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giovedì 12 aprile 2012

Bangladesh: Ex imam si converte al cattolicesimo. Ridotto in fin di vita


di Maria Gomes

Dhaka (AsiaNews) - "Io credo in Cristo, l'ho accolto. È il mio salvatore". Vincent (nome fittizio per motivi di sicurezza) è un ex imam bengalese che si è fatto cattolico, e per questo è stato perseguitato in modo durissimo dalla sua comunità d'origine. Il suo cammino di conversione è iniziato all'estero, lontano dal Bangladesh. Una Chiesa presbiteriana l'ha battezzato. Poi, l'amore per una cattolica, culminato nel matrimonio, l'ha spinto a diventare cattolico. Ma una volta tornati in Bangladesh, Vincent e sua moglie hanno trovato un'accoglienza fatta di violenza e minacce. Alcuni membri della sua comunità lo hanno picchiato e ridotto quasi in fin di vita.

Il Bangladesh considera l'islam religione di Stato, ma la sua Costituzione non riconosce la shari'a e garantisce piena libertà di culto. Questo lo rende uno dei Paesi musulmani più aperti, dove le conversioniavvengono in un clima di generale tolleranza. Eppure, il predominio sociale e culturale della religione islamica è tale da spingere la comunità d'origine a esercitare pressioni di vario genere. A volte, è il notaio che si rifiuta di firmare il documento che attesta l'avvenuta conversione. Altre, come nel caso di questo ex imam, sono violenze fisiche e psicologiche.

Dopo quasi due mesi di ospedale, Vincent esce e torna a casa. Ma proprio quei musulmani che un tempo lo seguivano e lo stimavano come imam, ancora non accettano la sua nuova "condizione". Così, dalle botte si passa ad altre forme di aggressione. Insieme alla moglie, Vincent incontra un forte ostracismo sociale, che lo costringe a cambiare più volte casa. Perde anche il lavoro, e si ritrova ad arrabattarsi come può per sopravvivere.

Oggi, è un uomo molto tormentato. Ma questo rifiuto totale da parte della sua comunità originaria non l'ha allontanato da Gesù, e continua ad andare in Chiesa con più forza di prima. E ripete: "Credo in Cristo, in Lui sono rinato. È il mio salvatore".

Da Asia News del 3 aprile 2012 

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