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venerdì 21 ottobre 2011

Ancora su Phillip Blond, distributismo e Stati Uniti d'America


Nel collegamento qui sopra trovate un articolo dell'Huffington Post sullo stesso tema del Washington Post che ci aveva suggerito giorni fa il nostro benefattore americano Francis Manion.

Si sofferma anch'esso sulla presenza negli Stati Uniti di Phillip Blond, il consigliere del premier britannico David Cameron, e sul fatto che egli stimi e voglia nuovamente diffondere le idee distributiste.

Lo guardiamo con interesse proprio per il suo esplicito riferirsi alla dottrina sociale cattolica, a Papa Ratzinger e ai nostri cari GKC, Belloc e amici. Non sposiamo nessuno, guardiamo con interesse.

«E' il risultato di un'"oscillazione tra collettivismo estremo e individualismo estremo", ha sostenuto Blond. Entrambe sono manifestazioni dello stesso impulso: una concentrazione di potere prima nelle mani dello Stato e poi nei mercati. E sia le "ortodossie" liberali che quelle conservatrici hanno portato alla stessa società che distruggono risultato» dice in un passo l'articolo, che traduciamo liberamente. Una tesi interessante, senza dubbio, che ricalca in parte il giudizio di Chesterton su collettivismo e capitalismo.

L'articolo più avanti si sofferma sulle origini del distributismo da cui Blond trae molte delle sue tesi sulla società attuale, e cita espressamente Chesterton e Belloc come i capiscuola della teoria economica traente origine dal magistero di Papa Leone XIII e che sta tornando in voga, malgrado tutti gli sforzi che da più parti si fanno per farla credere anacronistica. L'articolo precisa che «fino a pochi anni fa questa teoria non avrebbe guadagnato molto più di un'audizione. Ma ora il distributismo è senza dubbio diventato l'idea più intrigante per emergere dalle rovine del collasso economico dei primi anni del XXI secolo, in non trascurabile parte perché ha il maggiore potenziale per colmare le attuali voragini ideologiche negli Stati Uniti».

Noi chestertoniani d'Italia ci crediamo, crediamo molto nel distributismo.


nella foto: Phillip Blond




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