Gilbert Keith Chesterton, La Ballata di Santa Barbara e altre poesie, Edizioni Itacalibri, Castel Bolognese, 2012. € 15,00. ISBN 978-88-526-0300-6
A cura di Marco Antonellini, Marica Ferri, Alessandro Palmonari, Lucia Zardi. Prefazione di padre Ian Boyd, CSSB - saggio introduttivo di Marco Antonellini.
È una bella raccolta, quella che ci ha offerto Itacalibri, la casa editrice di Castel Bolognese che ha in catalogo diverse opere collegate al Meeting per l'Amicizie tra i popoli di Rimini. Itaca è la prima volta che si cimenta con Chesterton.
Non tutte sono poesie inedite: ad esempio è già uscita, circa un anno fa, nella rivista Nova Historica (http://uomovivo.blogspot.it/2011/11/esce-la-traduzione-di-lepanto-epica.html) una traduzione in rima ad opera del nostro Rodolfo Caroselli di Lepanto, una delle maggiori inserite nella raccolta, una sulla quale vale la pena di raccontare un aneddoto: si dice che i soldati inglesi nelle trincee della Prima Guerra Mondiale la cantassero per darsi coraggio, come una specie di inno.
Così pure si potrebbe dire di By the babe unborn (della cui versione del 1894 ha già fornito una traduzione per il nostro blog la nostra Annalisa Teggi, e di cui circolava una traduzione di ignoto autore da tempo): solo che qui si fornisce anche una versione estesa, che faceva parte della raccolta di poesie giovanili The Wild Knight e si dà contezza filologica di entrambe. Il che non è poco, considerato anche che della prima versione (per quanto circolasse da tempo) si è data finalmente una fonte, e cioè i diari del giovane Chesterton, che oggi si trovano presso la National British Library di Londra e che sono stati letti e studiati da Marica Ferri.
Altra poesia che circolava da tempo in rete è A Xmas Carol, anch'essa proveniente da The Wild Knight.
La raccolta è curata da alcune vecchie conoscenze (Marco Antonellini, mentore de La ballata del Cavallo Bianco per Raffaelli, curatore de Il soprannaturale è naturale de L'Ancora, de I delitti dell'Inghilterra e de La letteratura inglese e la tradizione latina per Raffaelli; Marica Ferri, traduttrice de I delitti dell'Inghilterra e autrice di una postfazione della seconda edizione de La ballata del cavallo bianco) ed alcune nuove (Lucia Zardi, che ha eseguito la traduzione con Marica Ferri di questo volume, e Alessandro Palmonari, curatore delle ricche note). Antonellini, Ferri e Zardi sono inoltre stati ospiti apprezzati del Chesterton Day lo scorso 1 Luglio 2012, cosa che per noi chestertoniani italiani ha significato.
Al di là della presenza di qualche opera poetica non inedita (che non toglie nulla al valore dell'opera), la raccolta ha diversi pregi che vanno elencati pazientemente.
1) Alla fine, Chesterton poeta è un po' come il Chesterton giornalista: per noi italiani pressoché sconosciuto. Ci si apre non un volto nuovo, ma il volto noto diventa miracolosamente più noto e finalmente completo. Scopriamo dei segreti che dopo, dopo la lettura, pensiamo che invece dovevano esserci evidenti. Il convegno su Chesterton dello scorso maggio a La Civiltà Cattolica ha permesso di scoprire il Chesterton giornalista, la centralità nella sua vita della attività che per prima lo rese noto. Scopriamo l'uomo che irrideva conservatori e progressisti, il distributista, l'agitatore sociale, colui che smascherava il politicamente corretto con paradossi e sane polemiche; colui che smascherò capitalismo e comunismo come due facce della stessa medaglia è uno dei volti ignoti di GKC. L'altro volto ignoto è quello del poeta. In altre parole, ignorare la poesia di Chesterton (ed ignorare la sua monumentale opera giornalistica) significa nella migliore delle ipotesi avere una conoscenza fortemente parziale del Genio Colossale (così lo apostrofò il suo amico - rivale George Bernard Shaw). Allora che bella scoperta che facciamo con quest'opera. Grazie a tutti di questo.
2) L'opera ha un pregio di carattere filologico: poesia dopo poesia, si scoprono le origini (e se volete in qualche caso anche la data di nascita) delle idee, il loro radicarsi nella gioventù, quando Chesterton in nuce era già quello che conosciamo. Le note aiutano molto in questo.
I saggi (quello di padre Boyd, presidente del G. K. Chesterton Institute for Faith and Culture, editor dell'edizione principale della prestigiosa Chesterton Review, uno dei massimi studiosi di GKC ed amico dei chestertoniani italiani, e quello del bravo Marco Antonellini) gettano una luce sulla poesia di Chesterton che di certo va allargata e portata nel profondo, ma sono un primo passo fondamentale in una direzione che deve essere studiata ed esplorata.
3) La traduzione reca con sé il testo a fronte, il che (oltre a dimostrare il coraggio di chi l'ha eseguita) permette di verificare le scelte dei traduttori e di godere insieme dell'originale, che nel caso di Chesterton ha un grande valore. Chesterton è uno scrittore difficile da tradurre, usa un inglese coltissimo ed affascinante; dico rozzamente: va letto con grande attenzione, egli sembra infatti dire in apparenza delle cose ma poi ti prende per mano e ti porta a comprendere che, mentre diceva qualcosa, nel contempo stava dicendo dell'altro portandoti nelle viscere del Mistero attraverso gli indizi gravi, precisi e concordanti (scusate il gergo penalistico, ma il Mistero è mistero per questo, vuole qualcuno che cerchi il... Colpevole!) sparsi per il mondo, di cui anzi la creazione è il principale. Comunque le traduttrici hanno indicato compiutamente i criteri utilizzati in una nota introduttiva, nonché segnalato come fonte della datazione delle poesie il lavoro del benemerito Aidan Mackey (uno dei volumi, il X, dei ben noti volumi Collected Works chestertoniani editi da Ignatius Press, editrice di San Francisco che, unica al mondo, ha preso l'impegno di pubblicare tutto di Chesterton).
4) Ci sono due poesie di sapore "bellico" (la cosiddetta title track, per usare il gergo della musica pop, Lepanto...). La cosa con palese evidenza affascina ed ispira Chesterton (vedi La Ballata del cavallo bianco), e forse dà il meglio di sé.
5) C'è una poesia dedicata ai Gesuiti che menziona anche le reducciones del Paraguay, alcune che castigano nazisti e comunisti (Perfections, Gentlemen preferes blondes, Comfort for communists), altre dedicate alla moglie Frances (Epitalamium argentum, Love, we have looked on many shows); una singolarissima, con ironici auguri natalizi indirizzati a un parlamentare inglese anonimo, ai comunisti, a Jix, al suo amico - rivale H. G. Wells, a Winston Churchill e pure a Luigi Pirandello, il Pirandello che ebbe il premio Nobel per la letteratura cui era pure lui candidato (Some wishes at Xmas). Solo per ricordarne alcune. Ma onestamente tutte meritano perché tutte contengono parte dei motivi determinanti del suo pensiero.
6) Tra le altre merita di essere menzionata The Convert (pagg. 130 - 131), la poesia che Chesterton scrisse il giorno della sua conversione al cattolicesimo, nel 1922; essa termina così: The sages have a hundred maps to give / That trace their crawling cosmos like a tree, / They rattle reason out through many a sieve / That stores the sand and lets the gold go free: / And all these things are less than dust to me / Because my name is Lazarus and I live.
Ossia: mappe a centinaia distribuiscono i saggi / che disegnano il loro mondo mentre lento si trascina. / Ragionano, come un setaccio che / conserva la sabbia e disperde l'oro: / ma tutto ciò meno della polvere vale per me / perché Lazzaro è il mio nome e sono vivo.
Marco Sermarini
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Aggiornamento del 19.03.2018 sul premio Nobel a Pirandello e quello mancato a Chesterton (vi avevo dato una notizia parzialmente errata):
https://uomovivo.blogspot.it/2018/03/il-nobel-mancato-di-chesterton-un.html
"La Ballata di Santa Barbara" è senz’altro molto interessante e cercherò di procurarmelo al più presto. E’ importante che la conoscenza di Chesterton poeta si diffonda sempre più.
RispondiEliminaAggiungo che sono grato a Marco Sermarini per aver ricordato la mia traduzione in poesia italiana di “Lepanto” pubblicata da “Nova Historica”.
Vorrei qui informare che tale traduzione (con note e commenti) è ora interamente visibile in rete su
http://www.ilcovile.it/scritti/COVILE_710_Caroselli_Lepanto.pdf
Ricordo che la rivista on-line “IL COVILE” aveva già pubblicato una mia antologia poetica chesternoniana:
http://www.ilcovile.it/scritti/COVILE_673_Natale_Caroselli_Chesterton.pdf
Vorrei poi chiarire una mia curiosità: Caro Marco, “L’ignoto autore” di cui da tempo circolava una traduzione di “By the Babe unborn” (Dal bambino non nato) non sarà per caso il sottoscritto”?
Questa mia traduzione, oltre che sul “Covile”, si può vedere sul “Botblog” di Angelo Bottone:
http://bottone.blogspot.it/2010_06_01_archive.html
(By the Babe unborn)
Ad ogni modo, colgo l’occasione per ringraziare ancora “Il Blog dell’Uomo Vivo” per aver pubblicato in quattro diverse occasioni mie traduzioni poetiche di testi di GKC, e precisamente:
http://uomovivo.blogspot.it/2009/11/una-poesia-di-chesterton-che-data-il.html
(The Convert)
http://uomovivo.blogspot.it/2009/12/unaltra-splendida-poesia-di-chesterton.html
(A Prayer in Darkness)
http://uomovivo.blogspot.it/2010/01/gilbert-k-chesterton-lasino-ovvero-la.html
(The Donkey)
http://uomovivo.blogspot.it/2010/07/thou-shalt-not-kill-tradotta-da-rodolfo.html
(Thou shalt not kill)
Rodolfo Caroselli