«È davvero necessario spaccare il Parlamento e il Paese in un momento in cui la grave crisi economica dovrebbe farci concentrare in un impegno unitario?», lo chiede la deputata del Pdl Eugenia Roccella, parlando della legge omofobia che oggi conclude l'esame in Commissione per passare all'approvazione dell'aula il 22 luglio.
I lettori di tempi.it sanno di che cosa stiamo parlando. Sul progetto di legge contro l'omofobia e la transfobia vi abbiamo parlato in questi giorni, invitandovi a firmare l'appello per un suo ripensamento. Sono diversi i punti controversi della legge, così come è stata pensata e proposta dai suoi promotori (primo firmatario Ivana Scalfarotto, Pd). E proprio Pd, Sel e M5S ne sono i maggiori sostenitori, anche se alcuni parlamentari del Pdl vi hanno aderito. In ogni caso, soprattutto per iniziativa di deputati del partito di Berlusconi, Scelta Civica e alcuni del Pd sono stati presentati alla Camera 350 emendamenti, illustrati oggi sulle pagine di Avvenire. Approvazione che, come dice Beppe Fioroni del Pd, «non è per nulla scontata».
I lettori di tempi.it sanno di che cosa stiamo parlando. Sul progetto di legge contro l'omofobia e la transfobia vi abbiamo parlato in questi giorni, invitandovi a firmare l'appello per un suo ripensamento. Sono diversi i punti controversi della legge, così come è stata pensata e proposta dai suoi promotori (primo firmatario Ivana Scalfarotto, Pd). E proprio Pd, Sel e M5S ne sono i maggiori sostenitori, anche se alcuni parlamentari del Pdl vi hanno aderito. In ogni caso, soprattutto per iniziativa di deputati del partito di Berlusconi, Scelta Civica e alcuni del Pd sono stati presentati alla Camera 350 emendamenti, illustrati oggi sulle pagine di Avvenire. Approvazione che, come dice Beppe Fioroni del Pd, «non è per nulla scontata».
QUALI MODIFICHE VENGONO CHIESTE. Gli emendamenti degli esponenti del Pdl (Roccella, Costa e altri), di Scelta Civica (Marazziti, Binetti e altri), della Lega e del Pd (Preziosi, Bobba, Fioroni e altri) mirano – scrive il quotidiano dei vescovi – «a evitare che la legge diventi strumento di imposizione di modelli culturali uniformanti e non condivisi. Spedendo in tribunale chi, per esempio, considera peccato la pratica omosessuale. Altri punti contestati (e per i quali si propongono modifiche) sono l'introduzione dell'identità di genere e il divieto di associazione». Una cosa, spiega Roccella, «è combattere le associazioni razziste, un'altra è chiedere lo scioglimento forzato per associazioni che si battono contro il matrimonio gay».
La formulazione degli emendamenti di Scelta Civica prevede che le norme previste dal disegno di legge «non si applicano nel caso in cui le idee sulle persone oggetto di tutela da parte della presente legge siano diffuse limitatamente all'ambito educativo, didattico, accademico, scientifico, letterario, teologico, catechistico, purché non incitino alla discriminazione, all'odio o alla violenza».
E, allo stesso modo, «non si considera pratica discriminatoria e risulta pertanto esclusa dall'applicazione delle disposizioni la selezione di persone per incarichi di lavoro o per l'ammissione a corsi di insegnamento e formazione all'interno di agenzie educative, formative, culturali o religiose, se intesa ad evitare l'inclusione di persone che sostengano o propagandino orientamenti di natura ideologica, culturale o religiosa in contrasto con i valori e le finalità che caratterizzano l'agenzia stessa».
La formulazione degli emendamenti di Scelta Civica prevede che le norme previste dal disegno di legge «non si applicano nel caso in cui le idee sulle persone oggetto di tutela da parte della presente legge siano diffuse limitatamente all'ambito educativo, didattico, accademico, scientifico, letterario, teologico, catechistico, purché non incitino alla discriminazione, all'odio o alla violenza».
E, allo stesso modo, «non si considera pratica discriminatoria e risulta pertanto esclusa dall'applicazione delle disposizioni la selezione di persone per incarichi di lavoro o per l'ammissione a corsi di insegnamento e formazione all'interno di agenzie educative, formative, culturali o religiose, se intesa ad evitare l'inclusione di persone che sostengano o propagandino orientamenti di natura ideologica, culturale o religiosa in contrasto con i valori e le finalità che caratterizzano l'agenzia stessa».
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