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Paolo Gulisano sugli scout inglesi molto politicamente corretti.


GLI SCOUT CANCELLANO DIO DAL GIURAMENTO 
IN NOME DEL "POLITICALLY CORRECT" 

"To serve my Queen and love my God": servire la regina e amare Dio: generazioni di scout britannici, fin dai tempi del fondatore Sir Baden-Powell, hanno pronunciato queste parole nel loro giuramento di appartenenza a questa straordinaria esperienza giovanile (e non solo). Il grande educatore inglese dello scorso secolo era stato una sorta di don Bosco laico e anglicano: il suo intento- attraverso lo scoutismo- infatti era quello di contribuire a formare buoni cittadini e buoni cristiani. 
Ora questo giuramento, nel clima culturale di cristiano fobia che si respira in Occidente e in particolare in Gran Bretagna, non è più accettabile, così almeno la pensa la dirigente femminile del movimento scoutistico inglese, Gill Slocombe, che ha deciso di rimuovere il riferimento a Dio del giuramento. Resta il servire la regina, ci mancherebbe, ma quell'"amare Dio", peraltro molto concreto e ben poco fideistico, o confessionale, non va bene. La logica è quella ormai ben nota presente in tutte le operazioni di cristianofobia: non bisogna discriminare chi appartiene ad altre religioni, o chi non possiede alcuna religione.   
Rispetto ad altre occasioni analoghe, tuttavia, c'è da segnare con piacere una risposta decisamente vivace arrivata sia dalla base dello scoutismo inglese, con una riunione autoconvocata di guide tenutasi ad Harrogate che ha ribadito la volontà di continuare a pronunciare, inalterato, il giuramento storico, e anche dai vertici della Chiesa Anglicana, solitamente piuttosto timida ed incline a rispettare il "politicamente corretto". Alcuni vescovi anglicani si sono fatti sentire, ricordando la necessità che lo scoutismo mantenga il riferimento alle tradizioni cristiane del Paese, un riferimento che peraltro, così come è espresso, ricorda non una componente fideistica del passato e del presente britannico, ma l'essenza stessa della identità del Paese. Si potrebbe commentare che l'identità nasce infatti dal riconoscimento di radici, esperienze, sensibilità ed interessi comuni. Ebbene nulla meglio del cristianesimo può esprimere tutto questo per gli inglesi, e non solo per loro. Ciò senza affatto discriminare mussulmani, induisti, sikh e così via.
Quello che i cristianofobi vogliono ottenere è l'annullamento di questa identità. Per sostituirla con cosa? La Slocombe vuole introdurre queste parole nel giuramento, al posto di "amare Dio": "prometto di non tradire me stesso e di sviluppare le mie credenze". Estremamente significativo: non più un rapporto di relazione, un amore a un Altro, ma una fedeltà a se stessi, uno sviluppo di sè.
Uno dei più grandi intellettuali cattolici inglesi del '900, Hilaire Belloc, già novant'anni fa scriveva nel suo Saggio sull'indole dell'Inghilterra contemporanea: "Quando gli uomini abbandonano l'adorazione di Dio e dei santi cominciano ad adorare sé stessi" (Hilaire Belloc)E precisava:" L'Io si presta ottimamente a questo culto perché il proprio Io è un modello di perfezione, e soprattutto non è possibile metterne in dubbio l'esistenza. Il culto di noi stessi ha il grande vantaggio di essere culto di qualche cosa che certamente esiste, la cui presenza è certa, a portata di mano e, per noi, oggetto di sconfinata ammirazione. Ma adorare, per la natura stessa dell'atto, significa pagare un tributo, che deve necessariamente rivolgersi a un oggetto esterno. Il culto di noi stessi non può dunque attuarsi che in una forma riflessa. La forma più corrente di questo culto è quella che ha per suo oggetto l'umanità. Dal culto dell'umanità ci vengono religioni come quella del Socialismo, della Fratellanza Universale, del Credo della Bontà Universale e simili".
Il distogliere lo sguardo da Dio conduce dunque inevitabilmente agli idoli, dal proprio ego fino alle ideologie.
La fedeltà e l'amore non possono che essere rivolti agli altri, è l'esigenza inscritta nella natura stessa della persona, tradendo la quale l'uomo non è più uomo.
Sembra un paradosso, ma in realtà difendere il diritto di amare Dio, come dice il giuramento originale, significa difendere la possibilità di amare veramente il prossimo.
Afferma la trascendenza della persona.
Se si nega e si spezza questo legame, quest'alleanza originaria, la vita diventa un puro sperimentare, un mero vagare senza meta.

(Il Sussidiario.net 26/8/13)

Intervista al nostro Paolo Gulisano sulla santità di Chesterton - da L'Ancora

Perché Chesterton potrebbe diventare presto beato? 

Intervista a Paolo Gulisano, massimo esperto di cultura e letteratura anglosassone, autore della biografia su G.K.C., "Chesterton e Belloc apologia e profezia" (ed. Ancora)

Di Nicola Rosetti

RIMINI, 20 Agosto 2013 (Zenit.org, Àncora Online) - Lo scrittore inglese Gilbert Keith Chesterton sta godendo negli ultimi anni di una grande fama in Italia, dopo anni di ingiusto oblio: sono state ristampate molte sue opere, il Meeting di Rimini gli sta dedicando in questi giorni una mostra, ma soprattutto, il principe del paradosso potrebbe presto salire agli onori dell'altare. È infatti di pochi giorni fa la notizia che il vescovo britannico Peter John Haworth Doyle ha nominato un chierico per iniziare la fase diocesana per la causa di beatificazione. Per approfondire l'argomento, abbiamo intervistato il dott. Paolo Gulisano, uno dei massimi esperti di cultura e letteratura anglosassone, autore di una biografia di Chesterton (Chesterton e Belloc – apologia e profezia, ed. Ancora) e di un romanzo di fantastoria in cui riprende le avventure di Padre Brown (Il destino di Padre Brown, edit. Sugarco).

***

Dottore, una notizia che ha fatto gioire tutti gli appassionati di Chesterton. Quando nella chiesa si è iniziato a parlare della possibilità di elevare lo scrittore inglese alla gloria degli altari?

Gulisano: Gilbert Keith Chesterton  durante la sua vita aveva dato modo di testimoniare  con grande chiarezza le sue straordinarie virtù cristiane, che suscitavano l'ammirazione anche di chi era lontano dalla fede. Il primo a parlare di queste virtù come un segno di santità di vita fu l'amico padre Vincent McNabb, domenicano irlandese trapiantato in Inghilterra che di Chesterton fu maestro e amico. Nel 1986, in occasione del cinquantenario della morte, l'allora Arcivescovo di Toronto, il cardinale Gerald Emmet Carter, grande ammiratore dello scrittore inglese, disse che Gilbert aveva vissuto una vera santità laicale, che aveva esercitato un autentico ruolo profetico nella Chiesa e nel mondo. Il cardinale non fece mistero del fatto che – fosse stato per lui- si sarebbe dovuta aprire la causa di beatificazione. Le sue parole vennero riprese in Inghilterra dallo storico Scarisbrick, che chiese pubblicamente di prendere in considerazione questa ipotesi, e di iniziare un lavoro preparatorio in tal senso, come la raccolta di documentazione relativa alle sue virtù. Un lavoro che ha ricevuto l'entusiastico sostegno di migliaia di lettori e cultori di Gilbert, in particolare  negli Stati Uniti dove la sua popolarità è sempre stata altissima. Non è un caso che la notizia della disponibilità del Vescovo di Northampton (la diocesi inglese dove Chesterton visse gran parte della sua vita e dove è sepolto, nel villaggio di Beaconsfield) è stata data in America  da parte del Presidente della Chesterton Society Dale Ahlquist. Ma gli Stati Uniti non sono il solo paese dove la causa di Chesterton è appassionatamente sostenuta: all'Inghilterra e all'Irlanda si devono aggiungere anche l'Italia e l'Argentina, dove un ruolo di supporter di Gilbert è stato svolto per anni dall'Arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio, un prelato dalle caratteristiche decisamente chestertoniane!

Chesterton è indubbiamente un grande scrittore, cosa secondo lei potrebbe far scattare la molla per farlo entrare nella folta compagine dei Santi? Quali sono le sue peculiari virtù?

Gulisano: Chesterton si era assunto un compito, nella sua vita, di scrittore, di giornalista, di uomo: amare e testimoniare la Verità. Si era assunto il compito di interpretare le cose divine, per tradurle con immagini piane e linguaggio comune. Dimostrò che con la letteratura e la saggistica si può essere apostoli e profeti, riportando gli uomini al gusto delle cose belle e della verità. Inoltre indicò sempre – a chi lo leggeva e a chi lo incontrava- la prospettiva affascinante della santità. Una santità intensamente cercata, voluta, desiderata. La sua arte fu quella di appassionare a cose belle, di stupire con la fantasia, di divertire con l'umorismo, di formare con la storia, di destare le coscienze con il giornalismo e la politica, ma la sua missione suprema fu quella di adoperarsi per guadagnare anime a Dio, dal momento che non c'è cosa più santa al mondo che cooperare al bene delle anime, per la cui salvezza Gesù Cristo venne nel mondo.

Chesterton Beato. Come le suona questa cosa? La sua figura sarebbe atipica in mezzo a quella di tanti altri beati?

Gulisano: Direi di no: si collocherebbe in una specifica categoria di santi che è quella dei Confessori della Fede, una categoria antica quanto la Chiesa e preziosissima, quanto i Martiri, i Taumaturghi, i Mistici e così via. Chesterton è un modello, un testimone della Fede importantissimo in un'epoca come la nostra dove occorre porre mano ad un'opera di rievangelizzazione di paesi e culture scristianizzate. Chesterton vide profeticamente le prime avvisaglie di questo processo, e si era preoccupato in primo luogo di riportare gli uomini al buon senso, e lo aveva fatto con un uso magistrale del paradosso, poiché la sua utilità sta nel risvegliare la mente. Aveva fatto uso dell'umorismo, perché la risata e l'allegria sono vantaggi che non possono e non devono essere concessi ai nemici della Fede, i quali, più che al buon umore, puntano al sarcasmo, a deridere piuttosto che a sorridere.  "Alla gente piace ridere spesso – aveva scritto – ma non credo che piaccia un sorriso continuo. L'allegria priva di umorismo è molto fastidiosa".

Chesterton nella sua brillante carriera non ha disdegnato il genere polemico. Secondo lei, questa caratteristica della sua produzione potrebbe essere di intralcio per il riconoscimento della sua santità?

Gulisano: Assolutamente no. Chesterton non offese mai nessuno nel corso della sua carriera pubblicistica. Per lui – come per il suo grande amico e sodale di tante battaglie culturali Hilaire Belloc, il cristianesimo si fa cultura e non diventa subalterno al mondo, ma lo cambia e lo migliora. Il tutto, e questo è l'aspetto più affascinante dei due, senza asprezze, senza conflittualità. E' l'apologetica dell'amore, che non cerca lo scontro ma l'incontro, è la difesa della Verità nella Carità. Chesterton mostrò come si testimonia la fede in una società ad essa largamente indifferente, non solo non più cattolica, ma nemmeno più cristiana. Fu un'apologetica che si avvaleva del sorriso dell'innocenza e dei paradossi che smascherano le menzogne, grandi e piccole.

Qual è secondo lei il più significativo contributo che l'intellettuale Chesterton ha portato portato nel pensiero occidentale?

Gulisano L'approfondimento teorico, ma soprattutto pratico, dell'etica delle virtù. Da questo punto di vista Chesterton ha rinnovato l'aristotelismo, applicandolo ai problemi della modernità. E' riuscito inoltre ad offrire un pensiero cristiano dove il ragionamento tomista si coniuga a meraviglia con la fantasia e la creatività francescana. Così egli ci invita a salvaguardare il buon uso della ragione, e allo stesso tempo a godere della bontà e della bellezza del Creato e a gioire di esso come fanno i  bambini.

Lei come si è avvicinato a questo autore?

Gulisano: Grazie ad uno dei suoi personaggi più celebri: Padre Brown. Cominciai da ragazzo a leggere le avventure di questo prete detective, che mi affascinava per il suo acume e la sua bontà, e pensai che Padre Brown era il prete ideale da incontrare, da avere per confessore e per amico. Non un semplice Sherlock Holmes con la tonaca, ma un vero e proprio investigatore del Mistero che ti prende per mano e ti accompagna alla scoperta della Verità. In seguito poi ebbi modo di leggere tutto Chesterton, e di trovare in lui un maestro e un amico, sia nella saggistica che nella narrativa.

Qual è l'opera di Chesterton che maggiormente la affascina?

Gulisano: C'è un'opera in cui Chesterton testimonia in modo straordinario la possibilità di affrontare il mondo, qui e ora, senza alcuna paura, un'opera in cui traspare la sua fede ragionevole e il suo umorismo buono, un'opera la cui lettura costituisce una vera e propria medicina per l'anima, ed è La sfera e la croce. Qui Chesterton ha davvero sintetizzato il suo pensiero e le sue virtù.

Chesterton è autore di centinaia di aforismi. Se ne dovesse scegliere uno su tutti, quale preferirebbe?

Gulisano: Non ho dubbi: "Sapete perché gli Angeli volano? Perché si prendono alla leggera!"


Dopo il Meeting di Rimini, tra missioni compiute ed incompiute e santità di Chesterton

Cari Amici,

dico alcune cose per far sentire la nostra voce di Chestertoniani d'Italia (non pretendiamo di rappresentare tutti ma sicuramente non siamo pari a zero: ribadisco con allegria che la rinascita chestertoniana che vediamo oggi non sarebbe stata neppure pensabile senza di noi, che crediamo in quello che dice Chesterton dal punto di vista non meramente culturale o intellettuale ma della realtà concreta dei fatti) dopo le tante cose che sono avvenute in queste ultime settimane.

1) A pochi giorni dall'inizio del Meeting di Rimini, che ha visto il bellissimo spettacolo dedicato a Manalive e la bellissima mostra basata sull'idea conduttrice della Casa di Chesterton, abbiamo avuto (noi per primi in Italia, grazie ad un affettuosissimo messaggio di Laura Ahlquist per conto di suo marito Dale, presidente della Società Chestertoniana Americana) la bella notizia del primo passo che potrebbe condurre all'apertura della causa di beatificazione del Nostro Caro Gilbert.
Le cose stanno così: Martin Thompson (presidente della società "Chesterton on the Chilterns" che raccoglie i migliori chestertoniani dei dintorni di Beaconsfield) ha avuto un recente colloquio con il Vescovo di Northampton, che è la diocesi dove si trova Beaconsfield, paese in cui GKC è vissuto dal 1909 sino alla sua morte nel 1936 ed è per questo competente per il diritto canonico al fine di aprire o meno una causa che indaghi sull'eroicità delle virtù cristiane di Gilbert. Nel corso di questo colloquio, mons. Peter John Haworth Doyle ha autorizzato Martin Thompson a dire che il Vescovo è intenzionato a cercare ed incaricare un chierico al fine di valutare preventivamente una simile causa. 
E' un'ottima notizia, cari amici: qualcuno ci ha chiesto come la vediamo.
Dico solo una cosa: quando William Oddie, presidente della Società Chestertoniana Inglese, iniziò a far circolare la preghiera in inglese (anno 2009, cercate ogni riferimento sul nostro blog con il "tag" "La santità di Gilbert" e sarete documentatissimi su tutto) la prima traduzione è stata quella italiana ed è stata la nostra, poi quella spagnola.
Con questo credo di aver detto tutto.
Se Nostro Signore vorrà che la Chiesa dichiari Gilbert come un esempio da seguire noi faremo una grandissima festa, perché per noi è già un esempio e non solo un grande ed originale scrittore. Ci sono già delle persone in Italia che ci testimoniano di aver avuto un beneficio spirituale pregando secondo quella preghiera, e le segnaleremo a chi di dovere.
Non credo che sarà un problema per chi, protestante o altro ancora, leggeva il Chesterton cattolico, se questi verrà dichiarato venerabile o beato o santo. Era cattolico prima e lo resterà anche dopo, grazie a Dio, e non credo proprio che debba essere un problema. Scusate, il problema non lo vedo proprio, non riesco a vederlo... Per cui avanti tutta. Pensate che mons. Fulton Sheen, un uomo che ha dichiarato sempre di essersi ispirato nella sua attività di predicazione e catechesi al nostro Gilbert, è in procinto di essere beatificato. Ci sono migliaia di persone che possono testimoniare di essere arrivate alla fede cattolica grazie a lui, non so quantificarle ma sono legioni. Ogni giorno riceviamo una testimonianza di qualcuno che ci dice che leggendo o sentendo parlare di Chesterton la sua vita non è più la stessa.
Che dire di più?

2) La mostra è stata una bellissima occasione per far conoscere Chesterton. L'ho apprezzata, pur avendovi collaborato solo in minima parte. Tutto è perfettibile nella vita, ma credo che l'entrare in casa Chesterton sia stata un'esperienza indimenticabile per molti di noi. Ho visto poi tantissimi giovani entusiasti chiedermi di Chesterton, cosa leggere, cosa facciamo, "per favore rimaniamo in contatto!" e via così.
Tutto questo non ha prezzo.
Se anche un solo semino entrerà nel cuore di tutti quelli che hanno visto la mostra (ho fatto un calcolo ad occhio, saranno sui ventimila e passa...) o anche solo in parte di loro, beh, le premesse sono buone. Non ha prezzo.
Entrare in casa Chesterton è stata un'idea molto brillante per dire che le cose che leggiamo debbono entrare fisicamente nella nostra vita, e non solo provocarci delle sensazioni estetizzanti che rimangano sepolte nel dimenticatoio delle "belle esperienze" (quid est?).
Chesterton non era un intellettuale anche se aveva la sottigliezza e l'intelletto degni di San Tommaso d'Aquino. Come San Tommaso era uno che amava la Verità e amava che la Verità diventasse Vita nella nostra vita.
Come dicevo a qualcuno dei curatori della mostra, adesso bisognerebbe costruire un ultimo passaggio di questa mostra, solo accennato finora: quello del distributismo, che fu per Chesterton non un'idea sociale abortita perché la storia ha voluto così (come qualcuno sbagliando alla grande sostiene per non farsi compromettere troppo la vita) ma la ragione del suo impegno militante di cattolico romano negli ultimi dodici anni della sua vita.
Noi come Società stiamo appoggiando tutte le esperienze che somiglino un po' a questa idea di vita (la Scuola Chesterton italiana, quella americana, il Sierra Leone Chesterton Center, i Monaci di Norcia, il LabCom di Roma, l'Associazione di Promozione Sociale Santa Caterina da Siena e tante altre cose simili...) perché crediamo a quello che diceva Chesterton, che è quello che dice la Chiesa Cattolica. Questa è la prossima missione da svolgere, insieme a tante altre.

3) Lo spettacolo è un bellissimo adattamento teatrale che ognuno dovrebbe vedere, una bella trovata di alcuni cari amici che hanno voluto un po' di aiuto per capire che cosa voleva fare Chesterton quando ha scritto quel libro. Ripeto, meriterebbe di essere vista da più gente possibile (scuole, soprattutto, ma non solo).
Sempre perché è un Chesterton in piedi e in movimento su un meraviglioso paio di gambe.


4) Abbiamo dato vita con la cooperativa sociale Hobbit di San Benedetto del Tronto al negozio online Pump Street (www.pumpstreet.it). 
Pump Street è la via di Notting Hill per cui Adam Wayne, il protagonista del romanzo di G. K. Chesterton "Il Napoleone di Notting Hill", scatena la sua lotta senza quartiere. 
Ecco come la descrive Chesterton: "Se Notting Hill era il cuore dell'universo, e Pump Street era il cuore di Notting Hill, questo era il cuore di Pump Street". Il cuore di Pump Street erano cinque bottegucce che il Big Business di una speculazione senza senso voleva togliere di mezzo, ma quella era la via dove Adam Wayne era nato, era cresciuto e si era innamorato... 
Pump Street è un'iniziativa distributista perché nata dalla collaborazione di alcuni giovani cooperatori della Hobbit con la Società Chestertoniana Italiana, basata sul lavoro e dalle idee di chi la fa e che vuole far conoscere al mondo le idee sociali e politiche di Chesterton.
Chi acquista da Pump Street sostiene il distributismo, Chesterton e i suoi amici e soprattutto il mondo bello che vogliamo edificare insieme.
L'idea è di aiutare tutti quelli che credono nel distributismo e di farlo conoscere nel mondo.

5) Siamo disponibili ad andare in giro a presentare la mostra, a parlare di Chesterton e tante altre cose perché, come dice il nostro amico Aidan Mackey, siamo "merciless propagandists".


Tutto questo per dire che ciò che è accaduto è meglio che ci sia piuttosto che non ci sia e quindi evviva, anzi, manalive!

Marco Sermarini

venerdì 23 agosto 2013

Enrico Tamburrini dice: missione compiuta. Ma...

Il caro Enrico Tamburrini sull'articolo che segnaliamo dal Quotidiano Meeting ci riconosce come fautori assieme ad altri del risveglio chestertoniano in Italia.

Grazie, Enrico, ma la missione non è ancora compiuta: lo sarà quando tutti avranno scoperto e amato il distributismo di Chesterton, cioè le idee sociali della tradizione della Chiesa Cattolica.

Siamo solo all'inizio.

È comunque bello e rallegra vedere migliaia di persone in fila per Chesterton e centinaia stipati in una sala per sentirsi dire che siamo tutti vivi e che la vita è la più bella delle avventure e che la prima lotta è mantenersi svegli e che la seconda è per l'ortodossia contro l'eresia.

Ora battiamo il ferro, amici, e andiamo.

Performance dell'Uomo Vivo...




"...ho giurato che, tra gli altri doveri, pur con il cuore pesante, avrei assolto quello di essere spudoratamente sciocco, stravagante, perfino spudoratamente triviale e, per quanto possibile, divertente".

Gilbert Keith Chesterton a sua moglie Frances Blogg, 1899

Un servizio (in inglese) sulla birra Nursia, la birra dei Monaci più chestertoniani della terra, i Monaci di Norcia!

I nostri amici monaci benedettini di Norcia (http://osbnorcia.org) amano molto Chesterton tanto che una cassa della loro ottima birra campeggia anche nella mostra a lui dedicata dal Meeting di Rimini.

Questo servizio è molto bello e vi invitiamo a guardarlo, ma soprattutto vi invitiamo a leggere Chesterton sorseggiando un bel bicchierone della loro ottima birra, e ad andarli a trovare a Norcia: troverete tante cose belle e buone ma soprattutto la loro amicizia e la tradizione della Chiesa Cattolica, invincibile e indistruttibile.

giovedì 22 agosto 2013

Perché, secondo Dale Ahlquist e padre Bob Wild, Chesterton sarà santo

È la recensione del libro di padre Bob Wild The Tumbler of God scritta dal nostro carissimo amico Dale Ahlquist.

Merita, come al solito.

Speriamo di poterlo offrire a tutti in traduzione italiana in breve.



Inviato da iPhone

mercoledì 21 agosto 2013

Oggi grande vittoria di GKC al Meeting di Rimini

Folla festante all'incontro di presentazione di Uomovivo e applausi a scena aperta nella mostra, gente che sale sul letto di Gilbert, che passa sotto i tavoli, chiacchiera in cucina...

Grande!

martedì 20 agosto 2013

Tweet da Soc Chestertoniana (@Sochest)

Soc Chestertoniana (@Sochest)
Domani @MeetingRimini h 11.15 Pad. A3 Spazio Eni Caffè Letterario UOMOvivo con M. Sermarini, @AlisaTeggi e G. Garafulich @EdizioniLindau

Per chi vuole vedere la mostra di GKC: affrettatevi!

... mi dicono che è prenotata fino a domani sera sempre in tutti gli spazi orari!!!

sabato 17 agosto 2013

Scusate, nell'articolo di Caldecott si parla anche di noi e di John Kanu...

The Italian Chesterton Society is working hard to put Chesterton's "distributism" into practice, and has linked up with the Sierra Leone Chesterton Centre. Internationally, interest has never been higher.

venerdì 16 agosto 2013

Un aforisma al giorno - Gratitudine



«Sono felice nel sentirti dire che, per usare le tue stesse parole, "è bello per noi essere qui" - cioè dove siamo ora. La stessa affermazione, se ricordo bene, fu fatta sulla montagna della Trasfigurazione. È uno di quei sermoni che ripeto sempre a me stesso, perché penso che quella frase di Pietro pronunciata di fronte a quella visione in quel momento straordinario, dovrebbe essere pronunciata da tutti noi, contemplando ogni cambiamento nel panorama di quella lunga Visione che chiamiamo vita - altre cose potremo dirle superficialmente, ma questa deve essere sempre presente al fondo. "È bello per noi essere qui... è bello per noi essere qui", ripeterlo eternamente».

Gilbert Keith Chesterton, da una lettera a sua moglie Frances Blogg, 1899

La Società Chestertoniana al Meeting di Rimini, Pump Street e altro ancora

Cari Amici, soci e simpatizzanti,

abbiamo il piacere di invitarvi all'incontro che si terrà il prossimo mercoledì 21 Agosto 2013 alle ore 11.15 nel corso del Meeting per l'Amicizia tra i Popoli (Rimini, Fiera Nuova, Padiglione A3 Spazio Eni Caffè Letterario) dal titolo:

UOMOvivo - Presentazione del libro di Gilbert Keith Chesterton (edizioni Lindau).

Parteciperanno: 

Gloria Garafulich Grabois, Managing Editor della Chesterton Review, rivista del G. K. Chesterton Institute for Faith and Culture;

Marco Sermarini, presidente della Società Chestertoniana Italiana;

Annalisa Teggi, saggista e traduttrice.

E' un'altra bella occasione per incontrarci dopo i convegni che si sono succeduti in quest'ultimo anno (il convegno di Roma con gli amici della American Chesterton Society, il convegno di Rimini alla Fondazione Karis, il convegno di Roma alla Civilità Cattolica, questi ultimi con gli amici del Chesterton Institute, e da ultimo l'XI Chesterton Day che ha visto la partecipazione dei grandissimi Aidan Mackey e John Kanu).

Segnaliamo inoltre che al Meeting ci sarà la mostra Il Cielo in una stanza - Benvenuti a Casa Chesterton, voluta dal Meeting in collaborazione con il Chesterton Institute for Faith and Culture, e lo spettacolo Un Uomo Vivo ispirato al romanzo Manalive di Chesterton (prima nazionale il 19 e il 20 Agosto 2013 alle ore 21.45 presso il Teatro Novelli di Rimini - ci sono sul blog le foto dell'anteprima del 12 Agosto).

Saremo presenti al Meeting tutta la settimana presso lo stand posto dinanzi alla Mostra di Chesterton (siamo ospiti dello stand dell'Associazione Santa Caterina da Siena, del Sidef e dell'Associazione La Fraternità,ma ci vedrete perché davanti ci sarà una sagoma ben visibile anzi inconfondibile di Chesterton!) e potrete associarvi, rinnovare la tessera, acquistare le nuove bellissime magliette con le frasi di Chesterton ed i libri con uno sconto riservato solo ai soci.

A questo proposito vorremmo segnalarvi che abbiamo appena lanciato, in collaborazione con la Hobbit Società Cooperativa Sociale di San Benedetto del Tronto, il negozio virtuale Pump Street - La bottega di Chesterton all'indirizzo web www.pumpstreet.it. Lì potrete acquistare le magliette e i libri e presto molto altro (Pump Street è un negozio distributista e sta stringendo accordi con altre realtà animate dalle idee chestertoniane su economia e società). Le magliette le potrete scegliere come volete, personalizzarle sulla base di un'ampia gamma già in parte visibile.

Inoltre ci saranno due incontri su Chesterton presso lo stand, uno martedì 20 Agosto 2013 alle ore 17.00 con Marco Sermarini ed Annalisa Teggi (voluto dall'Associazione Santa Caterina da Siena) e un altro mercoledì 21 Agosto 2013 ore 17.30 (voluto dal Sindacato delle Famiglie, Sidef) sempre con Marco Sermarini ed Annalisa Teggi. Chi vuole può partecipare. Questi incontri non li troverete sul programma del Meeting.

Vi aspettiamo con molto piacere!

La Segreteria Volante

giovedì 15 agosto 2013

mercoledì 14 agosto 2013

I reduci del servizio estivo premiati con una splendida maglietta di GKC

Questo gruppo di ragazzi allegri ha svolto vari servizi nelle attività dell'Opera Gilbert Keith Chesterton.

Ognuno di loro è stato ricompensato con una bella maglietta con una frase di Chesterton (ci tenevano tanto! Le considerano bellissime anche per quello che c'è scritto e per chi l'ha scritto!) e con bellissimo GRAZIE!

Le magliette le troverete al Meeting di Rimini e presto su

www.pumpstreet.it

il negozio distributista degli uomini liberi!

Una segnalazione dagli amici chestertoniani brasiliani sulla santità di GKC

È la segnalazione di un articolo di Michael Coren, biografo di GKC.

Biógrafo de Chesterton Escreve sobre a Possível Santificação do Apóstolo do Senso Comum.
http://thyselfolord.blogspot.com/2013/08/biografo-de-chesterton-escreve-sobre.html

martedì 13 agosto 2013

Un aforisma al giorno

«L'autentica amicizia è il vero rimedio contro il male profondo del 'pessimismo'».

Gilbert Keith Chesterton, da una lettera dell'estate del 1893 a Edmund Clerihew Bentley

Un aforisma al giorno - Pump Street

"Se Notting Hill era il cuore dell'universo, e Pump Street era il cuore di Notting Hill, questo era il cuore di Pump Street".

Gilbert Keith Chesterton, Il Napoleone di Notting Hill

Da Tempi (che riprende Antonio Gaspari su Zenit) la notizia già da noi annunciata dell'apertura delle indagini per la causa di beatificazione di GKC



Primo passo verso gli altari per l’intellettuale britannico convertito che con la sua fede colpì e ispirò molti “giganti” del secolo scorso. Da Lewis a Tolkien, da Dawson a Borges. «Anche Bergoglio si espresse favorevolmente»
chestertonArticolo di Antonio Gaspari per Zenit.org – Il vescovo britannico Peter John Haworth Doyle ha nominato un chierico per indagare sulla causa di beatificazione dello scrittore Gilbert Keith Chesterton. A darne notizia è stato Dale Ahlquist, Presidente dell’American Chesterton Society, lo scorso 1° agosto.
Nel suo discorso di apertura della 32a Conferenza annuale dell’American Chesterton Society, svoltasi presso il Collegio dell’Assunzione, Ahlquist ha espresso gioia e gratitudine per questa iniziativa perché «è in sintonia con i nostri desideri» per la canonizzazione di Chesterton.
«È per me un grande privilegio poter fare questo annuncio – ha aggiunto – anche perché la ragione che ha motivato monsignor Doyle è il fatto che quando il cardinale Bergoglio era Arcivescovo di Buenos Aires si espresse favorevolmente per l’apertura della causa».
Monsignor Doyle è vescovo della diocesi di Northampton, una sede suffraganea dell’arcidiocesi di Westminster, che comprende le contee di Northamptonshire e Bedfordshire come anche la contea tradizionale di Buckinghamshire.
Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) è uno degli scrittori inglesi più citati nel mondo. Diffusissimi i suoi libri OrtodossiaL’uomo eternoLe avventure di un uomo vivoSan Tommaso d’Aquino,  San Francesco d’Assisi, così come tutta la serie dei racconti di padre Brown. In particolare, è di grande rilevanza il libro La mia fede in cui spiega la sua conversione al cattolicesimo.
È ampiamente dimostrato che gli scritti di Chesterton siano stati significativi per la conversione di molte persone e che abbiano influenzato positivamente tanti dei grandi uomini del XX secolo.
tolkien

Lo scrittore e filologo britannico Clive Staples Lewis ha scritto che, dopo aver letto il libro di Chesterton The Everlasting Man (tradotto in italiano con il titolo L’uomo eterno), «per la prima volta ho visto la storia in una forma cristiana che aveva senso».
Secondo Dale Ahlquist, l’approccio di Dorothy Day all’economia è stato influenzato da un modello creato da Chesterton basato sugli insegnamenti sociali della Chiesa e conosciuto come “distributismo” (Dorothy Day è stata una giornalista e attivista sociale anarchica statunitense, famosa per le sue campagne di giustizia sociale in difesa dei poveri e dei senza dimora. Si convertì al cattolicesimo nel 1927, ndr).
Chesterton ha influenzato anche John Ronald Reuel Tolkien, autore de Il Signore degli Anelli e di altre celebri “pietre miliari” del genere fantasy, quali Lo Hobbit e Il Silmarillion. Ed è stato fonte di ispirazione anche per il letterato, drammaturgo poeta e giornalista Maurice Baring, per lo storico Christopher Henry Dawson, per il teologo monsignor Ronald Knox, e per autori agnostici come il grande scrittore argentino, Jorge Luis Borges.
Non basta essere un grande scrittore per essere un santo, ma è indubbio che Chesterton è stato un maestro di virtù. Magistrali i suoi insegnamenti nel campo della fede, della difesa della famiglia naturale, della santità della vita e della giustizia economica.
Nel mondo, egli è conosciuto per la sua grande intelligenza, umiltà e gioia profonda scaturita dal suo essere diventato cattolico. Il presidente della Chesterton American Society ha ricordato dell’influenza che Chesterton ha avuto anche sul Servo di Dio e Arcivescovo statunitense Fulton John Sheen, tra i più efficaci e brillanti predicatori del suo tempo. «Penso che Chesterton è un santo per il nostro tempo e potrebbe continuare ad attirare molte persone nella Chiesa cattolica», ha concluso Dale Ahlquist.

Un aforisma al giorno

"Che farsa la moderna larghezza di vedute! Nella moderna civiltà libertà di parola significa in pratica che si può parlare solo di cose senza importanza. Non dobbiamo parlare di religione, perché è illiberale; non dobbiamo parlare di pane e formaggio, perché significa parlare di negozi; non dobbiamo parlare della morte perché è deprimente; non dobbiamo parlare della nascita perché è indelicato. Non può durare. Qualcosa dovrà interrompere questa strana indifferenza, questo strano egoismo sognante, questa strana solitudine di una folla di milioni di persone".

G. K. Chesterton, Il Napoleone di Notting Hill

Da Annalisa Teggi (grazie mille!) una lettera di GKC a Frances, tratta dalla biografia di Maisie Ward

Oggi è la festa della Trasfigurazione.
Ho tradotto questo passagio preso da Maisie Ward perché dimmi se non calza a pennello oggi? Trasfigurazione, caldo bollente... tutti bolliti...
E' da una lettera di GKC a Frances del 1899
 
 

"Credo che questa sia ciò che si definisce una deliziosa sera estiva. Dire che fa caldo sarebbe una banalità assoluta, come se la dicessero tra loro Satana e Belzebù.

Se esiste il blu d'acciaio incandescente, è perfetto per descrivere il cielo di stasera. Non riesco a trattenermi dall'immaginare una fiaba folle in cui l'intero cosmo sia come un calderone bollente, con sotto le fiamme del Purgatorio, e credo che a breve avrò la soddisfazione di vedere delle montagne bollenti, delle città bollenti e delle stelle e una luna bollenti. Un'immagine tremenda. Eppure sono assolutamente felice, come mio solito. E dopo tutto, che abbiamo da obiettare al fatto di essere tutti bolliti? Le patate, ad esempio, sono più buone bollite che crude - perché dovremmo spaventarci di essere bolliti, assumendo nuove forme dentro questo calderone? Tutto ciò è un'allegoria.

Sono felice nel sentirti dire che, per usare le tue stesse parole, "è bello per noi essere qui" - cioè dove siamo ora. La stessa affermazione, se ricordo bene, fu fatta sulla montagna della Trasfigurazione. È uno di quei sermoni che ripeto sempre a me stesso, perché penso che quella frase di Pietro pronunciata di fronte a quella visione in quel momento straordinario, dovrebbe essere pronunciata da tutti noi, contemplando ogni cambiamento nel panorama di quella lunga Visione che chiamiamo vita - altre cose potremo dirle superficialmente, ma questa deve essere sempre presente al fondo. "È bello per noi essere qui... è bello per noi essere qui", ripeterlo eternamente".

 

Ciao

A.lisa



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Annalisa Teggi

COMUNICATO STAMPA
La Manif Pour Tous Italia:
Manifestazione “La libertà non va in vacanza”
 
 
CLICCA QUI PER LA LETTERA DI ELISEO DEL DESERTO

Roma, 5 Agosto 2013. Più di 400 i manifestanti presenti oggi, in Piazza di Pietra, a due passi da Montecitorio. Nonostante il periodo estivo, hanno partecipato molte famiglie, bambini, ragazzi e ragazze di ogni età. L’obiettivo della manifestazione era quello di informare i cittadini sulla proposta di legge Scalfarotto-Leone “Contro l’omofobia e la transfobia” discussa in contemporanea alla Camera dei Deputati; una vera e propria  “legge bavaglio” che, se approvata, impedirebbe nei fatti ad associazioni e liberi cittadini di opporsi in modo civile e argomentato a provvedimenti riguardanti il matrimonio omosessuale e l’adozione di figli da parte di coppie dello stesso sesso. Chi sostenesse l’unicità della famiglia quale unione naturale tra un uomo e una donna potrebbe essere accusato di omofobia ed essere punito con la reclusione.
“La nostra opposizione a questa legge  - ha dichiarto Gianfranco Pillepich, portavoce de La Manif Pour Tous Italia - si unisce alla altrettanto ferma contrarietà e condanna a qualsiasi atto di umiliazione, derisione e violenza fisica o verbale nei confronti di persone con tendenze omosessuali. Inoltre, vogliamo che venga garantito il diritto dei bambini ad avere un padre ed una madre naturali, entrambi necessari per un sano e completo sviluppo della loro personalità”
La Manif Pour Tous Italia, organizzatrice della manifestazione, nasce da un movimento spontaneo apolitico ed aconfessionale che, in stretto legame con La Manif Pour Tous francese, si prefigge come scopo di informare i cittadini delle proposte di legge che un Governo non eletto dagli Italiani sta imponendo.
Durante la manifestazione è stata letta la lettera che Eliseo Del Deserto, un giovane blogger omosessuale, ha indirizzato al Presidente del Consiglio Enrico Letta esprimendo le sue perplessità sull’utilità di questa legge, in un momento in cui il nostro Paese sta attraversando una grave crisi socio-economica che incide sulla vita di tutti gli italiani.
“La Manif Pour Tous Italia- ha aggiunto Pillepich - è nata, e lo affermiamo oggi in maniera simbolica a due passi dal Parlamento, affinché i Parlamentari che sostengono questa legge, capiscano che il popolo italiano è contrario alla violazione della dignità di ogni essere umano così come alla privazione della libertà di pensiero. Non è stato rilasciato al governo nessun assegno in bianco per trasformare profondamente la nostra società senza chiedere il permesso ai cittadini italiani”.
L’evento si è concluso lanciando l’appuntamento di Settembre con una grande manifestazione in occasione del voto in Parlamento della proposta di legge Scalfarotto-Leone “Contro l’omofobia e la transfobia”.
 
 
 


 

IL COMITATO DIRETTIVO
La Manif Pour Tous Italia

La predica della Messa al Terzo GK Chesterton Pilgrimage

La predica di padre Schofield alla Messa durante il 3* Pellegrinaggio a piedi a Beaconsfield.

domenica 4 agosto 2013

Domani La Manif pour tous Italia! Tutti a Roma!

Accenderemo fuochi per testimoniare che due più due fa quattro. Sguaineremo spade per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Non ci resterà quindi che difendere non solo le incredibili virtù e saggezze della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile: questo immenso, impossibile universo che ci guarda dritto negli occhi. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. (G.K. Chesterton)

A questo siamo chiamati in questo momento in cui la libertà di opinione e la famiglia vengono messe in discussione.

Sei invitato alla manifestazione che si terrà

il 5 Agosto 2013 dalle ore 19 alle ore 21

a Roma presso Piazza di Pietra.