Pagine

lunedì 13 giugno 2011

Un interessante articolo di Paolo Rodari sulla presa di posizione politica del primate anglicano Rowan Williams


Lo pubblichiamo perché il dott. Rowan Williams ha criticato proprio quelle parti del programma di Cameron (che ha comunque dei punti non accettabili di cui in passato abbiamo parlato su questo blog) che i consiglieri di Cameron hanno attinto alle idee di sussidiarietà (di cui si nutre principalmente Phillip Blond, consigliere distributista e dichiaratamente chestertoniano ed ammiratore di papa Benedetto XVI seppur anglicano).


Si parla anche della deriva modernista e progressista della Comunione Anglicana e dell'emorragia di fedeli verso la Chiesa Cattolica proprio per questi motivi (e pure di questa diamo spessissimo conto su questo blog).

Tutto riporta sempre.

Un Tamigi più stretto. Ingerenza anglicana contro Cameron dell’arcivescovo di Canterbury. E difesa cattolica

Quanto sta accadendo in queste ore nel Regno Unito ha un solo precedente. Era il 1985 e l’allora arcivescovo di Canterbury, Robert Runcie, attaccò pesantemente la politica conservatrice di Margaret Thatcher. Parole aspre che portarono alla luce tensioni esistenti da tempo, almeno da quando, tre anni prima, la Lady di ferro entrò in guerra per le Falkland suscitando critiche delle gerarchie religiose.
Niente a che vedere, però, con l’ultimo imponente affondo di colui che il Guardian ha definito “l’arcivescovo dell’opposizione”, quel Rowan Williams, capo della chiesa anglicana, da sempre su posizioni modernizzatrici e progressiste.
Ingaggiato per una settimana alla guida della storica rivista di sinistra NewStatesman, ne ha approfittato per mettere in pagina quello che i giornali vicini al governo di David Cameron hanno definito “il più sfacciato intervento politico mai fatto da un capo della chiesa inglese”.
Sulla copertina di NewStatesman, la faccia di Williams è immortalata per metà. A fianco c’è la dichiarazione che maggiormente ha provocato polemiche: “Cameron – dice – sta mettendo in campo cambiamenti radicali che nessuno ha votato” e per questo è l’intera “legittimità democratica” della coalizione che viene messa in discussione. La nazione è “spaventata”, “in preda all’ansia”, “frastornata”.
Pietra dello scandalo è principalmente la politica economica del governo, il rigido programma di austerity volto a far scendere intorno allo zero il deficit del paese entro il 2015 e, insieme, il piano di riforme a lungo termine su sanità ed educazione, insomma il cuore del progetto politico-sociale alla base della rivoluzione cameroniana, la cosiddetta “big society”. Secondo Williams i conservatori hanno adottato una sorta di “socialismo associativo” che ha però ignorato “quella parte di programma che contiene davvero iniziative per favorire la nascita di una grande società”.
E ancora: “La politica di afflato imprenditoriale, che cerca con successo sempre calante di affrontare la vita all’ombra dei grandi blocchi finanziari, non genera grande entusiasmo, sia che si etichetti come conservatrice o progressista. In questa confusione, si sente una crescente richiesta di riflessione su cosa siano i principi basilari della democrazia stessa, anche sull’onda di quanto sta accadendo in medio oriente e nord Africa”.
Dura la reazione di Cameron: “Penso che l’arcivescovo di Canterbury sia assolutamente libero di esprimere le sue opinioni politiche. Non ho mai detto che la chiesa debba evitare interventi politici. In ogni modo sono in totale disaccordo con molte posizioni espresse, in particolar modo sul debito, sul welfare e sull’educazione”.
Nelle scorse ore se ha preso la parola un’altra personalità religiosa importante. E’ il primate della chiesa cattolica d’Inghilterra e del Galles, l’arcivescovo di Westminster Vincent Nichols.
Questi ha ringraziato pubblicamente Cameron per aver messo il matrimonio e la famiglia al centro delle sue politiche. La chiesa cattolica guarda di buon occhio il modello della “big society” britannica e Nichols ha voluto ricordarlo: non soltanto a Cameron ma anche a Williams. Nell’idea di società civile di Cameron un ruolo importante ricoprono la comunità cattolica e le sue istituzioni educative, “charities”, e anche le organizzazioni non profit.
E’ una sorta di “sussidiarietà” all’inglese che piace sia a Nichols sia al Vaticano. Beninteso, i rapporti tra anglicani e cattolici non sono ai ferri corti. Seppure l’emorragia di fedeli anglicani verso Roma abbia contribuito recentemente al montare di un certo malcontento all’interno dell’establishment di Canterbury. Proprio domani sessanta pastori anglicani saranno ordinati preti cattolici nella Westminster Cathedral. Per Williams un boccone un po’ più amaro, dopo le ultime uscite pro Cameron del dirimpettaio Nichols.
Pubblicato sul Foglio sabato 11 giugno 2011

Nessun commento:

Posta un commento