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mercoledì 17 novembre 2010

Cristiano afghano in tribunale per la sua fede: il processo il 21 novembre



Said Musa è stato arrestato il 31 maggio scorso, e ancora non si conoscono le accuse di cui dovrà rispondere al giudice, senza assistenza legale. Si teme che il suo caso venga usato come un esempio per dimostrare che la Sha’ria è ancora in vigore in Afghanistan. 

Kabul (AsiaNews/Agenzie) – Un cittadino afghano, che è in prigione sin dal maggio scorso per la sua fede, sarà giudicato domenica prossima, 21 novembre ma non potrà godere dell’assistenza legale. Fonti locali dicono che non si conosce nemmeno quale sia l’accusa per cui si troverà di fronte al giudice. Le autorità hanno arrestato Said Musa, un uomo di 45 anni, il 31 maggio scorso, qualche giorno dopo che televisione locale “Noorin” aveva trasmesso immagini di cristiani in preghiera dopo essere stati battezzati. In quel periodo ci sono stati altri arresti di cristiani, in quella che le fonti locali descrivono come una caccia all’uomo che ha fatto seguito alla trasmissione televisiva. Ma Said Musa sembra l’unico cristiano che si trovi a fronteggiare un processo.
Passare dall’islam a un’altra religione è un delitto passibile di pena capitale secondo la legge islamica ancora in vigore in Afghanistan, nonostante che nel 2001 la guida del Paese sia stata tolta ai fondamentalisti Talebani. In giugno le autorità obbligarono Musa ad abiurare pubblicamente la sua fede cristiana in televisione, ma hanno continuato a tenerlo in prigione, senza rivelare quali accuse ci fossero contro di lui. Fonti locali affermano che durante la detenzione Musa ha detto apertamente di essere un seguace di Gesù.
Il mese scorso Musa è riuscito a far giungere una sua lettere indirizzata alle Chiese in tutto il mondo, al presidente Barack Obama e ai capi delle forze Nato in Afghanistan. Nel messaggio diceva di essere stato “maltrattato fisicamente e verbalmente” dagli agenti e dagli altri detenuti nella prigione di Ouliat. Inoltre parlava della mancanza di giustizia nei suoi confronti, e di come i suoi accusatori oltre a inviare al giudice un rapporto falso su di lui avevano cercato di estorcergli del denaro. I cristiani locali, e gli osservatori dei diritti umani e religiosi temono che Musa possa essere utilizzato come un esempio: dimostrare che non sono gli accordi internazionali in vigore in Afghanistan, ma la Sha’ria.

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