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sabato 7 novembre 2009

Fabio Trevisan - Togliete il Crocifisso, togliete la ragione!


La Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha “deliberato” che si tolga il Crocifisso dalle aule scolastiche, facendo suscitare legittime opposizioni e prese di posizione contrarie e furenti. Togliendo il Crocifisso si elimina la ragione. Ecco come lo dimostrò Gilbert Keith Chesterton nel libro La sfera e la croce, mettendo a confronto il Professor Lucifero ed il monaco Michele.

Tutti gli strumenti del professor Lucifero parevano gli antichi strumenti dell’uomo resi irriconoscibili da un’improvvisa pazzia, quasi senza più traccia della loro origine… del suo aereo tutto insomma egli aveva inventato, tranne, forse, se stesso. In realtà egli era nato troppo tardi per potersi inaugurare; ma era tuttavia convinto d’essersi almeno notevolmente perfezionato… Come ti stavo dicendo – parlò il monaco – un uomo aveva adottato l’opinione che il segno del cristianesimo fosse un simbolo di barbarie e di irragionevolezza. E’ una storia assai interessante. Ed è una perfetta allegoria di ciò che accade ai razionalisti come te, Lucifero. Egli cominciò, naturalmente, col bandire il crocifisso da casa sua, dal collo della sua donna, perfino dai quadri. Diceva, come tu dici, che era una forma arbitraria e fantastica, una mostruosità; e che la si amava soltanto perché era paradossale. Poi diventò ancora più furioso, ancora più eccentrico; e avrebbe voluto abbattere le croci che si innalzavano lungo le strade del suo paese, che era un paese cattolico romano. Finalmente, s’arrampicò sopra il campanile di una chiesa, ne strappò la croce e l’agitò nell’aria, in un tragico soliloquio sotto le stelle. Una sera d’estate, mentre ritornava lungo un viale, a casa sua, il demone della sua follia lo ghermì di botto gettandolo in quel delirio che trasfigura il mondo agli occhi dell’insensato. S’era fermato un momento, fumando la sua pipa di fronte a una lunghissima palizzata: e fu allora che i suoi occhi si spalancarono improvvisamente. Non brillava una luce, non si muoveva una foglia; ma egli credette di vedere, come in un fulmineo cambiamento di scena, la lunga palizzata tramutata in un esercito di croci legate l’una all’altra, su per la collina, giù per la valle. Allora, facendo volteggiare nell’aria il suo pesante bastone, egli mosse contro la palizzata come contro una schiera di nemici. E, per quanto era lunga la strada, spezzò, strappò, sradicò tutte quelle croci che trovava sul suo cammino. Egli odiava la croce: ed ogni palo era per lui una croce. Quando arrivò a casa, era pazzo da legare”.

Gli illustri professori della Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo sono anche loro nati troppo tardi per potersi inaugurare e, sono convinto, pensano anche loro di essersi tuttavia notevolmente perfezionati. Meditiamo su quest’allegoria di Chesterton di cento anni fa.

Fabio Trevisan

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