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martedì 28 settembre 2010

IL CASO/ Come farà la povera Lily May a chiamare "padre" Elizabeth?


 

di Gianfranco Amato - da Il Sussidiario di lunedì 27 settembre 2010

 

Nel 1837, l'anno in cui salì al trono la regina Vittoria, furono introdotte, in tutto il Regno Unito, ferree disposizioni sulla compilazione dei certificati di nascita. Persino il tipo di inchiostro indelebile da utilizzare fu oggetto di specifiche disposizioni. La certezza circa le proprie origini non rivestiva un'importanza solamente giuridica ma anche sociale. Allo Stato spettava il compito di certificare paternità e maternità dei sudditi britannici.

Questa centenaria tradizione si è interrotta il 18 aprile 2010 quando per la prima volta in Gran Bretagna un certificato di nascita ha indicato due donne come genitori di una bambina. Si tratta di Natalie Woods, madre biologica di Lily May, e della sua partner omosessuale Elizabeth Knowles, che nella coppia rivestirebbe il ruolo di "padre", al posto dell'anonimo donatore di sperma che ha consentito la fecondazione.

Ovviamente l'evento è stato definito dagli attivisti gay una «tappa fondamentale» nell'evoluzione del concetto di famiglia, non più legato al mero aspetto biologico.

Come tutto ciò sia potuto accadere è presto detto. Lo scorso primo aprile è entrata in vigore in Gran Bretagna quella parte della legge sulla fecondazione in vitro e l'embriologia del 2008 che consente il rilascio di certificati di nascita relativi a figli di coppie omosessuali, sostituendo i termini "padre" e "madre" con quello più neutro di "genitore".

Ora, a prescindere da ogni considerazione di carattere morale, ciò che appare sconcertante in questa vicenda, dal punto di vista giuridico, è che le autorità britanniche si prestino a manipolare la realtà, attraverso una certificazione pubblica. Un falso di Stato.

Un certificato di nascita, infatti, dovrebbe contenere dati autentici e corrispondenti alla verità circa l'origine biologica, laddove conosciuta, di un determinato individuo e non situazioni derivanti dai desideri o dalle fantasie di presunti genitori.

Ciò dovrebbe valere ancora di più in una società dominata da una diffusa cultura genetica che, proprio attraverso la fecondazione in vitro, sembra ossessionata dal desiderio di una discendenza che condivida legami di sangue e Dna.

Elisabeth Knowles non ha nessun rapporto biologico con la piccola Lily May, e dichiararla genitore in un certificato di nascita integra semplicemente un falso. Anche se un falso di Stato.

In realtà, nel riconoscere i presunti "diritti" delle due donne omosessuali, si sono violati i diritti di un terzo soggetto più debole: la figlia.

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