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lunedì 24 dicembre 2012

Buon Natale, carissimi amici.



Carissimi Amici, Soci e Simpatizzanti,

voglio farvi gli auguri di Buono e Santo Natale, e voglio farveli a nome di tutta la Società con un breve brano suggeritomi dall'amico americano Spencer Howe (Spencer e Angelo Bottone sono gli unici soci che vantano la doppia appartenenza, il primo alla Società Americana e a quella Italiana, il secondo a quella Irlandese ed Italiana).

E' una lettera di GKC al Tablet di Londra in cui si parla della sua (e anche mia!) provata e giustificata fede in Babbo Natale.

E' l'occasione per ringraziarvi di tutto, della vostra amicizia, dell'amicizia che ci scambiamo e condividiamo sotto l'ala protettrice del nostro caro Gilbert, quell'amicizia che punta sempre all'Obiettivo che festeggiamo in questa splendida festa. L'anno che viene è gravido di belle cose, tra cui (lo preannunciamo si da ora! Tenersi liberi!) un bel convegno a Roma in Marzo con gli amici della Società Chestertoniana Americana ed il gemellaggio tra la Chesterton Academy di St. Paul, Minnesota e la Scuola Libera "G. K. Chesterton" di San Benedetto del Tronto, opere educative che si ispirano nel nome ma soprattutto nello spirito al grande Gilbert.

Che il Natale ci ispiri sentimenti di gioia e di bellezza e quel sano buonumore necessario a far sventolare la Bandiera del Mondo come voleva Gilbert (vedi Ortodossia), perché se Dio è venuto in questo mondo a farsi Uomo, vuol dire che questo mondo può essere amato e noi dobbiamo lottare perché somigli sempre più a Chi l'ha fatto.

«Quello che mi è successo è l'opposto di quello che sembra essere l'esperienza della maggior parte dei miei amici. Invece di rimpicciolire fino ad un puntino, Babbo Natale è divenuto sempre più grande nella mia vita fino a riempire la quasi totalità di essa. E' successo in questo modo. Da bambino mi trovai di fronte ad un fenomeno che richiedeva una spiegazione. Avevo appeso alla sponda del mio letto una calza vuota, che al mattino si trasformò in una calza piena. Non avevo fatto nulla per produrre le cose che la riempivano. Non avevo lavorato per loro, né le avevo fatte o aiutato a farle. Non ero nemmeno stato buono - lungi da me! 
E la spiegazione era che un certo essere che tutti chiamavano "Santa Claus" era benevolmente disposto verso di me... Ciò che credevamo era che una determinata agenzia benevola ci avesse davvero dato quei giocattoli per niente. E, come affermo, io ci credo ancora. Ho semplicemente esteso l'idea.
Allora chiedevo solo chi metteva i giocattoli nella calza, ora mi chiedo Chi mette la calza accanto al letto, e il letto nella stanza, e la stanza della casa, e la casa nel pianeta, e il grande pianeta nel vuoto.
Una volta mi limitavo a ringraziare Babbo Natale per pochi dollari e qualche biscotto. 
Ora, lo ringrazio per le stelle e le facce in strada, e il vino e il grande mare.
Una volta pensavo fosse piacevole e sorprendente trovare un regalo così grande da entrare solo per metà nella calza.
Ora sono felice e stupito ogni mattina di trovare un regalo così grande che ci vogliono due calze per tenerlo, e poi buona parte ne rimane fuori; è il grande e assurdo regalo di me stesso, perché all'origine di esso io non posso offrire alcun suggerimento tranne che Babbo Natale me l'ha dato in un particolare fantastico momento di buona volontà».

Gilbert Keith Chesterton, lettera a The Tablet of London

Auguri a tutti! Evviva Gesù! Evviva Gilbert!

Marco Sermarini, presidente SCI
&
La Segreteria Volante

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