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giovedì 8 maggio 2014

Due lettere di Gilbert a Frances

Le due lettere che seguono (in estratto) sono state scritte da Gilbert a Frances, la sua futura moglie. La prima riguarda il loro fidanzamento ed è scritta da Gilbert in terza persona parlando appunto di sé, la seconda riguarda il fatto che Gilbert le aveva chiesto di sposarlo. Sono belle, folli e commoventi. Questi due signori si sono sempre voluti tanto bene in maniera pulita, affettuosa, rispettosa e profonda. Sono un buon esempio per noi tutti.


Roseberry Villas

Mia cara,

Gilbert Keith Chesterton è nato a Campden Hill nel quartiere di Kensington, da genitori agiati, ma onesti ed è stato battezzato nella chiesa di S. Giorgio (…) dei primi anni di vita di questo uomo fuori dal comune rimangono poche tracce(…). La sola cosa interessante degli anni della scuola è che aveva l'involontaria abitudine di ricevere premi francesi. Gli unici che non ha mai cercato di ottenere e gli unici che ha ricevuto. Ma nonostante la cosa fosse alquanto misteriosa ai suoi occhi e anche se si mise d'impegno per evitarlo, la cosa andò avanti, facendo evidentemente parte di occulte leggi naturali. Un giorno incontrò un curioso giovane, svelto, ben pettinato. Appena si videro, i due si scontrarono simultaneamente e iniziarono a combattere. Poi (…) iniziarono a parlare di letteratura e non smisero più. Questo ragazzo è Bentley. C'è un altro fatto da ricordare, ugualmente importante. Bentley aveva l'abitudine di fare le cose bene. Aveva conosciuto un ragazzo che lo aveva iniziato alle "arti nere". Quella notte, come dice Shakespeare, "ci fu una stella". Un piacevole sabato pomeriggio Lucian disse: "Sto per portarti a conoscere i Bloggs". "I chi?", disse il ragazzo minacciosamente. Presupponendo si trattasse di una locanda, seguì controvoglia l'amico. Nessun segno in cielo e in terra lo avvisò. Gli uccelli continuarono a cantare sugli alberi. Lui entrò. Non c'era nessuno. C'era una giovane ragazza incantevole con un vestito verde che "non approvava soluzioni catastrofiche ai problemi sociali del suo tempo".

La seconda volta che si recò là, era seduto comodamente sul divano del salotto, quando, durante una conversazione, lei lo guardò dritto negli occhi e lui si disse in modo chiaro, come se lo stesse leggendo su di un libro: "Se dovessi avere qualcosa a che fare con questa ragazza, dovrei andare da lei in ginocchio, se parlassi con lei, non mi deluderebbe mai, se dipendessi da lei, non mi respingerebbe mai, se l'amassi, non giocherebbe mai con me, se mi fidassi di lei, non verrebbe mai meno alla sua promessa, se io mi scordassi di lei, lei non si dimenticherebbe mai di me. Potrei non vederla mai più". Tutto in un attimo, ma fu tutto detto. Ora sa quanto inoperoso, pigro e dispendioso è spesso stato, e quanto miseramente inadeguato è per ciò a cui è chiamato. Ci sono quattro ragioni per cui ringrazia sempre, prima ancora di sentirsi grato per la sua stessa vita: prima di tutto il suo Creatore, per averlo creato dalla stessa terra e averlo messo nello stesso mondo in cui si trova una donna come te. La seconda ragione è che, malgrado tutti i suoi difetti, non si è perduto dietro a strane donne. La terza, che ha provato ad amare ogni cosa viva: un'oscura preparazione per amare te. E la quarta… non ci sono parole per esprimerla. Qui termina la mia vita precedente. Prendila. Mi ha portato fino a te.

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Warwick Gardens

Mia cara,

ho scoperto che la mia vita fino ad oggi è trascorsa, in realtà, nella tenebra più totale. Paragonandola a ciò che vivo ora posso dire che astio, disprezzo, sofferenza, disperazione e pazzia, sono stati i compagni dei miei giorni e delle mie notti. Questa è stata la mia condizione precedente. Vista secondo i miei precedenti criteri, è stata piena di gioia. Ma non sapevo cosa significasse essere felice prima di questa notte. La felicità non è affatto una forma di soddisfazione o compiacimento: non è serenità o contentezza, come ho creduto fino ad oggi. La felicità non porta la pace, ma una spada: ti scuote come un lancio di dadi sul quale hai puntato tutto, toglie la parola e annebbia la vista. La felicità è più forte di se stessi e poggia il suo piede con fermezza sulla tua testa. Mentre andavo a casa stasera sull'omnibus, mi è successa una cosa strana. In piena contraddizione con le mie normali abitudini, e per la prima volta da quando avevo sette anni, mi sono sorpreso fino alle lacrime. Un'altra cosa che ho scoperto è che se è possibile innamorarsi di qualcuno per la seconda volta, mi è accaduto oggi a St. James Park. Non esagero se dico che ti ho sempre guardata sottovalutandoti, senza considerarti nella tua verità. Ma oggi c'era qualcosa in più del solito: sei improvvisamente salita al cielo. Mi sento come se non ti avessi mai pensata tanto bella e coraggiosa, come faccio ora. Prima brancolavo solo, e a fatica, per la mia anima. Non riesco a scrivere in modo logico o a spiegarti la posizione in cui sono ora. Mi sento sopraffatto da un senso enorme di inadeguatezza che è piacevole, mi fa ballare e cantare, anche se con ben poca grazia e tecnica. (…)

Sto lavorando tantissimo, sento che sto migliorando. Mi è stato chiesto in modo serio da uno scrittore di ampio respiro di selezionare alcune poesie e di farlo in breve tempo, prima che lo faccia un altro editore di sua conoscenza. Cosa valgono queste cose, se non in quanto 'strada per le stelle', quelle due meravigliose a cui il mio telescopio morale è sempre orientato, i tuoi bellissimi occhi blu? Per quanto concerne quel giovane gentiluomo che afferma di avere intenzione di sposarti, posso solo dire che afferma il suo gusto, ma a fatica la sua preveggenza. (…)

Non vedo l'ora di vederti, non per un'emozione antiquata, come ti ho detto l'altra sera quando ero in uno stato diverso, ma per un mondo non calpestato di risate, pericoli e cambiamenti, una grande strada bianca attraverso una collina. (…)

Non penso mai a nulla, dall'alba della Creazione fino al tramonto dell'Apocalisse, se non come un antefatto a te. Non puoi nemmeno immaginare ciò che mostra il tuo volto: porta con sé una relazione con tutto ciò che c'è di vivente, che tutte le cose animate portano alle inanimate.

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