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giovedì 3 aprile 2008

Ferrara contestato da giovani e vecchi dinosauri


Dinosauri. Anche ventenni ma dinosauri.

Da Il Giornale del 3 Aprile 2008

Sembra di essere tornati indietro di trent’anni: stessa piazza, stessi slogan, stessi scontri, in gran parte anche stessa gente. Come in un’immensa macchina del tempo dove gli eterni replicanti di se stessi devono individuare il Nemico, il Cattivo, l’Orco, contro cui sfogare la propria rabbia e la propria intolleranza. Ovviamente, «democratica e antifascista», ça va sans dire. Succede a Bologna, piazza Maggiore ieri pomeriggio. Dove Giuliano Ferrara ha in programma il suo comizio per presentare la lista sulla moratoria dell’aborto. Succede di tutto: bottiglie lanciate verso il palco, uova all’indirizzo di Giuliano, lattine usate come una sorta di tiro a segno da Luna Park, durissime contestazioni, cariche della polizia, Ferrara scortato all’uscita dagli agenti perché possa lasciare incolume piazza Maggiore. Lui, Giuliano, un po’ se l’aspettava. E l’aveva raccontato ridendo anche l’altra sera a Enrico Mentana che lo intervistava a Matrix: «Domani sono a Bologna, dove so che mi aspettano... Ho anche chiamato Cofferati...». E quel «so che mi aspettano» era solo il preannuncio dell’ennesima contestazione nella campagna elettorale, dove la parziale riabilitazione di Berlusconi ha privato del Nemico quelli che hanno voglia sempre e comunque di menare le mani e di battere le lingue. E quindi si sono dovuti reinventare un nuovo Cattivo, un nuovo Orco. E chi poteva essere il nuovo Nemico, il nuovo Cattivo, il nuovo Orco? A Genova qualcuno dei centri sociali ha tirato pietre a Francesco Storace e a Mario Borghezio, altrove c’è chi pensa che Daniela Santanchè sia la reincarnazione di Crudelia Demon, solo più elegante e spietata, ma l’unico che può aspirare davvero al titolo di Supercattivo della campagna elettorale, contestato dalle Alpi alle Piramidi, quasi a ogni comizio, è Giuliano Ferrara. Un po’ è lui, che dell’Orco ha anche il fisico, gli occhi azzurri guizzanti e un po’ luciferini, e la bocca con qualche spazio fra i denti. Ma il resto lo fa l’argomento: perché in una campagna elettorale dove il tema più appassionante sembra essere Alitalia, Giuliano ha portato uno spunto assolutamente forte, capace di dividere, di creare passioni, di sollevare conflitti etici e personali: la vita. In una campagna elettorale dove fa scandalo una battuta di un generale sull’opportunità della presenza gay nell’esercito, lo scandalo vero della battaglia sul valore della vita è destinato a spaccare. E non può essere diversamente.
Comunque la si pensi sull’opportunità della lista «pro-life», sulla forzatura di manifesti come quelli sull’«aborto per un reality show» e perfino sul tema stesso dell’interruzione volontaria della gravidanza, dire che il re è nudo, come fa il bambino Ferrara e che quel pallino che sembra un videogame impazzito nella prima ecografia è vita, è lo scandalo più estremo e forte.
Ferrara è contestato, insultato, aggredito perché dice oltre che parlare. E la forza del suo messaggio, ribadisco, comunque la si pensi in materia, è quella di riproporre i temi dei referendum storici sulla vita. In una campagna elettorale che, al massimo, può essere paragonata ai referendum sul numero di preferenze, sulle soglie di sbarramento, sul mattarellum o sul modello Guzzetta. Giuliano non diventerà presidente del Consiglio e non è certo che la sua armata un po’ sgangherata di bravi ragazzi entri alla Camera, superando il 4 per cento. Ma persino questo è un particolare. Perché la passione, le passioni, anche le peggiori, come quelle suscitate a Bologna ieri sono un’esclusiva dei temi veri. E su questo Ferrara e i suoi hanno comunque vinto.
Massimiliano Lussana

Da Il Corriere della sera del 3 Aprile 2008 BOLOGNA - Momenti di forte tensione in piazza Maggiore, a Bologna, durante un comizio di Giuliano Ferrara, nel capoluogo emiliano per la campagna elettorale della sua lista «Aborto? No Grazie». Negli scontri tra dimostranti e forze dell'ordine sono rimaste contuse almeno quindici persone, secondo quanto riferito dagli organizzatori della protesta. Un gruppo di giovani dei centri sociali, che peraltro aveva preannunciato la propria azione dimostrativa, si è presentato tra il pubblico ha cominciato a fischiare e urlare non appena il direttore del Foglio, candidato premier della lista «Aborto? No Grazie», ha dato il via al suo intervento. E subito dopo è arrivata immediata la condanna di Sergio Cofferati, sindaco di Bologna: «Quello che è accaduto è un danno per la città» POMODORI E MORTADELLA - Non si è trattato di un episodio circoscritto perchè per contestare Ferrara in piazza c'erano un migliaio di persone. Secondo quanto riferiscono i testimoni, in un primo momento sono volati pomodori, quadretti di mortadella, uova e bottigliette d'acqua. Ma poi s'è vista volare anche anche qualche sedia, presa da un bar che affaccia sulla piazza. La tensione è quindi cresciuta, per culminare nel momento in cui Ferrara ha preso la parola. A quel punto alcuni dei contestatori hanno cercato di salire sul palco e sono stati respinti dagli agenti di polizia. Lo stesso candidato premier ha rilanciato alla folla un pomodoro che era stato gettato sul palco. I contestatori hanno poi detto che ci sono stati 15 persone contuse per la reazione della polizia e i tafferugli che sono seguiti al tentativo di salire sul palco per impedire il comizio. VIA SOTTO SCORTA - «Questa non è democrazia, non mi fate parlare - ha detto Ferrara -. Domani finirete su tutti i giornali, siete contenti? Avete contestato il comizio ma non siete a riusciti a impedirci di parlare a Bologna». Il giornalista è poi stato comunque costretto alla fine a lasciare la Piazza su un'auto scortata dalla polizia e presa di mira dai contestatori che le hanno scagliato contro anche due bottiglie di vetro. «Un clima incivile» ha detto Ferrara. Quando il candidato premier della lista «pro-Life» se ne è andato, il palco dal quale aveva parlato poco prima è stato preso letteralmente d'assalto. Una sorta di espugnazione da parte dei giovani che hanno distrutto il cartellone elettorale che giganteggiava alle spalle di Ferrara. LA CONDANNA DI COFFERATI - «Quello che è accaduto oggi a Bologna è un danno oggettivo per la città e per la sua storia di democrazia e tollerenza» ha commentato il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati,. «È inaccettabile che una piazza venga trasformata nel luogo dell'intolleranza. Tutti devono essere in condizione di poter sostenere pubblicamente le proprie tesi e le proprie opinioni e a nessuno deve essere impedito di parlare. uova e pomodori. Fino alle cariche delle forze dell'ordine e alla «fuga» del candidato. Trasformare la campagna elettorale da confronto tra idee in scontro è una responsabilità grave che si assumono tutti coloro che praticano l'intolleranza. Non condividere un'idea- ricorda il sindaco- non deve mai diventare azione ostile contro chi la sostiene»».

Vi risparmiamo la cronaca tratta da La Repubblica.

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