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venerdì 31 luglio 2009

RU486 - Chi non ha mandato al macero il cervello.

Monsignor Luigi Negri, vescovo della diocesi di San Marino-Montefeltro, definisce il farmaco un "pesticida umano". Questa pillola "sarà usata per togliersi qualsiasi possibilità di avere un imprevisto di carattere medico. Una decisione di questo tipo non è tecnica e basta, ma coinvolge una concezione dell'uomo e del rapporto uomo-donna".

"Da una parte non tuteliamo la vita nel grembo delle nostre madri, ma dall'altra importiamo giovanotti di 20 anni per la forza lavoro". Lo dice il senatore della Lega Nord, Giuseppe Leoni, fondatore dei "Cattolici padani".

"E' la sconfitta dell'intera cultura della vita. A nulla è valso il richiamo di ventinove donne morte a causa di questo farmaco killer. Il via libera dell'Aifa rappresenta la vittoria della Norimberga farmaceutica che si appresta a spacciare il primo veleno per la vita nascente. Con la RU si legalizza di fatto l'infanticidio per la modica cifra di 14 euro a pasticca". Lo dichiara Novella Luciani, delegato del sindaco Gianni Alemanno alla vita.

"Il dibattito sulla Ru486 - si legge in una nota del centro di ateneo di bioetica dell'Università Cattolica, diretto dal professor Adriano Pessina - pone in evidenza la necessità che la moratoria sull'aborto volontario si trasformi concretamente nell'opera di rimozione delle cause che lo permettono. Oggi, tra queste cause, la più rilevante non sembra essere quella economica, ma quella culturale, che ha portato al disimpegno della società, alla scomparsa della figura e della corresponsabilità paterna, che ha accettato una linea di indifferenza che di fatto conduce alla solitudine esistenziale delle madri che decidono di abortire".

"Con la Ru486 la donna è abbandonata a sè stessa, e privata anche della mera opportunità di una fase di prevenzione-dissuasione". Lo afferma, in una nota, il sottosegretario dell'Interno Alfredo Mantovano. "Ciò che turba di più nella decisione dell'Aifa - prosegue Mantovano - non è soltanto la circostanza, in sè grave, di commercializzare in Italia la Ru486 nel disprezzo del Parlamento, che da tempo, con numerose interrogazioni, ha chiesto approfondimenti scientifici in materia".

L'associazione Comunità Papa Giovanni XXIII si dichiara in lutto per l'approvazione della pillola abortiva. ''Sempre più assistiamo infatti a induzione e costrizione nelle mamme che incontriamo in procinto di abortire. Ne è la prova anche il numero sempre maggiore di extracomunitarie che abortiscono, in percentuale molto superiore alle italiane''. "Come Comunità - è la conclusione - vigileremo ora perché nessuna casa farmaceutica accetti di distribuire questo prodotto agli ospedali''.

Il via libera dell'Aifa "è un gravissimo errore, che strizza l'occhio alla cultura della morte". Lo ha dichiarato Elisabetta Alberti Casellati, sottosegretario alla Giustizia. "L'Italia ha una legge, la 194, e ritengo che, anzichè cercare strade alternative o scorciatoie per l'aborto, sia necessario applicare pienamente questa legge, soprattutto sul fronte della prevenzione dell'aborto".

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