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mercoledì 9 settembre 2009

Storie di conversione – Joseph Pearce: Così Chesterton mi ha riportato al cristianesimo

Vi proponiamo questa intervista ad Avvenire del 10 Luglio 2008 a Joseph Pearce, uno dei massimi esperti di Chesterton viventi.

Pearce afferma di esserci convertito, lui protestante estremista ed acceso al massimo nel combattere i cattolici irlandesi, grazie a Gilbert. Questo è un elemento interessante che ha un certo peso sulla questione della "santità di Chesterton", di cui abbiamo parlato qualche tempo fa in questo post, in questo e questo, ed in quest'altro.

E poi, comunque, le storie di conversioni sono sempre bellissime, amici!

di Lorenzo Fazzini

Un passato da skinhead e da membro di organizzazioni paramilitari vicine a Terza Posizione; una traversata nel ‘deserto’ del carcere segnata da Gilbert Keith Chesterton, il grande scrittore inglese che, con i suoi libri, lo ha condotto alla sco perta della verità del cattolicesimo; un pre sente di studioso della letteratura anglosas sone di ispirazione cristiana dell’Otto-No vecento.
Joseph Pearce, 47 anni, inglese trapiantato in Florida, autore di diversi saggi sull’in ventore di padre Brown, rievoca qui il suo i ter esistenziale che l’ha trasformato da vio lento estremista di destra a cantore della bellezza dei ‘convertiti letterati’.
Come è avvenuta la sua conversione al cattolicesimo?
«Sono cresciuto in un quartiere povero nel la zona est di Londra nel periodo in cui un vasto movimento migratorio stava causan do notevoli cambiamenti demografici. L’af flusso di un gran numero di indiani e paki stani ha cambiato volto al l’Inghilterra. A 15 anni mi sono iscritto al National Front, una formazione po litica che chiedeva il rimpa trio coatto di tutti gli immi grati non bianchi. La mia vita ruotava intorno alle manifestazioni di piazza, molte delle quali violente.
Mi sono riempito la testa con un’ideologia razzista; a 16 anni sono diventato direttore di ‘Bull dog’, il giornale del settore giovanile del National Front. La mia durezza si amman tava inoltre di disprezzo verso il cattolicesi mo sia perché i terroristi dell’Ira erano cat tolici sia perché avevo assorbito il pregiudi zio anticattolico di molti inglesi per i quali il cattolicesimo è una religione straniera.
Nel contesto delle rivolte in Irlanda del Nord il mio anticattolicesimo si espresse in tutto il suo disgusto ».
In che modo?
«Negli anni Settanta la campagna di attentati dell’Ira era al colmo e il mio odio mi portò a coinvolgermi nella rischiosa situazione dell’Ulster. Aderii all’Orange Order, una società segreta pseudo-massonica il cui unico scopo era opporsi al ‘papismo’. Nel 1978 – avevo 17 anni – partecipai alle violenze anticattoliche di Derry: lanciammo bombe incendiarie contro la polizia, vennero attaccate case di cattolici e furono saccheggiati negozi di proprietà di cattolici. Divenni sempre più coinvolto nella que­stione-Ulster, stringendo alleanza con i leader dei gruppi paramilitari protestanti, l’Ulster Volunteer Force (Uvf) e l’Ulster Defense Association (Uda). Durante un incontro segreto con il settore armato dell’Uvf, mi venne chiesto di usare i miei contatti con gruppi estremisti di altri Paesi, incluso l’italiana ‘Terza Posizione’, in modo da aprire canali di contrabbando d’armi. In un’altra occasione, un’ 'unità di servizio attivo’ dell’Uvf, una cellula terroristica, mi offrì i suoi ’servizi’ assicurandomi la sua volontà per assassinare qualsiasi ‘obietti vo’ avessi voluto fosse ‘colpito’. Nel 1982 venni condannato in base al Race Relations Act per la pubblicazione di materiale che incitava all’odio razziale e fui condannato a 6 mesi di prigione. Non pentito, dopo il mio rilascio continuai a dirigere ‘Bulldog’ e venni nuovamente condannato: mi diedero 20 mesi. Ho compiuto i 22 e i 23 anni dietro le sbarre. Durante la mia prima de­tenzione Auberon Waugh, figlio del grande scrittore cattolico Evelyn, mi definì ‘un esempio di gioventù sventurata’. Aveva ragione! Anni dopo, quando il prete che mi stava seguendo nel mio cammino di fede mi chiese di scrivere qualcosa sulla mia conversione, ho iniziato con le prime righe del famoso inno di John Newton che esalta quella ‘grazia sorprendente che ha salvato uno sventurato come me’».
Altrove, lei ha raccontato che la lettura di Chesterton durante la sua carcerazione ha giocato un grande ruolo durante la sua conversione: è stato convertito da padre Brown?
«Durante le dimostrazioni di piazza contro i marxisti, ero irritato dalle loro accuse sul fatto che io, in quanto anticomunista, ero, ipso facto, un ’soldatino’ del capitalismo.
Rifiutavo di credere che l’alternativa a Mammona fosse Marx. Qualcuno mi suggerì di informarmi meglio sulle idee di Chesterton e Belloc, fautori del ‘distribuzionismo’. Mi consigliarono di comprare il libro di Chesterton, The Outline of sanity, e in particolare il saggio intitolato ‘Reflections on a Rotten Apple’, compreso nella collezione di saggi chestertoniani The Well and the Sallows. Mi misi a leggerli.
Che sorpresa scoprire che si trattava, in larga parte, di un’apologia della fede cattolica! Si può immaginare la mia confusione quando scoprii che non c’erano errori nella logica di Chesterton. La sua arguzia e saggezza hanno fatto emergere i miei compiaciuti pregiudizi contro la Chiesa. Da allora ho iniziato a scoprire la Chiesa come è, e non come i suoi nemici affermano che sia.
Iniziai a divorare tutto quello che mi capi tava in mano di Chesterton. Attraverso i suoi libri ho conosciuto Hilaire Belloc, quindi C.S. Lewis e poi John Henry Newman. Durante il mio secondo periodo di detenzione lessi Il Signore degli Anelli e mi resi conto della sua bontà, della sua oggettiva morale e della virtuosa bellezza di cui era intessuto. Sapevo che Tolkien, come Chesterton, Belloc e Newman, era cattoli­co ».
Lei ha dichiarato che «una buona letteratura può avere un ruolo chiave nella con versione delle persone».
«Viviamo in un’era post-teologica e post-filosofica. I soggetti cruciali di queste due discipline non vengono più insegnati nelle nostre scuole laicizzate. Così ci troviamo a vivere un’epoca ignorante dal punto di vista teologico e filosofico. In un contesto simile, per la maggior parte delle persone il cammino verso Cristo mediante la ragione è difficile perché, detto francamente, non è stato insegnato loro come pensare. Se il cammino della ragione è bloccato da un’ignoranza insormontabile, possiamo conquistare le anime a Cristo mediante il potere della bellezza. La letteratura, la musica e le arti visive sono come le vetrate colorate nel Medioevo: aiutano coloro che non possono leggere perché parlano con la verità delle immagini. Il Medioevo era un’età preletteraria che aveva bisogno delle immagini dipinte sulle vetrate per mostrare la verità alla gente; l’epoca moderna è un’era post-letteraria che ha bisogno delle ‘immagini’ quali sono la fiction, l’arte e la musica che offrono quegli insegnamenti teologici e filosofici necessari per la salvezza ».
È ottimista o pessimista sul futuro del rap porto tra Europa e cristianesimo?
«Il cristianesimo sopravvivrà di certo fino alla fine del mondo, ma non sono sicuro se ciò avverrà anche in Europa. Mi sembra che troppi europei siano diventati narcisisticamente ossessionati da se stessi. Pensano solo al proprio interesse e non sono aperti, ad esempio, alla possibilità di avere bambini o dedicare la propria vita a Cristo. Una cultura simile non può sopravvivere fino a quando non faccia mea culpa e ritorni a Cristo e alla sua Chiesa. Una parte del problema riguarda poi l’Unione europea, uno smisurato monolite di corruzione nepotistica che ha vol tato le spalle al concetto cristiano d’Europa e ha abbracciato il laicismo fondamentali sta come sua propria religione di Stato. La corruzione dell’Unione europea non è più sostenibile a lungo termine e nemmeno la cultura di morte che la nutre. L’Unione eu­ropea collasserà, imploderà in un ammas so di nazionalismi bellicosi. Non so cosa ri nascerà dalle ceneri dell’Ue, ma so che il cristianesimo sarà ancora parte del destino dell’Europa in quanto è da sempre una componente della sua eredità».

«Nato in un quartiere povero di Londra, a 15 anni mi sono iscritto al National Front il cui obiettivo era portare la violenza nelle piazze» «Grazie all’arguzia dal narratore delle storie del prete-detective, ho vinto i miei pregiudizi verso la Chiesa. E ho scoperto autori come Lewis e Newman»

su Avvenire del 10 luglio 2008

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