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venerdì 30 marzo 2012

Riceviamo e volentieri pubblichiamo - 40 Days for Life

Riceviamo da almeno due fonti queste due richieste molto simili e molto vicine al nostro spirito chestertoniano:

"Venite a sostenere "40 giorni per la Vita" nella pacifica veglia e di preghiera contro l'aborto! I pro-choice (i favorevoli all'aborto, ndr) terranno una manifestazione avversaria nello stesso momento. Quindi ti ci aspettiamo che sarai una testimonianza della santità della vita umana dal momento del concepimento. (...)

PER MAGGIORI INFORMAZIONI. sull'evento vedere:

http://www.40daysforlife.com/blog/~~V

Ecco alcune linee guida per l'evento:
1 - Non impegnarsi in alcun modo con le persone che sono sul posto per protestare contro la nostra presenza - in una conversazione o in qualsiasi altro modo.
2 - Il nostro obiettivo è di avere una veglia silenziosa. Sei portare una candela e, se necessario, qualcosa a inginocchiarsi (ad esempio un cuscino)
3 - Non filmare o utilizzare alcun fotografia durante l'evento se non diversamente specificato di farlo.
4 - Si prega di rispettare tutti i termini della dichiarazione di pace e di firmare per l'evento. (http://40daysforlife.com/london/- in documenti).
5 - Si prega di non portare i propri striscioni.

Molte grazie!
Robert Colquhoun"

I responsabili del sito Catholic Chesterton Society ci dicono, sempre sullo stesso argomento:

"Cari amici,

come speriamo saprete, il Vescovo Alan Hopes di Westminster pregherà fuori della clinica abortista in 26-27 Bedford Square, London, 3HP WC1B, Venerdì 30 marzo dalle 19 alle 20.30. Sembra che ci sia una abbastanza grande contro manifestazione prevista nello stesso momento, vi preghiamo pertanto di partecipare per sostenere il Vescovo e "40 Giorni per la Vita". La veglia pacifica di preghiera è prevista come silenziosa, quindi per favore dite di pregare GK Chesterton in modo particolare per la conversione del personale della clinica abortista, la conversione di coloro che partecipano alla manifestazione pro-aborto  e per la conversione delle mamme che verranno in questo luogo di morte in futuro. Perché pregare GKC per le conversioni? No, non solo perché egli stesso era un convertito. Dale Ahlquist, chestertoniano ben noto (è il presidente della Società Chestertoniana Americana ed è nostro caro amico, ndr), ha una lista di oltre 200 persone che accreditano che GKC  ha avuto un ruolo fondamentale per la loro conversione! Se non riuscite a partecipare, vi chiediamo di dire la preghiera tra le 19 e le 20.30 comunque".

E ci chiedono di dire la preghiera a Chesterton che trovate in questo sito ed anche nel nostro.

Estendiamo a tutti, anche se lo abbiamo saputo solo ora, questo invito. Lo faremo anche tramite Facebook e tramite Twitter.

Maria Grazia Gotti, Padre Brown e le scoperte ispaniche

Sarà perchè L'innocenza di Padre Brown è stato il mio primo casuale (!!)  incontro con Chesterton, ma mi incuriosisce sempre molto scoprire l'effetto che i racconti di Padre Brown fanno a chi se li ritrova tra le mani la prima volta!

Nel mio scandagliare il web di lingua castigliana, mi sono imbattuta in questo post intitolato "El padre Brown", che racconta, con un approccio piuttosto originale, la sua prima lettura de "L'Innocenza di Padre Brown".

L'autore si chiama Eduardo Zeind Palafox e si definisce "Un humilde escritor. Redactor Publicitario"; scrive l'interessante blog "Don Palafox" su filosofia, letteratura, poesia e comunicazione. Se non ho capito male è messicano (o almeno, in Messico lavora). 

Ho provato a tradurre il post (e spero di non aver preso granchi)!

Erano molte centinaia di ore che non leggevo un autore che non mi provocava sbadigli. Quasi sempre gli autori si limitano a moltiplicare le loro idee. Questo fine settimana, in quattro stabilimenti di distribuzione di caffè, ho letto dodici storie. Vale a dire che ho letto tre storie in ogni posto.

Ho diviso la mia lettura in spazi, non in tempi, perché leggere le avventure di Padre Brown implica uno sforzo mentale e temporale incredibile e insopportabile nell'immobilità. Chesterton, con la sua perspicacia, ci trasporta alle fonti della nostra conoscenza: ci fa sentire innocenti. Padre Brown, come Publio Virgilio Marone, ci accompagna in giro per gli intricati circoli dell'inferno dell'incertezza.

Aristotele, Platone e Epitteto hanno detto quasi in coro che la filosofia è nata dalla meraviglia, ovvero, dalle ombre. Per emergere dalle ombre o dall'"Apeiron" (dalla "forma sbagliata" direbbe Brown), Anassimandro impugnò il fuoco. Per spingersi a uscire dai dubbi, Anassimene si lasciò guidare dal vento. E per avanzare nelle sue ricerche Talete di Mileto si imbarcò nell'acqua. Puri miti di funambolo..

Invece, Padre Brown, sempre in un ruolo secondario e appellandosi a tutti gli elementi, risolveva i suoi problemi lanciando domande insuperabili. E di fronte a una cosa insuperabile, non rimane altro che il girarci attorno, l'astuzia. Brown, come nel paradosso di Wittgenstein, sempre ha desiderato perdere, sbagliare, scoprire che il criminale che stava per scoprire era innocente.

Smoking neri e verdi, teschi pieni d'oro, diamanti senza un proprietario, aristocratici che passano per camerieri e borghesi che passano per membri del Nobile Ordine della Giarrettiera (fondato da Edoardo III, nel lontano XIV), lune di neve di limone, Monasteri in Occidente, industriali dello zucchero ortodossi e mille paradossi, costituiscono l'ordito della trama che Chesterton trascrisse dalle sue letture per la nostra ludica lucidità.

Padre Brown ha il suo Flambeau, come Holmes ha il suo Watson, Achille il sui Ettore e Poe il suo Usher. Inoltre Brown, il sacerdote dell'Essex, può contare su Valentin un potente poliziotto che possiede una potente intelligenza francese. Brown potrebbe ben ripetere i versi di Don Chisciotte:

"E tanto più è onorato il vincitore,
quanto più grande è la reputazione del vinto"

Brown è una specie di Pascal, qualcuno che va oltre la ragione, sempre insufficiente per comprendere il mondo. Valentin, dal canto suo, è pura filosofia francese è un'astuzia che zittisce come rivela la lingua della Chanson de Roland. E Flambeau è un artista, come voleva De Quincey, quando si tratta di delinquere.

Così, noi intravediamo il seguente schema: Brown intuisce, Valentin pensa e Flambeau agisce. Sintetizziamo ancora: sensi, ragione e atti, vale a dire estetica, logica e morale fanno dei racconti di Chesterton un'opera pedagogica.

E non ci si poteva aspettare nulla di meno. Chesterton, invece di iscriversi a Oxford o Cambridge, si iscrisse a una scuola d'arte (l'arte è l'unica cosa che educa). L'inglese, che combinava la storia con la fantasia, abitudine che Borges ha ereditato, ha scritto all'epoca di Vittoria I, una regina di carattere lodevole e di grandi scivolate.

All'epoca di Chesterton, Cime tempestose (Bronte) e Il libro della giungla (Kipling), erano due libri archetipici. Quello della Brontë, si distingue nella cattiveria (lo lessi sui mezzi pubblici, proprio come Borges lesse la Commedia). Quello di Kipling, si distingue nella bontà. Era necessario un punto medio, e questa via di mezzo la pensò Chesterton.

Anche se a volte Padre Brown metteva mano a qualche metodologia eterodossa o a qualche furberia appresa in confessionale, come quella di suggerire uomini mentalmente invisibili o suicidi assassinati, Brown si mantenne fermo nella fede cristiana, una fede che ha sempre cercato la ragione e di coniugare con armonia gli oscuri sentieri della Rivelazione con le tassonomie scolastiche.

In epoca vittoriana e vittoriosa, l'Inghilterra consisteva in un vasto regno, regno minacciato e tenuto insieme da una monarchia di oro e ferro, come consigliavano i libri di Montesquieu. Ma anche così, c'erano selvaggi ribelli, come Oscar Wilde, che finì rinchiuso per non aver rispettato i costumi dell' "ancien régime".

Chesterton, meno radicale di Wilde, utilizzò un tono duro, energico, sicuro ed erudito. E anche se praticò lo spiritismo e la magia nera, mai assomigliò al signor Gog di Papini. E nemmeno cadde di fronte all'orrore che soffrì Poe. E meno, molto meno, cadde nell'ovvietà di un Doyle, che, dopo varie letture, uno lo può decifrare.

Stacey, Smythe e Barnes, non assomigliano ai personaggi deboli a cui Holmes si confronta ad ogni rilettura. Infine, questo fine settimana, in quattro caffe, ho letto dodici storie di tre in tre. Se ho imparato qualcosa dal grande autore inglese, è che una bella penna, se ha inchiostro, non deve rinunciare all'intelligenza. Penso di dover andare un certo funebre appuntamento d'affari. vi saluto.

 E. Z. P

ps: ho trovato poi  sul blog anche un altro bel post dedicato al nostro: Sobre el glotón Chesterton in cui parla di una traduzone in castigliano di Chesterton ad opera di Alfonso Reyes, a suo parere uno dei migliori prosatori in castigliano.


Maria Grazia Gotti

Rassegna stampa del 30 marzo - Grasso materiale per il trofeo "Uomini e tristezza"


30 Marzo 2012 - GiornaleReggio
Omosessuali
SI PARLA DI NOI :: Fornero: sulla famiglia non si scherza 234 KB

30 Marzo 2012 - GiornaleReggio
Omosessuali
SI PARLA DI NOI :: Rispettate le unioni fondate sull'amore 91 KB

30 Marzo 2012 - Avvenire
Divorzio Breve
SI PARLA DI NOI :: Il relatore sarà Paniz 72 KB

Marzo 2012 - Sole24ore
Divorzio Breve
Primo sì 79 KB

30 Marzo 2012 - CorrieredellaSera
Divorzio
Ti lascio ma non divorzio 194 KB

30 Marzo 2012 - MF
Divorzio
La società ha fame di divorziati 131 KB

30 Marzo 2012 - Repubblica
Omosessuali
Alla Camera il caso Concia 82 KB

05 Aprile 2012 - Espresso
Omosessuali
Famiglie anche noi 1.6 MB

giovedì 29 marzo 2012

Un aforisma al giorno

"Ad alcuni non piace la parola 'dogma'. Fortunatamente sono uomini liberi e c'è un'alternativa per loro. Esistono due cose, e solo due cose, per la mente umana: un dogma o un pregiudizio. Il Medioevo fu un'epoca razionale, l'età della dottrina. La nostra epoca è, bene che vada, un'età poetica, l'età del pregiudizio".

Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è che non va nel mondo

Un aforisma al giorno

"Io affermo che Dio è Uno» e «Io affermo che Dio è Uno e anche Trino», questo è l'inizio di una bella amicizia agguerrita tra uomini veri. Invece, la nostra epoca vorrebbe convertire queste fedi in tendenze. E direbbe all'uomo che crede nella Trinità di seguire la molteplicità come tale (perché questo è il suo "temperamento") e quest'uomo si ripresenterebbe più tardi con trecentotrentatre persone nella Trinità. Contemporaneamente, farebbe del musulmano un Monista: una spaventosa caduta intellettuale. Costringerebbe quella persona, che prima era sana, non solo ad ammettere che esiste solo un Dio, ma ad ammettere che non esiste altro".

Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è che non va nel mondo

Carte Scoperte - presentazione del libro I Nuovi Unni - Ecco il collegamento.

Vi mettiamo a disposizione il collegamento alla trasmissione "Carte Scoperte" andata in onda ieri, con ospiti i nostri amici Monsignor Luigi Negri e Gianfranco Amato.

Ogni essere umano deve scrutare la verità ed optare per essa quando la trova, anche a rischio di affrontare sacrifici, dice il Nostro Uomo a L'Avana (absit injuria verbis)

"In realtà, chi agisce irrazionalmente non può arrivare ad essere discepolo di Gesù. Fede e ragione sono necessarie e complementari nella ricerca della verità. Dio ha creato l'uomo con un'innata vocazione alla verità e per questo lo ha dotato di ragione. Certamente non è l'irrazionalità, ma l'ansia della verità quello che promuove la fede cristiana. Ogni essere umano deve scrutare la verità ed optare per essa quando la trova, anche a rischio di affrontare sacrifici. 

Inoltre, la verità sull'uomo è un presupposto ineludibile per raggiungere la libertà, perché in essa scopriamo i fondamenti di un'etica con la quale tutti possono confrontarsi e che contiene formulazioni chiare e precise sulla vita e la morte, i doveri ed i diritti, il matrimonio, la famiglia e la società, in definitiva, sulla dignità inviolabile dell'essere umano. Questo patrimonio etico è quello che può avvicinare tutte le culture, i popoli e le religioni, le autorità e i cittadini, e i cittadini tra loro, e i credenti in Cristo con coloro che non credono in Lui".

Benedetto XVI, Omelia durante la Santa Messa a La Havana, 28 Marzo 2012

Un aforisma al giorno

"Gli uomini non devono preoccuparsi di cambiare le condizioni di vita; presto le condizioni di vita cambieranno gli uomini. Si può martellare una testa fintanto che non diventi della misura giusta per indossare un cappello. Non colpire le catene per liberare lo schiavo; colpisci lo schiavo fino a quando non si dimenticherà delle catene".

Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di sbagliato nel mondo

martedì 27 marzo 2012

Mons. Luigi Negri e Gianfranco Amato domani sera su San Marino TV

Cari amici, vi invitiamo ad assistere allo spettacolo televisivo «A carte scoperte», che vedrà in dialogo due nostri amici, Mons. Luigi Negri, Vescovo di San Marino - Montefeltro, e Gianfranco Amato, sul tema dei «Nuovi Unni», il recente libro pubblicato da Fede & Cultura, della serie dei libri di CulturaCattolica.it.

Carte Scoperte è un talk di approfondimento. Obiettivo: partire da un fatto e scoprire quale persona si nasconde dietro il personaggio che tutto conoscono. E' un modo diverso di fare televisione. Si offre all'ospite il tempo di ragionare, di spiegare e, "scoprendo le carte" si cerca di far emergere un poco di verità. La trasmissione va in onda ogni mercoledì alle 22.05 sul canale 520 di Sky e sul canale 73 del digitale terrestre.  Viene replicata la domenica alle 13, sul digitale terrestre. Sul satellite invece le repliche sono il giovedì alle 10 e alle 17, il sabato alle 18.10 e la domenica alle 9.15 alle 17.20 e alle 22.30. Oppure resta per una settimana, da mercoledì a mercoledì, sul sito www.sanmarinortv.sm.

L'appuntamento è quindi per Mercoledì 28 marzo 2012, alle ore 22.05.

Vi invitiamo inoltre ad acquistare il libro e a diffonderlo.

Immagini del primo padre Brown.

In questo collegamento trovate le prime illustrazioni del Padre Brown uscito sul Saturday Evening Post, nel 1910.

Come si può intuire, si tratta del racconto The Blue Cross, presentato però con un altro titolo (Valentin follows a curious trail).

Un aforisma al giorno

"Non potrei mai concepire o tollerare un'utopia che non mi lasci la libertà che mi interessa principalmente, la libertà di vincolarmi".

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia

lunedì 26 marzo 2012

Viva Cristo Rey! Viva la Madonna di Guadalupe! parola di Benedetto XVI

«In tempi di prova e dolore, la Madonna è stata invocata da tanti martiri che, al grido "Viva Cristo Re e Maria di Guadalupe", hanno dato una perenne testimonianza di fedeltà al Vangelo e di dedizione alla Chiesa». 

Benedetto XVI, Leon (Messico) Marzo 2012

Un aforisma al giorno

"Come minimo sei volte, in questi ultimi anni, mi sono trovato in situazioni tali da non avere altra scelta che quella di farmi cattolico. E l'avrei fatto, se questo passo avventato non mi fosse stato impedito dalla fortunata coincidenza che già lo ero".

Gilbert Keith Chesterton, Il pozzo e le pozzanghere

A Milano, presentazione del libro L’ENIGMA E LA CHIAVE (con un simpaticissimo invito dalla simpaticissima Maria Cristina La Manna)

Buondì, dall'occhialuta Cristina La Manna in arte Kris di Palermo ecco
un appuntamento che i milanesi non possono perdere... prenderei un
aereo per partecipare (l'ho fatto per l'incontro tenuto all'Università
Cattolica di Milano il 9 marzo per la Discussione pubblica sul
Discorso di Benedetto XVI al Bundestag di Berlino con relatori di
tutto rispetto: John Finnis, Professore emerito di Diritto
Costituzionale nell'University College of Oxford e nella Notre Dame
University dell'Indiana, USA, e Francesco Botturi, Ordinario di Filosofia
morale, Università Cattolica di Milano, Marta Cartabia, Giudice della
Corte Costituzionale della Repubblica Italiana... e anche per
abbracciare mio figlio Piergiorgio che studia da quest'anno alla
Statale di Milano!):


Centro Culturale di Milano - Via Zebedia, 2 - Milano 30/03/2012  18.00

G. K. Chesterton. L' enigma e la chiave

Presentazione del libro  G.K. CHESTERTON. L'ENIGMA E LA CHIAVE di
Ubaldo Casotto, prefazione di Stefano Alberto, Edizioni Lindau, 2011

Chesterton ci piace, e piacerà in futuro, perché, come dice Stefano
Alberto nella prefazione di questo volume, "è un uomo vivo che ci
aiuta a restare vivi". Chesterton non fu filosofo, ma nei suoi libri
si trova la migliore filosofia, e questo volume ne ricostruisce il
percorso attraverso saggi, romanzi, pamphlet polemici, articoli.
Impossibile ricavarne un sistema, semmai - secondo l' uso della
scolastica - glosse, note a margine, appunti di lettura. Ne emerge
alla fine il quadro di un realista in lotta con il nichilismo, di un
razionalista in lotta con i razionalisti, di un uomo libero in lotta
con i libertari, di uno spirito religioso in lotta con le religioni,
di un uomo che infine abbracciò la follia della croce per combattere
la pazzia del riduzionismo moderno, tenendo fede al suo motto: "Per
uno che sappia appena tenere in mano una spada è sempre un onore
accettare un duello".
Rileggere Chesterton aiuta a diventare protagonisti della sfida
lanciata da Benedetto XVI alla postmodernità: "Allargare i confini
della ragione".

intervengono:
Ubaldo Casotto, giornalista, autore del volume
Paolo Cevoli, attore


Un chestertoniano australiano riceve una grande sorpresa.

Qui trovate una storia molto simpatica: un local australiano compra sulla vituperata eBay un libro e... leggete che sorpresa.

L'articolo, a prescindere dalla circostanza, è interessante.

Il Sole 24 Ore parla di un nuovo libro della Lindau...

Qui trovate un articolo di recensione ad una nuova pubblicazione della Lindau, Cattolici, di Brian Moore.

Ci ha attratto per due motivi: il primo (diciamolo!) perché l'articolo inizia con le parole "Non c'è solo Chesterton nel catalogo della narrativa dell'editore Lindau". Il che è interessante: una casa editrice in Italia sta subendo un processo di quasi-identificazione con il Nostro Gilbert. Buon per Lindau.

Il secondo motivo è il contenuto del libro. Molto interessante.

Brian Moore
Cattolici
Lindau, 104 pagg., 12 euro

venerdì 23 marzo 2012

Il Santo Padre è partito per il Messico e Cuba...

... preghiamo per lui e per tutti quelli che lo incontreranno.

Intervista di Avvenire al Card. Timothy Dolan: no al piano Obama sull'aborto «gratis»

"Una battaglia che avrebbe preferito non intraprendere, ma che ha abbracciato in nome della libertà di religione e in difesa della possibilità della Chiesa di aiutare i bisognosi. Il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York e presidente della Conferenza episcopale statunitense, sottolinea con fervore la necessità di esonerare ospedali, parrocchie e associazioni caritatevoli cattoliche dall'obbligo di fornire ai propri dipendenti una gamma di servizi sanitari che comprendono aborto, sterilizzazione e contraccezione. E si accalora nel descrivere quanto il popolo cattolico si stia ribellando all'idea di imposizioni di stampo statalista sull'operato della organizzazioni benefiche cattoliche. È un ulteriore esempio di come i temi bioetici siano balzati in primo piano in quest'anno elettorale e di come i cattolici americani non esitino a esigere chiarezza sui temi morali dai propri candidati e rappresentanti e a sfidarli nell'arena pubblica quando la chiarezza viene meno".

Il resto nel collegamento qui sotto:

http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/Il-cardinale-dolan-non-al-%C3%A8piano-obama-sull%27aborto-gratis.aspx

Avvenire parla di Cristiada, film sui Cristeros presentato proprio in questi giorni in Italia

http://www.avvenire.it/Spettacoli/Pagine/cristiada-la-rivolta-per-la-fede.aspx

Speriamo solo di poterlo vedere in Italia. Abbiamo ragionevoli motivi (sappiamo da fonte di prima mano che c'è almeno un distributore interessato a farcelo vedere!) per sperare.

Un aforisma al giorno

"Mentre una tendenza costante del vecchio Adamo è quella di rivoltarsi contro quella cosa così universale e automatica che è la civiltà, di predicare deviazione e ribellione, il romanzo dell’attività di polizia mette in un certo senso sotto gli occhi il fatto che la civiltà stessa è la più sensazionale delle deviazioni e la più romanzesca delle ribellioni".

Gilbert Keith Chesterton, Come si scrive un giallo

Un aforisma al giorno

«I castelli sono tutti castelli in aria, solo le chiese sono ben piantate a terra».

Gilbert Keith Chesterton, Una breve storia d’Inghilterra

Un aforisma al giorno

«Ci potranno essere le persecuzioni di Diocleziano, le crociate dei domenicani o la fine di ogni compromesso o pace religiosa, o addirittura il tramonto della civiltà e del mondo, prima che la Chiesa cattolica ammetta che un idiota, così come una persona qualunque, “non valga la pena di essere salvato"».
Gilbert Keith Chesterton, La mia fede

Un aforisma al giorno

La verità intera è in genere alleata della virtù, una mezza verità è sempre alleata di un vizio.
Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 11/06/1910

Il nostro amico Andrea Monda pubblica Benedetta umiltà


Cari Amici,

come potete vedere il nostro caro amico Andrea Monda, scrittore, professore di religione, giornalista il tutto condito dall'aggettivo "chestertoniano", ha appena dato alle stampe il bel libro che vedete in fotografia. L'editore è Lindau.

Che dire?

Ecco come ci viene presentato il volume, tirate le vostre conclusioni, noi ve l'avevamo detto che Benedetto XVI ha più che una simpatia per il nostro Chesterton!

"Martedì 19 aprile 2005, ore 17.44, piazza San Pietro, ombelico del mondo: la fumata è bianca. Da qui comincia il percorso di Joseph Ratzinger come Vicario di Cristo in terra. Da qui inizia anche il nostro viaggio alla scoperta di Benedetto XVI, «semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore», come lui stesso si definì quel giorno. Ma queste prime parole – che sono rimaste impresse nella memoria di tutti – sono figlie dell’emozione del momento, rappresentano una formula retorica o rivelano qualcosa di profondo dell’uomo chiamato a succedere a Pietro? Scegliendo quest’ultima ipotesi Andrea Monda si addentra in una «selva luminosa» fatta di discrezione, rinuncia, disponibilità, dedizione, leggerezza, sacrificio, autoironia, umorismo, gioia… tutti tasselli preziosi per ricostruire il profilo del pontefice-professore attraverso l’analisi di uno stile in cui forse risiede una delle sue lezioni più importanti. In particolare al centro della scena ci sono, per una volta, l’umiltà – la più misteriosa delle virtù – e il suo frutto più gustoso, l’umorismo, due parole che trovano in humus, terra, una comune radice etimologica. Chi è «terra terra», chi non insuperbisce, è a un tempo umile e dotato di umorismo, perché avverte che esiste un mondo più grande del proprio io e, oltre questo mondo, Qualcuno di ancora più grande. Umiltà e umorismo sono «il segreto della vita», soprattutto per un cattolico, e sono due tratti che caratterizzano al massimo grado l’uomo Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, non meno della sua opera. Al termine di un itinerario che passa per l’analisi dei suoi gesti, delle sue parole e del pensiero di autori a lui cari (da sant’Agostino a Urs von Balthasar, da Clive S. Lewis a Gilbert K. Chesterton), sarà finalmente possibile vedere l’attuale Pontefice sotto una luce diversa da quella divulgata dai media e sarà più facile accordargli quello che lui, con candido coraggio, da tempo chiede: «Un anticipo di simpatia»".

Andrea è laureato in Giurisprudenza presso l'Università La Sapienza di Roma ma poi ha decisamente sdirazzato e si è preso quella in Scienze religiose presso la Pontificia Università Gregoriana ed ha cominciato a fare il professore di religione, scrive su vari quotidiani e periodici tra cui Il Foglio, l'Osservatore Romano, l'Avvenire e altri ancora, non ultima la anche nostra Chesterton Review. E' uno delle menti di BombaCarta, sito ed ensamble di letteratura, scrittura, lettura e altro ancora.

mercoledì 21 marzo 2012

Un aforisma al giorno

"Il corpo non era più ciò che era quando Platone e Porfirio e i vecchi mistici lo avevano abbandonato perché morto. Era stato appeso al patibolo. Era risorto da una tomba. Non era più possibile per l’anima disprezzare i sensi, che erano divenuti gli organi di qualcosa che era più dell’uomo. Platone poteva disprezzare la carne, ma Dio non l’aveva disprezzata".
Gilbert Keith Chesterton, San Tommaso d’Aquino

Un aforisma al giorno

"Un sistema del tutto basato sulla divisione del lavoro è semi-intelligente nel vero senso del termine. Vale a dire che chiunque esegua la metà di un'operazione usa di fatto solo la metà del suo ingegno".
Gilbert Keith Chesterton, Il profilo della ragionevolezza

Un aforisma al giorno

"Se Dio non ci fosse, non ci sarebbero gli atei".
Gilbert Keith Chesterton, Where all roads lead

Un aforisma al giorno

"Gran parte del lavoro consiste in un lavoro di traduzione, nello scoprire il significato reale di parole che la Chiesa utilizza in modo corretto e il mondo no".
Gilbert Keith Chesterton, La Chiesa Cattolica - Dove tutte le verità si danno appuntamento (titolo originale: The Thing)

martedì 20 marzo 2012

Capita...


... Sì, capita che una mattina, scorrendo distrattamente una pubblicazione andando al lavoro, mentre parli al telefono con un'amica, lo sguardo, che non legge ma in qualche modo cattura le parole, improvvisamente si fermi, rendendosi conto di aver rilevato qualcosa di conosciuto  ma senza metterlo a fuoco e allo stesso tempo ...pensando a un'allucinazione

- hei Grazia, ci sei, sei viva?
- NON CI CREDO... un rettangolino rosa emerge da un articolo su fondo bianco, i consigli di lettura del mensile...

lo metto in allegato, così lo potete vedere anche voi (il formato lascia un po' a desiderare... ma non sono riuscita a fare di meglio!)...

E' stato un bell'inizio di giornata!

La rivista si chiama "Il Centone", ed è un mensile che si pubblica a Cento (FE); il numero è quello di febbraio (che ora purtroppo non sembra scaricabarile).

Ciao

Maria Grazia Gotti

Un aforisma al giorno (ah ah ah!)

"Quando tutti saranno senza sesso ci sarà uguaglianza. Non ci sarà né donna, né uomo. Non ci sarà che  fraternità, libera ed eguale. L'unica consolazione sarà che ciò non durerà che per una sola generazione".

Gilbert Keith Chesterton, GK’s Weekly, 26 Luglio 1930

Rassegna triste

20 Marzo 2012 - Libero
Omosessuali
Europa e giudici calpestano il buonsenso 436 KB

20 Marzo 2012 - CorrieredellaSera
Omosessuali
Rimini: il silenzio del legislatore 111 KB

20 Marzo 2012 - Europa
Omosessuali
Nozze gay, i tempi sono maturi 88 KB

20 Marzo 2012 - Unita'
Omosessuali
Il governo non pu trascurare i diritti civili 75 KB

lunedì 19 marzo 2012

Da Il Foglio, 17 marzo: Il realismo dei geni (di Carlo Valerio Bellieni)


Il Foglio, 17 marzo 2012

Carlo Bellieni

Ci hanno insegnato che dire DNA è dire determinismo; ma la scienza ci mostra invece l'esatto opposto. Partiamo da una ricerca svizzera pubblicata in questi giorni: trattare male i bambini altera l'espressione del loro DNA con il serio rischio che queste alterazioni diventino ereditabili. Questo inquietante scenario riguarda non solo i maltrattamenti, ma anche gli insulti ambientali e fisici e ci apre ad una realtà imprevedibile solo vent'anni fa: il DNA "riceve ordini" dall'ambiente e potrebbe trasmetterli alle generazioni future! Il tutto regolato da una nuova branca della biologia: l'epigenetica.

Attenti i dogmatici e i fan dell'immobilismo: l'epigenetica (regolazione ad un livello superiore –"epi"- dell'espressione dei geni) ci dice che se credevamo di arrivare a conoscere la vita decifrando il DNA, ora ci sentiamo dei bambinetti presuntuosi: Il DNA parla, ma è l'ambiente che lo fa parlare tramite una struttura ancora più complessa, ancora tutta da decifrare. Il DNA parla in rapporto a quello che gli chiede l'ambiente. Capite come cambia la prospettiva? Quello che siamo non è "già scritto", e quello che è scritto, può essere letto dalla natura in vari modi. "Nella mente del pubblico, l'identificazione di geni responsabili di malattie era un passo sulla via di una medicina personalizzata. Sfortunatamente, si è mostrato essere un passo molto piccolo" spiega l'oncologo Nahid Turan sulla rivista Epigenetics.

Per un pediatra, l'epigenetica è l'uovo di Colombo: certi stimoli arrivati nel pancione o nei primi momentidella vita, "svegliano" o "addormentano" dei geni. Ad esempio, se ai feti arriva meno nutrimento, questo sveglierà dei geni che predispongono da adulti allo sviluppo dell'ipertensione o del diabete. Se invece il bambino ancora in fasce riceve meno coccole –come risulta da studi su animali- , la loro mancanza è in grado di addormentare dei geni che prevengono lo stress. E queste attivazioni di geni si trasmettano alle generazioni seguenti, tanto che se uno nasce dopo una carestia trasmette il ritardo di crescita alla nascita alle generazioni seguenti.

I ricercatori italiani proprio in questi giorni hanno pubblicato la loro importante scoperta in questo campo: una proteina, Zfp57, che insieme ad altri fattori garantisce la conservazione dei segnali epigenetici dall'embrione all'adulto: questo lasciar parlare o zittire alcuni geni avviene infatti attraverso certe molecole che solo ora iniziamo a conoscere.

Roba solo da scienziati? Mica tanto. Pensiamo ad esempio alla fecondazione in vitro: avviene in vitro e non nel pancione delle mamme, a contatto con le cellule della tuba uterina e con le proteine che queste cellule producono. Può questo ambiente attivare o disattivare dei geni in modo diverso da quanto farebbe l'utero materno? Essendo malattie rarissime, ancora non lo sappiamo; tuttavia leggiamo che disordini dell'imprinting, legati a modificazioni epigenetiche, "possono essere aumentati in seguito alla fertilizzazione in vitro" (Best Pratice and Research, luglio 2007) Ma se l'ambiente influisce su come il DNA si esprime, e dato che quest'influenza si eredita, si capisce come si apra una prospettiva verso nuove frontiere evoluzionistiche: come diceva il chimico Enzo Tiezzi, l'evoluzione è stocastica, non casuale, cioè è armonica con l'ambiente da cui riceve e cui dà collaborazione. Le variazioni dell'ambiente non sono solo "selettive" di chi "non è adatto", ma anche indirizzano il DNA ad esprimersi in armonia con le variazioni stesse, pur senza modificarne la struttura.

Eva Jablonka, genetista dell'università di Tel Aviv, nel suo libro "Evoluzione a quattro dimensioni" (UTET, 2009) sostiene, parlando dell'ereditarietà, che essa: "non ha a che vedere soltanto con i geni; alcune variazioni ereditarie non sono casuali in origine; certe informazioni acquisite vengono ereditate". E aggiunge: "Simili affermazioni rischiano di suonare eretiche alle orecchie di chiunque abbia appreso sui banchi di scuola la solita versione della teoria evoluzionista di Darwin secondo cui l'adattamento ha luogo attraverso la selezione casuale di variazioni genetiche casuali. Trovano tuttavia saldo fondamento nei nuovi dati".Ovviamente a chi vuole dimostrare che la vita a tutti i costi  è casuale, questo non va giù; ma i dogmi scricchiolano: abbiamo iniziato il 21° secolo col mito del sequenziamento del DNA, e ora ci troviamo la porta spalancata su un mistero mille volte maggiore.


Rassegna stampa del 19 marzo 2012 (tristezza! tristezza! tristezza!)



17 Marzo 2012 - CorriereMercantile
Omosessuali
SI PARLA DI NOI :: Giudici creativi 133 KB

17 Marzo 2012 - Avvenire
Fecondazione Artificiale
Sconfitte le lobby gay 247 KB

17 Marzo 2012 - Avvenire
Omosessuali
Non il sentire comune 469 KB

19 Marzo 2012 - ItaliaOggi
Omosessuali
Si parte dalla forma 178 KB

17 Marzo 2012 - Repubblica
Omosessuali
Prove di accordo bipartisan 120 KB

19 Marzo 2012 - Unita'
Omosessuali
...e ora le leggi 116 KB

17 Marzo 2012 - Europa
Omosessuali
Il nostro no alle nozze gay 183 KB

17 Marzo 2012 - Foglio
Omosessuali
Date alle famiglie i diritti dei conviventi 72 KB

17 Marzo 2012 - Foglio
Omosessuali
A ciascuno la sua casa 112 KB

17 Marzo 2012 - CorrieredellaSera
Omosessuali
Bufera tra gli anglicani 114 KB

18 Marzo 2012 - RomaSette
Famiglia, primo valore per gli italiani 360 KB

17 Marzo 2012 - Avvenire
Famiglia E Lavoro
Donne senza aiuti 109 KB

18 Marzo 2012 - Avvenire
Lo straordinario si fa ordinario 783 KB

18 Marzo 2012 - Avvenire
CISF. La coppia scoppia se solo un aggregato 121 KB

sabato 17 marzo 2012

giovedì 15 marzo 2012

Il protagonista de Il Circo della Farfalla è anche protagonista di Bella

Qui trovate un articolo de Il Foglio sul film Bella, uscito circa tre anni fa, un bel film che consigliamo a tutti che vede tra i suoi protagonisti proprio quell'Eduardo Verastegui, protagonista anche del corto Il Circo della Farfalla (o se preferite The Butterfly Circus o El Circo de la Mariposa).

E' un bel tipo, Verastegui. Ritornato alla sua sana tradizione cattolica messicana, ha cambiato decisamente orientamento alla sua vita di attore e modello per accettare solo ruoli che vadano d'accordo con la sua fede e con le sue idee cattoliche.

Recentemente ha interpretato anche il martire Anacleto Gonzales Flores nel film Cristiada, sulla gloriosa e dolorosa epopea dei Cristeros messicani.

Qualche notizia in più sui Doctor Deseo

Sui Doctor Deseo (letteralmente, "Dottor Desiderio") ecco qualcosa in più.


Il gruppo è composto dal paroliere e cantante Francesco Díez Bilbao, Josi Jimenez al basso, Raul Lomas alle tastiere, Aitor Agiriano Toro alle chitarre e Txanpi alla batteria.

L'album, ispirato anche a concetti cari a Chesterton, si intitola Al amanecer seguir soñando (letteralmente, "All'alba continuare a sognare").

Ecco cosa ne dice il giornale on line propostoci da Maria Grazia:

«E' un "lavoro collettivo" è stato pubblicato come un libro-CD con dieci brani, uno in Euskera (la lingua basca, ndr) con testi di Marta Ortiz e quattro micro-narrazioni di scrittori baschi Kirmen Uribe, Bernardo Atxaga Edorta Jimenez e Itziar Ziga... La terza fonte di ispirazione dovrebbe essere la citazione dello scrittore inglese GK Chesterton dice che "le fiabe sono vere, non solo perché ci dicono che i draghi esistono, ma perché ci dicono che i draghi si possono vincere"».

Allora è un vizio! E' una malattia! Un altro gruppo musicale che si ispira a Chesterton! I Doctor Deseo

Un gruppo musicale di Bilbao, i Doctor Deseo, sta pubblicando il suo tredicesimo album, intitolato Al amanecer seguir soñando: indovinate chi c'è fra gli ispiratori dei testi...


Maria Grazia Gotti

Un aforisma al giorno (Bello! Bellissimo!)

"Io rappresento l'allegra massa del genere umano. Sono il cristiano felice e spericolato".

G.K. Chesterton, Daily News, 13/12/1907

«Liberate Asia Bibi»: petizione all'Onu per salvare la cristiana condannata a morte in Pakistan

Asia Bibi, madre cristiana, è stata condannata nel novembre del 2009 in Pakistan per false accuse di blasfemia. Ora attende la sentenza della corte d'appello in carcere. All'Onu 50 attivisti hanno presentato una petizione per liberarla. Nell'appello si ricordano anche le sue "colpe": aver infettato un pozzo, per il semplice fatto di avervi attinto un bicchiere d'acqua.

Trovate qui l'articolo, su Tempi.

Diffondetelo con tutti i mezzi. Asia Bibi è nostra.

Cristiani licenziati - di Lorenzo Albacete (da Il Sussidiario)

http://www.ilsussidiario.net/News/Editoriale/2012/3/14/Cristiani-licenziati/255223/

L'ultima fatica del nostro amico Gianfranco Amato, I nuovi Unni.



Eccolo qui, il libro di Gianfranco Amato, nostro caro amico, chestertoniano inossidabile e agguerrito editorialista di Avvenire, Cultura Cattolica e Corrispondenza Romana. Sapete che ospitiamo spessissimo i suoi interventi e lo facciamo con grande piacere e con gratitudine nei suoi confronti.

Gianfranco fu ospite nel Giugno 2010 della festa del beato Pier Giorgio Frassati all'interno della quale si colloca anche il Chesterton Day (infatti sarà anche quest'anno a Grottammare, precisamente la sera del 23 Giugno 2012, per presentare questo bel volume e per affiancare don Gabriele Mangiarotti, mentore del bellissimo sito di Cultura Cattolica, nella presentazione del martire cattolico pakistano Shahbhaz Bhatti) e tenne una serata molto interessante ed animata, molto apprezzata dai partecipanti.

Ora esce questo volume il cui titolo è I nuovi Unni - Il ruolo della Gran Bretagna nell'imbarbarimento della civiltà occidentale, per i tipi di Fede & Cultura e con la collaborazione di Cultura Cattolica.

Il libro è impreziosito dalla prefazione di un altro nostro grande amico anche lui chestertoniano, mons. Luigi Negri, Vescovo di San Marino - Montefeltro, e dell'introduzione di don Gabriele Mangiarotti, ideatore di Cultura Cattolica.

La Gran Bretagna è diventata il nuovo laboratorio sociale della società scristianizzata (oggi parliamo di Dante che vogliono estromettere dalla nostra cultura, dell'Europa che vuole imporci il matrimonio tra omosessuali, legislazioni sempre più invadenti che vogliono imporci principi non nostri...). Gianfranco cerca di dare delle risposte alle domande principali: perché accade ciò? Perché proprio in Gran Bretagna? Perché si vuole questo imbarbarimento ad ogni costo?

Il libro è diviso in due sezioni, una che tratta delle ragioni storiche e culturali che hanno portato all'attuale stato di cose (dal titolo Le cause), l'altra (dal titolo Gli effetti) un'immagine di ciò che accade tutti i giorni da quelle parti (chi venne a Grottammare nel 2010 sicuramente ricorderà la storia della hostess licenziata perché portava al collo il Crocifisso, e tante altre storie che Gianfranco ci ha saputo narrare in maniera brillante e veritiera: ricordate anche il vostro stupore?).

Costa € 18,00, acquistatelo e leggetelo, così aprirete gli occhi su quella che potrebbe essere la nuova frontiera anche qui in Italia.

Poi se volete sentirne parlare, pronti a Grottammare il 23 Giugno 2012.

Rassegna stampa (tristezze! tristezze!)


14 Marzo 2012 - Sole24ore
Divorzio Breve
Si allungano i tempi per l'approvazione 47 KB

14 Marzo 2012 - Avvenire
Omosessuali
Da Strasburgo nuovo spot gay 98 KB

14 Marzo 2012 - Stampa
Omosessuali
La famiglia anche gay 245 KB

14 Marzo 2012 - Giornale
Omosessuali
Hanno vinto i gay 157 KB

14 Marzo 2012 - libero
Omosessuali
La lobby gay piega l'Europa 100 KB

Non ci dovevano toccare Dante, dice Annalisa Teggi... - Da Tempi - Bravo, Tempi, bravissima la nostra Annalisa!

Dante spiegato da Chesterton è estremista e fazioso. Cioè libero fin nel midollo

A proposito dell'idea dell'Onu di estromettere dalla scuola la Divina Commedia, ci sarebbe qualche domanda impertinente da porre sull'estremismo dell'Alighieri. «L'orizzonte che Dante suggerisce è un invito aperto - cioè da uomo libero - sulla necessità di renderci conto che l'encomiabile parola "tolleranza" oggi spalanca un orizzonte davvero aperto, cioè inconsistente».
14 Mar 2012

Spulciando in un qualche sito di letteratura mi sono imbattuta in questa citazione di Ennio Flaiano che non conoscevo: «L’amor che muove il sole e le altre stelle. Ecco un verso di Dante che vede oltre il telescopio di Galilei» (da Autobiografia del Blu di Prussia). È più tipico della nostra epoca trascurare gli strumenti che permettono una visione d'insieme, e ammirare invece tutti quei marchingegni che ci rendono capaci di smembrare ogni cosa in dettagli. 
E così anch'io, come molti, ho letto l'argomentazione, dettagliatamente giustificata, in base a cui sarebbe opportuno espungere la Divina Commedia di Dante dai programmi ministeriali o «almeno di inserire i necessari commenti e chiarimenti».


Per saperne di più

Sono pienamente d'accordo, riguardo al fatto che certi chiarimenti siano necessari. E, una volta  puntualizzati questi chiarimenti, risulterà necessario continuare a farci accompagnare da Dante nel cammin di nostra vita. Perché siamo noi l'anello debole, non i suoi versi.



Io faccio parte di quella grande truppa di gente che di qui a qualche mese s'imbarcherà nell'avventura del Tfa (il tirocinio per ottenere l'abilitazione all'insegnamento) e, dunque, mi sto rimettendo a studiare in vista degli esami previsti; il primo scoglio da superare sarà, a quel che si dice, un quiz a risposte multiple, in cui se Dante c'entrerà in qualche modo, sarà perché ci verrà chiesto se il verso «fu viso a me cantare essa sustanza» contiene una sineddoche, una sinalefe o una sinestesia. Anche questa puntigliosità è molto giusta, perché penso davvero che lasostanza con cui Dante ci abbraccia sia più vivamente commovente grazie agli strumenti (metrici, retorici, ecc) con cui l'ha cantata.



Ma una volta compiuto il mio tirocinio, una volta superato un concorso, probabilmente in un tempo ancora assai lontano, entrerò in classe e comincerò a fare quello che molti insegnanti fanno tutti i giorni. Leggere e far studiare Dante, tra le altre cose. 



È su questo che comincio a farmi delle domande. È su questo che urgono chiarimenti e commenti. Che non sono le note a piè pagina da far studiare ai ragazzi per risolvere l'enigma del veltro. Il punto è capire se io saprò parlare in modo sensato del medioevo, se saprò giustificare l'estremismo di cui Dante fu davvero capace, senza giustificarmi di fronte all'alunno islamico perché il nostro sommo poeta ha davvero usato immagini crude e cruente per parlare di Maometto. 



Probabilmente in un eccesso di fervore dantesco, intuisco che proprio con il XXVIII dell'Inferno (là dove compare l'immagine atroce di Maometto squartato) Dante mi offrirebbe un'opportunità imperdibile come insegnante di alunni che, verisimilmente, saranno sempre più eterogenei (e confusi in ogni senso). Potrebbe essere l'opportunità coraggiosa di mettere da parte per un attimo la parafrasi e di parlare di un'epoca in cui ciò che noi, con le nostre etichette moderne, classifichiamo come razzismo era il guardarsi reciproco di due civiltà assolutamente diverse, ma così sane da ricordarselo a vicenda (e, va detto, non solo in modo rispettosamente e politicamente corretto). 



L'orizzonte che Dante suggerisce, mostrandosi a noi in modo così clamorosamente fazioso, è un invito aperto - cioè da uomo libero - sulla necessità di renderci conto che l'encomiabile parola "tolleranza" oggi spalanca un orizzonte davvero aperto - cioè inconsistente. Questa ipotesi mi è sorta da quando frequento con assiduità il signor Chesterton e mi sono convinta che queste sue parole siano il chiarimento introduttivo davvero necessario a chi insegna la Divina Commedia:



«Il Medioevo fu un’epoca razionale, l’età della dottrina. La nostra epoca è, bene che vada, un’età poetica, l’età del pregiudizio. Una dottrina è un punto ben marcato; un pregiudizio è un’indicazione di direzione. Una direzione è sempre e di gran lunga più fantasiosa di un progetto. Preferirei avere in mano la più antica delle cartine su cui è tracciata la strada per Brighton piuttosto che una generica raccomandazione di girare a sinistra. . 

Non è strettamente vero che un credo unisce gli uomini. Al contrario, la diversità di credo unisce gli uomini – fintanto che la diversità resta chiara. Un confine unisce. Molti magnanimi musulmani e cavalieri crociati, essendo entrambi dogmatici, dovettero sentirsi molto più uniti di due vagabondi agnostici. 
La differenza tra questi due sistemi mentali è netta e inconfondibile. E la differenza essenziale è questa: i pregiudizi sono divergenti tra loro, mentre le fedi sono sempre in aperta collisione tra loro. I credenti sbattono l’uno contro l’altro, mentre i bigotti si tengono alla larga tra di loro. E funziona proprio così riguardo alle nostre attuali divisioni: ci tengono l’uno alla larga dall’altro» (da Cosa c'è di sbagliato nel mondo).



Verrebbe da sintetizzare il tutto dicendo che solo gli estremisti possono essere veri mediatori tra loro; ma questo è solo un giochetto linguistico dovuto all'eccessiva frequentazione del signor Chesterton. Vero è, invece, che la tolleranza di cui si parla oggi ha molto a che fare con la nebbia indistinta in cui, procedendo per sottrazioni politicamente corrette, la geometria di base salta e rimaniamo senza un punto fermo, senza un centro. 



A un uomo come il signor Chesterton, che studiava con il telescopio la storia, anziché col microscopio, capitò di pronunciare, pressoché un secolo fa, quella che potrebbe benissimo essere scambiata per una profezia calibrata al millimetro su questo nostro tempo, ma invece è solo la voce realista di chi intuisce che «noi non comprenderemo il problema del passato finché non comprenderemo che quel problema riguarda anche il presente, e persino il futuro». Era in compagnia delle parole del poeta medievale Chaucer (quello che si potrebbe definire il corrispettivo di Dante nella letteratura inglese) e stava parlando di quell'epoca - attraversata anch'essa come la nostra da serie contraddizioni - in cui giovani ragazzi partivano per le crociate: «Senza considerare l'aspetto religioso, dobbiamo renderci conto che c'è stato un momento, e potrà esserci ancora, in cui l'Europa aveva un centro. E noi tutti dobbiamo aspettarci, nel futuro, molti patetici tentativi di centralizzare l'Europa senza un centro».