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mercoledì 28 gennaio 2009

I DANNI DELLA PILLOLA CONTRACCETTIVA NON SONO "FANTASCIENZA" CATTOLICA

Rinfocoliamo qualche sanissima polemica!
Questa faccenda è passata forse inosservata, ma è bene parlarne.
Uno degli obiettivi della Società Chestertoniana è quello di dare modo a chi legge questo blog di dire a ragion veduta che il re è nudo e che in giro si trovano delle teorie fantastiche sulle quali pochi purtroppo perdono tempo per dire che sono false, assurde, infondate o quanto meno dubbie. Allora nei limiti del possibile lo facciamo noi.

L'articolo è tratto dalla lodevole Agenzia Zenit, che ringraziamo, ed è del dottor Renzo Puccetti*

ROMA, domenica, 25 gennaio 2009 (ZENIT.org).- Nelle scorse settimane la Federazione Internazionale delle Associazioni dei Medici Cattolici (FIAMC) ha reso noto un documento contenente una disamina di alcuni aspetti medico-scientifici connessi con l'enciclica "Humanae Vitae" di Papa Paolo VI, il documento magisteriale del 1968 in cui il Santo Padre ribadiva l'illiceità morale della contraccezione (1). Il testo dei medici cattolici, dal titolo "40 anni dell'Enciclica HUMANAE VITAE dal punto di vista medico" (2), è stato aspramente criticato soprattutto per quanto riguarda la possibilità che la pillola contraccettiva esplichi un'azione anti-nidatoria, che cioè ostacoli l'annidamento dell'embrione nell'utero, e per l'asserito impatto ambientale derivante dalla dismissione nell'ambiente degli estrogeni contenuti in tali preparati ormonali.
Per quanto riguarda il primo aspetto, i lettori potranno ottenere informazioni da un precedente intervento su questa stessa rubrica (3).
Curiosamente, il possibile effetto anti-nidatorio della pillola contraccettiva è stato descritto come una tesi appartenente al campo della "fantascienza" (4). L'autorevolezza, il rigore e la trasparenza della fonte, lungi dal potere fare pensare a possibili conflitti d'interesse di matrice commerciale, devono piuttosto indurre ad una disamina, se possibile, ancora più accurata di un tale perentorio giudizio.
Si sostiene che la pillola non potrebbe avere alcun effetto anti-nidatorio "in quanto impedisce l' ovulazione e se non c' è l'ovulo da fecondare, non ci può essere gravidanza" (4).
Se davvero così stessero i fatti, la tesi dei medici cattolici apparirebbe francamente inconsistente, insostenibile, persino risibile.
Questo se le cose stessero effettivamente in questi termini; rimane da stabilire se davvero i fatti siano quelli riportati nell'articolo del Corriere. Qualche dubbio potrebbe sorgere leggendo quanto messo nero su bianco sul sito della Società Italiana di Ostetricia e Ginecologia dedicato all'informazione sulla contraccezione: "La pillola provoca, inoltre, un ispessimento del muco cervicale e un assottigliamento dell'endometrio, la mucosa dell'utero, che diventa quindi meno adatto all'eventuale impianto di un ovulo" (5). Appare strano che anche tra gli esperti dell'Associazione dei Ginecologi Italiani si annidi qualche appassionato di fantascienza intento a confondere le acque riportando sciocchezze. Possibile che anche lì medici fondamentalisti siano in grado di eludere la sorveglianza dei guardiani laicisti dell'ortodossia scientifica? Possibile, ma improbabile.
I dubbi aumentano dopo una ricerca su pubmed, il motore di ricerca degli studi scientifici della National Library of Medicine. Incrociando i termini "oral contraceptives" e "ovulation", si scopre che proprio alcune settimane fa è stato pubblicato un lavoro di revisione della letteratura internazionale secondo il quale nelle donne che assumono la pillola contraccettiva l'ovulazione non solo è un fenomeno presente, ma addirittura si verifica con un'incidenza che dall'1-2% giunge fino al 40% per un particolare tipo di pillola contraccettiva (6). Che dire? Facendo dei calcoli grossolani è possibile stimare che nella sola Italia almeno mezzo milione di ovulazioni avvengono sotto pillola contraccettiva ogni anno. Rispondendo all'intervistato dal Corriere, possiamo dire che in molti casi l'ovulo da fecondare c'è. Non si tratta di sofismi, ma di questioni che coinvolgono sia i medici che le donne, le quali hanno tutto il diritto a ricevere informazioni per quanto possibile corrette e non parziali.
Gli autori della ricerca sono giunti a queste conclusioni esaminando la letteratura medica pubblicata tra il 1979 e il luglio 2008. Difficile pensare che si tratti di persone non qualificate; il professor Iam Milson è docente di ginecologia all'Università di Göteborg e la rivista che ha pubblicato il lavoro è l'organo ufficiale della Faculty of Sexual and Reproductive Healthcare, associazione affiliata al Royal College of Obstetricians and Gynaecologists. È altresì oltremodo improbabile che il lavoro sia mosso da pregiudizi in qualche modo piegati alla visione morale cattolica; l'altro autore, il dottor Tjeerd Korver, lavora presso l'istituto di ricerche olandese della Schering-Plough, un gigante mondiale della contraccezione ormonale.
Non meno imbarazzante risulta commentare alcune reazioni al documento dei medici cattolici per quanto riguarda il ruolo dei preparati ormonali come fonte di inquinamento ambientale. Che personaggi di primo piano del mondo ecologista dichiarino con candore di non avere mai nemmeno sentito parlare del problema (7) lascia interdetti. È sufficiente digitare su google i termini "oral contraceptives" e "endocrine disruptors" per vedersi apparire oltre quattordicimila pagine, tra cui numerosi articoli pubblicati su riviste scientifiche a diffusione internazionale.
Ovviamente si tratta di tematiche di una complessità enorme in cui da ogni parte l'esercizio della prudenza è non solo auspicabile, ma persino doveroso; si tratta di evitare allarmi ingiustificati, peraltro potenzialmente in grado di sottrarre risorse altrimenti allocabili, ma anche possibili colpevoli sottovalutazioni. Non di meno, è curioso notare che l'allarme ambientale sollevato dal documento dei medici cattolici sarebbe "ingiustificato, perché gli ormoni della pillola sono largamente metabolizzati da parte dell'organismo" (8). Ancora una volta queste considerazioni dovrebbero essere effettuate con la dovuta prudenza, sia perché l'inattivazione metabolica dei preparati ormonali non è totale (9), sia perché, una volta liberati nell'ambiente, gli ormoni possono subire processi tali da renderli farmacologicamente di nuovo attivi e quindi disponibili (10).
In conclusione, ci pare di potere cogliere da questo episodio due insegnamenti. Nell'esprimere le proprie posizioni è sempre bene collocarsi in una prospettiva di rispetto reciproco, evitando di ergersi a distributori di patenti di scientificità, soprattutto quando si parla senza essere supportati dalle evidenze. In questo caso viene inoltre confermato come il modo di porre il dato scientifico non è neutro, ma possiede in sé la capacità di orientare la riflessione antropologica e quindi il giudizio etico, soprattutto quando il metodo di giudizio rifiuta gli assoluti morali e procede secondo linee consequenzialiste.

"Good science, good ethics" è un detto sempre valido, alla base di qualsiasi dialogo, purché si faccia appunto della scienza, non fanta-scienza.


(1) Humanae Vitae. http://www.vatican.va/holy_father/paul_vi/encyclicals/documents/hf_p-vi_enc_25071968_humanae-vitae_it.html.
(2) Vd. http://www.scienzaevita.info/public/site/news.asp?id=67.
(3) ZENIT - "La fallibilità dei metodi contraccettivi", 11 marzo 2007. http://www.zenit.org/article-9655?l=italian.
(4) cfr. Corriere della Sera del 4 Gennaio 2009. http://www.corriere.it/cronache/09_gennaio_04/pillola_vaticano_esperti_fantascienza_bd3eabe2-da48-11dd-a7f8-00144f02aabc.shtml.
(5) Vd. "Scegli Tu". vd. http://www.sceglitu.it/opencms/quarter/contr/ormonale/pillolaEstr/.
(6) Milsom I, Korver T. Ovulation incidence with oral contraceptives: a literature review. J Fam Plann Reprod Health Care. 2008 Oct;34(4):237-46.
(7) Vd. Corriere della Sera del 4 Gennaio 2009, pag 19 http://archiviostorico.corriere.it/2009/gennaio/04/Pratesi_frenare_nascite_aiuta_terra_co_8_090104021.shtml.
(8) Vd. Gente del 20 Gennaio 2009, pag 21 http://www.rassegnastampa.sigo.it/Articoli/SIGO/2009/1/C553F7AB74.pdf.
(9) Huang CH, Sedlak DL. Analysis of estrogenic hormones in municipal wastewater effluent and surface water using enzyme-linked immunosorbent assay and gas chromatography/tandem mass spectrometry. Environmental Toxicology and Chemistry, Vol. 20, No. 1, pp. 133-139, 2001.
(10) Legler J, Jonas A, Lahr J, Vethaak AD, Brouwer A, Murk AJ. Biological measurement of estrogenic activity in urine and bile conjugates with the in vitro ER-CALUX reporter gene

* Specialista in Medicina Interna, segretario di Scienza & Vita di Pisa e Livorno. È autore del libro "L'uomo indesiderato - dalla pillola di Pincus alla RU 486". Società Editrice Fiorentina, 2008. http://www.sefeditrice.it/scheda.asp?idv=472

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