Sembra che Berlusconi faccia sul serio. Non sappiamo come farà a fare una legge in tre giorni, con Fini di traverso come un Pannella qualunque. Fini, ci ripensi, sta sbagliando tutto come sbagliò tutto con il referendum sulla legge 40! Non segua i sondaggi sbagliati, segua la legge naturale che dice che non si ammazza nessuno, soprattutto le persone indifese! E anche lei, signor presidente della Repubblica, non ci caschi pure lei!
Eluana, Napolitano: "Non firmo il dl" - Il premier: "Ora una legge in tre giorni"
Roma - E' braccio di ferro istituzionale su Eluana. Il consiglio dei ministri ha approvato, dopo una lunga discussione, il decreto legge contro lo stop all'alimentazione e all'idratazione. Lo ha fatto nonostante il parere contrario, espresso in una lettera al premier, del Capo dello Stato. A questo punto cosa accadrà? Il provvedimento impedirebbe la sospensione dell’idratazione e della nutrizione artificiale di Eluana fino a quando non sarà approvata una legge ad hoc sul testamento biologico. Ma l’articolo 87 della Costituzione attribuisce al presidente della Repubblica il potere di emanare i decreti legge. Quindi per entrare in vigore il decreto su Eluana dovrà essere controfirmato dal Capo dello Stato e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.
Il veto del Quirinale Giorgio Napolitano stamani aveva inviato una lettera al presidente del Consiglio spiegando le motivazioni per cui ritiene ancora non attuabile la strada del decreto legge sulla vicenda di Eluana. Napolitano avrebbe sollecitato un rapido pronunciamento del parlamento sul testamento biologico. Una lunga lettera, quella del Quirinale. Con motivazioni giuridiche e tecniche per ribadire la propria posizione di contrarietà. E "un invito al governo a non deliberare" perché non ci sarebbero presupposti di "necessità e urgenza". "Confido che una pacata considerazione delle ragioni da me indicate valga a evitare un contrasto formale in materia di decretazione". Si conclude così la lettera di Napolitano per invitare il governo a rinunciare a varare un decreto. Il Capo dello Stato, nella missiva, cita una serie di precedenti di decreti legge respinti da suoi predecessori perchè in contrasto con sentenze passate in giudicato.
Berlusconi e la decisione sofferta "Sofferta". Alcuni ministri parlano di un cdm concitato. Al termine, quindi, la decisione di approvare il decreto legge sul caso Eluana. Il premier avrebbe chiaramente espresso la propria posizione: "Non voglio sentirmi io responsabile di omissione di soccorso. Io non voglio la responsabilità della morte di Eluana, una persona viva e che può fare figli" ha detto Berlusconi. Quindi il presidente rivela che la votazione è stata presa all'unanimità "perché ci sono i requisiti di necessità e urgenza".
Frecciata a Napolitano Poi il premier affonda: "Se il presidente della Repubblica "caricandosi di questa responsabilità nei confonti di una vita non firmasse il decreto varato oggi noi inviteremmo immediatamente il parlamento a riunirsi ad horas e approvare in pochissimo tempo, due o tre giorni, una legge che anticipasse quella legge che è già nell’iter legislativo, e cioè quella che contiene questa norma". Il problema è lo stop anticipato del Capo dello Stato. "Con questa lettera - ha spiegato Berlusconi - si introduceva una innovazione: il capo dello Stato in corso d’opera del cdm, può intervenire anticipando la decisione sulla necessità e urgenza di un provvedimento, e per questo abbiamo deciso all’unanimità di affermare con forza che il giudizio sulla necessità e l’urgenza è assegnato alla responsabilità del governo". Quindi, chiude il premier, "se non ci fosse la possibilità di ricorrere ai decreti tornerei dal popolo a chiedere il cambiamento della Costituzione e del governo".
Il Colle: "Non firmo" E il presidente della Repubblica "ha preso atto con rammarico della deliberazione da parte del consiglio dei ministri del decreto legge relativo al caso Englaro. Avendo verificato che il testo approvato non supera le obiezioni di incostituzionalità da lui tempestivamente rappresentate e motivate, il presidente - conclude la nota - ritiene di non poter procedere alla emanazione del decreto". Nella lettera Napolitano aveva sollineato: "Io non posso nell’esercizio delle mie funzioni, farmi guidare da altro che un esame obiettivo della rispondenza o meno di un provvedimento legislativo di urgenza alle condizioni specifiche prescritte dalla Costituzione e ai principi da essa sanciti".
Veltroni attacca il premier Quello di Berlusconi è "un comportamento totalmente irresponsabile. Non si vedeva una cosa del genere dai tempi del dopoguerra e io ho il dovere di dirlo perché è grave ed è tanto più irresponsabile, visto il momento di crisi che il Paese vive. Invece si vuole creare un conflitto istituzionale, io ritengo per un interesse politico. Ciò deve essere respinto da tutte le forze democratiche e anche da quelle della maggioranza. Oggi è un momento molto grave che non ha precedenti nella storia recente. Esprimo a Napolitano tutta la mia solidarietà. Per fortuna c’è chi, come il capo dello Stato, garantisce il rispetto della Costituzione e delle istituzioni, mentre c’è chi vuole farle saltare".
Il Vaticano Approvando il dl sul caso di Eluana "il governo ha fatto un gesto di grande coraggio, che sarà apprezzato dalla grande maggioranza di tutti i cittadini". Così commenta monsignor Rino Fisichella, presidente della pontificia accademia per la vita. "Il gesto sarà apprezzato dalla grande maggioranza degli italiani - aggiunge monsignor Fisichella, in partenza per Lourdes per un pellegrinaggio con i parlamentari - che stanno seguendo questa vicenda con grande partecipazione e non riescono a capire come sia possibile che a una ragazza che sta bene, anche se in coma, possa essere tolta l’alimentazione e l’idratazione. Pur nella differenza delle competenze che abbiamo ci rallegriamo che le istanze che abbiamo portato avanti in questi mesi sono state ascoltate e accolte". Così invece il cardinal Renato Raffaele Martino, presidente del pontificio consiglio Giustizia e Pace: "Sono costernato che in tutte queste diatribe politiche si ammazzi una persona e sono profondamente deluso" dalla decisione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolutano, di non firmare il decreto".
Stop all'alimentazione Prosegue intanto senza interruzioni, nella casa di riposo La Quiete di Udine, il protocollo per l’interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione di Eluana. A riferirlo sono gli avvocati Franca Alessio, curatrice di Eluana, e Giuseppe Campeis, legale della famiglia Englaro. La fase due del protocollo, già scattata, prevede la progressiva diminuzione dell’idratazione e dell’alimentazione che tengono in vita la donna. Poco dopo le 7 di questa mattina, il dottor Amato De Monte, il primario di rianimazione incaricato di attuare il protocollo previsto dal decreto della Corte d’Appello di Milano, è entrato alla Quiete uscendovi dopo un’ora circa. Secondo la presidente della struttura, Ines Domenicali, che non ha più "in carico" Eluana, "tutto procede secondo il protocollo".
Ispettori di Sacconi Il ministero del Welfare ha inviato gli ispettori a Udine per fare chiarezza sulla vicenda di Eluana. Lo ha annunciato in conferenza stampa il ministro Maurizio Sacconi: "Ho provveduto a inviare gli ispettori a Udine, perché purtroppo mancano alcune risposte ad alcuni interrogativi che abbiamo rivolto. Non c’è alcun formalismo giuridico che potrebbe arrivare a convincerci che non ci sono i presupposti di necessità e urgenza" ha aggiunto riferendosi al provvedimento d’urgenza adottato oggi dal cdm.
Englaro: "Avanti" "È fuori di ogni discussione: si andrà avanti". Lo ha detto Vittorio Angiolini, legale della famiglia Englaro, dopo la mancata firma del presidente della Repubblica al decreto approvato oggi dal cdm. Angiolini ha assicurato che la sospensione dell’idratazione e dell’alimentazione artificiali, cominciata oggi, "andrà avanti". Il protocollo per l’attuazione del decreto della Corte di Appello di Milano "va avanti, a meno che - ha detto l’avvocato Giuseppe Campeis, legale della famiglia Englaro - non ci siano altri impedimenti". Per Campeis "un decreto legge non controfirmato dal presidente della Repubblica non ha alcun valore. Stiamo quindi parlando di un qualche cosa che non può avere alcun effetto su quanto sta avvenendo alla casa di riposo La Quiete di Udine".
I magistrati: non interverremo La magistratura non attuerà alcuna iniziativa che possa eludere o ritardare l'attuazione di quanto disposto dalla Cassazione. Lo ha detto il pg della Corte di Appello di Trieste Deidda. Lo stesso magistrato ha anche fatto sapere che la procura di Udine non sta svolgendo alcuna indagine o accertamento di qualunque natura sui contenuti della sentenza della Cassazione sulla vicenda di Eluana. Facendo riferimento ad alcune notizie apparse sui quotidiani - ha spiegato Deidda - è opportuno precisare che al vaglio della procura di Udine non vi è alcuna ipotesi di sequestro preventivo della stanza dove si trova Eluana ed è necessario dire - ha aggiunto - che non vi è nessuna indagine sul contenuto della sentenza passata in giudicato, perché questo non è giuridicamente concepibile".
Roma - E' braccio di ferro istituzionale su Eluana. Il consiglio dei ministri ha approvato, dopo una lunga discussione, il decreto legge contro lo stop all'alimentazione e all'idratazione. Lo ha fatto nonostante il parere contrario, espresso in una lettera al premier, del Capo dello Stato. A questo punto cosa accadrà? Il provvedimento impedirebbe la sospensione dell’idratazione e della nutrizione artificiale di Eluana fino a quando non sarà approvata una legge ad hoc sul testamento biologico. Ma l’articolo 87 della Costituzione attribuisce al presidente della Repubblica il potere di emanare i decreti legge. Quindi per entrare in vigore il decreto su Eluana dovrà essere controfirmato dal Capo dello Stato e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.
Il veto del Quirinale Giorgio Napolitano stamani aveva inviato una lettera al presidente del Consiglio spiegando le motivazioni per cui ritiene ancora non attuabile la strada del decreto legge sulla vicenda di Eluana. Napolitano avrebbe sollecitato un rapido pronunciamento del parlamento sul testamento biologico. Una lunga lettera, quella del Quirinale. Con motivazioni giuridiche e tecniche per ribadire la propria posizione di contrarietà. E "un invito al governo a non deliberare" perché non ci sarebbero presupposti di "necessità e urgenza". "Confido che una pacata considerazione delle ragioni da me indicate valga a evitare un contrasto formale in materia di decretazione". Si conclude così la lettera di Napolitano per invitare il governo a rinunciare a varare un decreto. Il Capo dello Stato, nella missiva, cita una serie di precedenti di decreti legge respinti da suoi predecessori perchè in contrasto con sentenze passate in giudicato.
Berlusconi e la decisione sofferta "Sofferta". Alcuni ministri parlano di un cdm concitato. Al termine, quindi, la decisione di approvare il decreto legge sul caso Eluana. Il premier avrebbe chiaramente espresso la propria posizione: "Non voglio sentirmi io responsabile di omissione di soccorso. Io non voglio la responsabilità della morte di Eluana, una persona viva e che può fare figli" ha detto Berlusconi. Quindi il presidente rivela che la votazione è stata presa all'unanimità "perché ci sono i requisiti di necessità e urgenza".
Frecciata a Napolitano Poi il premier affonda: "Se il presidente della Repubblica "caricandosi di questa responsabilità nei confonti di una vita non firmasse il decreto varato oggi noi inviteremmo immediatamente il parlamento a riunirsi ad horas e approvare in pochissimo tempo, due o tre giorni, una legge che anticipasse quella legge che è già nell’iter legislativo, e cioè quella che contiene questa norma". Il problema è lo stop anticipato del Capo dello Stato. "Con questa lettera - ha spiegato Berlusconi - si introduceva una innovazione: il capo dello Stato in corso d’opera del cdm, può intervenire anticipando la decisione sulla necessità e urgenza di un provvedimento, e per questo abbiamo deciso all’unanimità di affermare con forza che il giudizio sulla necessità e l’urgenza è assegnato alla responsabilità del governo". Quindi, chiude il premier, "se non ci fosse la possibilità di ricorrere ai decreti tornerei dal popolo a chiedere il cambiamento della Costituzione e del governo".
Il Colle: "Non firmo" E il presidente della Repubblica "ha preso atto con rammarico della deliberazione da parte del consiglio dei ministri del decreto legge relativo al caso Englaro. Avendo verificato che il testo approvato non supera le obiezioni di incostituzionalità da lui tempestivamente rappresentate e motivate, il presidente - conclude la nota - ritiene di non poter procedere alla emanazione del decreto". Nella lettera Napolitano aveva sollineato: "Io non posso nell’esercizio delle mie funzioni, farmi guidare da altro che un esame obiettivo della rispondenza o meno di un provvedimento legislativo di urgenza alle condizioni specifiche prescritte dalla Costituzione e ai principi da essa sanciti".
Veltroni attacca il premier Quello di Berlusconi è "un comportamento totalmente irresponsabile. Non si vedeva una cosa del genere dai tempi del dopoguerra e io ho il dovere di dirlo perché è grave ed è tanto più irresponsabile, visto il momento di crisi che il Paese vive. Invece si vuole creare un conflitto istituzionale, io ritengo per un interesse politico. Ciò deve essere respinto da tutte le forze democratiche e anche da quelle della maggioranza. Oggi è un momento molto grave che non ha precedenti nella storia recente. Esprimo a Napolitano tutta la mia solidarietà. Per fortuna c’è chi, come il capo dello Stato, garantisce il rispetto della Costituzione e delle istituzioni, mentre c’è chi vuole farle saltare".
Il Vaticano Approvando il dl sul caso di Eluana "il governo ha fatto un gesto di grande coraggio, che sarà apprezzato dalla grande maggioranza di tutti i cittadini". Così commenta monsignor Rino Fisichella, presidente della pontificia accademia per la vita. "Il gesto sarà apprezzato dalla grande maggioranza degli italiani - aggiunge monsignor Fisichella, in partenza per Lourdes per un pellegrinaggio con i parlamentari - che stanno seguendo questa vicenda con grande partecipazione e non riescono a capire come sia possibile che a una ragazza che sta bene, anche se in coma, possa essere tolta l’alimentazione e l’idratazione. Pur nella differenza delle competenze che abbiamo ci rallegriamo che le istanze che abbiamo portato avanti in questi mesi sono state ascoltate e accolte". Così invece il cardinal Renato Raffaele Martino, presidente del pontificio consiglio Giustizia e Pace: "Sono costernato che in tutte queste diatribe politiche si ammazzi una persona e sono profondamente deluso" dalla decisione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolutano, di non firmare il decreto".
Stop all'alimentazione Prosegue intanto senza interruzioni, nella casa di riposo La Quiete di Udine, il protocollo per l’interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione di Eluana. A riferirlo sono gli avvocati Franca Alessio, curatrice di Eluana, e Giuseppe Campeis, legale della famiglia Englaro. La fase due del protocollo, già scattata, prevede la progressiva diminuzione dell’idratazione e dell’alimentazione che tengono in vita la donna. Poco dopo le 7 di questa mattina, il dottor Amato De Monte, il primario di rianimazione incaricato di attuare il protocollo previsto dal decreto della Corte d’Appello di Milano, è entrato alla Quiete uscendovi dopo un’ora circa. Secondo la presidente della struttura, Ines Domenicali, che non ha più "in carico" Eluana, "tutto procede secondo il protocollo".
Ispettori di Sacconi Il ministero del Welfare ha inviato gli ispettori a Udine per fare chiarezza sulla vicenda di Eluana. Lo ha annunciato in conferenza stampa il ministro Maurizio Sacconi: "Ho provveduto a inviare gli ispettori a Udine, perché purtroppo mancano alcune risposte ad alcuni interrogativi che abbiamo rivolto. Non c’è alcun formalismo giuridico che potrebbe arrivare a convincerci che non ci sono i presupposti di necessità e urgenza" ha aggiunto riferendosi al provvedimento d’urgenza adottato oggi dal cdm.
Englaro: "Avanti" "È fuori di ogni discussione: si andrà avanti". Lo ha detto Vittorio Angiolini, legale della famiglia Englaro, dopo la mancata firma del presidente della Repubblica al decreto approvato oggi dal cdm. Angiolini ha assicurato che la sospensione dell’idratazione e dell’alimentazione artificiali, cominciata oggi, "andrà avanti". Il protocollo per l’attuazione del decreto della Corte di Appello di Milano "va avanti, a meno che - ha detto l’avvocato Giuseppe Campeis, legale della famiglia Englaro - non ci siano altri impedimenti". Per Campeis "un decreto legge non controfirmato dal presidente della Repubblica non ha alcun valore. Stiamo quindi parlando di un qualche cosa che non può avere alcun effetto su quanto sta avvenendo alla casa di riposo La Quiete di Udine".
I magistrati: non interverremo La magistratura non attuerà alcuna iniziativa che possa eludere o ritardare l'attuazione di quanto disposto dalla Cassazione. Lo ha detto il pg della Corte di Appello di Trieste Deidda. Lo stesso magistrato ha anche fatto sapere che la procura di Udine non sta svolgendo alcuna indagine o accertamento di qualunque natura sui contenuti della sentenza della Cassazione sulla vicenda di Eluana. Facendo riferimento ad alcune notizie apparse sui quotidiani - ha spiegato Deidda - è opportuno precisare che al vaglio della procura di Udine non vi è alcuna ipotesi di sequestro preventivo della stanza dove si trova Eluana ed è necessario dire - ha aggiunto - che non vi è nessuna indagine sul contenuto della sentenza passata in giudicato, perché questo non è giuridicamente concepibile".
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