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martedì 2 dicembre 2008

Il Vaticano e la depenalizzazione dell’omosessualità

Dal blog di Andrea Tornielli, sulla pagliacciata messa in giro dai soliti giornali sul Vaticano, a cui oggi è seguita la storia dell'opposizione alla convenzione sui disabili.
Crediamo che certi giornalisti dovrebbero riflettere molto sul loro operato e sul fatto che esso è contro la verità e contro l'uomo.

Cari amici, ieri abbiamo assistito all’ennesimo esempio di disinformazione e strumentalizzazione: il Vaticano è stato presentato alla stregua dei paesi fondamentalisti che sbattono in galera i gay e spesso li condannano a morte sulla pubblica piazza. Il motivo della tempesta mediatica sono state le parole critiche pronunciate dall’arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede all’Onu, sul progetto di dichiarazione che la Francia - presidente di turno dell’Unione Europea - intende presentare per togliere qualsiasi tipo di discriminazione causata dall’orientamento sessuale. Siccome en passant nel progetto si chiede anche la depenalizzazione dell’omosessualità, è stato riferito solo questo particolare. E la critica di mons. Migliore, affidata all’agenzia cattolica francese I.Media, è stata fatta passare per alleanza della Santa Sede con i boia dei gay! Una falsità e una sciocchezza. La realtà è un’altra: quel progetto - al quale ben 150 paesi non hanno aderito, e dunque la Santa Sede non è certo sola - tende infatti a portare, senza passare attraverso la discussione comune e la votazione, a una revisione di tutti i diritti umani sulla base dell’orientamento sessuale e potrebbe essere usata un domani per far pressioni ad esempio su quegli stati che non ammettono il matrimonio tra gay o l’adozione dei bambini per le coppie omosessuali. Ecco il motivo della critiva vaticana. Il Catechismo parla chiaro e basta averlo letto per comprendere che la Chiesa non vuole discriminare ingiustamente le persone omosessuali né tantomeno desidera che siano incarcerate e men che meno condannate a morte. Ma non vuole nemmeno che in nome dei diritti umani si faccia passare l’equiparazione tra coppie eterosessuali e omosessuali in ordine al matrimonio (...).

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