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giovedì 3 aprile 2008

Pillola del giorno dopo - Obiettori sotto tiro

Da L'Avvenire di ieri 2 Aprile 2008 - come volevasi dimostrare.

Pisa, medici «accusati» da due donne

di Andrea Bernardini

Medici obiettori di coscienza sotto attacco. Accade a Pisa, dove due ragazze in cerca di un camice bianco pronto a prescrivere loro una confezione di Norlevo, meglio conosciuta come la pillola del giorno dopo, hanno dovuto faticare qualche ora per trovarlo. Secondo quanto riportato dal quotidiano «Il Tirreno», una di loro si sarebbe recata a notte fonda insieme al fidanzato alla guardia medica del villaggio «I Passi», dove però i due non avrebbero trovato nessuno, bensì un cartello che recitava «non si prescrive la pillola del giorno dopo. Entro 72 ore (la pillola, per avere l’effetto sperato, deve essere infatti assunto entro le 72 ore dall’atto sessuale, ndr) rivol gersi al medico curante, privato, consultorio, pronto soccorso»; la ricerca sarebbe proseguita, appunto, al pronto soccorso dove però sarebbe stata ricevuta da un medico alle 6 del mattino, qualche ora dopo. Del tutto normale, ribattono al «Santa Chiara »: la prestazione rientra tra i codici bianchi e dunque, se la paziente si presenta di notte, quando l’ambulatorio dei codici bianchi è chiuso, bisogna attendere che vengano smaltite le urgenze del pronto soccorso.
L’altra ragazza racconta invece di essersi recata direttamente al pronto soccorso, ma di non aver saputo aspettare né di aver avuto soddisfa­zione dalla guardia medica; finché, per prendere in fretta la pillola – secondo la ricostruzione del «Tirreno», l’amica avrebbe tirato giù dal letto il parente medico che le avrebbe prescritto il Norlevo. «Non ci risulta – si legge in una nota della Azienda Usl 5 che ha avviato un’inchiesta interna sul comportamento delle guardie mediche che mira ad accertare l’esatto svolgimento dei fatti – la donna è arrivata alle 18 del pomeriggio e, codice bianco, ha ricevuto a tempo debito la pillola in ospedale».
La vicenda ripropone la questione: l’obiezione di coscienza è applicabile anche alla «pillola del giorno dopo»? Secondo Giuseppe Figlini, presidente dell’Ordine provinciale dei medici di Pisa il Norlevo «è un anticoncezionale e come tale va prescritto, sempre. In questo caso ap­pellarsi all’obiezione di coscienza non si può». Non ne sono affatto convinti i medici dell’associazione «Scienza&Vita» di Pisa e Livorno: «Il meccanismo d’azione di Norlevo – spiega Renzo Puccetti – non è conosciuto con precisione, come ammette la ditta produttrice nel bugiardino. Ciò che si sa con precisione è che con l’uso di questa pillola a ovulazione avvenuta – quindi a zigote già formato nel caso sia avvenuta una fecondazione – l’embrione potrebbe non riuscire a impiantarsi nella mucosa uterina. E l’azione antiannidatoria del farmaco pone problemi etici a un gran numero di medici».
Del resto il Comitato nazionale per la bioetica ha stabilito il diritto del medico ad appellarsi alla clausola di coscienza. Che – ha stabilito la Federazione nazionale degli ordini dei medici – è assimilabile al diritto all’obiezione di coscienza stabilita dalla 194. «Quindi, quando il medico si è dichiarato obiettore dopo l’atto di iscrizione all’Ordine, è a posto e null’altro dovrebbe dichiarare alla azienda sanitaria». Scienza&Vita si dice preoccupata del «clima intimidatorio che sta montando intorno ai medici obiettori. La donna che chiede la pillola abortiva ha diritto di essere accolta, visitata e informata. Ma non può pretendere che un medico agisca contro la sua coscienza».
Le giovani avrebbero faticato a ottenere il farmaco. La Asl, tutto regolare, ma controlliamo.

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