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mercoledì 28 novembre 2012

Intervista a padre Ian Boyd sull'ultimo numero dell'edizione italiana della Chesterton Review

Abbiamo avuto l'opportunità di porre alcune domande a padre Ian Boyd, fondatore ed editor della Chesterton Review, che dall'anno 2011 esce anche in edizione italiana.
L'edizione italiana non è la mera riproduzione dell'edizione inglese ma ha una sua identità e dei suoi contributi. Nel gruppo direttivo dell'edizione italiana troviamo, oltre a Padre Boyd, i vicedirettori esecutivi Gloria Garafulich Grabois e padre Antonio Spadaro sj (che è anche direttore della Civiltà Cattolica, nella cui sede sono stati ospitati ben tre affollatissimi incontri su Chesterton  con padre Boyd ed altri esperti di GKC nel 2008, 2011 e 2012), Dermot Quinn, Andrea Monda, il nostro presidente Marco Sermarini, Paolo Gulisano e Fabio Trevisan. Il numero del 2012 è stato lanciato al Meeting per l'Amicizia tra i popoli di Rimini lo scorso Agosto ed è disponibile presso Lindau (che cura la distribuzione della rivista) tramite il suo sito (o tramite la Società Chestertoniana Italiana) e sarà nelle librerie dal prossimo Gennaio 2013.
Padre Ian è oramai un buon amico dei chestertoniani italiani e lo si comprende dal tono del breve ma significativo colloquio, e ci ha volentieri concesso questa intervista esclusiva (le domande le ha poste Marco Sermarini, la traduzione è del nostro Antonio Colombo che ringraziamo).

"L'Italia chestertoniana assolutamente positiva. Spirito di letizia e buonumore"

D.: L'edizione statunitense della Chesterton Review si pone oggi come uno dei riferimenti più autorevoli riguardo a Chesterton nel panorama della cultura mondiale. Quali sono i prossimi obiettivi che la Review si propone? Quante edizioni sono correntemente pubblicate nel mondo, e in che paesi? Con quale frequenza vengono pubblicate? Prevedete altre edizioni nazionali per il futuro?

Padre Ian Boyd: La Chesterton Review si pubblica oggi in cinque lingue: francese, italiano, portoghese, spagnolo e, naturalmente, inglese. Ci piacerebbe promuovere maggiormente queste edizioni della nostra rivista, in particolare perché contengono articoli e recensioni di libri scritti da chestertoniani le cui lingue sono quelle delle edizioni in cui i loro articoli vengono pubblicati. Queste edizioni speciali in diverse lingue sono ora pubblicate con cadenza annuale; ma anche per esse stiamo cercando di darci da fare, in modo da poter avere la possibilità di pubblicarle con una frequenza maggiore.

D.: Pensi che l'interesse per GKC sia realmente in aumento nel mondo?

Padre Ian Boyd: L'interesse per Chesterton è certamente in aumento. Un'indicazione in questo senso è il numero crescente delle persone che partecipano alle conferenze del nostro Istituto. Quelle tenute in Cile e Argentina hanno attratto centinaia di persone--fino a milleduecento in quella di Buenos Aires. Recenti incontri in Gran Bretagna, Francia, Italia e Polonia anno anche visto la partecipazione di un buon numero di persone.

D.: Quali sono le tue aspettative per il futuro, dopo che è uscito il secondo numero della Chesterton Review italiana? Sei stato in Italia parecchie volte, ormai possiamo dire di essere vecchi amici. Cosa pensi della comunità chestertoniana italiana?

Padre Ian Boyd: La mia speranza per la nostra edizione italiana è che, in futuro, possa riflettere meglio la splendida diversità delle regioni italiane. Chesterton credeva fermamente nelle comunità locali e sarebbe una buona cosa pubblicare più articoli scritti da chi appartiene a queste comunità. L'impressione che ho avuto incontrando i chestertoniani d'Italia è stata assolutamente positiva. C'era un spirito di letizia e un generale buon umore fra loro--qualcosa che lo stesso Chesterton aveva riscontrato nella sua lunga visita a Roma nel 1930. Sarebbe magnifico se potessimo organizzare un numero maggiore di eventi in Italia. Stiamo collaborando con Comunione e Liberazione per un incontro attualmente in preparazione a Rimini.

D.: Stai viaggiando in tutto il mondo per GKC. Riscontri una presenza pratica di GKC nelle vite dei Chestertoniani? Ci sono delle esperienze in atto, ispirate dall'insegnamento di GKC nella vita di tutti i giorni?

Padre Ian Boyd: Vuoi sapere se GKC sia o no praticamente presente nella vita dei Chestertoniani di tutto il mondo. Penso che lo sia. Numerosi giovani stanno indirizzando i loro studi accademici verso Chesterton, e c'è un buon numero di Chestertoniani che provano a vivere secondo i principi della sua filosofia sociale distributista. Posso riferire un piccolo esempio che sta accadendo in Lituania. Durante una conferenza tenutasi là, uno degli oratori ha descritto il lavoro di una piccola comunità che insegna a suonare strumenti musicali a dei giovani che abitano nelle parti più povere del paese. Questi giovani hanno poi tenuto dei concerti non solo in varie città della Lituania, ma anche in altre nazioni europee, facendo un tour di concerti. La fierezza che questi giovani musicisti, partiti da una situazione personale sfavorevole, hanno per il lavoro da loro svolto è stato un fattore essenziale per aiutarli a riguadagnare la fiducia in se stessi. Chesterton avrebbe sicuramente approvato questa soluzione creativa--sebbene egli fosse privo di orecchio, dal punto di vista musicale. 

Marco Sermarini: Grazie, padre Ian, per l'opportunità e per le belle cose che stiamo costruendo insieme.

Padre Ian Boyd: E' per me un piacere lavorare con te e i tuoi amici nel vostro lavoro teso a far conoscere la saggezza di Chesterton a una nuova generazione di italiani.

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