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martedì 31 marzo 2009

In Cina è persecuzione. Incontro in Vaticano


di Bernardo Cervellera

Un sacerdote sotterraneo dell’Hebei arrestato perché ha celebrato una messa. Controlli accresciuti per l’anniversario della morte di mons. Giuseppe Fan Xueyan, ucciso sotto tortura nel ’92. Vescovi e sacerdoti scomparsi o nei lager. Sotto pressione i vescovi ufficiali per farli tornare sotto l’obbedienza dell’Associazione patriottica. Da oggi in Vaticano incontro della Commissione per la Chiesa in Cina.


Roma (AsiaNews) – Vescovi e sacerdoti della Chiesa sotterranea arrestati, Chiese ufficiali sotto controllo, incremento della repressione contro i fedeli: è questa la situazione dei cattolici in Cina in questi giorni, mentre in Vaticano, da oggi, è in corso il raduno della Commissione plenaria sulla Chiesa cattolica in Cina.

Fonti di AsiaNews confermano che in queste settimane, soprattutto nell’Hebei (la regione vicina a Pechino, con la massima concentrazione di cattolici) le comunità sotterranee sono sotto pressione e viene loro proibito di incontrarsi per celebrare la messa. Giorni fa un sacerdote di Dung Lü, p. Paolo Ma, 55 anni, ha celebrato l’eucarestia con alcuni fedeli sotterranei e per questo è stato arrestato. La comunità cristiana è preoccupata per la sua sorte anche perché p. Ma è malato di cuore ed è probabile che in detenzione non venga curato.

Incremento di controlli e arresti sono dovuti al fatto che è vicino l’anniversario della morte di mons. Giuseppe Fan Xueyan, vescovo di Baoding, ucciso dalla polizia nel 1992. Per l’occasione i fedeli visitano la tomba del vescovo a Baoding e organizzano momenti di preghiere per il loro martire.

Mons. Fan, dopo aver passato decenni in campo di concentramento, è stato sequestrato dalla polizia nel 1992. Dopo alcuni mesi, il 13 aprile dello stesso anno è stato riportato morto, depositato nella notte davanti alla porta della casa dei familiari, il cadavere racchiuso in un sacco di plastica, con evidenti segni di tortura.

Fonti di AsiaNews ricordano che nella Chiesa sotterranea vi sono altri due vescovi scomparsi da anni nelle mani della polizia e dei quali non si conosce il loro destino. Il primo è mons. Giacomo Su Zhimin (diocesi di Baoding, Hebei), 75 anni, arrestato e scomparso dal 1996. Nel novembre 2003 è stato visto nell'ospedale di Baoding, controllato dalla polizia, dove ha subito cure al cuore e agli occhi. Ma dopo pochi giorni è scomparso ancora. Il secondo è mons. Cosma Shi Enxiang (diocesi di Yixian, Hebei), 86 anni, arrestato e scomparso il 13 aprile 2001. Mons. Shi, ordinato vescovo nel '82, era stato in prigione per 30 anni. L'ultima volta fu arrestato nel dicembre '90, poi rilasciato nel '93. Da allora aveva vissuto in isolamento forzato fino al suo ultimo arresto

Le stesse fonti affermano che vi sono anche decine di sacerdoti sotterranei in prigione o nei campi di lavoro forzato. E altre decine i vescovi sotterranei in isolamento.

Anche la Chiesa ufficiale subisce controlli e durezze. In questi mesi i vescovi riconosciuti dal governo sono stati chiamati molte volte a subire per settimane e perfino per mesi sessioni politiche sul valore della politica religiosa del Partito comunista cinese. Alcuni vescovi, come quello di Pechino, sono stati costretti anche a elogiare in pubblico l’operato dell’Associazione patriottica e a criticare “l’intromissione vaticana” negli affari religiosi in Cina. L’aumento delle pressioni è dovuto al fatto che ormai la quasi totalità dei vescovi ufficiali sono in segreto in comunione con la Santa Sede e molti vescovi riconosciuti dal governo collaborano sempre più con i vescovi sotterranei. Pechino vede male questa riconciliazione fra Chiesa sotterranea e ufficiale perché essa è generata “da una potenza straniera”, cioè il papa. Dal giugno 2007, quando Benedetto XVI ha pubblicato la sua Lettera ai cattolici cinesi, si sono moltiplicati i segni di riconciliazione fra i due rami della Chiesa in Cina, emarginando il potere dell’Associazione patriottica, l’organismo di controllo sulla Chiesa, voluto dal Partito.

Rompere questa unità è lo scopo di tutte queste vessazioni.

Da tempo l’Associazione patriottica prepara degli incontri a livello nazionale per votare il nuovo presidente dell’Associazione patriottica e il presidente del Consiglio dei vescovi cinesi [una specie di conferenza episcopale, che raduna solo i vescovi ufficiali, non riconosciuta dalla Santa Sede]. Le due cariche sono vacanti da tempo: il vescovo patriottico Michele Fu Tieshan, eletto presidente dell’Ap nel ’98, è morto nel 2007; mons. Giuseppe Liu Yuanren, vescovo patriottico di Nanchino, eletto presidente del Consiglio dei vescovi nel 2004, è morto nel 2005.L’elezione delle due cariche dovrebbe avvenire nel Congresso nazionale dei rappresentanti cattolici, già in programma da mesi. Ma l’incontro non si è ancora tenuto, a causa della resistenza di molti vescovi ufficiali a parteciparvi. Il card. Zen, in un messaggio ai vescovi cinesi lo scorso fine dicembre, ha chiesto loro di boicottare l’incontro, per onorare il loro rapporto di comunione con papa, che nella Lettera ha bollato come “inconciliabili” con la dottrina cattolica gli ideali e la politica dell’Ap.

La Commissione plenaria che si incontra in Vaticano da oggi fino al 2 aprile, è composta circa da 30 persone: superiori e membri della Segreteria di stato e della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli; rappresentanti dell’episcopato cinese, fra cui il card. Joseph Zen di Hong Kong; il suo coadiutore, mons. John Tong Hon; mons. Jose Lai Hung-seng di Macao; mons. John Hung Shan-chuan di Taipei e mons. Bosco Lin Chi-nan di Tainan (Taiwan).

La notizia del raduno, pubblicato ieri sull’Osservatore Romano, annuncia che fra i temi in discussione vi sono “questioni religiose attuali e importanti”.

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