituale di base, e questo movimento avrebbe portato frutti: non poteva essere identificato con un’ideologia politica. Nel pomeriggio ho cercato di descrivere cos’è il Distributismo e  la  miglior definizione  è  che:  il  Distributismo  è  la visione per cui la proprietà privata dovrebbe essere distribuita ampiamente nella società piuttosto che essere concentrata in alcune mani. E questo ha lo scopo di rendere possibile che sempre più persone siano capaci di essere responsabili per le loro famiglie attraverso un lavoro produttivo e degno. In altre parole questo doveva esser fatt non  prendendo  il  denar dai  ricchi  per darlo ai poveri, ma rendendo la vita più semplice per i piccole “typical business, attraverso legislazioni. La base del movimento era l’importanza delle famiglie contro quest’idea del capitalismo che concentra la ricchezza in poche mani. Quindi per provocare questo cambiamento nei legislatori, prima di tutto le persone devono essere e  diventar consapevoli  delle  proprie attraverso  una sola  tr gli  altri. Un  altr aspett important è  quello che chiamiamo sussidiarietà, ma l’aspetto importante non è il governo centrale che detta dall’alto, piuttosto che  dal  governo  centrale  le  cose  devono  essere  fatte dalle famiglie e dalla realtà locale. Questo è quello che intendo per Distributismo e adesso vorrei sentire gli altri a riguardo, perché è qualcosa che dobbiamo sviluppare oggigiorno anche alla luce della crisi economica attuale.

Marco Sermarini: Scusami, Stratford, ti vorrei fare una domanda, vorrei sapere se tu pensi che oggi sia veramente possibile vivere in questo modoperché la prima obiezione è che è impossibile vivere così. Questa è la struttura della nostra società, fatta in un modo e impossibile da cambiare. Che cosa ne pensi? Che possiamo fare?

Stratford Caldecott: Questa è un’obiezione comune, specialmente al tempo di Chesterton, perché lui era un scrittore e quindi gli chiedevano com’era possibile fare una cosa del genere. Sin dall’inizio c’erano delle comunità, per esempio a Laxton in Inghilterra, delle comunità ispirate dal Distributismo. E’ sempre possibile formare delle comunità che vivono in modo collaborativo nella società. Sono d’accordo sul fatto che la società oggi sia fortemente sviluppata e fortemente complessa, per cui il meccanismo stesso è difficile da cambiare. Dirò due cose pratiche, oggi: se guardiamo non solo all’Europa, ma anche all’America Latina o all’Africa o all’Asia, noi troviamo delle società fortemente basate ancora sull’agricoltura e sulla famiglia. Per esempio, ho un amico in Sierra Leone, in Africa, che è venuto ad Oxford e ha studiato Chesterton e ha capito che queste idee potevano essere utilizzate nel suo paese, uno dei più poveri del mondo. Lui disse che il problema del suo paese è che hanno molte risorse naturali, ma sono stati danneggiati da una lunga guerra civile e sono stati influenzati da un’ideologia che dice che lavorare la terra vuol dire appartenere ad uno stato sociale basso. L’unico modo è spostarsi in città e diventare per esempio insegnante. Per cui ci sono città sovrappopolate dove   tutti   vogliono   diventare   insegnanti   e   le   terre sono abbandonate. Così ha fondato questa Società di Chesterton” per insegnare alle persone l’importanza dell’agricoltura e dell’allevamento. Questo è un modo per soddisfare la propria umanità, per portare beneficio alla società. Così si associano, comprano la terra e la usano e si accordano con i capi locali, poi comprano l’attrezzatura e formano le persone per utilizzare queste attrezzature. Quindi è come se fosse una scuola di comunità, e hanno un club di calcio per coinvolgere i giovani e per dare un senso di collaborazione. Questa è la prima cosa.
La seconda cosa che voglio dire è che il nostro sistema economic non  sta  funzionando  più  bene  penso che la crisi non sia ancora finita. Molte persone adesso tornano al Distributismo per sviluppare nuove forme di pensiero economiche, quindi ci sono nuovi libri, ci sono pensatori come Phillip Blond, Maurice Glasman che portano nuove idee politiche nel dibattito in Inghilterra. Questo è un movimento ancora marginale, perché gran part delle  persone  in  politica  non  sono  interessate alle  idee ma  vogliono  esser soltant eletti.  Chiedo scusa ai politici presenti..! Forse verrà un tempo in cui le persone interessate alla dottrina sociale della Chiesa, alla solidarietà, alla famiglia, salveranno la civiltà occidentale. In ogni caso, che sia popolare o no, questa è la via giusta per vivere. Parlo come uno che non vive con questo stile di vita, perché sono un accademico ad Oxford, quindi in un certo senso potrei essere ipocrita nel dire che questo è  come  dobbiamo  vivere. La  cosa  miglior che  posso fare è attraverso il mio blog, attraverso i miei scritti, facendo vedere e dimostrando attraverso esperienze e incoraggiando persone che sono più pratiche di quanto io sia.

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