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giovedì 3 maggio 2012

Islam: le conseguenze dell’Equality Act in Gran Bretagna




(di Gianfranco Amato) Ci risiamo. La tetragona e violenta political correctness infierisce ancora contro i cristiani in Gran Bretagna. Questa volta si tratta della Chiesa Riformata di Norwich. Dal 2008 i fedeli di quella Chiesa utilizzano un suolo pubblico per allestire alcuni banchetti di libri e diffondere materiale religioso, tra cui un volantino intitolato «Why not Islam» (perché no all’islam), ove si spiegano, in modo pacato e inoffensivo, le ragioni per cui, secondo i cristiani, non sono condivisibili i principi della religione musulmana.
Nonostante quel volantino sia stato scritto più di dieci anni fa dal Pastore di quella Chiesa, il reverendo Alan Clifford, oggi l’Amministrazione Comunale di Norwich, a seguito dell’esposto di un solerte cittadino, ne ha vietato la distribuzione ed ha sloggiato definitivamente dalla piazza i fedeli. Come se non bastasse, la comunità della Norwich Reformed Church è stata pure sfrattata dall’Eaton Commuity Park, l’edificio in cui si trovava ogni domenica per celebrare la funzione religiosa, poiché quell’immobile è di proprietà comunale (la mancanza di autonomia delle chiese rappresenta, infatti, un dramma del protestantesimo).
A rendere tutto ancora più tragicomico è il fatto che la stessa polizia di Norwich, incaricata delle indagini a seguito della denuncia, ha ufficialmente ritenuto che il contenuto ed il tono del volantino non integrasse alcun estremo di reato. Nessun illecito dal punto di vista penale. Nonostante ciò il Comune di Norwich ha ritenuto di dover intervenire drasticamente sulla vicenda, in nome della famigerata legge sull’eguaglianza, l’Equality Act 2010, lo strumento utilizzato dalla political correctness per combattere tutto ciò che ha il sapore di «istigazione all’odio» e di «intolleranza».
E’ il medesimo strumento che, peraltro, consente paradossalmente alla stessa political correctness di assumente un atteggiamento odioso e intollerante quando si tratta di utilizzarlo contro i cristiani. Per questo il reverendo Clifford ha pubblicamente denunciato il comportamento dell’amministrazione di Norwich come una «forma straordinariamente stupida di political correctness», lamentando la palese violazione del diritto fondamentale di parola e di opinione, visto, peraltro, che le stesse forze di polizia non hanno ravvisato alcun abuso nell’esercizio di tale diritto.
Il Comune di Norfolk, che ha lanciato persino una campagna pubblicitaria contro ogni forma di odio e intolleranza, continua a difendere ad oltranza la propria decisione contro la comunità cristiana guidata dal reverendo Alan Clifford, e continua a considerare un proprio imprescindibile dovere quello di «garantire le buone relazioni tra i cittadini di diverse religioni e background culturali». In virtù di tale dovere, nel volantino distribuito dai fedeli della Norfolk Reformed Church, si è voluta ravvisare una palese istigazione all’odio antimusulmano, una forma odiosa di islamofobia, come tale vietata dal Norfolk Multi Agency Protocol (NMPA), il perentorio e draconiano regolamento comunale che vigila sulla quieta coesistenza dei membri di una comunità ormai multietnica.
In tutti questi odiosi episodi contro i cristiani, infatti, la domanda resta sempre la stessa: cosa sarebbe successo se qualcuno, ad esempio, avesse distribuito volantini intitolati “Why not Christianity”? Magari per criticare le posizioni del cristianesimo in materia di omosessualità, di aborto, di contraccezione, di eutanasia, di utilizzo degli embrioni per la ricerca scientifica, eccetera, eccetera. La risposta è fin troppo facile: non sarebbe successo proprio nulla. Con buona pace del severo e inflessibile Norfolk Multi Agency Protocol.  (Gianfranco Amato)

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