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La saggezza di Padre Brown, edizioni Lindau.


  • Pubblicazione: 22 febbraio 2018
  • Pagine: 280
  • Formato: 14x21
  • ISBN: 9788867088676
  • Traduzione: Gian Dàuli
Questa è una "vecchia" nuova edizione dell'opera di Chesterton. 

Gian Dauli (ne abbiamo parlato in un articolo su questo blog  definì Padre Brown in modo caldo ed affettuoso come uno dei personaggi che entrano "nella piccola cerchia degli amici che rimangono tali per tutta la vita" (bellissimo, no? A me piace moltissimo e testimonia qualcosa che io stesso ho nel cuore, che dico sempre quando mi chiamano a parlare di Chesterton).

Lindau utilizza la traduzione di Gian Dauli (ecco perché " ecchia" nuova edizione); a noi piace questo italiano di una volta, è sempre piacevole gustarlo nuovamente, e lo si può gustare anche nelle traduzioni di Cecchi e di altri. Senza nulla togliere ai traduttori attuali.

Lo troverete prestissimo su www.pumpstreet.it .

Marco Sermarini



Tales of the Long Bow, prima edizione...


Bellissima copertina, questa! Tales of the Long Bow, 1925.

Come avrete visto anche nei precedenti articoli, i libri di Chesterton avevano tutti una bellissima sovraccoperta a colori. Personalmente posseggo alcuni di questi libri (non prime edizioni, salvo una a cui tengo moltissimo perché regalo di un caro amico!) e la Società a sua volta possiede cose simili, ma non avevo idea che avessero in origine immagini istoriate e colorate come queste, davvero belle. 

Questa ha la caratteristica di riportare una bellissima immagine di Chesterton davanti e un'altrettanto bella immagine del protagonista del racconto che ha dato di recente il titolo alla medesima raccolta in edizione italiana, L'Uomo che si mise un cavolo come cappello, uscito per i tipi di Lindau (ce l'abbiamo a Pump Street!).

Quest'uso dei colori è bellissimo e ci rallegra molto.

Che volete di più?

Marco Sermarini

venerdì 23 febbraio 2018

Un aforisma al giorno (riproposizione - importante riproporre, di questi tempi, poi... - il carattere molto grande è direttamente proporzionale alla convinzione che sia utile gridarlo...)

Il mondo fuori dalla casa vive oggi sotto la rigida disciplina della routine, ed è solo dentro la casa che c'è un vero spazio per l'individualità e la libertà. Chiunque fa un passo fuori casa è costretto a stare al passo di una processione, tutti vanno nella stessa direzione e in gran parte sono obbligati a indossare la stessa uniforme.

G. K. Chesterton, La mia fede

giovedì 22 febbraio 2018

Un aforisma di Belloc... ogni tanto fa bene pure quello...

La famiglia è la vera unità di misura dello stato, ed è più importante dello stato. Lo stato esiste per la famiglia, non la famiglia per lo stato. La proprietà è necessaria per il suo normale e sano esistere.

Hilaire Belloc

Un'altra prima edizione...




Stavolta è di un inedito in Italia...

Errata Corrige (28 Febbraio 2018):

Esiste un'edizione italiana, è del 1991, Giunta editori, Napoli. Grazie della segnalazione a Roberto Prisco e Italo Benati.

Un aforisma al giorno

Per i grandi geni le cose su cui gli uomini concordano sono talmente tanto più importanti di quelle su cui sono in disaccordo, che queste ultime - in sostanza - spariscono. Hanno in sé troppa allegria e saggezza per mettersi a discutere della differenza fra i cappelli di due uomini entrambi nati da donna, o del leggero divario culturale fra due uomini entrambi destinati, un giorno o l'altro, a morire.

Gilbert Keith Chesterton, Leggendo Shakespeare 

Un aforisma al giorno

Il vero grande artista è uguale agli altri uomini, e così è Shakespeare. I grandi uomini di seconda categoria si inginocchiano davanti agli altri uomini, come Whitman. E quelli di ultima categoria si sentono superiori agli altri - come Whistler.

Gilbert Keith Chesterton, Leggendo Shakespeare 

mercoledì 21 febbraio 2018

Una prima edizione di un grande classico...



Questa copia è data 1910…
E' sempre un piacere poterle vedere, cose del genere…

Ne troverete molte alla Chesterton Library di Oxford dove siamo benvenuti.
Anche per chi passa da Dublino vale la pena sapere che c'è la Central Catholic Library che accolse Chesterton per un discorso dinanzi al presidente dello Stato Libero d'Irlanda e che conserva diverse prime edizioni della sua opera.

Un altro dei nostri, Orson Welles

Gilbert Keith Chesterton, liberale e convertito al cattolicesimo romano grande e fortemente articolato, è morto da due anni. Per un originale marchio di entusiasmo verso il senso comune, per un dono singolare del paradosso, per una riverenza profonda ed un grande umorismo, e più di tutti, per una prosa inglese sfacciatamente bella, non sarà mai dimenticato. 5 settembre 1938.

Orson Welles

Anche Francis Scott Fitzgerald è dei nostri.

Anche Francis Scott Fitzgerald è dei nostri.


Era un fan di Chesterton e disse infatti: "Voglio essere uno della nuova scuola di scrittori americani, - la combinazione Wells - Shaw - Chesterton - Mackenzie".


Scott Fitzgerald, l'autore de il Grande Gatsby, nacque a St. Paul, Minnesota (una città cara a molti di noi, perché da quelle parti ci sono tanti amici e la Chesterton Academy) nel 1896 e morì a Los Angeles nel 1940.



lunedì 19 febbraio 2018

Ray Bradbury, fan di Chesterton... (che belle cose che disse!)

Ray Bradbury, l'autore di Fahrenheit 451, descrisse Chesterton come uno dei suoi eroi letterari. Scrisse una lunga poesia sui suoi eroi menzionando Chesterton nel tittle stesso: "The R.B., G.K.C., and G.B.S. Forever Orient Express".


Diceva Ray Bradbury:


"The R.B., G.K.C., and G.B.S. Forever Orient Express" non è una storia, in se stessa, ma più che altro un poema-storia, ed è una perfetta dimostrazione del mio amore totale per la biblioteca ed i suoi autori dal tempo in cui avevo otto anni. Non l'avevo fatto al college, così la biblioteca divenne il mio punto d'incontro con gente come G. K. Chesterton e Shaw ed il resto di quel favoloso gruppo che abitava quelle pile. Il mio sogno era di camminare un giorno nella biblioteca e vedere uno dei miei libri pendere addosso ad uno dei loro. Non ero geloso dei miei eroi, né li invidiavo, volevo solo trotterellare come un cagnolino vicino alla loro fama.





sabato 17 febbraio 2018

Corpus Christi, Maiden Lane | London's Hidden Gem

In questa chiesa londinese predicò per trent'anni le Quarant'Ore mons. Ronald Knox, amico carissimo di GKC.

Merita una visita.

http://www.corpuschristimaidenlane.org.uk/

giovedì 15 febbraio 2018

Un aforisma al giorno

Se il Cristianesimo necessita di essere "nuovo", non ha bisogno di essere cristiano.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 19 Giugno 1016

Un aforisma al giorno


Stiamo combattendo non per l'Utopia ma per la Cristianità; che si difese attraverso le antiche età oscure, e continuerebbe a difendersi anche se le età oscure ricominciassero.

Gilbert Keith Chesterton, New Witness, 5 Agosto 1921

Un aforisma al giorno

La carità è l'immaginazione del cuore.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 11 Marzo 1911

Quatto idiozie - di Fabio Trevisan (da Riscossa Cristiana)




"Ho appena letto un paragrafo di un giornale, che mi sembra penetrare piuttosto bene in quell'abisso di insensatezza che suole definirsi mentalità moderna"
.
Ai nostri giorni, quando si sente parlare delle cosiddette "fake news" che appaiono sui giornali, sui blog o su altri media, si pensa all'abuso di queste false notizie strumentalizzate per scopi politici, ideologici o commerciali. Chesterton, quando leggeva il giornale, considerava molto più acutamente l'insensatezza della mentalità moderna e ne rilevava l'inconsistenza culturale confutandole attraverso argomentazioni serrate, oggettive e inoppugnabili. Nel caso della polemica insorta ai suoi tempi sul varo di una nave da guerra, se fosse stato preferibile usare una bottiglia d'acqua piuttosto che una di champagne da infrangere contro la nave stessa, egli rilevò almeno quattro idiozie che andavano smantellate, smascherate per riportare la discussione nel senso corretto della questione (la polemica si può leggere nella raccolta di brevi saggi: "La serietà non è una virtù").

Credo che l'analisi di questo esempio di critica giornalistica, al di là della specificità del fatto stesso evocato, sia modello di un pensiero profondo, attento ai fatti ed ancora sorprendentemente efficace. La prima idiozia che annotava Chesterton era questa: "Si noti il concetto secondo cui una bevanda inebriante è così immorale dal punto di vista sostanziale e soprannaturale che un individuo puro e astemio non la tocca perfino quando non può inebriare nessuno". Se da una parte va considerata la riforma sociale dell'epoca (inizio '900), certo puritanesimo e la piaga dell'alcolismo, dall'altra va considerata la questione dell'anima di chi beve che, a differenza degli animali, può gustare e temperarne l'uso; per questo motivo Chesterton parla evidenziando il punto di vista soprannaturale oltre che quello sostanziale della bevanda alcolica. Questo nobile attaccamento atavico alla bottiglia di vino, di birra o di liquore, retaggio di una tradizione antica, non doveva essere impedito dal bigotto moralismo di alcuno ed era equiparabile, secondo il grande scrittore inglese, all'attacco contro la religiosità popolare: "Non capisco che diritti hanno queste persone nel prendersi gioco del timore degli uomini primitivi nei confronti di un feticcio e ancora meno della venerazione di un contadino per la reliquia di un santo. Esiste sicuramente l'acqua santa se si è così certi che esista l'acqua empia". 
La seconda idiozia che egli sottolineava era questa: "La straordinaria confusa convinzione secondo cui non soltanto è moralmente deplorevole possedere del vino, ma è riprovevole anche distruggerlo". Risultava evidente, nella mente del grande pensatore londinese, la follia materialistica soggiacente, che oltrepassava persino il fanatismo della signora Carrie Nation (1846-1911), membro del movimento antialcolista, la quale irrompeva nei locali dove si consumavano bevande alcoliche e distruggeva i banchi con un'accetta. Questi "Nuovi Astemi", secondo Chesterton l'avrebbero condannata a sua volta per essersi avvicinata abbastanza a una bottiglia da toccarla, anche se con un'accetta. 
La terza idiozia consisteva nel rifiutare la tradizione modificando una cosa (la bottiglia di champagne) come se non avesse alcun significato, dando sfoggio di assoluta austerità, noncuranza dei simboli, cogliendo solo una certa dignità nel tetro utilitarismo. Additava ad esempio la conversione del vecchio taccagno Scrooge del racconto natalizio di Dickens: "Posso comprendere Scrooge che, prima della conversione, si faceva portare una scodella di brodaglia; e mi piace il convertito Scrooge con la sua ciotola di punch. Ma se egli avesse insistito che per ogni Natale venisse preparata una ciotola di punch senza punch dentro, non lo avrei proprio capito". 
La quarta idiozia manifestava, oltre all'intorpidimento generale, uno strano intorpidimento particolare dei sentimenti umani al punto tale da non comprendere l'antico sentimento del sacrificio: "Si può sacrificare di tutto: del vino, come per la nave da guerra; dell'oro, come quando il Doge gettava il suo anello nel mare; un bue o una pecora, come gli antichi pagani…ma deve essere qualcosa di prezioso". Tutto dipendeva dal valore e quella deplorevole categoria dei "Nuovi Astemi", come l'apostrofava ironicamente Chesterton, non capiva niente quando proponeva di riempire d'acqua la bottiglia al posto dello champagne.
Una sterile polemica? Tutt'altro. Mi ha fatto ricordare una strana analogia con il Novus Ordo della S.Messa, a cui Chesterton non poté assistere, essendo morto nel 1936. Vi propongo, per stimolare l'intelligenza, di sostituire l'esempio della bottiglia di champagne con il Vetus Ordo, conservando le argomentazioni chestertoniane ed adattandole al caso. Magari i "Nuovi Astemi" potrebbero essere i cosiddetti "Novatori" del Sacro rito.

martedì 13 febbraio 2018

L'Imputato - L'irriducibilità

Siccome non mi hanno ancora vietato di pubblicare articoli (siamo solo al secondo! Ci sarà tempo…), gli amici di The Debater mi hanno pubblicato questa seconda "fatica" che, poiché reca in sé un paio di citazioni di Chesterton, vi favorisco qui di seguito, così, come possibile riempitivo di un pomeriggio uggioso…

A vostro comodo.

Marco Sermarini

P.S.: buona Quaresima! La lettura di questo articolo potrebbe costituire una forma di ascesi oltre che un'opera di misericordia spirituale a valere per la prossima Pasqua (sopportare pazientemente le persone moleste).

https://thedebater.it/limputato-lirriducibilita/

Un aforisma al giorno (bello! Tanta aria buona!)

Generalmente, la sostanza morale della libertà è questa: che l'Uomo non ha semplicemente intenzione di ricevere buone leggi, buon cibo, o buone condizioni, come un albero in un giardino, ma desidera avere un certo stravagante piacere nello scegliere e dare forma, come il giardiniere.

Gilbert Keith Chesterton, Liberty, su Daily News del 21 Agosto 1909

mercoledì 7 febbraio 2018

Un aforisma al giorno

La paura non nasce dalle fiabe: la paura nasce dall'universo dell'anima.

Gilbert Keith Chesterton, Tremendous Trifles, in La Nonna del Drago e altre serissime storie

Un aforisma al giorno

Le piccole cose soddisfano le grandi menti.

Gilbert Keith Chesterton, The Speaker, 15 Dicembre 1900

lunedì 5 febbraio 2018

Un aforisma al giorno

L'orgoglio trascina giù tutte le cose verso una facile solennità. Ci si stabilisce dentro una specie di serietà egoistica. Ma ci si deve sollevare verso una gioiosa dimenticanza di sé. Un uomo cade dentro uno studio scuro; si eleva verso il cielo azzurro.

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia 

giovedì 1 febbraio 2018

Un Uomo Vivo - di Fabio Trevisan (da Riscossa Cristiana)

"Gilbert Keith Chesterton è stato un dono fatto alla cattolicità ( e all'umanità intera ) direttamente da Dio".
Con questa frase l'allora arcivescovo di Bologna – il cardinale Giacomo Biffi – introdusse il libro Perché sono cattolico del grande scrittore inglese convertitosi dall'anglicanesimo al cattolicesimo.
In Chesterton paradosso ed adesione alla verità del senso comune, allegoria e ortodossia sono nodi inscindibili, legati da una mutua verità.
Nell'introduzione ad uno dei suoi capolavori, Ortodossia, del 1908, egli scrisse: "Confesso qui liberamente tutte le stupide velleità della fine del secolo XIX. Come tutti i ragazzi che si rispettano, ho voluto essere in anticipo sulla mia età. Come loro, ho voluto essere qualche decina di minuti in anticipo sulla verità. La conclusione è stata che mi sono trovato in ritardo di diciotto secoli. […] Sono io che ho scoperto con inaudito coraggio quel che era stato scoperto prima. […] Quando faticavo di stare in piedi da solo, mi trovavo in questa ridicola posizione: che mi appoggiavo, senza saperlo, a tutto il Cristianesimo. Ho tentato di fondare una eresia; e quando stavo per darle gli ultimi tocchi, ho capito che non era altro che l'ortodossia".
Difesa dell'ortodossia, quindi, quale "buona battaglia" da spendere nella vita e uso del paradosso rivolto a risvegliare le menti, a provocare sorprese per ammaestrare, per indurre gli uomini a vedere ciò che non avevano visto prima. Come ebbe ben compreso il suo amico scrittore cattolico Hilaire Belloc (1870-1953): "Le tesi di Chesterton erano illuminate dal confronto fra una verità ignota e una già nota; erano quindi manifestate per mezzo di una contrapposizione inaspettata".
Il parallelismo fra conosciuto e sconosciuto è rappresentato icasticamente da Chesterton, oltre che nei personaggi, anche in emblemi-simbolo contrapposti, come per esempio la sfera e la croce, l'albero e il lampione, il diamante e il vetro.
La sfera è il simbolo della ragione e della pazzia, mentre la "follia" della croce è quella del mistero e della salute. La croce,infatti, ha nel proprio centro una collisione e una contraddizione, una coincidenza di opposti (orizzontalità e verticalità, umanità e soprannaturalità). Inoltre la croce può stendere le sue quattro estremità all'infinito senza alterare la sua forma e aprire le sue braccia ai quattro venti quale segnale indicatore per pellegrini in libertà. La sfera, al contrario, ritorna su se stessa ed è chiusa.
Era la parabola conclusiva dei razionalisti, degli scettici, come la definì lo stesso Chesterton: "Cominciate con lo spezzare la croce; ma finite col distruggere il mondo abitabile. Dite che nessuno deve entrare nella Chiesa contro la sua volontà e un minuto dopo dite che nessuno ha volontà di entrarvi". 
Nel breve saggio su San Tommaso Moro, Chesterton paragonò "L'intelligenza di Thomas More a un diamante che un tiranno gettò nel fossato poiché non riusciva a spezzarlo". La chiarezza cristallina del diamante e la sua preziosità viene collegata alla tenace volontà del santo quale esatto opposto di"un vetro offuscato e fragile contenente solo sogni e miraggi opalescenti".
Autore di saggi sui santi, Chesterton ha dedicato a San Francesco d'Assisi una deliziosa biografia nella quale stupisce per le similitudini che evoca: "La differenza fra Cristo e S.Francesco fu la differenza fra il creatore e la creatura; e di certo nessuna creatura fu mai consapevole di quel colossale contrasto quanto S.Francesco. […] S.Francesco è uno splendido e misericordioso Specchio di Cristo. Ora, in verità, mentre è apparso naturale spiegare S.Francesco alla luce di Cristo, nessuno ha mai pensato di spiegare Cristo alla luce di S.Francesco. S.Francesco è lo specchio di Cristo quasi come la luna è lo specchio del sole. La luna è ben più piccola del sole, ma è anche molto più vicina a noi; ed essendo meno splendente è anche più visibile".
Un personaggio-testimone, di nome e di fatto, dell'ortodossia e del paradosso chestertoniano è stato Innocent Smith nell' Uomo vivo.
Smith – cognome tipico del mondo anglosassone – rappresenta l'uomo comune. Innocent simboleggia la condizione dell'innocenza quale sola vera e gloriosa avventura sulla terra. Innocent Smith viene trasportato allegoricamente nel racconto da un vento impetuoso: "Egli potrà essere veramente felice, perché innocente e ilare come un bambino, perché buono e fedele ai Comandamenti, perché davvero uomo e davvero vivo".