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lunedì 5 febbraio 2007
La religione della gratitudine
Alla ricerca di tutto ciò che in giro si muove sul nostro Gilbert, vi segnaliamo il bel saggio uscito sull'ultimo numero del mensile 30 Giorni a firma del filosofo Massimo Borghesi, dal titolo in alto.
Il saggio verte sull'opera chestertoniana Autobiografia, e ne riportiamo un breve interessante brano significativo che possa invogliare i nostri lettori a leggerlo:
"L’Autobiografia costituisce, da questo punto di vista, un’opera apologetica che rende manifesto il percorso esistenziale e speculativo che porta a Orthodoxy (Ortodossia, 1908), l’opera in cui Chesterton difende in modo arguto e geniale la fede cattolica, e agli altri lavori dell’autore. In Ortodossia la verità del cattolicesimo è dimostrata a partire dal presupposto che esso rappresenta la sanità, psichica e mentale, dell’uomo; l’equilibrio delle sue facoltà spirituali. La verità coincide qui con la sanità, l’errore con la follia. Si tratta di un metodo che rifiuta la dissociazione postkantiana tra logica e psicologia, e che trova la sua applicazione anche nel Franz Rosenzweig di Dell’intelletto comune sano e malato. Leggendo l’Autobiografia comprendiamo come questa scoperta sia stata fatta da Chesterton sulla propria pelle. Anche per lui la via del dubbio si è trasformata nella via della disperazione e della follia. Da queste lo ha liberato il cattolicesimo ridonandogli la meraviglia perduta della sua fanciullezza".
Complimenti al professor Borghesi per le belle ed originali riflessioni che aiutano a riportare Chesterton all'attenzione che si merita.
L'articolo intero è leggibile cliccando qui.
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