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giovedì 31 dicembre 2015

G.K. Chesterton: l'obbiettivo di un Nuovo Anno è...

G.K. Chesterton (@GKCDaily)
The object of a New Year is that we should have a new soul and a new nose; new feet, a new backbone, new ears, and new eyes.




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Casa chestertoniana...

La figlia di sette anni ha scritto questo...

Dale Ahlquist e La “tregua unilaterale” con il mondo

Riproponiamo un interessante articolo di Dale Ahlquist da noi tradotto in italiano, ora confluito nel sito della Distributist Review.



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Buon Anno Distributista

Nell'augurarvi buon anno, un anno che ci trovi tutti impegnati a lavorare per l'Unico Vero Re e cioè Nostro Signore Gesù Cristo, vi invito a leggere qualcosa dalla Distributist Review. Il Distributismo è la strada.

http://distributistreview.com


Un grande abbraccio a tutti!


Marco Sermarini 



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mercoledì 30 dicembre 2015

Un aforisma al giorno (caratteri cubitali)

Gli essere umani sono felici fin tanto che mantengono la loro capacità di ricezione, e la capacità di reagire agli stimoli esterni con la sorpresa, o la gratitudine.


Gilbert Keith Chesterton, La Nonna del drago e altre serissime storie

Un aforisma al giorno

Sono convinto che quando gli uomini sono felici, cantano; non soltanto accompagnati da un pianoforte ma anche quando hanno in mano un aratro o perlomeno negli intervalli tra un'aratura e l'altra; al lavoro e nei viaggi all'estero.


Gilbert Keith Chesterton, La serietà non è una virtù

martedì 29 dicembre 2015

Un aforisma al giorno

G.K. Chesterton (@GKCDaily)
In freeing ourselves from Christianity, we have only freed ourselves from freedom.




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sabato 26 dicembre 2015

Alla sepoltura di Riccardo IIII hanno cantato l'inno di Chesterton O God of Earth and Altar

Soc Chestertoniana (@Sochest)
Alla cerimonia di sepoltura di Riccardo III hanno cantato l'inno composto da #Chesterton O God of Earth and Altar twitter.com/amchestertonso…




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mercoledì 23 dicembre 2015

Cominciamo con gli auguri di Buon Natale, cari amici...


«Quello che mi è successo è l'opposto di quello che sembra essere l'esperienza della maggior parte dei miei amici. Invece di rimpicciolire fino ad un puntino, Babbo Natale è divenuto sempre più grande nella mia vita fino a riempire la quasi totalità di essa. E' successo in questo modo. Da bambino mi trovai di fronte ad un fenomeno che richiedeva una spiegazione. Avevo appeso alla sponda del mio letto una calza vuota, che al mattino si trasformò in una calza piena. Non avevo fatto nulla per produrre le cose che la riempivano. Non avevo lavorato per loro, né le avevo fatte o aiutato a farle. Non ero nemmeno stato buono - lungi da me! 
E la spiegazione era che un certo essere che tutti chiamavano "Santa Claus" era benevolmente disposto verso di me... Ciò che credevamo era che una determinata agenzia benevola ci avesse davvero dato quei giocattoli per niente. E, come affermo, io ci credo ancora. Ho semplicemente esteso l'idea.
Allora chiedevo solo chi metteva i giocattoli nella calza, ora mi chiedo Chi mette la calza accanto al letto, e il letto nella stanza, e la stanza della casa, e la casa nel pianeta, e il grande pianeta nel vuoto.
Una volta mi limitavo a ringraziare Babbo Natale per pochi dollari e qualche biscotto. 
Ora, lo ringrazio per le stelle e le facce in strada, e il vino e il grande mare.
Una volta pensavo fosse piacevole e sorprendente trovare un regalo così grande da entrare solo per metà nella calza.
Ora sono felice e stupito ogni mattina di trovare un regalo così grande che ci vogliono due calze per tenerlo, e poi buona parte ne rimane fuori; è il grande e assurdo regalo di me stesso, perché all'origine di esso io non posso offrire alcun suggerimento tranne che Babbo Natale me l'ha dato in un particolare fantastico momento di buona volontà».

Gilbert Keith Chesterton, lettera a The Tablet of London

Nel grembo di Maria
giaceva il Bimbo
 
la sua chioma era simile a una luce
(stanco e disfatto è il mondo, ma qui tutto
proprio tutto va bene).
Sul seno di Maria
giaceva il Bimbo 

la sua chioma era simile a una stella

(sono astiosi e astuti tutti i re
ma qui sinceri i cuori).
Sul cuore di Maria
giaceva il Bimbo
 
ed era la sua chioma come il fuoco

(stanco è il mondo,
ma del mondo
 è questo il desiderio).
Stava Cristo ai ginocchi di Maria
la sua chioma pareva una corona.
E tutti i fiori a lui guardavan su
tutte le stelle giù.

Gilbert Keith Chesterton, Natale 1900

Vi giriamo con piacere questa segnalazione

Luigi Gaudio ci segnala l'avvenuto svolgimento di un bell'incontro su Chesterton a Cesano Boscone.
Qui sotto tutte le indicazioni dei file presenti in internet e in allegato la locandina della mostra del libro parrocchiale, nell'ambito della quale si è tenuto l'incontro:

  • AUDIO Incontro con Chesterton, un uomo vivo dialogo e letture a due voci sui racconti e romanzi di Chesterton con i professori Luigi Gaudio e Giancorrado Peluso, inaugurazione della Mostra "Un libro sotto l'albero", sabato 19 dicembre 2015 a Cesano Boscone, Aula San Michele della parrocchia San Giovanni Battista, disponibili anche le slide in power point e il testo della lezione

    • VIDEO Incontro con Chesterton, un uomo vivo dialogo e letture a due voci sui racconti e romanzi di Chesterton con i professori Luigi Gaudio e Giancorrado Peluso, inaugurazione della Mostra "Un libro sotto l'albero", sabato 19 dicembre 2015 a Cesano Boscone, Aula San Michele della parrocchia San Giovanni Battista, disponibili anche le slide in power point e il testo della lezione

lunedì 21 dicembre 2015

Un'altra estemporanea ed entusiastica recensione di Radio Chesterton...

Cari amici della SCI,

mi sono imbattuta per caso nella lettura del libro "Radio Chesterton" di Gilbert Keith Chesterton. La premessa è - ahimè - che non sono un'appassionata lettrice e tantomeno un'estimatrice di questo scrittore, anche se ho potuto apprezzare qualche suo aforisma davvero geniale... Quello che mi ha invogliato a leggere questo libro è che è stato tradotto da Annalisa Teggi... traduttrice doc! Beh, che dirvi? Mi ha davvero entusiasmato, tant'è che ora consiglio a tutti di leggerlo... a cominciare dai miei figli!

Anna Rossi, Venezia


Su www.pumpstreet.it

Grazie alla Distributist Review - Guardate...

Distributist Review (@DistributistRev)
Yes! Our favorite image of GKC! It originally appeared in Chesterton's "G.K.'s Weekly". twitter.com/BSHistory77/st…




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Aderite tutti alla proposta di Pump Street!

Grazie, cari amici, per quello che farete!

Crowdfunding a sostegno della

Scuola Libera G.K. Chesterton


Fai ora la tua donazione (per ricevere subito un omaggio) o acquista un prodotto per sostenere le attività della Scuola Libera G.K. Chesterton di San Benedetto del Tronto







mercoledì 16 dicembre 2015

Un aforisma al giorno

Se gli Americani possono divorziare per "incompatibilità di carattere", mi chiedo come mai non abbiano tutti divorziato. Ho conosciuto molti matrimoni felici, ma ma mai nessuno "compatibile". Tutto il senso del matrimonio sta nel lottare e nell'andare oltre l'istante in cui l'incompatibilità diventa evidente. Perché un uomo e una donna, come tali, sono incompatibili.

Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di sbagliato nel mondo

Il Chesterbelloc - di Fabio Trevisan (da Riscossa Cristiana)

"L'Europa tornerà alla Fede o perirà. Poiché la Fede è l'Europa e l'Europa è la Fede".

.

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Con questa frase riportata in corsivo Hilaire Belloc (1870-1953) chiudeva il grande saggio storico: "L'Europa e la Fededel 1920. Belloc era tanto amico di Chesterton da costituire, agli occhi di George Bernard Shaw, il granitico e cattolico sodalizio "Chesterbelloc". Belloc, che scrisse circa centocinquanta libri, soprattutto di carattere storico, aveva portato a Chesterton la bellezza della Fede (con la F maiuscola) e una precisa identità cristiana fondata sulla conoscenza dei fatti avvenuti nel tempo (egli si era diplomato a pieni voti nel prestigioso Balliol College, ma gli era stato impedito in quanto cattolico di insegnare storia). Non si può quindi conoscere il pensiero di Chesterton senza valutare il benefico apporto di Belloc. Credo che l'attualità e la grandezza di questi due grandi scrittori cattolici sia ancor più riscontrabile ai giorni nostri, nell'approssimarsi del Santo Natale e nella vergognosa debolezza di tanti uomini d'oggi nel difendere quelle sacre tradizioni (dal presepe all'identità cristiana, dalla Sacra Famiglia di Nazareth al Crocifisso).

Belloc aveva insegnato a Chesterton cosa fosse la coscienza cattolica della storia. Ecco cosa scriveva nell'introduzione al menzionato saggio del 1920: "Io dico con intenzione la "coscienza" cattolica della storia: parlo di "coscienza", cioè di conoscenza intima raggiunta attraverso l'identità…e non di un "punto di vista cattolico della storia". Questo indugiarsi su "punti di vista" è cosa moderna e perciò segno e manifestazione di decadenza…Vi può essere un punto di vista protestante come ve n'è uno ebraico, o mussulmano, o giapponese: ché tutti questi considerano l'Europa dal di fuori. Il cattolico invece guarda l'Europa dall'interno: non può esistere quindi un "punto di vista" cattolico della storia europea allo stesso modo che una persona non può avere un punto di vista su se stessa". 

zzzzfabio chesterbelloc

A distanza di quasi un secolo tutt'al più ora si sentono timidamente menzionare le "radici cristiane" dell'Europa! Questa grande consapevolezza cattolica, mutuata da faticose e precise indagini storiche, spingeva Belloc a difendere la Fede e l'Europa, quella vera, testimoniata dalle grandiosi Cattedrali gotiche, dalle Università, dalle corporazioni di arti e mestieri e dalla centralità di Dio nella vita dell'uomo e delle famiglie cristianamente ispirate. Così egli continuava: "La visione che io ho di me non è un "punto di vista", è una comprensione, così è di noi che abbiamo la Fede e della grande storia dell'Europa. Un cattolico che legge questa storia non le brancola d'attorno dal di fuori, ma l'afferra dal di dentro". Chesterton aveva quindi assimilato queste rigorose ricostruzioni storiche e questi importanti concetti dall'amico Hilaire Belloc, a cui era davvero strettamente legato.

Dinanzi al mare del relativismo in cui siamo immersi e di fronte alla minaccia islamica che stiamo sempre più sperimentando, penso che la lezione di Belloc sia ancora magistrale. Abbiamo coscienza di questa identità? Ci assumiamo conseguentemente, da cattolici,  precise e urgenti responsabilità verso Dio e gli uomini, come le indicava il grande storico franco-inglese? Ai sacerdoti e laici che già allora chiedevano tiepidamente a Belloc di attenuare la sua sana appartenenza alla "Chiesa Cattolica Romana" (come lui e Chesterton amavano coraggiosamente definirla) egli non rifiutava, anche in pubblico, di manifestare la ricchezza della Fede: "In questo momento cruciale rimane salda la verità storica che questo nostro organismo europeo, eretto sulle nobili fondamenta dell'antichità classica, fu plasmato dalla Chiesa cattolica, grazie ad essa esiste, ad essa consona, soltanto nella forma di essa persisterà". Credo che il cosiddetto "Chesterbelloc" sia stata l'avanguardia gagliarda e stimolante del pensiero cattolico e mi chiedo: "Ce ne siamo accorti? Crediamo che questi autori siano superati? Perché non  studiamo le loro opere? Perché ci affaccendiamo in sterili e talvolta equivoche questioni quando il patrimonio delle loro idee sarebbero ancora capaci di farci comprendere a quale rotta stiamo navigando?". 

Con tutti questi interrogativi e auspici auguro a tutti un fervido Santo Natale e concludo con il monito di Hilaire Belloc: "Ripeto pertanto dando nuova forma ai termini che la Chiesa è l'Europa e l'Europa è la Chiesa".



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martedì 15 dicembre 2015

Ecco Babbo Natale Gilbert! Bravo il disegnatore, eh?

Personalmente è chiaro, io credo in Babbo Natale; ma è il tempo del perdono, e perdonerò gli altri che non ci credono.

Gilbert Keith Chesterton, La Nonna del drago e altre serissime storie


E adesso provate a dire cinicamente che Babbo Natale non esiste.

Io Marco Sermarini, presidente della Società Chestertoniana Italiana, affermo con scienza e coscienza che Babbo Natale esiste. E chi dice ai bambini che non esiste commette uno dei crimini peggiori che si possano compiere.


Un aforisma al giorno

Ho fatto notare che il materialista, come il malato di mente, è chiuso in un carcere, prigioniero di un'idea.

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia

lunedì 14 dicembre 2015

The African Who Brought Chesterton to Sierra Leone

The African Who Brought Chesterton to Sierra Leone

Il grande ritorno del nostro eroe, John Kanu! La Distributist Review parla anche di noi e del nostro progetto di aiuto! Il container sta per partire! Viva John!


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domenica 13 dicembre 2015

Omar e il sacro vino - di Fabio Trevisan (da Riscossa Cristiana)

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"Nessuno può essere veramente ilare, se non l'uomo serio. Il vino allieta il cuore dell'uomo, ma solo dell'uomo che ha un cuore".

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Chesterton è stato spesso accusato di essere uno scrittore "divertente". A questi detrattori infelici egli aveva risposto nel saggio"Ereticidel 1905: "Il contrario di "divertente" non è serio, ma "non divertente"! Egli cercava di mostrare come alla presunta "serietà" potesse accompagnarsi la gioia dell'essere cristiani: ilarità e serietà non si contrapponevano ma, un po' paradossalmente, cooperavano al fine di annientare la superbia umana. L'uomo, in quanto peccatore, non poteva prendersi eccessivamente sul serio; non poteva, come nell'epoca moderna, credere troppo in se stesso.

Nel settimo capitolo di Eretici"Omar e il sacro vino", egli prendeva le distanze dalla filosofia del matematico e poeta persiano del XII secolo, Omar Khayam, che nelle Rubayat (le quartine poetiche) aveva apparentemente esaltato la potenza del vino: "Le libagioni di vino di Omar sono riprovevoli, non in quanto libagioni di vino ma in quanto libagioni terapeutiche". Chesterton aggiungeva: "Sono le libagioni di un uomo che beve perché non è felice". Qual era il rimprovero del grande scrittore londinese ? Perché era ritenuto così importante da dedicarci un intero capitolo, tralasciando ora il riferimento palese al romanzo L'osteria volante ?

Anche ai giorni nostri si sente sovente dire: "Si beve per dimenticare". Ecco, per Chesterton era l'esatto contrario: il cristiano beveva per ricordare e per affermare la dignità dell'uomo. Ciò che Omar non poteva concepire era la sacralità del vino. Il mondo musulmano, che annienta l'uomo, distrugge anche il vino: "Il vino di Omar esclude l'universo, non lo rivela…Il più alto cristianesimo dissente con questo scetticismo, non certo perché nega l'esistenza di Dio, ma perché nega l'esistenza dell'uomo". Il vino, sin dalla Sacra Scrittura, era stato considerato un alleato dell'uomo, però dell'uomo che aveva un cuore e che non disprezzava la regalità divina e l'umanità. C'era un'eterna gaiezza nella natura delle cose (create da Dio) che non doveva essere disprezzata: "Un uomo non può rallegrarsi di nulla, se non della natura delle cose; un uomo non può godere di nulla, se non della religione". 

Agli improvvidi fautori del tavolo del dialogo con chicchessia andrebbe ricordato che se fosse servito a quel tavolo il sacro vino (In vino veritas dicevano i Romani), tutte le questioni sollevate da Chesterton si sarebbero potuto rivelare ancora tutt'altro che superficiali. Chesterton rammentava a Omar ed agli scettici del carpe dieml'altezza del cattolicesimo: "Sull'eccelso altare del cristianesimo si leva un'altra figura, nella cui mano è un'altra coppa di vino: "Bevete"dice "perché l'intero mondo è rosso come questo vino, per il vermiglio dell'amore e della collera divina. Bevete, perché le trombe chiamano alla battaglia e questo è il bicchiere della staffa".

La filosofia del vino di Omar era l'esatto opposto di quella cristiana, come affermava Chesterton: "Omar si dà al piacere perché la vita non è gioiosa; gozzoviglia perché non è lieto…beve perché non c'è nulla degno di fiducia, nulla degno di lotta". Il calice di vino alzato da Omar contraddiceva palesemente il calice di vino alzato dal sacerdote cattolico.

Non era più lo stesso vino: stordente e inebriante come una trottola nella religione di Omar, divenuto invece sangue sacro di Cristo versato per tutti noi sulla Croce della redenzione: "Bevete, per questo mio sangue del nuovo testamento che è sparso per voi. Bevete, perché io so donde venite e perché. Bevete, perché io so quando ve ne andrete e dove".

sabato 12 dicembre 2015

Tweet di Pump Street su Twitter

Pump Street (@pump_street)
"Cosa c'è di sbagliato nel mondo" è ufficialmente in viaggio verso di noi!
#natale è arrivato!
#distributism pic.twitter.com/hzliZtgSNx


domenica 6 dicembre 2015

Un aforisma al giorno

Quando un uomo comincia a pensare che di notte l'erba non cresce se lui non sta lì a sorvegliarla, in genere finisce o in manicomio o su un trono imperiale.

G. K. Chesterton, Robert Browning, traduzione in corso d'opera di Umberta Mesina

mercoledì 2 dicembre 2015

Una segnalazione di Maria Grazia Gotti - Non perdiamo lo spirito del Natale di Chesterton

Ciao Marco, segnalo a te e a tutti gli amici della SCI che sulla rassegna stampa di Tracce di oggi 2 dicembre è segnalato un pezzo inedito sul Natale dal titolo Non perdiamo lo spirito del Natale, pubblicato il 26 dicembre 1925 sulla Illustrated London News.
La traduzione, di Andrea Colombo, è uscita su "I Luoghi dell'infinito". 

Si trova qui
http://www.tracce.it/detail.asp?c=1&p=1&id=51292

-- 
Maria Grazia Gotti