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Rassegna stampa


1. UN PRETE METTE UN ALLUCINOGENO NELLE OSTIE E IN CHIESA ACCADE UN PANDEMONIO: OVVIAMENTE E' TUTTO FALSO 
La diocesi smentisce, ma ormai la notizia si è diffusa a macchia d'olio su internet: il confine tra vero e falso è del tutto saltato, ciò che conta è che la notizia sia attraente (e magari contro la Chiesa) 
Autore: Umberto Folena - Fonte: Avvenire
LEGGI >>>http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2176

2. LE INQUIETANTI PAROLE DI MARIO MONTI NEGLI USA: ''VOGLIO CAMBIARE IL MODO DI VIVERE DEGLI ITALIANI'' 
La vicenda dell'ICI alle scuole paritarie (sollecitata dalla massoneria) è la dimostrazione che il governo tecnico è un'illusione perché non esistono materie neutre 
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Bussola Quotidiana 
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3. MATRIX IN DIRETTA DA ATENE: L'ITALIA RISCHIA DI FARE LA FINE DELLA GRECIA, ECCO PERCHE'... 
Univoche le testimonianze della gente: ''Quello che oggi sta accadendo a noi, accadrà a voi, perché chi provoca tutto questo ha le stesse identiche intenzioni nei confronti vostri, della Spagna, del Portogallo, dell'Irlanda, ecc.'' 
Autore: Massimo Viglione - Fonte: Corrispondenza Romana 
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4. ECCO COME IL GOVERNO TECNICO STA ANDANDO CONTRO GLI INTERESSI DI TUTTI: DESTRA, SINISTRA E CATTOLICI 
Come nella ex Germania comunista è al potere una casta che pretende di cambiare il popolo, invece di avere un popolo sovrano cui si riconosce il diritto di cambiare chi comanda 
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero 
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5. IL GENERALE DEI BRIGANTI: LA FICTION DELLA RAI STRAVOLGE LA REALTA' 
Il vero Crocco (che non parlava napoletano) incarnò le aspirazioni della povera gente grazie alle sue esaltanti vittorie contro il violento e oppressore esercito piemontese 
Autore: Antonio Giuliano - Fonte: La Bussola Quotidiana 
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6. LA PRESIDENTE DEL BRASILE SCEGLIE UN'ABORTISTA COME MINISTRO DELLA POLITICA PER LE DONNE 
Prima delle elezioni la Rousseff si era impegnata a non introdurre l'aborto libero, ma si temeva che fosse solo una balla per ingannare i cattolici... ora ne abbiamo la certezza 
Autore: Gherardo Milanesi - Fonte: Avvenire 
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7. PROTESTE CONTRO LA RAI: LICENZIARE UNA DONNA SOLO PERCHE' RIMANE INCINTA E' UNA VIGLIACCATA... 
Ma il problema principale è che quando le madri iniziano a pensare che il lavoro sia più importante del figlio che portano nel loro ventre, allora è davvero la fine 
Autore: Mario Palmaro - Fonte: La Bussola Quotidiana 
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8. CLAMOROSO DIETROFRONT SCIENTIFICO: IL NEUTRINO NON E' PIU' VELOCE DELLA LUCE 
Giornali e televisioni fanno divenire immediatamente clamorosi, eccezionali, argomenti da bar, notizie relative a probabili nuovi risultati sperimentali che vanno verificati per bene prima di essere divulgati al grande pubblico 
Autore: Fabio Spina - Fonte: La Bussola Quotidiana 
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9. IL NUOVO LIBRO DI DE MATTEI SUL BEATO PIO IX, UNO DEI PIU' GRANDI PONTEFICI DI TUTTI TEMPI 
Il pontefice più longevo della storia, autore del Sillabo, sostenitore dell'infallibilità del Papa, personaggio chiave nel risorgimento, proclamato beato da Giovanni Paolo II nel 2000 
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Radici Cristiane 
LEGGI >>>http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2177

Qualche riferimento in più circa il San Francesco di Chesterton e i Mumford & Sons...

Lo riportiamo sano sano da questo blog [il titolo del blog è Laughter and Humility (GK-Chesterton.org)].

In pratica il riferimento al San Francesco di Chesterton nel testo della canzone The Cave è un versetto che riprende un brano della biografia del Poverello d'Assisi. Abbiamo messo in grande in azzurro il testo della canzone, mentre in rosso il passaggio (bellissimo!) del libro del Nostro.

Il riferimento è schietto ed evidente ed anche significativo e fedele al testo chestertoniano. Molto bello, perché fa riferimento a quel vedere il mondo a testa in giù che suggerirebbe il senso della dipendenza da Chi ha fatto il mondo, Dio.

Il testo del post è in inglese qui sotto.

Poi pare che il frontman del gruppo, Marcus Mumford, abbia suggerito la lettura di Chesterton nel "book club" del loro sito internet.

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Mumford and Sons' "The Cave" and GKC's "Saint Francis of Assisi"

Given that Marcus Mumford has recommended reading GKC in the "book club" on their website (see here), and referenced him elsewhere as well (see here), I find it interesting to come across a message board post that points out there is an allusion to Chesterton's Saint Francis of Assisi in the song "The Cave".

First, from Mumford and Son's "The Cave"

So come out of your cave walking on your hands
And see the world hanging upside down
You can understand dependence
When you know the Maker's hand

Now, the passage from Chesterton's Saint Francis of Assissi

Francis, at the time or somewhere about the time when he disappeared into the prison or the dark cavern, underwent a reversal of a certain psychological kind...The man who went into the cave was not the man who came out again...He looked at the world as differently from other men as if he had come out of that dark hole walking on his hands...This state can only be represented in symbol; but the symbol of inversion is true in another way. If a man saw the world upside down, with all the trees and towers hanging head downwards as in a pool, one effect would be to emphasise the idea of dependence. There is a Latin and literal connection; for the very word dependence only means hanging. It would make vivid the Scriptural text which says that God has hung the world upon nothing.

I Mumford & Sons si ispirano al San Francesco di Chesterton (così dicono su L'Arena...)

Da L'Arena del 26 febbraio 2012 (il neretto è nostro).

I Mumford & Sons, premiata ditta a Verona

TEATRO ROMANO. Il gruppo inglese sta preparando il nuovo album
Concerto il 2 luglio. Un milione di copie col primo disco

26/02/2012

Citano Steinbeck, Omero, Platone e Shakespeare. Suonano una musica folk contemporanea che guarda più ai Coldplay che a Woopdy Guthrie. Sono i Mumford & Sons, la «premiata ditta» inglese che sarà in concerto il 2 luglio al Teatro Romano, in uno dei pochi concerti rock internazionali che la nostra città offrirà la prossima estate. I componenti del gruppo sono Marcus Mumford, il titolare del marchio, Country Winston Marshall, Ben Lovett e Ted Dwane. La loro strumentazione comprende mandolino, banjo, dobro, fisarmonica e contrabbasso ma, seppure associati alla scena folk della parte ovest di Londra, Mumford e i suoi compagni (o meglio, i suoi «figli»), sanno come costruire canzoni che inglobano suoni elettrici ma soprattutto sanno creare un'atmosfera rock con strumenti acustici. Per capire il loro profilo, basti sapere che il loro disco d'esordio, il meraviglioso Sigh no more si è preso un paio di nomination ai Grammy del 2010 e anche se non ha vinto nulla, la band è stata molto apprezzata dal vivo, durante la cerimonia di premiazione. Lo stesso Bob Dylan li ha voluti come band personale durante l'esecuzione del classico Maggie's farm. Il loro Sigh no more ha venduto oltre un milione di copie tra Europa e Stati Uniti, raccogliendo un Brit Award come disco dell'anno e diversi premi assegnati da riviste come Q e New Musical Express. Non male per un disco non certo pop, anzi, che cita Shakespeare (strofe prese da Molto rumore per nulla e Macbeth. «Puoi rubare le frasi del Bardo», ha detto Mumford, «anche perché lui non chiamerà nessun avvocato per chiederti i danni»). E in brani come The cave i riferimenti sono al mito della caverna di Platone e l'Odissea, oltre alla storia di San Francesco scritta da G.K. Chesterton. Le atmosfere da Grande Depressione di altri brani rimandano invece ai capolavori di John Steinbeck. Con queste premesse, c'è attesa per il loro tour e per il nuovo album, in uscita in tarda primavera. Secondo le dichiarazioni del bassista Ted Dwayne, «il prossimo disco suonerà come folk doom, una specie di incrocio tra i Black Sabbath e Nick Drake». Le prime canzoni inedite si ascolteranno durante il concerto per Amnesty International, il Secret Policeman's Ball a New York, il 4 marzo, e poi al Rockness festival in giugno. In mezzo, un tour americano che servirà a tenere alta l'attenzione su questa ditta, pardon gruppo, che ha tutte le carte in regola per diventare i nuovi Coldplay.
Giulio Brusati 

L'ICI alla Chiesa - Un articolo dal blog Settimo Cielo di Sandro Magister

Chiarimenti. Il governo di Mario Monti li ha assicurati. La conferenza episcopale italiana li ha invocati.
In effetti c'era qualche punto non chiaro nella normativa sull'ICI per gli enti non profit (vedi il precedente post di Settimo Cielo sul tema).
Ma l'emendamento introdotto dal governo nel decreto legge sulla concorrenza non brilla per chiarezza. E confuso è soprattutto il rilancio che ne hanno dato i media.
La notizia diffusa dai media, nella loro quasi totalità, è che la Chiesa cattolica dovrà finalmente pagare l'ICI per gli immobili in cui esercita attività commerciali.
Una notizia con un doppio errore. Primo, perché il provvedimento del governo non riguarda solo la Chiesa, ma l'intero mondo non profit: ebrei, valdesi, ARCI, Telethon, Emergency, eccetera. Nel comunicato emesso da Palazzo Chigi il 24 febbraio – come già nel precedente del 15 febbraio – la parola "Chiesa" non c'è mai, neppure una volta.
Secondo, perché sia la Chiesa sia gli altri enti non profit l'ICI la pagano già, per i loro immobili dati in affitto o in cui esercitano attività lucrative. Ad esempio, due grossi proprietari di case come l'APSA e Propaganda Fide sono già il secondo e il terzo maggior contribuente ICI del comune di Roma.
Anzi, in forza della normativa vigente, un istituto religioso che abbia in un suo immobile sia un esercizio alberghiero sia un un convento o una cappella, paga l'ICI per l'intero immobile. Su questo l'emendamento Monti fa chiarezza: l'ICI dovrà essere pagata solo per la parte dell'immobile adibita ad uso commerciale. Come già avviene, ad esempio, per il bar di un oratorio.
Il punto non chiaro del provvedimento è là dove esso sembra estendere l'obbligo a pagare l'ICI anche agli immobili destinati ad attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative, sportive, cioè a tutte quelle attività "esentate" dall'articolo 7 della legge 504 del 1992, entro i parametri di non profit stabiliti dalla circolare del 26 gennaio 2009 numero 2 del ministero delle finanze.
Molte di queste attività, infatti, si configurano di per sé come commerciali, in quanto prestano in forma organizzata dei servizi per i quali si richiede il pagamento di un corrispettivo.
Una scuola privata paritaria in cui si paghino delle rette, ad esempio, rientra in questa fattispecie. Attualmente è esente dall'ICI. Domani la dovrà versare?
Se fosse così, a sopportare questo costo aggiuntivo sarebbero non soltanto le scuole cattoliche, meno della metà del totale delle scuole private paritarie, ma anche le ebraiche, le valdesi e le molte estranee a confessioni religiose.
Sia il ministro per lo sviluppo economico Corrado Passera, sia il sottosegretario all'economia Gianfranco Polillo hanno assicurato che nell'applicare il provvedimento il governo farà "molta attenzione" al non profit e a "chi vuole rendere un servizio alla collettività".
Tale servizio corrisponde, per quanto riguarda le scuole private, a un risparmio annuo per lo stato di più di 6 miliardi di euro.
Ma sarebbe paradossale se un provvedimento preso dal governo anche per sventare una sanzione dell'Europa per violazione delle regole di concorrenza si ritorcesse nel suo contrario, obbligando le scuole private paritarie a pagare un'imposta da cui sono esenti le scuole statali e comunali, pur dovendo tutte offrire gli stessi standard di istruzione.

lunedì 27 febbraio 2012

Un aforisma al giorno (questo è spettacolare).

"Spero sappiate (quantunque io stesso vi abbia pensato solo in questo preciso istante), che nei quattro fiumi dell’Eden scorrevano latte, acqua, vino e birra. Le acque gassate comparvero sulla terra solo dopo la caduta dell’uomo".

Gilbert Keith Chesterton, La Nonna del Drago ed altre serissime storie

Un aforisma al giorno

«La moderna abitudine di dire: "Questa è la mia opinione, ma posso sbagliare", è assolutamente irrazionale. Se dico che posso sbagliare, vuol dire che non è la mia opinione».

Gilbert Keith Chesterton, La Nonna del drago ed altre serissime storie

Un aforisma al giorno

"L'oggetto della mia scuola è quello di mostrare quante cose straordinarie anche un uomo pigro e ordinario possa vedere se egli riuscirà a stimolare la sola attività di vedere".


Gilbert Keith Chesterton, Tremendous Trifles

Un aforisma al giorno

"In tutto ciò che copre tutta la tua vita - la tua filosofia e la tua religione- è necessario disporre di allegria. Se non disponi di allegria avrai certamente follia".

Gilbert Keith Chesterton, Lunacy and Letters

Un aforisma al giorno

"In tutto ciò che copre tutta la tua vita - la vostra filosofia e la vostra religione- è necessario disporre di allegria. Se non disponi di allegria avrai certamente follia".

Gilbert Keith Chesterton, Lunacy and Letters

Un aforisma al giorno

"Dovremmo sempre cercare di meravigliarci per la cosa permanente, non per la mera eccezioneDovremmo essere sorpresi dal solee non dall'eclissiDovremmo meravigliarci meno per il terremotoe più per la terra".

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News

Un aforisma al giorno

"Anche se l'arte e la poesia non hanno pratica utilità, ciò non significa che non abbiano valore".


Gilbert Keith Chesterton, Quattro Candide Canaglie

Dal nostro Roberto Prisco sul Bambino non nato di GKC

Dato che la poesia dal Bambino Non Nato ha una portata piuttosto ampia sul sito dei Gruppi Veronesi ho inserito questo commento. Sono ovviamente disposto a confrontarmi con chiunque intenda farmi avere delle proposte di correzione o di modifica.

http://www.chesterton.it/gkc/nonnatocomm.htm

Cordiali saluti
Rob

Alcune notizie sugli anni giovanili della vita di Chesterton

Chesterton è un autore la cui conoscenza subisce degli strani paradossi, quasi una sorta di contrappasso a cui viene sottoposto colui che ne fu definito il principe.

Di lui si conoscono, in Italia, soprattutto I racconti di padre Brown, Ortodossia, Eretici e poco altro: forse è uno scotto pagato anche alla fonte della conoscenza di Chesterton nel nostro paese, e cioè l'ambiente letterario in cui fu introdotta la sua opera dal benemerito Emilio Cecchi. Delle sue convinzioni sul piano storico, sociale, economico e politico non si sa praticamente nulla, e quel po' che sta emergendo lo dobbiamo agli sforzi della nostra strana Società, oltre che alla scommessa degli editori. È giusto pure dire che il nostro vicepresidente Paolo Gulisano, nel suo libro Chesterton e Belloc - Apologia e profezia, getta una luce sia sulle sue idee che sulla sua vita giovanile, ma molto ancora si può fare.

Infatti è quello che cercheremo di fare d'ora in avanti, perché chi legge Chesterton e chi ne parla sappia molte cose utili a meglio comprenderlo. Il rischio è sempre quello di averne un'idea parziale, spesso ad uso e scopo di sostenere ciò che di volta in volta ci sembra più utile o opportuno (mesi fa, a titolo di esempio, pubblicammo qui sul blog una serie di opinioni chieste ai nostri più illustri collaboratori, soci ed amici sulla domanda: Chesterton è conservatore o no? E' un tema controverso e che fa gola a chi intende strumentalizzarlo).

Vorremmo allora contribuire a far conoscere il vero Chesterton. Una vita è una vita, e su di essa non ci sono opinioni. Si possono avere giudizi su di essa, ma i fatti che la compongono sono fatti, e soprattutto dobbiamo tenere presente che Chesterton ebbe idee molto chiare e definite.

Sugli anni giovanili, sull'avvicinamento e sulla conversione al cattolicesimo di Chesterton, ad esempio, ci sono molte imprecisioni, inspiegabili (o spiegabili solo con la scarsa conoscenza  di documenti e testimonianze) e penalizzanti per chi vuole sapere chi era veramente il nostro Gilbert.

A questo proposito vale la pena di fissare, a mo' di appunti, alcune tappe e punti fermi della sua vita, a beneficio della Verità e della sua più profonda conoscenza.

Anzitutto non molti sanno che Chesterton, nei suoi anni giovanili, venne in Italia assieme a suo padre Edward (noto agli amici del figlio come "Mister Ed", uomo che ebbe un'influenza fortissima su Gilbert e su suo fratello Cecil): era il 1894, durante la Pasqua. Visitò tra l'altro Verona e Firenze. Narrò in una lettera al suo caro amico Edmund Clerihew Bentley della visita a Santa Maria Novella. Bentley fu suo amico dagli anni delle scuole superiori: lo racconta GKC nell'Autobiografia, dedicando a questa figura pagine bellissime (di lui trovate su questo blog, oltre che il collegamento che parte dal suo nome in neretto, anche dell'altro -grazie a Roberto Prisco). Spesso si dice ben poco di quest'uomo che fu nelle corde più intime del cuore di Chesterton almeno quanto l'arcinoto Belloc: fu brillante scrittore dedito al genere che prese da lui il nome di "clerihew".

Sempre su Bentley vanno ricordate due cose: fu lui il destinatario della lettera in cui Gilbert narrava della fine di quel periodo di grave prostrazione esistenziale, avvenuta con una sorta di esperienza mistica ("... È imbarazzante parlare con Dio faccia a faccia come si parla ad un amico..."), e pure lui fu il destinatario della Dedica de L'Uomo che fu Giovedì, spesso in maniera gravemente colpevole saltata da noi lettori, pur essendo la chiave per comprendere il periodo giovanile, non facile e pieno di desideri buoni per la vita futura. 

In un'altra lettera di quegli anni giovanili a Bentley (estate del 1894) Chesterton parla della sua vita in quei giorni e la descrive così: "digging for the submerged sunrise of wonder" (scavare alla ricerca dell'alba sommersa della meraviglia).

È di quegli anni la sua misconosciuta "conversione" al socialismo predicato da Robert Blatchford nel suo libro Merrie England, una sorta di rivolgimento verso ciò che egli riteneva il pensiero più rispettoso dell'uomo, o forse il meno peggio. È grazie questo incontro con il socialismo che Gilbert conosce le poesie di Walt Whitman: infatti le legge nell'antologia realizzata da Rhys, un socialista cristiano (non come Blatchford che era solo socialista). Whitman con Stevenson ed il libro di Giobbe furono le carrucole che tirarono fuori Gilbert dalla fossa della morte. Quindi questo passaggio -non momentaneo seppur provvisorio- di Chesterton attraverso il socialismo ha del misteriosamente provvidenziale: se non fosse stato per un po' socialista forse non avrebbe letto nulla che provenisse da quell'ambiente, e nemmeno quel Whitman (a dir la verità un po' problematico: era l'esatta antitesi di quell'innocenza che Chesterton cercava di conservare, ma proprio la parzialità... socialista dell'antologia letta da Chesterton lo condusse alle pagine più positive di Whitman. Difatti quella antologia cassò completamente e volutamente le parti dell'opera del poeta americano più scopertamente omosessuali, che Chesterton non avrebbe né letto né apprezzato).

Ho accennato al socialismo cristiano: sempre misteriosamente, è tramite alcuni ecclesiastici anglicani di quella tendenza (alcuni anche vistosamente modernisti, anche se formalmente della Chiesa Alta Anglicana, quella definita anglocattolica) che Chesterton fece un passo ulteriore verso il cristianesimo. Essi furono Conrad Noel (The Red Vicar, ne abbiamo accennato sul blog), Stopford Brook e Percy Dearmer, ai quali si unì in una sincera amicizia (altre notizie qui). Ad essi fu introdotto dalla futura moglie Frances Blogg, il cui ruolo nell'avvicinamento al cristianesimo da parte del marito è ancora non abbastanza valorizzato ed esplorato.

Marco Sermarini

= Riproduzione riservata =

Prossime uscite chestertoniane

Dopo l'onda Lindau (vedi il post di qualche giorno fa: Chesterton Review, Il pozzo e le pozzanghere, Lo scandalo di padre Brown), anche altre case editrici stanno per mandare in libreria opere del Nostro.

Segno che il nostro lavoro sta dando i suoi frutti.

Sono:

- Le avventure di un uomo vivo, per Mursia;

- Robert Louis Stevenson, per Rubbettino (pare ce ne sia pure una Lindau in preparazione);

- Lo scandalo di padre Brown, per Passigli;

- Lo scandalo di padre Brown, per Morganti (con quella Lindau sono tre le edizioni contemporanee...);

- Una breve storia d'Inghilterra, per Rubbettino (si tratta di una nuova edizione dell'opera pubblicata alcuni anni fa dall'editore calabrese);

- Il ritorno di don Chisciotte, per Morganti.

Sappiamo per certo che anche Raffaelli sta covando qualcosa.

Buona lettura.

I fedeli cattolici dell'Ordinariato di Walsingham vanno in pellegrinaggio a Roma dal Papa




Il primo pellegrinaggio dei fedeli cattolici ex anglicani dell'Ordinariato di Walsingham assieme al loro Ordinario, mons. Keith Newton (ex "vescovo" anglicano, ora semplice sacerdote cattolico).

C'è una battuta che colpisce: l'anziano signore intervistato dice, tra le altre cose (in inglese): "siamo dove dovremmo essere".

Da RomeReports.

Dagli all'omofobo - di Gianfranco Amato (da Corrispondenza Romana)

Per rendersi conto di quanto siano pericolosi gli interventi legislativi in materia di omofobia, basta attraversare la Manica. In Gran Bretagna aleggia un clima da terreur jacobin, che alimenta la preoccupante escalation di quella che è diventata una vera e propria caccia alle streghe contro chiunque possa anche vagamente apparire in odore di omofobia.

Scrivevo un anno fa del rischio di un nuovo maccartismo

delle lobby gay, prendendo lo spunto dal titolo di un intelligente articolo della nota giornalista conservatrice britannica Melanie Phillips apparso sul Daily Mail del 24 gennaio 2011 (Yes, gays have often been the victims of prejudice. But they now risk becoming the new McCarthyites). Le cose da allora sono solo peggiorate. L'ultimo episodio di questa assurda caccia all'omofobo rende assai bene l'idea. Stavolta di mira è stato preso Adrian Smith un funzionario della Trafford Housing Trust (THT), una housing company con sede nei pressi di Manchester, il quale, a seguito di un procedimento disciplinare, è stato retrocesso ad una mansione inferiore, ed ha subito una decurtazione del 40% del proprio stipendio, passando da 35.000 a 21.000 sterline. Praticamente una multa di 14.000 sterline applicata ogni anno. L'accusa è quella di "gross misconduct", indisciplina talmente grave (come furto o violenza) da giustificare persino il licenziamento in tronco di un dipendente.

Smith è stato "graziato" da questa sanzione estrema solo per il suo ottimo curriculum e per il suo impeccabile comportamento tenuto in diciotto anni di onorato lavoro.
Questi i fatti che hanno portato i dirigenti della THT ad assumere un così severo provvedimento disciplinare. Adrian Smith avrebbe
rilasciato presunti commenti "omofobici" nella propria pagina di facebook personale. I commenti consistevano, in realt{, nell'obiezione alla pretesa di celebrare i matrimoni omosessuali in chiesa. «Io non capisco», ha scritto Smith, «perché persone che non hanno fede e non credono in Gesù Cristo devono sposarsi in chiesa; le Sacre Scritture sono assolutamente chiare sul fatto che il matrimonio sia l'unione di un uomo e di una donna». Aggiunge persino questa affermazione: «Se lo Stato intende riconoscere il matrimonio civile tra omosessuali, può benissimo farlo, ma non può imporre le proprie regole nei luoghi destinati alla fede ed alla coscienza».

L'errore commesso da Smith, secondo la THT, è quello di aver specificato la propria posizione lavorativa nel suo profilo facebook, e quindi di aver leso gravemente l'immagine dell'organizzazione, associandola a quelle espressioni ritenute di contenuto omofobico. Tra l'altro, il comportamento di Smith sarebbe anche andato contro la policy aziendale della THT ispirata ai concetti di «inclusione e tolleranza» (sic!).

In questa vicenda, però, qualcosa non torna.

Primo, Adrian Smith ha espresso i suoi commenti fuori dall'orario di lavoro, utilizzando la propria pagina personale di facebook, che non è pubblica e non può, quindi, essere vista da chiunque. Secondo, Adrian Smith si è limitato ad esprimere un'opinione, in maniera pacata, non offensiva, e senza ingiuriare nessuno. Terzo, Adrian Smith non ha minacciato o intimidito chicchessia. Quarto, Adrian Smith non ha neppure espresso un giudizio negativo contro l'omosessualità di per sé, dichiarandosi persino non contrario al matrimonio civile tra gay. La sua colpa è quella di aver criticato l'eventualit{ di imporre con una legge i matrimoni in chiesa tra persone dello stesso sesso. Poiché la questione è oggetto di ampio e acceso pubblico in Gran Bretagna, allora dovrebbe essere considerata omofoba tutta quella larga fetta dell'opinione pubblica britannica che condivide le perplessità di Smith. Anzi, per essere precisi, insieme a lui dovrebbero essere bollati come omofobi, il Primo Ministro, il Ministro per le Pari Opportunità, e tutta l'alta gerarchia della Chiesa Anglicana. Se è omofobo Adrian Smith, allora sono omofobi anche tutti loro.

Il provvedimento adottato dal THT non è solo illegittimo ma anche odioso. E a renderlo ancora più odioso è stato il tripudio con cui è stato accolto dalla comunità LGBT. Con una meritoria eccezione di riguardo, però. Si tratta di Peter Tatchell, noto attivista gay che si batte per i diritti degli omosessuali. Tatchell è l'unico che non solo ha criticato pubblicamente l'operato della THT, ma che ha addirittura preso le difese di Smith. Ha, infatti, scritto sul prestigioso blog statunitense Huffinghton Post: «In una società democratica tutti, compreso Adrian Smith hanno il diritto di esprimere le proprie opinioni anche quando possono apparire ad altri fuorvianti ed errate; la libertà di espressione dovrebbe essere limitata solo in casi estremi, come, ad esempio, quando si concretizza nell'incitazione esplicita alla violenza». E poi ha sollevato una provocazione che gli fa onore: «Se un dipendente gay fosse stato trattato così duramente da un'organizzazione cristiana per aver scritto commenti in favore degli omosessuali sulla propria pagina personale di facebook, avremmo assistito ad una sollevazione generale ed all'inevitabile accusa di omofobia». Quando Peter Tatchell ha saputo dell'intenzione di Smith di opporsi alle sanzioni inflittegli rivolgendosi al giudice del lavoro, si è dichiarato pronto a testimoniare in suo favore. Ciò dimostra che il punto non è tanto l'orientamento sessuale di una persona, quanto l'uso ideologico e distorto che di esso se ne fa. E come tutti i frutti velenosi delle degenerazioni ideologiche, anche questa isteria collettiva che tende ad identificare gli omofobi come gli untori manzoniani del XXI secolo, finisce inevitabilmente per tradursi in deprecabili atteggiamenti di intolleranza. E' così che è sempre accaduto nella Storia ogni volta che i discriminati si sono trasformati in discriminatori. 


I nostri eroi della Scuola Chesterton sono a Temple Bar, quartiere dei pub musicali di Dublino, Repubblica d'Irlanda!

Molti di voi sapranno che a San Benedetto del Tronto esiste una scuola media e superiore (Liceo delle Scienze Umane) dedicato al nostro Chesterton.

I ragazzi, per la terza volta dal 2010, si trovano ora a Dublino per il consueto soggiorno di studi e ci tenevano a farlo sapere a tutti, come pure a far sapere che sono molto contenti.

Se volete maggiori informazioni sulla scuola (ed anche informazioni su come sostenerla, visto che è totalmente libera!) potete andare qui, all'indirizzo del blog dell'ente che gestisce la scuola, la cooperativa sociale Capitani Coraggiosi.

Oggi pomeriggio visiteranno la Central Catholic Library, benemerita istituzione che accolse negli anni Venti dello scorso secolo il nostro Gilbert, che vi tenne una conferenza di fronte al presidente del neonato Stato Libero d'Irlanda. Della Central Catholic Library abbiamo già parlato in qualche altro post, è un'istituzione libera a cui ci sentiamo molto vicini e che consideriamo un buon esempio di distributismo.

Alla Central Catholic Library troveranno una mostra su GKC, e li guiderà il nostro carissimo Angelo Bottone, unico esemplare al mondo di chestertoniano sia italiano che irlandese (è iscritto a tutte e due le Società!). Approfittiamo per fare un saluto a Peter Costello, presidente della Library, e agli amici della Società Chestertoniana Irlandese che si riuniscono regolarmente lì.

Ecco i nostri eroi e, in questo collegamento, in questo e in questo, qualche informazione sulla Central Catholic Library.



giovedì 23 febbraio 2012

Qui si cita Chesterton (è una mezza epidemia, in giro)

Qui, recensendo il film Quasi amici (Intouchables), circondato da Bach, Vivaldi, Beethoven, Kool & the Gang ed Earth, Wind & Fire.

Se Monti usa l'ICI per bastonare le paritarie

La vera (non quella italiana) libertà di educazione è un tema che ci è molto a cuore.
Ecco un articolo dell'amico Marco Lepore sulla questione della modifica della normativa sull'ICI per la Chiesa Cattolica, modifica che a quanto pare toccherebbe anche molte scuole paritarie.

Da Il Sussidiario.

http://www.ilsussidiario.net/News/Educazione/2012/2/23/SCUOLA-Se-Monti-usa-l-Ici-per-bastonare-le-paritarie/247028/

mercoledì 22 febbraio 2012

Da BlogRaffaella (amici di Papa Ratzinger - utile e, nel caso di specie, arguto e simpatico!) - Il decalogo del blog per giornalisti che vogliono depotenziare o cancellare l'effetto delle parole di Benedetto XVI

Lo trovate qui, merita di essere letto e di fare esattamente il contrario. 

Ma comunque ci si fanno delle belle risate: pensate, uno degli ingredienti cardine è "intervista sempre Hans Kung, una garanzia"! Ce ne sarebbero di garanzie, in giro...

Ed anche: «se il Papa dice: "difendiamo la famiglia", tu scrivi: "Anatema del Papa contro le coppie di fatto"».

Ce ne sono tante.

Ah, ah, ah!

Ripetiamo: ah, ah, ah!

Ma ripetiamolo anche quando queste amenità le scrivono i vari soloni sui giornaloni intellettualoni...

Forte e a voce alta.

"...E' una dichiarazione infallibile...?"

A noi è piaciuta molto, la mamma del neocardinale di New York Timothy Dolan... Simpatica!

Leggete qui.

Non mollano - Come avevamo detto, è in atto una campagna...

Due articoli da La Bussola Quotidiana che testimoniano l'esistenza di una campagna architettata adeguatamente volta al riconoscimento di "diritti" (?) a favore degli omosessuali.

Il tam tam è con evidenza volto a dimostrare che, siccome "ne parlano tutti", le cose che queste lobby chiedono sono ormai patrimonio comune. Peccato che non sia così e che la gente oggi purtroppo fa sempre più fatica a distinguere il vero dal falso. Noi dal canto nostro cerchiamo di aiutare a fare chiarezza.


lunedì 20 febbraio 2012

Ogni tanto ne mettiamo una...


Eccoli qua, i nostri Gilbert Keith Chesterton e Frances Blogg, marito e moglie, una cosa sola!

Ogni tanto mettiamo una foto dei nostri cari Gilbert e Frances, un po' per non scordarci che erano veri e in carne ed ossa, un po' per ricordarci anche di Frances che ebbe un ruolo insostituibile in questa storia che ci vede coinvolti e che dobbiamo scoprire sempre più e meglio.

Poi questa foto è molto bella.

I tecnici dell'omofobia - di Gianfranco Amato (da Cultura Cattolica)

Sembrava che il Governo Monti si dovesse qualificare come un mero esecutivo tecnico incaricato di affrontare le emergenze economiche del nostro Paese, privo di qualunque connotazione politica e soprattutto ben attento a non sfiorare il delicatissimo campo dei cosiddetti temi sensibili. Sembra invece che così non sia. Lo dimostra la recente Conferenza dal titolo "Contrasto della discriminazione basata sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere", organizzata dall'UNAR, l'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, tenuta lo scorso 16 febbraio 2012 presso la prestigiosa Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, quella di Via Santa Maria.

Ad aprire i lavori, alle 9.30, ci ha pensato Elsa Fornero, Ministro del Lavoro, delle Politiche Sociali e delle Pari Opportunità, seguita subito dopo dal Capo Dipartimento Pari Opportunità, Patrizia De Rose, che ha introdotto i lavori. Sono quindi intervenuti il Sen. Pietro Marcenaro, Presidente Commissione Diritti Umani del Senato, Massimiliano Monnanni, Direttore dell'UNAR, Ralf-René Weingaertner, Direttore del Directorate of Human Rights and Antidiscrimination del Consiglio d'Europa, Diego Brasioli, Presidente del Comitato interministeriale diritti umani del Ministero Affari Esteri, un rappresentante dell'OSCAD (Osservatorio per la Sicurezza contro gli Atti Discriminatori), e Filomena Fotia, per conto del Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca. 

Alle 10.45 è stato presentato il Progetto LGBT del Consiglio d'Europa e la Raccomandazione CM/Rec (2010) 5 del Comitato dei Ministri agli Stati membri sulle misure volte a combattere la discriminazione fondata sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere (quella raccomandazione, tanto per intenderci, che spesso è invocata per pretendere, tra l'altro, anche il riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso).

A presentare il progetto ci hanno pensato Annachiara Cerri, Capo Unità LGBT del Consiglio d'Europa, Dag Robin Simonsen, Responsabile di progetto Unità LGBT del Consiglio d'Europa e Dennis Van Der Veur, esperto di politiche LGBT del Consiglio d'Europa.

Alle 11.30 una seconda sessione della Conferenza è stata dedicata alla presentazione delle attività UNAR nel settore LGBT, a cura di Paolo Patanè, Presidente Arcigay, Rita De Santis, Presidente Agedo, Porpora Marcasciano, Presidente Movimento Identità Transessuale, Antonio Rotelli, Presidente Rete Lenford e Ivan Scalfarotto, Presidente PARKS.

Alle 12.15 si è aperto il dibattito sulla «condizione delle persone LGBT in Italia e le sfide per il futuro», introdotto da Massimiliano Monnanni, nel quale sono intervenuti molti rappresentati della colorita e vasta galassia associativa dell'universo omosessuale: Agedo, ALI, Arcigay, Arcilesbica, ATN, Azione Trans, Certi Diritti, Circolo Mario Mieli, Circolo Maurice Lgbtq, Circolo Pink, Consultorio Transgenere, Crisalide Pangender, Di' Gay Project, Donne Trans di Puglia, Egma, Equality, Famiglie Arcobaleno, Gaylib, Gaynet, Gay Help Line, I-Ken, Ireos, Libellula, Linfa. MIT, Milk, Parks, Princesa, Queer Lab, Rete Lenford, Sportello Ala Trans, Trans Genere.

Il messaggio più grave e inquietante che è stato lanciato da quella iniziativa, sponsorizzata ad altissimo livello istituzionale governativo, sta nel subdolo tentativo di assimilare l'orientamento sessuale alla razza. Far passare come razzismo forme di discriminazione basate sull'orientamento sessuale.

La "tendenza sessuale", in realtà, non può costituire una qualità paragonabile alla razza, all'origine etnica, ecc. rispetto alla non-discriminazione, perché diversamente da queste, essa appartiene oggettivamente alla sfera etico-morale. E vi sono ambiti nei quali non può considerarsi ingiusta discriminazione il fatto di tener conto della tendenza sessuale: per esempio nella collocazione di bambini per adozione o affido.


Il Magistero della Chiesa Cattolica sul punto è chiarissimo, come attesta un documento della Congregazione per la Dottrina della Fede, che merita di essere testualmente riportato in alcuni suoi passi:


12. Le persone omosessuali, in quanto persone umane, hanno gli stessi diritti di tutte le altre persone, incluso il diritto di non essere trattate in una maniera che offende la loro dignità personale. Fra gli altri diritti, tutte le persone hanno il diritto al lavoro, all'abitazione, ecc. Nondimeno questi diritti non sono assoluti. Essi possono essere legittimamente limitati a motivo di un comportamento esterno obiettivamente disordinato. Ciò è talvolta non solo lecito ma obbligatorio, e inoltre si imporrà non solo nel caso di comportamento colpevole ma anche nel caso di azioni di persone fisicamente o mentalmente malate. Così è accettato che lo stato possa restringere l'esercizio di diritti, per esempio, nel caso di persone contagiose o mentalmente malate, allo scopo di proteggere il bene comune. 

13. Includere la "tendenza omosessuale" fra le considerazioni sulla base delle quali è illegale discriminare può facilmente portare a ritenere l'omosessualità quale fonte positiva di diritti umani, ad esempio, in riferimento alla cosiddetta "affirmative action" o trattamento preferenziale nelle pratiche di assunzione. Ciò è tanto più deleterio dal momento che non vi è un diritto all'omosessualità, che pertanto non dovrebbe costituire la base per rivendicazioni giudiziali. Il passaggio dal riconoscimento dell'omosessualità come fattore in base al quale è illegale discriminare può portare facilmente, se non automaticamente, alla protezione legislativa e alla promozione dell'omosessualità. L'omosessualità di una persona sarebbe invocata in opposizione a una asserita discriminazione e così l'esercizio dei diritti sarebbe difeso precisamente attraverso l'affermazione della condizione omosessuale invece che nei termini di una violazione di diritti umani fondamentali.

14. La "tendenza sessuale" di una persona non è paragonabile alla razza, al sesso, all'età, ecc. anche per un'altra ragione che merita attenzione, oltre quella sopramenzionata. La tendenza sessuale di un individuo non è in genere nota ad altri a meno che egli identifichi pubblicamente se stesso come avente questa tendenza o almeno qualche comportamento esterno lo manifesti. Di regola, la maggioranza delle persone a tendenza omosessuale che cercano di condurre una vita casta non rende pubblica la sua tendenza sessuale. Di conseguenza il problema della discriminazione in termini di impiego, alloggio, ecc. normalmente non si pone.

Le persone omosessuali che dichiarano la loro omosessualità sono in genere proprio quelle che ritengono il comportamento o lo stile di vita omosessuale essere "indifferente o addirittura buono" , e quindi degno di approvazione pubblica. È all'interno di questo gruppo di persone che si possono trovare più facilmente coloro che cercano di manipolare la Chiesa conquistandosi il sostegno, spesso in buona fede, dei suoi pastori, nello sforzo volto a cambiare le norme della legislazione civile, coloro che usano la tattica di affermare con toni di protesta che qualsiasi critica o riserva nei confronti delle persone omosessuali (…) è semplicemente una forma di ingiusta discriminazione. Inoltre, vi è il pericolo che una legislazione che faccia dell'omosessualità una base per avere dei diritti possa di fatto incoraggiare una persona con tendenza omosessuale a dichiarare la sua omosessualità o addirittura a cercare un partner allo scopo di sfruttare le disposizioni della legge.


Parole chiarissime.

Ebbene, io rivendico il mio sacrosanto diritto – senza per questo essere tacciato di razzismo – di sostenere che l'omosessualità rappresenta una «grave depravazione» (Gn 19,1-29; Rm 1,24-27; 1 Cor 6,9-10; 1 Tm 1,10.), che i suoi atti «sono intrinsecamente disordinati» (Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana), e «contrari alla legge naturale», poiché «precludono all'atto sessuale il dono della vita e non costituiscono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale» (art. 2357 del Catechismo della Chiesa Cattolica). Io rivendico il mio sacrosanto diritto di sostenere che non deve essere giuridicamente riconosciuto il matrimonio tra persone dello stesso sesso, e che non deve essere consentita la possibilità di adozione per le coppie omosessuali. Io rivendico il mio sacrosanto diritto di sostenere che l'orientamento sessuale non può essere riconosciuto come un diritto fondamentale dell'uomo. 

E continuerò a rivendicare il mio diritto, costituzionalmente garantito, di esprimere una mia opinione e di professare pubblicamente la mia fede religiosa, fino a quando un Governo Tecnico che ha commissariato la politica, il Parlamento ed i partiti, non imporrà per legge la political correctness di Bruxelles e mi bollerà come razzista. Se ciò accadrà, allora vorrà dire che i tecnici avranno gettato la maschera, mostrando il loro vero volto. E facendoci così rimpiangere il volto di chi li ha preceduti. Vive la politique!

Dicono che siamo un "blog importante"

Qui ci hanno segnalato come blog importante.

Grazie, ci fa piacere. Davvero, e speriamo anche di fare un blog utile.

Chesterton, Sos per il museo.

Segnalato da Maria Grazia Gotti e Andrea Carbonari, vi consigliamo di leggere questo articolo apparso su Avvenire di ieri 19 Febbraio 2012 dal titolo Chesterton, Sos per il museo, a firma di Lorenzo Fazzini.
In pratica leggendolo troverete diverse cose che abbiamo segnalato in questi anni qui sul blog (il fatto che Stratford Caldecott sia il custode di molti oggetti appartenuti a Chesterton, che si trovano ad Oxford). In più vi è la segnalazione dell'iniziativa di costituire un museo dedicato a Chesterton a Oxford, vicino all'oratorio della conversione del beato John Henry Newman (abbiamo parlato tante volte del beato Newman e del fatto che GKC ne lesse praticamente tutta l'opera).

Ci metteremo in contatto con Stratford Caldecott nei prossimi giorni per concordare un'iniziativa di aiuto del museo, la cui idea originaria fu del grande Aidan Mackey, cui fa cenno anche l'articolo.

Nello stesso inserto c'è anche un articolo di Goffredo Fofi su Padre Brown e Chesterton.

sabato 18 febbraio 2012

Da Zenit - Foibe, il martirio di cinquanta sacerdoti cattolici

(…) La storia delle foibe è legata al trattato di pace firmato a Parigi il 10 Febbraio 1947, che impose all'Italia la cessione alla Jugoslavia di Zara – in Dalmazia –, dell'Istria con Fiume e di gran parte della Venezia Giulia, con Trieste costituita territorio libero tornato poi all'Italia alla fine del 1954.
Dal 1947 al 1954 le truppe jugoslave di Tito, in collaborazione con i comunisti italiani, commisero un'opera di vera e propria pulizia etnica mettendo in atto gesti di inaudita ferocia. Sono 350.000 gli Italiani che abbandonarono l'Istria, Fiume e la Dalmazia, e più di 20.000 le persone che, prima di essere gettate nelle foibe (cavità carsiche profonde fino a 200 metri), subirono ogni sorta di tortura. Intere famiglie italiane vennero massacrate, molti venivano legati con filo spinato a cadaveri e gettati nelle voragini vivi, decine e decine di sacerdoti furono torturati e uccisi. Nella sola foiba di Basovizza sono stati ritrovati quattrocento metri cubi di cadaveri.
Per decenni questa barbarie è stata nascosta, tanto che l'agenzia di stampa "Astro 9 colonne", nel fare un conteggio dei lanci di agenzia pubblicati dal dopoguerra ad oggi sul tema delle foibe, ha scoperto che fino al 1990 erano stati poco più di 30. Negli anni Novanta l'attenzione per il tema è aumentata: oltre 100 fino al 1995, l'anno successivo i lanci sono stati ben 155. Negli anni recenti ogni anno ce ne sono stati addirittura più di 200. Dopo anni di silenzio la vicenda è arrivata in Parlamento, e con la legge n. 92 del 30 marzo 2004 è stato istituito il "Giorno del Ricordo", per conservare la memoria della tragedia delle foibe.
Calcolare esattamente il numero delle vittime è difficile, ma sono stati almeno 50 i sacerdoti uccisi dalle truppe comuniste di Tito. Interpellato da ZENIT, Piero Tarticchio, che all'epoca dei fatti aveva sette anni, ha ricordato la tanta gente che partecipò al funerale del suo parente don Angelo Tarticchio, parroco di Villa di Rovino e attivo nell'opera caritativa di assistenza ai poveri, ucciso il 19 settembre del 1943 e sepolto il 4 novembre.
Il sacerdote venne preso di notte dai partigiani jugoslavi, insultato e incarcerato nel castello dei Montecuccoli a Pisino d'Istria. Dopo averlo torturato, lo trascinarono presso Baksoti (Lindaro), dove assieme a 43 prigionieri legati con filo spinato venne ucciso con una raffica di mitragliatrice e gettato in una cava di bauxite. Tarticchio ha raccontato a ZENIT che il 31 ottobre, quando venne riesumato il cadavere, si vide che in segno di scherno gli assassini avevano messo una corona di filo spinato in testa a don Angelo. Don Tarticchio viene oggi ricordato come il primo martire delle foibe.
Un'altra delle vittime fu don Francesco Bonifacio, un sacerdote istriano che per la sua bontà e generosità veniva chiamato in seminario "el santin". Cappellano a Volla Gardossi, presso Buie, don Bonifacio era noto per la sua opera di carità e zelo evangelico. La persecuzione contro la fede delle truppe comuniste era tale che non poté sfuggire al martirio. La sera dell'11 settembre 1946 venne preso da alcune "guardie popolari", che lo portarono nel bosco. Da allora di Don Bonifacio non si è saputo più nulla; neanche i resti del suo cadavere sono mai stati trovati.
Il fratello, che lo cercò immediatamente, venne incarcerato con l'accusa di raccontare storie false. Per anni la vicenda è rimasta sconosciuta, finché un regista teatrale è riuscito a contattare una delle "guardie popolari" che avevano preso don Bonifacio. Questi raccontò che il sacerdote era stato caricato su un'auto, picchiato, spogliato, colpito con un sasso sul viso e finito con due coltellate prima di essere gettato in una foiba. Per don Francesco Bonifacio il 26 maggio 1997 è stata introdotta la causa di beatificazione, per essere stato ucciso "in odium fidei".
In "odium fidei" fu ucciso il 24 agosto del 1947 anche don Miroslav Buselic, parroco di Mompaderno e vicedirettore del seminario di Pisino.A causa della guerra in molte parrocchie della sua zona non era stato possibile amministrare la cresima, così don Miroslav accompagnò monsignor Jacob Ukmar per amministrare le cresime in 24 chiese diverse. I comunisti, però, avevano proibito l'amministrazione.
Alla chiesa parrocchiale di Antignana i comunisti impedirono l'ingresso a monsignor Ukmae e don Miroslav. Nella chiesa parrocchiale di Pinguente una massa di facinorosi impedì la cresima per 250 ragazzi, lanciando uova marce e pomodori, tra insulti e bestemmie. Il 24 agosto nella chiesa di Lanischie, che i comunisti chiamavano "il Vaticano" per la fedeltà alla chiesa dei parrocchiani, monsignor Ukmar e don Milo riuscirono a cresimare 237 ragazzi. Alla fine della liturgia i due sacerdoti si chiusero in canonica insieme al parroco, ma i comunisti fecero irruzione, sgozzarono don Miroslav e picchiarono credendolo morto monsignor Ukmar, mentre don Stjepan Cek, il parroco, riuscì a nascondersi. Alcuni testimoni hanno raccontato che prima di essere sgozzato don Miloslav avrebbe detto "Perdona loro perché non sanno quello che fanno". Al funerale i comunisti non permisero ai treni pieni di gente di fermarsi, nemmeno nelle stazioni vicine.
Al processo i giudici accusarono monsignor Ukmar e il parroco di aver provocato gli incidenti, così il monsignore, dopo aver trascorso un mese in ospedale per le percosse ricevute, venne condannato ad un mese di prigione. Il parroco fu invece condannato a sei anni di lavori forzati. Su don Milo, il tribunale del popolo sostenne che non era provato che "fosse stato veramente ucciso". Poteva essersi "suicidato a scopo intimidatorio". Le prove erano però così evidenti che l'assassino venne condannato a cinque mesi di prigione per "troppo zelo nella contestazione". Nel 1956, in pieno regime comunista la diocesi avviò segretamente il processo di beatificazione di don Miloslav Buselic, ed è diffusa ancora oggi la fama di santità di don Miro tra i cattolici d'Istria.

Cultori del diritto chiamano in causa Chesterton...

In questo collegamento trovate un saggio che inizia così:


Chesterton sottolinea che il possibile sconvolgimento della mente umana non è opera tanto della logica, in quanto uno dei possibili metodi, bensì dell’astrazione, dall’essere distaccato dalla specificità dell’esperienza sensoriale, così che una volta che i concetti simbolici siano distaccati dalla concretezza oggettiva possono subire spostamenti incalcolabili tali da sfociare in nuovi modi di essere, mondi per nuove ideologie. Chesterton sottolinea che il possibile sconvolgimento della mente umana non è opera tanto della logica, in quanto uno dei possibili metodi, bensì dell’astrazione, dall’essere distaccato dalla specificità dell’esperienza sensoriale, così che una volta che i concetti simbolici siano distaccati dalla concretezza oggettiva possono subire spostamenti incalcolabili tali da sfociare in nuovi modi di essere, mondi per nuove ideologie.

Il Papa (dai toni chestertoniani, bellissimi) ai seminaristi romani: non conformarsi al potere di finanza e media che, pur necessari, rischiano di opprimere l’uomo

Qui lo trovate anche in formato audio (dal sito della Radio Vaticana).  


Notizia del 15/02/2012 20.08.45

Il cristiano è chiamato a non conformarsi, per essere libero. Non conformarsi al potere di finanza e media che, pur necessari, rischiano di opprimere l’uomo. Così il Papa ieri pomeriggio durante la Lectio Divina tenuta ai seminaristi del Pontificio Seminario Romano Maggiore in occasione della Festa della Madonna della Fiducia. Al termine dell’incontro Benedetto XVI si è fermato a cena con i seminaristi, quindi il rientro in Vaticano. Il servizio di Paolo Ondarza: 

C’è un non conformismo del cristiano rispetto al mondo. Il Papa lo ha indicato ai “suoi seminaristi”, come lui stesso affettuosamente li ha salutati, circa 190 futuri sacerdoti di 5 seminari romani. Accolto da don Concetto Occhipinti, rettore del Seminario Romano Maggiore, e dall'entusiasmo della comunità dell'istituto, Benedetto XVI si è inizialmente soffermato in adorazione davanti al Tabernacolo. Quindi la lectio divina sul brano paolino della Lettera ai Romani: l’invito dell’Apostolo delle Genti ad offrire il proprio corpo come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio, a non conformarsi a questo mondo, a lasciarsi trasformare per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. 

Ma non conformarsi non vuol dire fuggire dal mondo: è una via per essere veramente liberi. Il potere della finanza e quello dei media, ha spiegato il Papa, ambedue necessari e utili a volte rischiano di dominare sull’uomo. Il primo diventa non più uno strumento che favorisce l'umanità, ma che la opprime:

"Il mondo della finanza non rappresenta più uno strumento per favorire il benessere, per favorire la vita dell’uomo, ma diventa un potere che lo opprime, che deve essere quasi adorato, mammona, la vera divinità falsa che domina il mondo. Contro questo conformismo della sottomissione a questo potere, siamo non conformisti: non l’avere conta, ma l’essere conta! Non sottomettiamoci a questo, usiamolo come mezzo, ma con la libertà dei figli di Dio". 

Allo stesso modo spesso l’informazione non fa realmente luce e ciò che viene detto o scritto, diviene più importante della realtà stessa. Il mondo virtuale rischia quindi di diventare più importante di quello reale. Il cristiano si conforma per essere libero:

"Il non conformismo del cristiano ci redime, ci restituisce alla verità. E preghiamo il Signore perché ci aiuti ad essere uomini liberi in questo non conformismo che non è contro il mondo, ma è il vero amore del mondo".

Oggi si parla tanto della Chiesa di Roma, su di essa si dicono tante cose – ha notato il Papa: 

"Anche oggi si parla molto della Chiesa di Roma, di tante cose, speriamo che si parli anche della nostra fede, della fede esemplare della Chiesa di Roma e preghiamo il Signore, perché possiamo fare così che si parli non di tante cose, ma si parli della fede della Chiesa di Roma". 

Quindi Benedetto XVI ha ammonito: il cristianesimo non è solo spiritualizzazione, moralizzazione, ma incarnazione. L’invito di Paolo ad offrire i propri corpi è invito ad essere un tutt'uno con Dio:

"Dobbiamo essere realmente penetrati dalla realtà di Dio, così che tutta la nostra vita – e non solo alcuni pensieri – siano liturgia, siano adorazione".

Stasera 16 Febbraio 2012 ore 21.00 tutti a Imola, Oratorio di San Giacomo: c'è Innocent Smith, c'è Gilbert e ci sono i loro amici!

"Salve!
Mi chiamo Lucia, sono un'amica di Annalisa Teggi, e Annalisa mi ha suggerito di informarvi del fatto che stasera alle ore 21, all'Oratorio di San Giacomo di Imola, farò una piccola presentazione della figura di Chesterton e in particolare delle "Avventure di un uomo vivo". Sarà una cosa molto semplice, pensata per i giovani universitari e lavoratori che frequentano l'Oratorio, ma Annalisa mi ha assicurato che anche la minima iniziativa riguardante Chesterton llvi interessa e vi rende felici, dunque ecco, sappiate che stasera si parlerà di Chesterton e che le sue profonde estimatrici, in quel di Imola, sono almeno due. E speriamo che aumentino!

Grazie per il vostro lavoro, un caro saluto

 

Lucia Baroncini"


Che dire se non un grazie enorme alla nostra nuova amica Lucia?


Diciamo pure a tutti di andare perché ci su troverà tra amici: Chesterton -miracolosamente- fa nascere nuove belle amicizie, mette dei bei semini nella nostra vita, porta sani terremoti e splendide durature novità.


Aspettiamo un reportage con foto di questo incontro, foste anche cinque la cosa va immortalata.


Grazie ancora a Lucia che fa conoscere alla sua città (assieme alla nostra insostituibile Annalisa) un uomo che le sarà molto molto utile.


Speriamo sia il primo di una serie di incontri su GKC, lì a Imola.