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lunedì 30 aprile 2018

Sciascia “giallista” e scrittore di “gialli” | da Paese Italia Press - Periodico Europeo di Informazione

SCIASCIA "GIALLISTA" E SCRITTORE DI "GIALLI" | Paese Italia Press - Periodico Europeo di Informazione

Paolo Squillacioti raccoglie ora gli scritti di Sciascia sul romanzo poliziesco in unico volume: Il metodo Maigret e altri scritti sul giallo, Adelphi, MI, 2018 (che vanno dal 1953 al 1989).

(...)
Gilbert Keith Chesterton ha inventato il personaggio di Padre Brown, "un prete cattolico […] che si diletta ad investigare e risolvere fatti criminali o comunque misteriosi. […] Nella letteratura e agiografia cattolica non si trova precedente alcuno in questo senso" (p. 115). Ma è nella frase seguente che si ha uno di quei micidiali esempi della sua ironia: "Entra in giuoco, insomma, il peccato originale: basta cadere sotto l'occhio di Padre Brown perché la macchia dell'originale peccato affiori. […] Padre Brown, per le sue qualità divinatorie e illuminanti, rappresenta addirittura la Grazia. Ed è il caso di dire: troppa Grazia" (p. 118).
(...)

sabato 28 aprile 2018

Alfie e Chesterton – Aldo Maria Valli

Alfie e Chesterton – Aldo Maria Valli

Alfie e Chesterton

– Buongiorno Mr Chesterton.
– Buongiorno signore.
– Come va?
– Direi divinamente, se mi passa la battuta.
– Ne sono felice. Lì dove si trova sta seguendo la vicenda di Alfie Evans?
– Certamente.
– Come la giudica?
– Come scrivo in Ortodossia: "Il mondo moderno è pieno di antiche virtù cristiane impazzite: sono divenute folli perché sono isolate una dall'altra e vagano senza meta". Soprattutto manca il riferimento alla verità. Così tutto è possibile, anche che lo Stato prevalga sulla persona, dimenticando che la persona viene sempre prima.
– Ma perché questo impazzimento?
– Da quassù posso vedere che le persone buone sono molto più numerose delle malvage. Ma la mentalità dominante è pervasa dall'idea che l'uomo, e non Dio, debba essere padrone della vita. E quando si ragiona così si finisce inevitabilmente nella discriminazione.
– Non le sembra che ci sia un problema riguardante legittimità e legalità? Nello Stato totalitario, come abbiamo visto nel corso del XX secolo, la legittimità pretende di fare a meno della legalità. Nelle nostre democrazie la legalità pretende spesso di fare a meno della legittimità. Ma il risultato è analogo: discriminazione e sopraffazione
– Sì, ma il succo è che abbiamo eliminato Dio. Io l'ho sempre detto: "Gli enigmi di Dio sono più soddisfacenti delle soluzioni dell'uomo".  E "affinché un uomo possa amare Dio, è necessario che non ci sia solo un Dio da amare, ma che esista anche un uomo che lo ami".
– Ecco perché Benedetto XVI raccomandava di vivere veluti si Deus daretur, come se Dio ci fosse, che è il capovolgimento dell'assioma illuminista,  etsi Deus non daretur, come se Dio non ci fosse. Occorre qualcosa a cui agganciare un'idea condivisa del bene e del male, al di là del soggettivismo e del relativismo.
– Infatti. Mi spiace di non essere vissuto nell'epoca di papa Ratzinger: sarebbe stato bellissimo dialogare con lui. Credo comunque che occorra riscoprire la meraviglia di fronte alla vita, al reale. Come ho scritto una volta, "C'è alle spalle di ognuno di noi un abisso di luce, più accecante e insondabile di qualsiasi abisso di oscurità".
– Benedetto XVI, nella lezione che aveva preparato per la sua visita all'Università la Sapienza di Roma (e che poi gli venne impedita da un gruppo di intolleranti), scriveva: "Si tratta del dare giusta forma alla libertà umana che è sempre libertà nella comunione reciproca: il diritto è il presupposto della libertà, non il suo antagonista". Concorda?
– Certamente. Occorre che gli uomini siano umili e amorevoli. Solo queste qualità morali impediscono la tirannide. E sono anche le custodi della vera razionalità. Altrimenti la razionalità può sempre degenerare e diventare arbitrio.
– E nel caso di Alfie che significa?
– Significa, per dirla in modo molto semplice, che il giudice non può ergersi a Dio, a  padrone della vita. Facendo uso della razionalità al servizio dell'uomo, deve riconoscere lo spazio decisionale dei genitori. E deve riconoscere che la vita umana possiede una dignità che va ben al di là del criterio di efficienza. L'uomo non è una macchina. Se l'unico criterio fosse l'efficienza, dovremmo sbarazzarci immediatamente di tutti i malati, i disabili, i vecchi. Se non lo facciamo è perché la nostra razionalità è guidata da criteri morali. Sono questi che vanno alimentati.
– Quindi lei, Mr Chesteron, cittadino britannico, vede nel comportamento di alcuni suoi compatrioti una negazione della libertà?
– Noi inglesi abbiamo inventato lo Stato liberale, ma nemmeno noi siamo al riparo dalle sue degenerazioni. Il sistema può diventare arbitrario quando si erge a giudice supremo con diritto di vita e di morte.
– Come giudica la mobilitazione per Alfie?
– Le preghiere quassù non hanno mai smesso di arrivare, e ultimamente si sono molto intensificate. E sono preziosissime. La fede smuove davvero le montagne.  Vedo in tutta questa storia un grande insegnamento.
– Quale?
– Tutto sta avvenendo all'insegna della debolezza e della piccolezza. Alfie è piccolo e debole. Piccoli e deboli, a loro modo, sono anche i suoi giovanissimi genitori. Piccoli e deboli i tanti che si sono presi a cuore la vicenda e che certamente non appartengono ai grandi potentati. Perfino i due politici italiani che hanno concesso la cittadinanza ad Alfie fanno parte di un governo dimissionario, che in pratica non c'è più, il che però non ha impedito loro di compiere un'azione nobilissima.
– Vengono in mente le parole di Gesù: "Ti rendo lode, o Padre, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli"…
– Sì, al Padre in effetti piace rivelarsi così.
– Senta Mr Chesterton, qualcuno, di fronte alla vicenda di Alfie, ha richiamato la questione dell'eugenetica, che ha radici britanniche innegabili, più antiche di quelle tedesche e naziste…
– Guardi, credo di non essere immodesto se dico che sono stato uno dei primi a rendermene conto.
– Come?
– Già nel 1922 scrissi un libro – intitolato, non a caso, Eugenetica e altri malanni – nel quale dicevo fra l'altro: "La cosa più saggia del mondo è gridare prima del danno. Gridare dopo che il danno è avvenuto non serve a nulla, specie se il danno è una ferita mortale… Spesso è essenziale opporsi a una tirannide prima che essa prenda corpo".
– Lei, se non sbaglio, mise in guardia anche dal darwinismo…
– Certamente. Mi scuso se mi cito di nuovo: "Quando si incomincia a pensare all'uomo come a un essere che cambia e che può essere alterato, il forte e l'astuto possono facilmente deformarlo, dandogli nuove forme per scopi innaturali".
– Eugenetica, darwinismo, malthusianesimo: voi inglesi, a guardar bene, avete dato un bel contributo a quello che ancora oggi ci ostiniamo a chiamare "progresso" senza vederne i pericoli.
– Già, e in quanto inglese non ne posso certamente andare orgoglioso. Posso però affermare, senza poter essere smentito, che avvertii tutti quanti. Nel mio libro scrivevo: "La definizione più concisa dell'eugenetica, quanto al suo lato pratico, è che essa si propone , in maggiore o minore misura, di controllare talune famiglie come se fossero famiglie di schiavi pagani, o peggio". Vediamo che cosa sta succedendo alla famiglia di Alfie.
– E lei, occorre dirlo, non ebbe paura di usare la parola "tirannide".
– Certamente. Vidi che gli eugenetici volevano intromettersi in tutto, ovviamente in nome del progresso e della "qualità della vita". E infatti nel caso di Alfie che cosa è accaduto? Che i giudici lo hanno condannato a morte per rispettare il suo "miglior interesse".
– Ricordo che lei, Mr Chesterton, per denunciare la visione efficentista della vita fece un appropriato paragone fra l'uomo e l'utensile.
– È così. Gli efficentisti vedono nell'uomo un utensile. Se non funziona, lo si getta via. Ma l'uomo, rispetto a un comune utensile, ha un difetto. Come ho detto una volta, "se prendi un martello, non ci trovi attaccata tutta una famiglia di chiodi. Se getti uno scalpello, questo non figlia e non lascia in giro tanti piccoli scalpelli". L'uomo invece ha famiglia, ha relazioni. Per ridurlo a utensile 0ccorre dunque togliere di mezzo questi ostacoli.
– Per concludere, che cosa direbbe al giudice Anthony Hayden?
– Mi verrebbe voglia di rivolgermi a lui come fa un mio personaggio, il giudice Grant, rivolto al primo ministro: "Procuratevi un'anima nuova!".
– Grazie Mr Chesterton.
– Di nulla, grazie a voi. E mio raccomando: continuate a pregare.
Aldo Maria Valli

venerdì 27 aprile 2018

Già un secolo fa Chesterton si batté per salvare tutti gli Alfie che sarebbero nati | Annalisa Teggi su Aleteia

Già un secolo fa Chesterton si batté per salvare tutti gli Alfie che sarebbero nati

Già un secolo fa Chesterton si batté per salvare tutti gli Alfie che sarebbero nati

Era l'inizio del '900 quando GKC gridò all'Inghilterra: «Siamo già sotto lo Stato eugenista, e a noi non resta che la ribellione»

Facciamo un salto nel passato, all'inizio del XX secolo (1913 per l'esattezza) quando l'Inghilterra varò una legge (Mental Deficiency Act) che si proponeva di allargare l'area di intervento dello Stato sulle persone «deboli di mente»: il piano prevedeva di recludere in apposite strutture mediche e di impedire la procreazione a una categoria di persone vaga, ben più ampia dei «matti» in senso patologico. Se ampliamo ulteriormente la categoria, semplicemente togliendo «di mente», ci troveremo di fronte a quel progetto eugenetico micidiale che include gli Alfie Evans: i deboli vanno emarginati e soppressi. Il grande scrittore Gilbert K. Chesterton capì fin dagli albori la deriva che avrebbe preso questo delirio nazionale e alzò la voce in difesa della libertà e dignità di ogni essere umano in un saggio intitolato Eugenetica e altri malanni (citato di seguito con l'abbreviazione EaM)

Come volevasi dimostrare…

Partiamo dal fondo, cioè dall'epilogo del film. Siamo nel 2018, Alfie Evans è un bambino gravemente malato la cui esistenza è sotto la tutela dello Stato, il quale ha deciso che il suo migliore interesse è la morte. Questo dato è inconfutabile agli occhi di chiunque.
Il suo triste destino fu segnato più di un secolo fa da persone che non volevano assolutamente che si arrivasse a questo. È tipico di certi legislatori superficiali, che propongono certe illuminate visioni, corredare il loro discorso con la conclusione «tanto non potrà mai verificarsi questo o quello», oppure «è impossibile che si arrivi alla tal conseguenza».
Sono quelli che ci danno ad intendere che ogni riforma moderna funzionerà a puntino, perché ci saranno loro a controllare. Dove saranno, e per quanto tempo, non lo spiegano molto chiaramente. […] Se chiedete come funzionerà questa o quella cosa rispondono: «Oh, io non mi spingerei tanto avanti!». Come se potessero tornare su questa terra e fare ciò che nessun fantasma è mai riuscito a fare. Di costoro basterà dire che non capiscono la natura di una legge più di quanto capiscano la natura di un cane. Una legge, se la si lascia andare per conto suo, si comporta come un cane. Obbedirà alla propria natura, non alla vostra. Quel tanto di cose sensate che avete introdotto nella legge sarà adempiuto. Ma non potrete adempiere un briciolo di ciò che avete dimenticato di introdurvi (EaM).
Era il 1914 quando Caleb W. Saleeby decantava nel suo saggio I progressi dell'eugentica che in Inghilterra non si sarebbe mai arrivati a uccidere un bimbo come Alfie Evans, e invece …. .
L'eugenista ha tutto il diritto di dire, e non deve mai smettere di dire, che nascono molti bambini che non avrebbero dovuto nascere, o, piuttosto, che non avrebbero dovuto essere concepiti. (…). Ma nell'istante in cui approva la morte di qualunque vivente, meritevole o non meritevole, egli non parla di eugenetica ma del suo opposto, il cui nome esatto e consueto è assassinio (Saleeby).
Oggi, 26 aprile 2018, ne abbiamo le prove: la legge ha seguito la sua natura e non le intenzioni del legislatore-padrone.

Una profezia – ahinoi! – adempiuta

Alla luce delle circostanze che si dipanavano di fronte ai suoi occhi all'inizio del '900, Chesterton intuì fin dai primi vagiti emessi dall'eugenetica che l'Inghilterra sarebbe precipitata in una tirannide mostruosa nei decenni a venire. Gridò forte, fu osteggiato, fu messo a tacere. Aveva comunque ragione.
Esiste oggi un piano d'azione, un indirizzo di pensiero, collettivo e inconfondibile … è una cosa che si può segnare a dito, è una cosa che può essere discussa, ed è una cosa che è ancora possibile distruggere. È chiamata per comodità «eugenetica». So che essa ha significati diversi per persone diverse: ma questo solo perché il male trae sempre vantaggio dall'ambiguità. […] L'eugenetica, in dosi grandi o piccole, stimolata da motivi buoni o cattivi, applicata a mille persone o a tre soltanto, è, come il veleno, una cosa con cui non si può venire a patti (EaM).


Inviato da iPhone

giovedì 26 aprile 2018

In Vino Veritas: Chesterton Proposes a Toast - The Imaginative Conservative

In Vino Veritas: Chesterton Proposes a Toast - The Imaginative Conservative
Un bell'articolo di Joseph Pearce...


Il privilegio e la gioia di avere certi amici





Alunni e professori presenti alla nostra gita d'istruzione - pellegrinaggio - visita di famiglia hanno potuto visitare la Chesterton Library presso l'Oratorio di Oxford, un luogo che deve essere visitato da ogni chestertoniano (ma prima prenotate!). È pieno di libri di (=scritto da e appartenuti a) e su Chesterton, e con una discreta raccolta di suoi ricordi. Credo ne abbiamo parlato più volte.

Poi c'è chi come noi ha il privilegio, la gioia e l'onore di potersi fregiare del "titolo" di "Amico di Aidan Mackey".

Aidan, classe 1922, maestro in pensione, sergente della RAF durante la II Guerra Mondiale, si definisce the oldest and noisiest chestertonian (il più vecchio e rumoroso chestertoniano) oppure a merciless propagandist (in propagandista spietato). Io, che sono piuttosto certo di non contare nulla ma che credo non verrò mai contraddetto bensì applaudito da  quelli che potrebbero avere voce in capitolo, l'ho ufficialmente proclamato due giorni fa il capo internazionale di tutti i chestertoniani del mondo.

Aidan è stato buon amico di Dorothy Collins, la segretaria di Chesterton e figlia "acquisita" dei due coniugi, nonché di Ada "Keith" Jones, la moglie di Cecil, fratello di Gilbert.

È un grande testimone e mentore di tutti noi, ed è proprio bravo: aiuta sempre la nostra scuola, ha contribuito a farci diventare amici di John Kanu, prega sempre per noi e per i nostri alunni. Mi ha ringraziato sinceramente per avergli fatto ancora una volta visita e per avergli presentato "questi giovani bravi ed intelligenti".

Io ho detto: ma sono io che devo ringraziarti, siamo noi...

Aidan è un uomo buono, vivace e simpatico.

Ci ha spiegato passo passo la storia della Library e ci siamo scambiati idee sul presente e sul futuro.

Nel 2013 partecipò al Chesterton Day con John Kanu, fu un'edizione indimenticabile al pari di quella precedente quando venne il nostro comune amico Stratford Caldecott. Non è mancata una visita alla tomba di quest'ultimo nel cimitero di Wolvercote, dove è sepolto anche un altro nostro eroe, John Ronald Reuel Tolkien.

Sono contento di aver presentato Aidan ai miei giovani amici e di farlo conoscere a voi. Spero tutti ne facciano tesoro.

Marco Sermarini 

Un aforisma al giorno

L'unico modo di godere anche dell'erbaccia è sentirsi indegno anche di un'erbaccia.

Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia


Inviato da iPhone

Un aforisma al giorno





Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia

Tweet di Annalisa Teggi su Alfie Evans

Annalisa Teggi (@AlisaTeggi)
G K #Chesterton aveva svelato il vero volto dell'Inghilterra nel 1922. E dà indicazione chiara.
#AlfieEvans @Sochest pic.twitter.com/IGibsqom3d


mercoledì 25 aprile 2018

Un aforisma al giorno - Ignoranti e coraggiosi

Ma tu e tutta la stirpe di Cristo  siete ignoranti e coraggiosi,  e avete guerre che a stento vincete  e anime che a stento salvate.  Non dico nulla per il tuo conforto,  e neppure per il tuo desiderio, dico solo:  il cielo si fa già più scuro  ed il mare si fa sempre più grosso.  La notte sarà tre volte più buia su di te  e il cielo diventerà un manto d'acciaio.  Sai provar gioia senza un motivo,  dimmi, hai fede senza una speranza?

Gilbert Keith Chesterton, La Ballata del cavallo bianco 



Guardate che abbiamo ritrovato...?

È la locandina del film Father Brown Detective, di grande successo, in cui sir Alec Guinness interpreta il prete dell'Essex.

La vicenda del film è importante, e l'abbiamo raccontata in questo blog anni fa: Guinness si convertì al cattolicesimo proprio a causa di questo film!

La locandina è bella.

Cercate sul blog la storia di una delle conversioni più famose causate da Chesterton.

giovedì 19 aprile 2018

Il canonico John Udris su Chesterton

Ci sarà un "Chesterton Talk" a cura del Canonico John Udris che è il sacerdote che sta investigando la possibilità di aprire la causa per la sua Beatificazione.

Si terrà a Londra il prossimo 14 giugno 2018, dalle ore 19 alle ore 21, nell'82 anniversario della morte di GKC. Dove? Ecco l'indirizzo: 21 Tooting Bec Road, London, England, SW17 8BS.

Naturalmente vi terremo informati!

Un aforisma al giorno (stavolta in lingua originale!)

Mi piaceva far risuonare nella sua lingua originale qualche aforisma dei più belli del nostro eroe. Questo è un passaggio da Il Club dei Mestieri Stravaganti, o meglio The Club of the Queer Trades, il famoso aforisma dei fatti e dell'albero e della sua linfa verde… A me piace sempre tantissimo! Ci dà una nozione più vera e più viva di cosa sono "i fatti"… E poi inglese suona meravigliosamente.

Marco Sermarini

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"Facts," murmured Basil, like one mentioning some strange, far-off animals, "how facts obscure the truth. I may be silly—in fact, I'm off my head—but I never could believe in that man—what's his name, in those capital stories?—Sherlock Holmes. Every detail points to something, certainly; but generally to the wrong thing. Facts point in all directions, it seems to me, like the thousands of twigs on a tree. It's only the life of the tree that has unity and goes up—only the green blood that springs, like a fountain, at the stars".

Gilbert Keith Chesterton, The Club of the Queer Trades


Un aforisma al giorno

Una falsa teoria falsificherà centinaia di fatti.


Gilbert Keith Chesterton

domenica 15 aprile 2018

Un aforisma al giorno (grazie, Alessandro Canelli)

La maggior parte degli eugenisti sono anche eufemisti. Voglio dire che le parole corte li spaventano, mentre quelle lunghe li tranquillizzano. Ed essi sono del tutto incapaci di tradurre le une nelle altre sebbene abbiano lo stesso significato.
Dite loro "Il cittadino dovrebbe essere persuaso ed eventualmente anche obbligato a far sì che il peso della longevità della generazione precedente non diventi sproporzionato e inaccettabile, soprattutto per le femmine"; ditelo loro ed essi ondeggeranno un po' avanti e indietro come i bambini ninnati nella culla.
Dite loro: "Uccidi tua madre", e sussultano improvvisamente sulla sedia. Eppure, le due frasi, in fredda logica, sono esattamente le stesse.


Gilbert Keith Chesterton, Eugenetica ed altri mali

venerdì 13 aprile 2018

La vicenda del piccolo Alfie Evans ci tocca direttamente.

Alfie, trattative ad oltranza, medici pronti per il "blitz" - La Nuova Bussola Quotidiana
Cari amici,

sono esterrefatto da quello che sta succedendo proprio perché c'è un evidentissimo corto circuito nella ragione di questi uomini che non vogliono lasciare andare questo bambino e per le motivazioni che adducono. Non scrivo una parola in più di quello che è ben descritto nell'articolo che trovate qui sotto. Mi rivolgo a tutti voi soci della nostra Società Chestertoniana Italiana perché invochiate il nome dell'inglese Chesterton affinché interceda per il piccolo Alfie e per la sua coraggiosa famiglia presso Nostro Signore Gesù Cristo.
Potete diffondere tranquillamente questo post e diffondere soprattutto le preghiere al nostro caro Chesterton.

Marco Sermarini 

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Alfie, trattative ad oltranza, medici pronti per il "blitz"

Thomas sta portando via Alfie dall'Alder Hey Hospital. In un video che ci ha inviato spiega: «Sono qui con Alfie...ho un documento del Christian Legal Center, dice che ho il diritto di portare fuori dall'ospedale mio figlio». Ma «non mi fanno uscire da qui...Stanno chiamando la polizia». Fuori c'è già l'aereo pronto per portare Alfie in Italia. Proteste davanti all'ospedale: «Salvate Alfie». Preghiamo. Dopo una notte consulva, le trattative sono serrate. Medici polacchi pronti per il blitz. 


Thomas Evans sta portando via suo figlio Alfie dall'Alder Hey Hospital di Liverpool. In un video (qui visibile) che ci ha inviato Thomas spiega: «Sono qui con Alfie. Guardate cosa ho qui con me, ho un documento del Christian Legal Center (l'ufficio legale che lo sta difendendo) e che dice che «ho il diritto di portare fuori dall'ospedale mio figlio». 
CLICCA E GUARDA IL VIDEO IN ESCLUSIVA:
Il documento, firmato da Pavel Stroilov, dice così:  «Caro Tom, mi hai chiesto di chiarire se sia legale portare via tuo figlio Alfie dall'Alder Hey Hospital senza il consenso dell'ospedale. Nella situazione di Alfie, ciò sarebbe fattibile solo con il supporto di un team di professionisti medici e con le necessarie attrezzature di supporto vitale. Con riserva di ciò, posso confermare che tale rimozione sarebbe lecita secondo la legge inglese».
Ma l'Alder Hey ha chiamato la polizia per fermare Thomas. Nel video che ci ha inviato Thomas ci dice: «Questo è mio figlio…no ho una diagnosi». Poi Thomas mostra un macchinario portatile e spiega: «Questo è un ventilatore, abbiamo la ventilazione». Poi mostra il piccolo Alfie e continua: «Questo è mio figlio. Sto tremando, sto tremando, non mi fanno uscire da qui, questo è mio figlio. Stanno chiamando la polizia. Qui davanti ho mio figlio innocente, guardate come è innocente. Come possono farci questo?». La polizia ha detto a Thomas che se tocca suo figlio sarà arrestato per violenza personale, mentre all'ospedale è permesso di ucciderlo. Fuori c'è già l'aereo pronto per portare Alfie in Italia e medici pronti a soccorrerlo
ORE 20:30: L'ospedale sta richiedendo un ordine di protezione di emergenza per detenere Alfie. 
ORE 21:30: Fuori dall'ospedale la strada è bloccata da una protesta. Il popolo di Alfie suona i clacson e grida: «Liberate Alfie Evan!Salvate Alfie Evans!».
ORE 22: È arrivato Pavel Stroilov, l'avvocato degli Evans, in volo da Londra e sta entrando in ospedale.
ORE 22:50: I servizi sociali vogliono togliere la potestà genitoriale a Thomas e Kate e prendere in custodia Alfie. L'avvocato degli Evans continua a resistere.
ORE 23:30: Thomas esce dall'ospedale e conferma che i negoziati sono ancora in corso, che vogliono privare lui e Kate del diritto di decidere le cure per loro figlio. «Potrei portare via Alfie ma i dottori me lo impediscono. In realtà potrei andare su e portare via Alfie però, come sapete, ci sono centinaia di poliziotti e dicono che se lo faccio sarei arrestato per aggressione. Ho la rappresentanza legale per Alfie ma sarei arrestato per aggressione. Che senso ha? Non c'è alcun ordine del tribunale che dice che Alfie deve rimanere in questo ospedale adesso. Io e Kate abbiamo piena responsabilità su Alfie e potremmo portarlo a quell'ambulanza li che ha tutte le attrezzature necessarie. Probabilmente non possiamo partire stanotte perché tutti gli aeroporti sono stati chiusi. Ma alla fine quel che conta è che Alfie è stabile, noi abbiamo piena responsabilità e non c'è dottore in quell'ospedale che può più dire una parola su mio figlio, solo quelli dell'aereoambulanza». Thomas chiede di continuare la protesta pacifica fuori dall'ospedale e chiede sostegno a tutto il popolo di Alfie.
ORE 24:10: I genitori hanno conferito il "dovere delle cure" di Alfie a medici esterni all'Alder Hey. La richiesta dell'ordine di protezione di emergenza serve a scalvalcare l'accusa di detenzione illegittima del bimbo avanzata dalla difesa degli Evans.
ORE 00:30: Thomas esce di nuovo dall'ospedale dice che il suo avvocato ha ottenuto che la ventilazione non sia rimossa domani. L'ospedale però vuole rimuoverla comunque sabato. Ripete che aveva un team di medici polacchi, un ventilatore e un'ambulanza pronti. L'avvocato continua la mediazione per portare via Alfie. L'ospedale non ha prove per detenere Alfie, mentre lui ne ha per portarlo via. Thomas chiede a chi sta manifestando di rimanere fino alla fine. Alfie, diminuite le dosi troppo alte di farmaci con effetti sedativi, migliora sempre di più. Il piccolo guerriero non smette di combattere. «E nemmeno noi», grida il popolo di Alfie's Army.
ORE 10.30: Notte convulsa all'esterno dell'Alder Hay dove centinaia di persone si sono radunate per protestare contro la polizia che  ieri sera ha impedito a Thomas e Kate Evans di portar via il piccolo Alfie dall'ospedale. Il team di medici polacchi ha lasciato momentaneamente Liverpool ma è pronto a tornare non appena ci sarà la possibilità di interventire. Le trattative sono in corso e Thomas è sempre più determinato a impedire l'esecuzione della sentenza.
ORE 16:  In un comunicato stampa rilasciato dalla famiglia Evans, vengono ringraziati tutti coloro che stanno sostenendo la famiglia, fuori dall'ospedale Alder Hey. E si prega di mantener vivo il sostegno almeno finché Alfie non verrà rilasciato vivo dalla struttura.
La situazione, dal punto di vista giudiziario, è la seguente: il giudice Hayden ha negato che Alfie sia imprigionato, ha rifiutato l'appello al diritto di habeas corpus (non incarcerare una persona finché non ritenuta colpevole) ed è rimasto in silenzio quando l'avvocato Paul Diamond ha affermato il diritto dei genitori, Tom e Kate, di accompagnare il figlio fuori dall'ospedale. Dunque i genitori hanno esercitato il loro diritto quando ieri, 12 aprile, hanno formalmente revocato il mandato di cura all'Alder Hey per trasferire il bambino all'ospedale Bambino Gesù. Il fatto che l'ospedale abbia chiamato la polizia, trasferito tutti i bambini e chiuso tutti gli accessi è da considerarsi come una violazione del diritto. "Stanno interpretando il dovere di cura come un dovere di uccidere".
Nel frattempo i genitori di Alfie continuano ad auspicare un pronto trasferimento presso l'ospedale Bambino Gesù e ringraziano l'ospedale neurologico Carlo Besta di Milano per aver messo a disposizione personale e attrezzatura per una migliore diagnosi.

Un aforisma, un libro splendido, un negozio, della gente vera e il distributismo (al giorno? Perché no?)

Cari Amici,

poco meno di tre anni fa una nostra amica ci mandò la citazione che segue con una sua telegrafica riflessione.
Mi è ripassata tra le mani e ve la ripropongo pari pari, con l'invito a comprare Radio Chesterton, credo una delle cose più belle che il Nostro Eroe abbia creato.

Comprate questo libro su Pump Street (www.pumpstreet.it) e l'affare sarà completo!

A proposito, tra un po' la nostra botteguccia chestertoniana virtuale diventerà anche un vero e proprio negozio a San Benedetto del Tronto, e comprando questo splendido libro ci aiuterete a fare il sequel (ci sono ancora tante altre trasmissioni da pubblicare!!! Tutte bellissime!) e a sostenere i ragazzi che lavorano in proprio da qualche anno in questa che è una vera impresa distributista (vi sfido a cercarne in giro; ci tengo a dire queste cose perché se Chesterton è solo un interesse letterario lascia il tempo che trova. Ma a questi ragazzi Chesterton ha fatto un regalo: la libertà! La libertà di avere un loro lavoro, non qualsiasi lavoro).
E così, quando Pump Street aprirà al pubblico la sua sede "fisica", potrete andare a San Benedetto del Tronto, entrare nel negozio in un posto normalissimo, popolato di gente normale, e scambiare due chiacchiere con loro. È tutta un'altra cosa che comprare su Amazon... così come vi dico io NON HA PREZZO!

A quel punto l'affare non sarà completo, sarà PERFETTO!

Marco Sermarini 

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Buon inizio settimana amici! Ma con uno sguardo cosi, niente di meno 😊
Con affetto

Maura, Brescia

Dunque, qualunque cosa scegliate di fare, non beffatevi del libro della Genesi. Sarebbe molto meglio per voi, sarebbe molto meglio per tutti noi,se rimanessimo così legati al libro della Genesi da considerare la settimana come una serie di azioni simboliche, che ci ricordano i passi della creazione.
Sarebbe molto meglio se ogni lunedì  anzichè un lunedì nero, fosse un lunedi luminoso,per celebrare la creazione della luce. Sarebbe molto meglio se il martedi, parola che attualmente suona molto scialba, rappresentasse un tripudio di fontane, fiumi e ruscelli scroscianti, perche fu il giorno della divisione delle acque. Sarebbe bello se ogni mercoledi fosse l'occasione di appendere in casa rami verdi e fiori, perchè queste cose spuntarono nel terzo giorno della creazione; o se il giovedi fosse consacrato al sole e alla luna e il venerdi consacrato ai pesci e ai polli,e cosí via. 
Allora cominceremmo a intuire l'importanza della settimana e quali grandi cose una civiltá dalla grande immaginazione potrebbe fare in una settimana. Se avessimo la capacitá creativa di allestire una simile festa settimanale della creazione, non ci interesserebbe andare al cinema. 

G.K. Chesterton, da Fatica settimanaleRadio Chesterton

giovedì 12 aprile 2018

Un aforisma al giorno

I sostenitori dell'idea Bacone - Shakespeare sono davvero persone coltissime: conoscono un'immensità di cose sul periodo storico di cui si occupano. Però si tratta solo di una serie di dettagli: il gusto del dettaglio fine a se stesso è segno di follia. Per definire precisamente un pazzo basti dire che è un uomo che ha estrapolato tutti dettagli dall'atmosfera reale in cui sono immersi.

Gilbert Keith Chesterton, Leggendo Shakespeare 

mercoledì 11 aprile 2018

Un aforisma al giorno

La fede ridà ad un uomo il suo corpo e la sua anima e la sua ragione e la sua volontà e la sua stessa vita.

Gilbert Keith Chesterton, La mia fede

La causa di canonizzazione di G.K. Chesterton è in cerca di Testimoni: ci aiuti? | Anglicanorum Coetibus Society Blog

L'articolo non fa che ripetere ciò che da anni andiamo ripetendo: fate conoscere al sacerdote incaricato di studiare l'eventualità della causa di canonizzazione di Chesterton come egli vi ha influenzato.

Conosco ed ho avuto modo di parlare più volte con padre John Udris di questo argomento ed è il momento di darci da fare.

L'articolo è interessante perché vede la questione dalla parte di chi, da anglicano, è stato portato alla fede cattolica da Chesterton.

Marco Sermarini

https://anglicanorumcoetibussociety.blog/2018/04/09/g-k-chestertons-cause-for-canonisation-is-seeking-testimonies-can-you-help/

Un inedito di Tolkien in stampa per il 30 Agosto 2018, La Caduta di Gondolin

Una notizia per i Tolkieniani che seguono il nostro sito (sono molti).

La Società Tolkieniana (la "casa madre") annuncia l'uscita per il 30 Agosto 2018 di un inedito di J. R. R. Tolkien, "The Fall of Gondolin" (La Caduta di Gondolin) per i tipi di Harper Collins.

Più informazioni qui sotto:

tolkiensociety.org/2018/04/the-fa

Fabio Trevisan sulle poesie di Chesterton sul Mistero Pasquale - da Riscossa Cristiana

Propongo, per riflettere sul mistero pasquale e sulla grazia della conversione, tre poesie di Gilbert Keith Chesterton che guardano a Nostro Signore Gesù Cristo in modo originale: dalla parte dell'asino nella Domenica delle Palme, l'immedesimarsi sul Golgota nella preghiera nell'oscurità e la gioia della conversione nel miracolo di Lazzaro. Ringrazio Rodolfo Caroselli per la traduzione in versi italiani.
L'asino

Pesci volaron, camminaron boschi
da spino un fico è nato,
di sangue era la luna, son sicuro,
quand'io fui generato.
Capo mostruoso, un verso che ripugna
orecchie come ali,
parodia quadrupede del diavolo
fra tutti gli animali.
Straccione io, reietto della terra,
da sempre il più ostinato;
fame, frusta, ludibrio: resto muto,
il segreto è celato.
Io pure, sciocchi! Ebbi la mia ora;
gloriosa la gustavo:
clamore nelle orecchie ed un tappeto
di palme calpestavo.

Preghiera nell'oscurità

Questo Ti chiedo, o Cielo, se impazzissi,
niente pietà; ma che si nutra il mondo,
sì, se io, folle, a morte mi colpissi,
cura Tu l'erba sopra il mio sepolcro.
Se impegolato qui fra sole e terra,
urla e rumore, lasciami la grazia,
nel sole, nella pioggia e nei Tuoi frutti,
del muto, scintillante, sdegno Tuo.
Le stelle, grazie a Dio, mi son precluse
Nel mio notturno, tormentato pianto
Che, grazie a Dio, non turba una falena,
né il maledire mio recide un fiore.
Benché si dica: il sole fu oscurato,
splendeva io credo anche sul Calvario;
ed Egli udendo, appeso a quella Croce,
tutti grilli cantar, fu consolato.



Il convertito

Dopo un momento che, piegato il capo,
crollato il mondo, poi ritornò dritto,
uscii fuori: la strada biancheggiava,
giravo ed ascoltavo quella gente,
selve di lingue, foglie ormai ingiallite,
sgradite no, però sommesse e strane;
lievi vecchi misteri e nuovi credi
come a commemorare, senza scorno.
I saggi ti daranno cento mappe
Guide ramificate dei loro cosmi,
sezionano la ragione coi setacci,
che lascian l'oro per raccoglier sabbia;
ma questo è men che polvere per me:
perché il mio nome è Lazzaro e vivo.

martedì 3 aprile 2018

Un aforisma al giorno

Il dio dell'aristocrazia non è la tradizione, ma la moda, che è l'opposto della tradizione. Se volessimo documentarci sulle acconciature norvegesi medievali, andremmo a cercarle tra il jet set scandinavo? No. Gli aristocratici non hanno usanze; tutt'al più hanno delle abitudini, come gli animali. Solo il popolo possiede delle usanze.

Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di sbagliato nel mondo

Un aforisma al giorno

Così come ogni uomo normale desidera una donna, e figli nati da donna, ogni uomo normale desidera una casa di proprietà per abitare con loro. Non vuole solo un tetto sopra di lui e una sedia sotto di lui; vuole un regno oggettivamente visibile, un fuoco su cui cuocere il cibo che gli piace, una porta da aprire agli amici che si sceglie.

Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di sbagliato nel mondo

Un aforisma al giorno

Per il sano lavoratore la casa non è il luogo della routine in un mondo pieno di avventure. È l'unico posto selvaggio in un mondo di regole e compiti prestabiliti. La casa è l'unico luogo in cui egli può mettere il tappeto sul tetto e una lavagna come pavimento, se vuole. Quando un uomo trascorre ogni notte passando da un bar all'altro o da un concerto all'altro, diciamo che conduce una vita irregolare. Non è vero: vive una vita infinitamente regolare, sotto le scialbe, e spesso oppressive, leggi di quei posti. In qualche caso non gli è neppure permesso di sedersi dentro ai bar e spesso non gli è permesso cantare a un concerto. L'hotel può essere definito come quel luogo in cui sei costretto a vestirti e il teatro può essere definito come quel luogo in cui non puoi fumare. Un uomo può fare un picnic solo a casa sua.

Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di sbagliato nel mondo