Da Avvenire del 25/4/2009
Chesterton l’anti-Cartesio
DI FULVIO PANZERI
C’ è un ritorno di attenzione sull’opera di uno dei grandi scrittori del Novecento, G.K.Chesterton, anche a livello internazionale. Basti pensare che la domenica di Pasqua il 'Washington Times' ha riproposto all’attenzione dei suoi lettori una serie di estratti da Ortodossia, mentre è annunciata per i prossimi mesi l’uscita in America di Manalive, un film diretto da Joey Odendahl, sceneggiato da Dale Ahhlquist, presidente dell’American Chesterton Society. Ad impersonare lo straordinario personaggio di Innocent Smith, alter ego di Chesterton stesso, sarà Mark Shea, scrittore americano convertitosi, nel 1987, al cattolicesimo. Proprio questo romanzo, pubblicato nel 1912, e riconosciuto come il capolavoro dello scrittore inglese, senz’altro meno conosciuto in Italia di altre sue opere e presentato ai nostri lettori con il titolo «Le avventure di un uomo vivo», ritorna in libreria, pubblicato da una piccola casa editrice di Treviso, la Morganti, che ha scelto di rivalorizzare nel nostro paese il pensiero e l’arte di Chesterton, con un’intera collana dedicata alla sua opera, 'Chestertoniana'. Questa collana, curata da Paolo Morganti, che è anche il nuovo traduttore dell’opera nella sua integrità, correggendo distorsioni e tagli presenti nelle edizioni precedenti, colma un vuoto, attraverso un rigoroso lavoro di indagine filologica e storica, un apparato di note di commento che favoriscono la comprensione del testo, una premessa esaustiva che ne spiega i contenuti e presenta utili indizi interpretativi. Tra i titoli già usciti segnaliamo Il candore di padre Brown e La saggezza di Padre Brown, cui ora si aggiunge Uomovivo, il più complesso romanzo dello scrittore inglese, e anche il suo capolavoro, tutto da rileggere e da riscoprire, in quanto, attraverso la figura di Innocent Smith, personaggio bizzarro e stravagante che, in un caldo pomeriggio d’estate, irrompe, portato da un turbine di vento, nel giardino di un piccolo cottage, la pensione di una signora piuttosto taciturna. La bizzarria e i comportamenti inconsueti dell’uomo fanno nascere sospetti e dubbi sulla sua identità, tanto da arrivare a ritenerlo pericoloso e a indurre i villeggianti a raccogliere prove infondate su presunti comportamenti illeciti che vanno dall’omicidio con furto alla bigamia. In una situazione paradossale, ma altamente emblematica, Innocent Smith viene processato, anche se lui accondiscende di buon grado a quella farsa che si sta inscenando, fino a che sarà il suo avvocato che dimostrerà la sua innocenza e spiegherà il valore simbolico del suo vero nome, quello di «Uomovivo» che diventa non solo indicazione anagrafica, ma condizione esistenziale e morale a tutti gli effetti.
Abbiamo già detto di quanto Chesterton, attraverso Innocent Smith, racconti di se stesso, ma in una sorta di «autobiografia del pensiero», che mette in luce il nodo del suo cristianesimo, a partire da quella preminenza del tema della «meraviglia» di fronte alle cose dell’esistenza, ai suoi aspetti più quotidiani e poveri, visti nell’ottica di un dono, di una dimensione della grazia. Secondo Paolo Morganti è questo «l’unico modo per accettare l’arbitrarietà della vita, o, come direbbe un ateo, per tollerare l’angoscia della morte». E un altro aspetto chiarificatore che mette in luce il curatore e che deriva da questa dimensione dello «stupore» cosmico, è il suo essere cristiano che si manifesta attraverso «la naturale e inevitabile posizione di un uomo che ha combattuto contro l’idea di un uomo moderno, che vuole imporsi nel mondo e sulle cose del mondo, invece che viverle nella consapevolezza che nulla gli appartiene».
Questa è anche la risposta al clima culturale di una modernità, imperante nella sua epoca, che fonda tutto sul valore della scienza e del razionalismo, sul loro tentativo di addomesticare gli uomini secondo i principi di una illusoria civiltà. Questo romanzo, strutturalmente moderno e attualissimo, viene definito a ragione, dal Morganti, «una favola antropologica » e il concetto stesso di «Uomovivo » diventa la risposta concreta e morale alle derive culturali di cui sente il mondo in balia. L’uomo vivo di cui Chesterton traccia il ritratto narrativo è quello che ha bisogno di recuperare l’idea del Sacro e del vissuto, non lasciandosi sedurre dalle illusioni e dalle false promesse di un razionalismo che ha come prospettiva l’infelicità.
Gilbert Keith Chesterton
UOMOVIVO
Morganti editore. Pagine 256. Euro 15,00
Chesterton l’anti-Cartesio
DI FULVIO PANZERI
C’ è un ritorno di attenzione sull’opera di uno dei grandi scrittori del Novecento, G.K.Chesterton, anche a livello internazionale. Basti pensare che la domenica di Pasqua il 'Washington Times' ha riproposto all’attenzione dei suoi lettori una serie di estratti da Ortodossia, mentre è annunciata per i prossimi mesi l’uscita in America di Manalive, un film diretto da Joey Odendahl, sceneggiato da Dale Ahhlquist, presidente dell’American Chesterton Society. Ad impersonare lo straordinario personaggio di Innocent Smith, alter ego di Chesterton stesso, sarà Mark Shea, scrittore americano convertitosi, nel 1987, al cattolicesimo. Proprio questo romanzo, pubblicato nel 1912, e riconosciuto come il capolavoro dello scrittore inglese, senz’altro meno conosciuto in Italia di altre sue opere e presentato ai nostri lettori con il titolo «Le avventure di un uomo vivo», ritorna in libreria, pubblicato da una piccola casa editrice di Treviso, la Morganti, che ha scelto di rivalorizzare nel nostro paese il pensiero e l’arte di Chesterton, con un’intera collana dedicata alla sua opera, 'Chestertoniana'. Questa collana, curata da Paolo Morganti, che è anche il nuovo traduttore dell’opera nella sua integrità, correggendo distorsioni e tagli presenti nelle edizioni precedenti, colma un vuoto, attraverso un rigoroso lavoro di indagine filologica e storica, un apparato di note di commento che favoriscono la comprensione del testo, una premessa esaustiva che ne spiega i contenuti e presenta utili indizi interpretativi. Tra i titoli già usciti segnaliamo Il candore di padre Brown e La saggezza di Padre Brown, cui ora si aggiunge Uomovivo, il più complesso romanzo dello scrittore inglese, e anche il suo capolavoro, tutto da rileggere e da riscoprire, in quanto, attraverso la figura di Innocent Smith, personaggio bizzarro e stravagante che, in un caldo pomeriggio d’estate, irrompe, portato da un turbine di vento, nel giardino di un piccolo cottage, la pensione di una signora piuttosto taciturna. La bizzarria e i comportamenti inconsueti dell’uomo fanno nascere sospetti e dubbi sulla sua identità, tanto da arrivare a ritenerlo pericoloso e a indurre i villeggianti a raccogliere prove infondate su presunti comportamenti illeciti che vanno dall’omicidio con furto alla bigamia. In una situazione paradossale, ma altamente emblematica, Innocent Smith viene processato, anche se lui accondiscende di buon grado a quella farsa che si sta inscenando, fino a che sarà il suo avvocato che dimostrerà la sua innocenza e spiegherà il valore simbolico del suo vero nome, quello di «Uomovivo» che diventa non solo indicazione anagrafica, ma condizione esistenziale e morale a tutti gli effetti.
Abbiamo già detto di quanto Chesterton, attraverso Innocent Smith, racconti di se stesso, ma in una sorta di «autobiografia del pensiero», che mette in luce il nodo del suo cristianesimo, a partire da quella preminenza del tema della «meraviglia» di fronte alle cose dell’esistenza, ai suoi aspetti più quotidiani e poveri, visti nell’ottica di un dono, di una dimensione della grazia. Secondo Paolo Morganti è questo «l’unico modo per accettare l’arbitrarietà della vita, o, come direbbe un ateo, per tollerare l’angoscia della morte». E un altro aspetto chiarificatore che mette in luce il curatore e che deriva da questa dimensione dello «stupore» cosmico, è il suo essere cristiano che si manifesta attraverso «la naturale e inevitabile posizione di un uomo che ha combattuto contro l’idea di un uomo moderno, che vuole imporsi nel mondo e sulle cose del mondo, invece che viverle nella consapevolezza che nulla gli appartiene».
Questa è anche la risposta al clima culturale di una modernità, imperante nella sua epoca, che fonda tutto sul valore della scienza e del razionalismo, sul loro tentativo di addomesticare gli uomini secondo i principi di una illusoria civiltà. Questo romanzo, strutturalmente moderno e attualissimo, viene definito a ragione, dal Morganti, «una favola antropologica » e il concetto stesso di «Uomovivo » diventa la risposta concreta e morale alle derive culturali di cui sente il mondo in balia. L’uomo vivo di cui Chesterton traccia il ritratto narrativo è quello che ha bisogno di recuperare l’idea del Sacro e del vissuto, non lasciandosi sedurre dalle illusioni e dalle false promesse di un razionalismo che ha come prospettiva l’infelicità.
Gilbert Keith Chesterton
UOMOVIVO
Morganti editore. Pagine 256. Euro 15,00
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