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giovedì 8 marzo 2012

Torna padre Brown - Attualità del prete investigatore creato da Chesterton

Dall'Agenzia SIR - Marco Testi

"E dicendo 'Buona sera', spalancò le pesanti porte di quel palazzo di piacere. Le porte dorate gli si chiusero dietro, ed egli andò con passo rapido per le strade oscure e umide, in cerca di un omnibus da dieci centesimi".

In questo breve brano è concentrata la vera dimensione di Padre Brown, la creatura di Gilbert Keith Chesterton, sacerdote e investigatore a tempo perso (che poi è la maggior parte del suo tempo), ma soprattutto conoscitore di uomini, non loro giudice.
Dopo lunghi anni di dimenticanza, Padre Brown è ritornato grazie anche al recupero da parte di alcuni studiosi della figura del suo creatore, ad una massiccia riedizione dell'editore Lindau della sua opera e alla rinnovata attenzione per un personaggio nel quale, come afferma il suo stesso creatore, "tutto appariva privo di distinzione, persino il cognome".
Cogliamo allora l'occasione di due uscite editoriali per approfondire la conoscenza di questo piccolo, umile prete girovago alle prese con le miserie umane: la San Paolo ci presenta un ponderoso "I racconti di Padre Brown", di ben 910 pagine, difficile da portare in metropolitana per spendere utilmente i minuti vuoti, ma di grande utilità se si vuole avere uno sguardo d'assieme sulla complessità del prete e soprattutto del suo autore; Lindau, da parte sua, continua la diffusione delle opere chestertoniane con "Lo scandalo di Padre Brown" di taglio più asciutto: sole, se paragonate al precedente, 245 pagine.
Ne esce fuori l'immagine di una creatura strana, esattamente l'opposto dei superuomini estetici, politici e individualisti che andavano di moda nell'Europa così raffinata da consegnarsi corpo e anima alle dittature di massa. Prima che la guerra spazzasse via tutto, Nietzsche, Wilde, D'Annunzio e i loro imitatori periferici avevano prospettato l'uomo nuovo, quello che avendo una cultura raffinatissima e un'etica assolutamente amorale, non è una contraddizione, poteva pensare di essere automaticamente superiore agli altri miseri m ortali.
Questo anti-eroe è piccolino, goffo, trasandato, parla poco e viaggia con i mezzi pubblici: D'Annunzio sarebbe svenuto e Wilde, che Chesterton citava tra i "nemici" da combattere culturalmente, non avrebbe resistito un secondo. Ma è per questo che egli riesce a entrare nei tortuosi meandri del cuore umano, perché si pone allo stesso livello. Perché non vuole nulla, perché non desidera, come avrebbe detto Schopenhauer, e non è un caso che uno dei personaggi che il prete capisce subito è il santone indù, falsamente sospettato di omicidio, di "La forma errata": "Io sapevo ch'egli voleva dire letteralmente ciò che le parole significavano: che non aveva alcun desiderio, che nessuna casa era la sua; che non era stanco per nulla, come non era stanco di vino, che è l'annientamento, la semplice distruzione di tutto e di qualsiasi cosa".
Insomma un prete senza grilli per la testa, del popolo, proletario, come si sarebbe detto una volta, con neanche tanto velate simpatie per i socialisti, ma quelli umorali e generosi, non i profeti del marxismo scientifico, e però colto, capace di citazioni impensabili e di comprensione di religioni e filosofie lontane in ogni senso. Ma quella di Padre Brown non è solo comprensione della tesi dell'annientamento delle apparenze in un suo "collega" d'altra fede; è nel contempo affermazione di un valore del cristianesimo che in quell'Occidente stava tramontando, occultato da superuomini o, al contrario, da debolissimi inetti (quelli di Svevo, Pirandello, Tozzi, Musil, Kafka e tanti altri) che si chiedevano se valeva la pena scendere dal letto per cominciare la giornata: il valore dell'umiltà, che capisce la vanità dell'eccessivo amore per le forme, ma che nel contempo lavora per alleviare le pene del sofferente, con misericordia e partecipazione.
Padre Brown è l'uomo comune, non solo e non tanto un prete cattolico, tra l'altro ispirato alla figura reale di monsignor John O'Connor, fautore dell'ingresso nel cattolicesimo di Ch esterton: è un uomo che in un'età disgraziata, in cui si continuava a danzare sul ciglio dell'abisso, a girare in macchine di lusso, vagheggiare l'amore in alcove dorate, mangiare cibi raffinati in attesa del nulla che sarebbe giunto di lì a poco, dopo aver risolto un intricato caso, si dirige verso una fermata pubblica, "in cerca di un omnibus da dieci centesimi". Il che non è solo una felice trovata, ma una indicazione reale da non far cadere, ancora una volta, nel dimenticatoio. 


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