Vogliamo sfidarvi e chiedervi: chi ne è l'autore?
Le risposte le potete mettere tra i commenti.
Chi ci azzecca (naturalmente è escluso l'autore della segnalazione, e non facesse il birbo...) sarà fregiato del titolo di fantastico detective storico chestertoniano...
"Porta Pia non fu che un meschino episodio, militarmente e politicamente.
Militarmente non fu che una grottesca scaramuccia.
Porta Pia fu la piccola, facile vittoria dell'aggressore enormemente superiore all'avversario inerme, come Vittorio Veneto fu la facile vittoria contro un avversario che - militarmente- non esisteva più.
Politicamente, Porta Pia fu semplicemente l'ultimo episodio della costruzione - violenta e artificiale - del Regno d'Italia.
Tutto il resto è chincaglieria retorica.
Le belle frasi come Terza Roma sono completamente vuote di senso.
Roma è città imperiale e città papale: in ciò solo sta la sua grandezza universale.
La "Terza Roma" non è che una sporca città di provincia, un sordido nido di travetti, di albergatori, di bagascie e di parassiti.
Mentre le due fasi della storia di Roma, l'imperiale e la papale, hanno lasciato traccia immortale, la breve parentesi dell'occupazione sabauda lascia, unica traccia di sè, il Palazzo di Giustizia, statue di gesso e grottesche imitazioni decorative: nato fra lo scandalo dei fornitori ladri e dei deputati patrioti corrotti, esso è degno di albergare la decadenza giuridica della sociètà contemporanea.
Per questo la questione romana non è risolta.
Non potevano risolverla le cannonate del re di Savoia.
La violenza militarista non può risolvere i problemi internazionali.
E la questione romana è un problema internazionale...
...Il bisogno religioso, il fatto religioso sono essenzialmente universali, internazionali.
Perciò nonostante tutte le declamazioni della pseudosociologia democratica e di qualche socialista da loggia e da sinagoga, la Chiesa cattolica è SOCIETAS PERFECTA assai più e meglio che lo Stato nazionale, massonico e borghese.
Il potere temporale dei papi, a torto vituperato dai semi-analfabeti del Libero pensiero, è stato un modus vivendi storicamente necessario e inevitabile, è stata l'unica forma che potesse, nei secoli passati, garantire la liberta della chiesa.
L'unita nazionale poteva avere un corso di verso da quello che ha avuto. L'unificazione d'Italia in una monarchia accentratrice non ebbe altra giustificazione che la forza delle armi e gli intrighi diplomatici dei Savoia.
Della serietà dei famosi Plebisciti non è nemmeno il caso di parlarne: roba simile alle acclamazioni dei fiumani a D'Annunzio.
In verità, sarebbe stato più conforme alle esigenze della situazione storica e ai bisogni del popolo italiano il programma federalista repubblicano del Cattaneo o anche il programma federalista del Balbo o quello neoguelfo del Gioberti.
Malgrado le differenze degli storici aulici o democratici, i cattolici italiani erano più patrioti dei patrioti.
La durata dello Stato massonico - nazionale - borghese che secondo i professorelli delle scuole regie doveva durare in eterno, è solo una breve parentesi, un attimo di fronte alla storia.
Un attimo, una parentesi, ciò è stato il dominio dei Savoia; un giorno finirà anche l'attuale regime, sempre e comunque imperniato sulla feccia massonica e la Chiesa Cattolica più grande e potente ritornerà ad illuminare le coscienze in quanto sarà applicato integralmente il verbo del Vangelo".
Militarmente non fu che una grottesca scaramuccia.
Porta Pia fu la piccola, facile vittoria dell'aggressore enormemente superiore all'avversario inerme, come Vittorio Veneto fu la facile vittoria contro un avversario che - militarmente- non esisteva più.
Politicamente, Porta Pia fu semplicemente l'ultimo episodio della costruzione - violenta e artificiale - del Regno d'Italia.
Tutto il resto è chincaglieria retorica.
Le belle frasi come Terza Roma sono completamente vuote di senso.
Roma è città imperiale e città papale: in ciò solo sta la sua grandezza universale.
La "Terza Roma" non è che una sporca città di provincia, un sordido nido di travetti, di albergatori, di bagascie e di parassiti.
Mentre le due fasi della storia di Roma, l'imperiale e la papale, hanno lasciato traccia immortale, la breve parentesi dell'occupazione sabauda lascia, unica traccia di sè, il Palazzo di Giustizia, statue di gesso e grottesche imitazioni decorative: nato fra lo scandalo dei fornitori ladri e dei deputati patrioti corrotti, esso è degno di albergare la decadenza giuridica della sociètà contemporanea.
Per questo la questione romana non è risolta.
Non potevano risolverla le cannonate del re di Savoia.
La violenza militarista non può risolvere i problemi internazionali.
E la questione romana è un problema internazionale...
...Il bisogno religioso, il fatto religioso sono essenzialmente universali, internazionali.
Perciò nonostante tutte le declamazioni della pseudosociologia democratica e di qualche socialista da loggia e da sinagoga, la Chiesa cattolica è SOCIETAS PERFECTA assai più e meglio che lo Stato nazionale, massonico e borghese.
Il potere temporale dei papi, a torto vituperato dai semi-analfabeti del Libero pensiero, è stato un modus vivendi storicamente necessario e inevitabile, è stata l'unica forma che potesse, nei secoli passati, garantire la liberta della chiesa.
L'unita nazionale poteva avere un corso di verso da quello che ha avuto. L'unificazione d'Italia in una monarchia accentratrice non ebbe altra giustificazione che la forza delle armi e gli intrighi diplomatici dei Savoia.
Della serietà dei famosi Plebisciti non è nemmeno il caso di parlarne: roba simile alle acclamazioni dei fiumani a D'Annunzio.
In verità, sarebbe stato più conforme alle esigenze della situazione storica e ai bisogni del popolo italiano il programma federalista repubblicano del Cattaneo o anche il programma federalista del Balbo o quello neoguelfo del Gioberti.
Malgrado le differenze degli storici aulici o democratici, i cattolici italiani erano più patrioti dei patrioti.
La durata dello Stato massonico - nazionale - borghese che secondo i professorelli delle scuole regie doveva durare in eterno, è solo una breve parentesi, un attimo di fronte alla storia.
Un attimo, una parentesi, ciò è stato il dominio dei Savoia; un giorno finirà anche l'attuale regime, sempre e comunque imperniato sulla feccia massonica e la Chiesa Cattolica più grande e potente ritornerà ad illuminare le coscienze in quanto sarà applicato integralmente il verbo del Vangelo".
ANTONIO GRAMSCI - LA QUESTIONE ROMANA
RispondiEliminadavvero?
RispondiEliminaincredibbbbile!!!! mostra molta più considerazione verso la Chiesa di tanti cattolici "adulti"
Domenico Giuliotti?
RispondiEliminaAntonio Gramsci, in occasione dei festeggiamenti del 50° della presa di Roma - (L’Ordine Nuovo, Rassegna Settimanale di Cultura Socialista, 2 Ottobre 1920)
RispondiEliminaPenso sia stato dostoevskij...
RispondiEliminaStavo per dire Montanelli, ma forse è ANGELA PELLICCIARI?.
RispondiEliminaChiunque abbia riflettuto un attimo sui fatti storici che stava studiando sa che 1000 uomini non sono un esercito (nemmeno nel mondo antico) e tantomeno con così pochi uomini si può vincere una guerra...
come si evince dal brano ben altro atteggiamento aveva la sinistra verso la Chiesa e i cattolici nel secolo scorso...
RispondiEliminaAdesso ,nell'assenza dei valori( o nel recupero dei disvalori di una volta?), si allontana più o meno subdolamente la parte cattolica per formare quello che si dovrebbe avere il coraggio di chiamare partito "radical-democratico".
Mi chiedo per qual motivo la sinistra dell'epoca avesse un tale atteggiamento verso la Chiesa cattolica, arrivano in questo scritto addirittura ad elogiarla. Forse Gramsci aveva l'idea che Cristo fu il primo socialista? Non vedo altra spiegazione.
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