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lunedì 6 ottobre 2008

INDIA - padre e figlio cristiani uccisi a colpi di ascia in Orissa

L’uomo era un leader cristiano molto influente. I radicali indù mirano ad eliminare i capi delle comunità. Sfiducia diffusa nell’opera della polizia. Arrestati con molto ritardo 4 estremisti accusati di aver violentato una suora.

Bhubaneshwar (AsiaNews) – Due tribali cristiani, un padre e suo figlio, sono stati uccisi da un gruppo di estremisti indù nella notte fra il 2 e il 3 ottobre nel villaggio di Sindhupanka, distretto di Kandhamal.
Si tratta di Dushashan Majhi e del suo figlio 15enne Shyam Sunder Majhi. I due stavano dormendo fra i resti della loro casa, distrutta giorni prima dai radicali indù. Dushashan era il capo di una comunità cristiana, molto stimato e influente. L’eliminazione dei capi delle comunità è divenuto il primo obbiettivo dei gruppi fondamentalisti per fermare l’opera dei cristiani e quelle che essi chiamano “conversioni forzate”.
Una fonte locale di AsiaNews ha dichiarato: “Dushashan era un leader importante della comunità. L’anno scorso si era anche presentato alle elezioni locali, per diventare capo villaggio. Di recente aveva denunciato anche alcuni estremisti che avevano bruciato e distrutto la chiesa del villaggio durante le violenze seguite all’assassinio di Swami Laxamananda Saraswati”.
La morte dello Swami, che la polizia sospetta essere opera di maoisti, ha scatenato il 24 agosto un pogrom contro i cristiani e le loro istituzioni che dal distretto di Kandhamal (Orissa) si è diffuso anche in altri Stati della confederazione.
“Questi fondamentalisti – continua la fonte – mirano a eliminare in modo sistematico i capi cristiani più influenti. Dushashan e suo figlio stavano dormendo nella loro casa demolita. Nella notte i radicali li hanno presi, portati fuori e uccisi con un’ascia”.
Ieri sera la polizia ha confermato i fatti. Molte testimonianze accusano però la polizia di inazione, incapace di prevenire e garantire sicurezza alla popolazione cristiana. Altri parlano in modo aperto di connivenza.
Un esempio è dato da ciò che è avvenuto in questi giorni, in cui 4 radicali indù sono stati arrestati accusati di aver stuprato una suora a Baliguda. Le violenze sono avvenute il 24 agosto scorso. Alcune dottoresse hanno visitato la suora la notte stessa dell’incidente e hanno presentato il rapporto confermando le violenze sessuali entro 72 ore dall’incidente. La polizia ha però impugnato il rapporto e fatto gli arresti solo il 1° ottobre. E solo il 3 ottobre, 38 giorni dopo il fatto, Naveen Patnaik, Chief minister dell’Orissa, si è espresso sull’incidente definendolo “selvaggio” e “vergognoso”.
L’ispettore capo della stazione di polizia di Baliguda è stato sospeso dal servizio. Ma molti cristiani sono convinti che tutte queste decisioni sono avvenute solo per la cattiva pubblicità che sta ricadendo sul governo dell’Orissa, dopo che la notizia dello stupro della suora è stata diffusa sui giornali nazionali.
Fonti ecclesiali locali hanno però detto ad AsiaNews che anche i 4 arrestati sono soltanto dei capri espiatori per frenare le critiche di inazione verso la polizia e il governo: non sono loro gli autori delle violenze contro la suora.

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