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venerdì 6 aprile 2012

Rubbettino lancia in libreria Stevenson e una vecchia conoscenza, Una breve storia d'Inghilterra

Dal sito di Rubbettino Editore

È previsto per il 19 aprile l'evento letterario che non mancherà di suscitare l'interesse dei numerosi chestertoniani italiani: il lancio in libreria di due volumi del celebre inglese ovvero Robert Louis Stevenson e Una breve storia d'Inghilterra. L'eccezionalità è data non solo dal duplice lancio (peraltro nella prestigiosa collana "Le bighe" che annovera una notevole serie di classici) ma dal fatto che uno dei due volumi, la biografia di Stevenson, esce addirittura in anteprima assoluta in italiano, non essendo stato il testo finora mai tradotto nella nostra lingua. Ecco i due testi nel dettaglio:

Robert Louis Stevenson, introduzione di Pietro Federico, traduzione di Valentina Vetri

Gilbert K. Chesterton dedicò questa importante biografia letteraria finora inedita in Italia a Robert Louis Stevenson, l'autore de L'isola del tesoro e de Lo strano caso del Dr. Jekyll e di Mr. Hyde. Da questo straordinario saggio, Stevenson emerge come un testimone inconsapevole di verità, "un pagano altamente onorevole, responsabile e valoroso, in un mondo traboccante di pagani che erano per la maggior parte molto meno cavalieri e onorevoli".

Di più, Chesterton lo considera alla stregua di un teologo cristiano che restituisce nei suoi personaggi votati all'avventura l'inquietudine della Caduta e la moralità della ricerca di senso in un mondo che attende di essere esplorato. L'intera sua opera appare a Chesterton una difesa della possibilità di essere felici, e una risposta alla domanda di felicità dell'uomo, che può essere assolta solo ritornando piccoli e capaci di stupore. Il brusco ritorno alla semplicità dell'infanzia, come espressione del profondo desiderio di raggiungere la felicità. È un fatto ricorrente in tutta la storia umana. E in questo sta, per Chesterton, "l'importanza del posto che Stevenson occupa nella storia letteraria".

Una breve storia d'Inghilterra, traduzione e cura di Paolo Allegrezza

In questo libro scritto nel pieno della prima guerra mondiale l'autore racconta la formazione della nazione inglese. Non un testo per specialisti ma l'intervento di uno dei più importanti intellettuali inglesi del tempo che sente il bisogno di scrivere per illuminare il lato nascosto, dimenticato della storia del suo paese. Due i bersagli polemici scelti: il primo si connette alla falsa origine anglosassone del popolo inglese sovrapposta dagli storici dell'800, con un'abile operazione culturale, al passato romano e cristiano, il secondo concerne il controverso ruolo assunto dall'aristocrazia nel '700; se per un verso fu la protagonista della definitiva affermazione del parlamento e della costruzione dell'impero, per un altro legò sempre più le sorti del paese alla Germania contribuendo al definitivo distacco dell'Inghilterra dalle sue origini cristiane. L'altro passaggio cruciale è identificato nel Medio Evo che rappresenta per Chesterton il periodo negletto, rimosso della storia inglese, tutt'altro che una parentesi oscura ma la felice stagione della fioritura dei monasteri, delle gilda, delle libertà locali; una straordinaria civiltà cui l'avvento del capitalismo pose bruscamente fine; un Medio Evo considerato non come una mitica era di spiritualismo e religiosità, ma colto nelle sue realizzazioni materiali, nei suoi delicati equilibri sociali e istituzionali, nella prevalenza dello spirito di comunità e solidarietà. A tutto ciò si contrappone la storia dei vincitori, di cui è un'immagine l'universo disumanizzante del diciannovesimo secolo, allorché l'adozione anche in Inghilterra del modello sociale bismarkiano non fa che confermare la deriva individualista ed il ruolo dominante delle èlites. Un testo nato da un'esigenza morale prima che storica che, tuttavia, rimane molto chestertoniano per la leggerezza, il gusto per il paradosso, lo stile brillante, la visionarietà.

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