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domenica 30 marzo 2014
sabato 29 marzo 2014
Esce William Blake
venerdì 28 marzo 2014
Tweet da Soc Chestertoniana (@Sochest)
Tweet da Soc Chestertoniana (@Sochest)
In partenza per Beaconsfield
sono sul bus che mi porta a Fiumicino, all'ora di pranzo di oggi 28 Marzo 2014 don Spencer Howe ed io prenderemo l'aereo per Londra e poi andremo a Beaconsfield per il convegno sulla santità di Chesterton (Sanity and Sanctity). Ci sarà anche il vescovo di Northampton, mons. Peter Doyle, che potrebbe aprire la causa di beatificazione di Chesterton. Parleremo sia Spencer che io, oltre che numerosi altri relatori di peso (top notch speakers, dice l'organizzatore Martin Thompson). Visiteremo la Chesterton Library a Oxford e la tomba di GKC a Beaconsfield, e i luoghi di Londra dove il Nostro Eroe è vissuto.
Una preghiera per tutti voi è assicurata, voi la dite per noi? È importantissimo per la causa!
Naturalmente porteremo la voce dei Chestertoniani d'Italia che, per parafrasare Chesterton, non hanno ancora parlato, ma hanno tanto da dire!
Parleremo della necessità di Chesterton oggi e delle belle esperienze della Scuola Chesterton, delle famiglie distributiste qui in Italia, della salda amicizia con gli americani e gli inglesi.
Non siamo una società letteraria, siamo merciless propagandists!
Vedremo vecchi cari amici che sono uniti a noi dall'idea che Chesterton debba svolgere un ruolo centrale in questo momento: Dale Ahlquist, Stratford Caldecott, Dermot Quinn, Aidan Mackey e altri ancora.
Chesterton è vivissimo! Dobbiamo solo seguire il suo buon esempio, è facile e bello.
Marco Sermarini, presidente della Società Chestertoniana Italiana
P. S.: connessione permettendo, vorrei documentare qui sul blog in diretta questo bel convegno, per cui passate spesso qui e su Twitter (non metterò nulla su Facebook salvo questo post perché non è per nulla pratico, lo faremo più avanti, Deo volente)
giovedì 27 marzo 2014
Auguri a Lucia Bottone!
mercoledì 26 marzo 2014
Chesterton in altre parole - Theodore Roosevelt
Ecco il programma della conferenza su Chesterton a Beaconsfield, 29 Marzo 2014 - Beaconsfield
Bagnasco si ribella ai "campi di rieducazione"
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/03/24/bagnasco-si-ribella-ai-campi-di-rieducazione/
martedì 25 marzo 2014
Incontri di amici
C'è una giovane brasiliana che si merita un ottimo compleanno per due ottimi motivi...
lunedì 24 marzo 2014
Omofobia, ci vogliono imbavagliare - E noi facciamo ricorso al TAR, di Gianfranco Amato
Riccardo Cascioli, direttore della Nuova Bussola Quotidiana, ha impugnato presso il T.A.R. del Lazio il famigerato decalogo dell'UNAR «per una rispettosa informazione delle persone LGBT», avvalendosi dell'assistenza legale dei Giuristi per la Vita (vedi allegato in fondo all'articolo). E' il primo - e per ora unico - giornalista che abbia sfidato la dittatura del politicamente corretto.
Stiamo parlando, per chi non avesse seguito la cronaca, di quel documento ("Linee guida per un'informazione rispettosa delle persone LGBT") che La Nuova BQ ha denunciato per prima (leggi qui): dopo aver ricordato ai giornalisti che dovranno usare sempre l'acronimo LGBT, impone, tra l'altro, di non confondere il «sesso biologico», che riguarda i cromosomi e la fisiologia degli apparati genitali, con l'identità di genere, che viene definita come «il senso intimo, profondo e soggettivo di appartenenza alle categorie sociali e culturali di uomo e di donna, ovvero ciò che permette a un individuo di dire "io sono un uomo, io sono una donna", indipendentemente dal sesso anatomico di nascita».
E' quel documento che vieta, tra l'altro, di usare espressioni quali «famiglia naturale» o «famiglia tradizionale», o espressioni quali «famiglia gay» o «famiglia omosessuale» per intendere il nucleo in cui i genitori sono dello stesso sesso, dovendosi preferire la locuzione «famiglie omogenitoriali», oppure «famiglie con due papà, due mamme, ritenendo «meglio ancora parlare, semplicemente, di famiglie» ed evitare di contrapporre tali realtà al concetto di «famiglie tradizionali».
E' quel documento che, in tema di adozioni, vieta di sostenere che il bambino «ha bisogno di una figura maschile e di una femminile come condizione fondamentale per la completezza dell'equilibrio psicologico» (il giornalista che sostenesse questa tesi si renderebbe responsabile della propagazione di un «luogo comune», smentito dalla «letteratura scientifica»).
E' quel documento che, ancora, vieta di parlare di «utero in affitto», considerandola un'«espressione «dispregiativa», che va sostituita con l'espressione «gestazione di sostegno» . E' quel documento che impone di superare, tra l'altro, l'istituzione di un contraddittorio «quando si parla di tematiche LGBT nei giornali e nelle televisioni: se c'è chi difende i diritti delle persone LGBT» non è necessario che si dia voce a chi è contrario. E' quel documento che, tra l'altro, invita anche i fotografi ad evitare di riprendere immagini di persone «luccicanti e svestite» durante i servizi sui gay pride.
Questi i due principali motivi del ricorso al T.A.R. Lazio proposto da Riccardo Cascioli, che è stato notificato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Dipartimento per le Pari Opportunità e all'Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale:
1) violazione del diritto alla libertà di espressione e del pluralismo informativo e violazione degli articoli 13 e 21 della Costituzione;
2) difetto di competenza, violazione della riserva di legge per quel che concerne le restrizioni alla libertà personale, eccesso di potere, violazione dello Stato di Diritto, violazione degli articoli 13 e 117 della Costituzione, per contrasto con l'art. 10 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, violazione dell'art.2, Legge 3 febbraio 1963, n.69.
La cosa che in questa strabiliante vicenda stupisce, al netto del coraggio di Cascioli, è la reazione di quasi tutta la cosiddetta libera stampa. Non si è sentita, ad esempio, la voce di un grande giornalista qual è Paolo Mieli, che in un suo articolo pubblicato dal Corriere della Sera la vigilia di Natale del 2004, si era lanciato in un'appassionata apologia del diritto dei giornalisti: «La difesa della libertà di stampa significa salvare per le future generazioni il lascito immenso della lettura, da cui dipende tutta intera la trasmissione del patrimonio culturale della nostra civiltà e la possibilità che continui ad esistere un valido sistema di istruzione».
L'unica voce critica che si è levata contro il decalogo dell'UNAR è stata quella di Piero Ostellino che ha liquidato con sferzante ironia la vicenda in un suo pezzo pubblicato dal Corriere della Sera il 4 gennaio 2014, intitolato Il burocrate ignora il senso del ridicolo. Il limite di quel pur pregevole giudizio beffardo sta nell'atteggiamento di superiore distacco che è tipico degli intellettuali liberali. Anche i predecessori di Ostellino ridevano dei fez, dell'orbace e di tutto l'armamentario ridicolo dei primi fascisti, sostenendo, sarcastici, che una risata li avrebbe seppelliti. Purtroppo, però, la storia ha poi dimostrato come ad essere seppelliti siano stati la libertà di stampa e il nostro stesso Paese, finito sotto le macerie di un devastante conflitto mondiale. Non si può liquidare un attacco così esiziale alla libertà, col frizzo e l'irrisione, per quanto sagace possano essere.
Inquieta anche il fatto che l'ultimo precedente relativo ad una direttiva del governo italiano indirizzata ai giornalisti in cui si specificava cosa scrivere e come scrivere toccando alcuni temi, risale a settant'anni fa. Bisogna, infatti, rievocare le famigerate "veline", ovvero i fogli d'ordine (redatti appunto su carta velina) contenenti le disposizioni che il regime fascista impartiva alla stampa quotidiana e periodica, che cominciarono a circolare dal 1935 e che divennero sempre più pressanti verso i giornalisti dopo l'istituzione del Ministero della Cultura Popolare.
Singolare, poi, che oggi nell'Italia democratica si debbano rievocare le parole di Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti d'America e uno dei padri fondatori di quella nazione che tra le prime al mondo riconobbe nella propria costituzione, il 15 dicembre 1751, la libertà di stampa. In una lettera inviata a James Currie il 28 gennaio 1786, infatti, Jefferson scriveva: «Our liberty depends on the freedom of the press, and that cannot be limited without being lost» (la nostra libertà dipende dalla libertà di stampa, e questa non può essere limitata senza essere perduta). Dopo quasi duecentotrent'anni da questa affermazione, vedremo cosa pensano i magistrati del Tribunale Amministrativo del Lazio.
sabato 22 marzo 2014
La Belloc Society irlandese oggi si riunisce
Ci ha dato questo avviso l'amico chestertoniano italoirlandese Angelo Bottone e noi ve lo facciamo sapere.
Perché?
Perché sono nostri amici, perché Belloc è amico di Chesterton, perché ogni gruppo così è un piccolo regno del senso comune che si oppone al vuoto sorridente che ci opprime, e allora dobbiamo essere tutti uniti e compatti.
Il Cardinal Carlo Caffarra sulla comunione ai divorziati risposati
D. – Si parla della possibilità di riammettere all'eucaristia i divorziati risposati. Una delle soluzioni proposte dal cardinale Kasper ha a che fare con un periodo di penitenza che porti al pieno riaccostamento. È una necessità ormai ineludile o è un adeguamento dell'insegnamento cristiano a seconda delle circostanze?
R. – Chi fa questa ipotesi, almeno finora non ha risposto a una domanda molto semplice: che ne è del primo matrimonio rato e consumato? Se la Chiesa ammette all'eucarestia, deve dare comunque un giudizio di legittimità alla seconda unione. E' logico. Ma allora – come chiedevo – che ne è del primo matrimonio? Il secondo, si dice, non può essere un vero secondo matrimonio, visto che la bigamia è contro la parola del Signore. E il primo? È sciolto? Ma i papi hanno sempre insegnato che la potestà del papa non arriva a questo: sul matrimonio rato e consumato il papa non ha nessun potere. La soluzione prospettata porta a pensare che resta il primo matrimonio, ma c'è anche una seconda forma di convivenza che la Chiesa legittima. Quindi, c'è un esercizio della sessualità umana extraconiugale che la Chiesa considera legittima. Ma con questo si nega la colonna portante della dottrina della Chiesa sulla sessualità. A questo punto uno potrebbe domandarsi: e perché non si approvano le libere convivenze? E perché non i rapporti tra gli omosessuali? La domanda di fondo è dunque semplice: che ne è del primo matrimonio? Ma nessuno risponde. Giovanni Paolo II diceva nel 2000 in un'allocuzione alla Rota che "emerge con chiarezza che la non estensione della potestà del romano pontefice ai matrimoni rati e consumati, è insegnata dal magistero della Chiesa come dottrina da tenersi definitivamente anche se essa non è stata dichiarata in forma solenne mediante atto definitorio". La formula è tecnica, "dottrina da tenersi definitivamente" vuol dire che su questo non è più ammessa la discussione fra i teologi e il dubbio tra i fedeli.
D. – Quindi non è questione solo di prassi, ma anche di dottrina?
R. – Sì, qui si tocca la dottrina. Inevitabilmente. Si può anche dire che non lo si fa, ma lo si fa. Non solo. Si introduce una consuetudine che a lungo andare determina questa idea nel popolo non solo cristiano: non esiste nessun matrimonio assolutamente indissolubile. E questo è certamente contro la volontà del Signore. Non c'è dubbio alcuno su questo.
*
Il testo integrale dell'intervista a "Il Foglio", raccolta da Matteo Matzuzzi:
venerdì 21 marzo 2014
giovedì 20 marzo 2014
Riceviamo e volentieri pubblichiamo - C'è Fabio Trevisan e parlerà di Alasdair McIntyre e G. K. Chesterton
Osservatorio Cardinale Van Thuân
sulla Dottrina sociale della Chiesa
CRISI: E' POSSIBILE USCIRNE?
Relazione di
Fabio Trevisan
cui seguirà dibattito
Che crisi stiamo vivendo? Perché siamo in questa situazione?
Cosa dobbiamo fare? Alcune indicazioni alla luce
della Dottrina sociale della Chiesa
MARTEDI' 25 MARZO 2014, ORE 20,45
PARROCCHIA DI SAN PIETRO APOSTOLO, VERONA
INGRESSO DA VIA TODESCHINI
Con il patrocinio del
Gran Galà musicale e danzante di beneficenza per la Scuola Libera G. K. Chesterton!
Gran Galà musicale e danzante di beneficenza per la Scuola Libera G. K. Chesterton, con musiche di Bach, Donizetti, Chopin, Verdi, Rossini. Coreografie su musiche classiche e moderne. Partecipano: Romina Assenti (soprano lirico), Roberto Cruciani (tenore lirico), Paolo Incicco (violinista), Sabrina Gentili (pianista), Maria Luigia Neroni (coreografie danzanti), Serena Allevi (soprano lirico) e Alessio Ercole (pianista), e con la straordinaria partecipazione di Vincenzo Di Bonaventura (voce narrante).
Ingresso libero.
Chi parteciperà ci aiuterà a sostenere la nostra bella scuola, che non ha alcuna sovvenzione dallo Stato e si regge con le forze di chi la realizza ogni giorno.
Sarà una serata piacevole e bella, perciò vi invitiamo e vi aspettiamo!
Chi lo desidera può farci pervenire una donazione al seguente conto corrente postale:
39793690 intestato a Cooperativa Capitani Coraggiosi s.c.s. - causale: Costruiamo la nostra scuola!
Oppure fare un bonifico sul medesimo conto corrente postale della Capitani Coraggiosi s.c.s, la cooperativa sociale che gestisce la scuola:
IT37LO76011350000003979369
Grazie di cuore sin da ora a chi parteciperà e sosterrà la scuola.
I VERI CHESTERTONIANI NON FARANNO DI SICURO MANCARE IL LORO SOSTEGNO A QUESTA BELLA SCUOLA!!!
mercoledì 19 marzo 2014
Un aforisma al giorno (a proposito di divorzio, divorziati, matrimoni...)
Riceviamo e volentieri pubblichiamo - Scozia: le pietre che cantano
Diletta Nicastro, scrittrice romana ed autrice della saga "Il Mondo di Mauro & Lisi", si è laureata con lode in Sociologia, cattedra 'Storia delle Comunicazioni di Massa'. La sua tesi 'Gianluca Vialli, un eroe moderno veicolato dai mass media' ha vinto nel 2000 il Premio di Laurea Stefano Benetton come miglior tesi sportiva dell'anno. Dal 2003 è Giornalista Pubblicista e nel 2011 ha vinto il Premio Bastet per la diffusione della cultura del gatto nella letteratura grazie a "I segreti di Tallinn - Il quinto incarico". Nel 2012 ha vinto il Booktrailer Online Award per 'Dio salvi il Gigante - Il sesto incarico'. E' custode nazionale della parola "Mozzafiato".
Oggi è San Giuseppe Sposo di Maria S. S.
Soc Chestertoniana (@Sochest) | |
Oggi Festa di S. Giuseppe Sposo di Maria SS. Viva i padri! Basta con il ridicolo di genitore 1 genitore 2! Libertà!!! |
Un aforisma al giorno
Gli uomini che iniziano a combattere la Chiesa per amore della libertà e dell'umanità finiscono per gettare via la libertà e l'umanità pur di combattere la Chiesa.
Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia
Un aforisma al giorno
I cattolici hanno prodotto più storielle e canti d'amore rispetto ai calvinisti e ai buddhisti e la ragione è che, con tutto il rispetto per la loro sacrosanta esistenza, i calvinisti e i buddhisti non hanno una religione tanto vasta e umana quanto la nostra.
Gilbert Keith Chesterton, La mia fede
lunedì 17 marzo 2014
Un aforisma al giorno
Un aforisma al giorno
Il vero soldato combatte non perché egli odia ciò che è di fronte a lui, ma perché ama ciò che è dietro di lui.
Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 14/11/1911
Un aforisma al giorno
L'orgoglio è una debolezza del carattere; inaridisce il riso, inaridisce lo stupore, inaridisce la cavalleria e le energie.
Gilbert Keith Chesterton, Eretici
Da Bologna con amore: fermatevi - Da Il Foglio del 15.03.2014 (di Matteo Matzuzzi)
domenica 16 marzo 2014
Un aforisma al giorno
Con la parola «cavalleria» il nome del cavallo è stato associato al momento più alto e più nobile dell'umanità; sicché potremmo dire che il più bel complimento che si possa fare a un uomo è di chiamarlo cavallo.
Gilbert Keith Chesterton, L'uomo eterno
sabato 15 marzo 2014
Tomas Halik, un prete chestertoniano amante dei paradossi vince il Premio Templeton 2014
Per i cattolici della Repubblica Ceca il 13 marzo di quest'anno non rimarrà un giorno di festa e gioia soltanto perché in questa data ricorreva il primo anno di pontificato di Papa Francesco, ma anche perché la mattina di questo stesso giorno il loro connazionale Tomas Halik, prete 65enne originario di Praga, ha vinto a Londra il premio Templeton, che con il suo 1,83 milione di dollari, molto più del ricchissimo premio Nobel, insignisce una persona che con le proprie idee, scoperte e azioni abbia contribuito a "sostenere la dimensione spirituale della vita".
Come ha ricordato l'esponente della Templeton Foundationnell'annunciare il vincitore del premio, con le sue opere Halik "ha costantemente aperto nuove prospettive per il progresso dell'umanità". Egli, infatti, ordinato segretamente sacerdote nella Germania dell'Est nel 1978, ha sempre operato in favore della democrazia e della moralità, invitando al dialogo credenti e atei ben prima che la Cecoslovacchia fosse investita dall'urto del Comunismo, e continuando questa sua missione anche durante e dopo il Comunismo tramite la diffusione dei propri libri, tradotti in 18 lingue, il lavoro di cappellano presso la Charles Universitydi Praga e la cooperazione con Vaclav Havel, il primo presidente cecoslovacco dell'era post comunista, e il Papa polacco Giovanni Paolo II.
Ora, grazie ai soldi vinti, Halik potrà continuare questa sua missione al dialogo coinvolgendo non solo cattolici e atei, ma anche credenti di altre fedi, soprattutto nella Academic Parish di Praga dove, negli ultimi 25 anni, ha battezzato più di mille giovani. Come lui stesso ha affermato nel discorso di ringraziamento a Londra "il compito principale della fede e della teologia è quello di insegnare l'arte di vivere fra i paradossi della vita e il coraggio di penetrare la nebbia dell'ignoto".
In quello stesso discorso Halik, etichettato come "nemico del regime" durante il Comunismo, ha voluto ringraziare i suoi professori di filosofia e teologia, "molti dei quali trascorsero lunghi anni in campi di prigionia comunisti ed ebbero davvero poche possibilità di scrivere o pubblicare qualcosa", ma che gli furono d'ispirazione per il proprio pensiero e contribuirono alla sua formazione come filosofo e sociologo, tanto che oggi ricopre la cattedra di sociologia della religione alla Charles University.
Ma questo sorridente sacerdote ceco ci tiene a precisare che non solo i suoi professori furono per lui una fonte d'ispirazione, poiché il merito della sua conversione, in una famiglia dove la religione non era minimamente contemplata, va a due scrittori inglesi a lui molto cari, G.K. Chesterton e Graham Greene, presi poi ad esempio per spiegare il pensiero cristiano ai non credenti.
Da Chesterton ha sicuramente ereditato l'amore per i paradossi, i quali, dice, costituiscono la trama della vita: e come dar torto a uno che è diventato sacerdote a dispetto dell'ateismo della propria famiglia, tanto che ha dovuto tenere nascosti alla madre i suoi studi per il sacerdozio?
Ma se la vita è il campo in cui si manifestano i paradossi, allora non vengono esclusi nemmeno i diversi campi in cui la vita si declina, primo fra tutti il campo della fede. Infatti, paradossalmente, un ateo – che secondo l'approccio teologico diHalik troverebbe posto fra le fila degli "abitanti", cioè coloro che rimangono saldamenti aggrappati ad una religione ben organizzata o ad un ateismo militante – può trasformarsi in un "ricercatore" – cioè, sempre secondo le categorie di Halik, chi ricerca un significato più profondo della vita, o tramite la religione o tramite altre ricerche spirituali – qualora andasse al di là della ricerca del mero benessere materiale, mentre un fondamentalista della religione potrebbe dimostrarsi tanto inflessibile quanto il più accanito sostenitore dell'inesistenza nella vita di qualcosa di spirituale.
Secondo Halik, nella Repubblica Ceca di oggi la religione più diffusa è paradossalmente portata avanti dagli atei ed è la credenza in un qualcosa di indefinito che va al di là di ciò che la scienza può spiegare. Il dramma, dice Halik, è che, pur essendo sulla giusta strada nell'intuire un qualcosa d'altro, gli atei "non hanno pazienza nei confronti del silenzio di Dio" e distorcono l'immagine di Dio stesso, rendendosi ciechi con le loro stesse mani al vero Dio, colui che aiuta i credenti ad affrontare i paradossi e i misteri della vita. Simpaticamente il sacerdote aggiunge: "Quando un ateo mi dice qual è la sua immagine di Dio io penso 'Grazie a Dio tu non credi in questo Dio e, beh, nemmeno io ci credo!'".
Caterina Colombo
venerdì 14 marzo 2014
Un aforisma al giorno
Un aforisma al giorno
Un aforisma al giorno
Mentre una tendenza costante del vecchio Adamo è quella di rivoltarsi contro quella cosa così universale e automatica che è la civiltà, di predicare deviazione e ribellione, il romanzo dell'attività di polizia mette in un certo senso sotto gli occhi il fatto che la civiltà stessa è la più sensazionale delle deviazioni e la più romanzesca delle ribellioni.
Gilbert Keith Chesterton, Come si scrive un giallo
giovedì 13 marzo 2014
L'ultimo libro di Gnocchi & Palmaro + Giuliano Ferrara nella recensione di Rino Cammilleri
http://www.forumfamiglie.org/allegati/rassegna_30714.pdf
Chesterton ci insegna sempre qualcosa
Bello, acuto, come sempre!
Leggere e mandare a memoria.
mercoledì 12 marzo 2014
Un aforisma al giorno
Un aforisma al giorno
Un aforisma al giorno eternamente riproposto perché la verità e la poesia non stancano mai.
Tweet da MaestraSerena (@maestraserena)
MaestraSerena (@maestraserena) | |
Ancora Chesterton sul peccato originale e "certi nuovi teologi". C'entra anche un gatto pic.twitter.com/DmtFN9ChJE |
Intervista: Monastero San Benedetto Norcia. Preghiamo.org Preghiera, canto e dottrina mobile!
http://www.preghiamo.org/intervista-monastero-san-benedetto-norcia.php#
martedì 11 marzo 2014
lunedì 10 marzo 2014
L'ultimo articolo di Mario Palmaro (firmato con Alessandro Gnocchi) - Da Il Foglio del 5 Marzo 2014
Un aforisma al giorno
È morto Mario Palmaro!
Non ci siamo mai incontrati fisicamente ma ci conoscevamo per via del comune carissimo amico Alessandro Gnocchi e la militanza tra i Giuristi per la Vita.
Mario ha ricevuto in dono dal Padre Eterno una grande intelligenza che usava acutamente e con grande amore per la Chiesa Cattolica. Amava la Verità e questo basta.
Mi mancherà molto leggere i suoi lavori, i suoi giudizi lucidi. Sono molto addolorato per la moglie ed i figli e offro ancora una volta a loro la mia amicizia e quella di tutti nostri amici, oltre che le nostre preghiere sincere ed affettuose.
Il mistero della Comunione dei Santi ci consola e ci ricorda che siamo amici per sempre e per sempre combattiamo insieme la Buona Battaglia, grazie a Nostro Signore Gesù Cristo.
Marco Sermarini
Tweet da Gabriele Mangiarotti (@dongabriele)
Gabriele Mangiarotti (@dongabriele) | |
Mario Palmaro vive ora nella luce del Signore che ha amato e testimoniato con fedeltà e coraggio. Portiamo nel cuore il suo esempio! |
domenica 9 marzo 2014
8 marzo: cominciano tempi non facili per chi si oppone all'eterofobia
> http://www.milanopost.info/2014/03/09/salta-convegno-omofobia-o-eterefobia-dei-giuristi-per-la-vita-negata-la-sala-e-anche-la-piazza-per-il-presidio/
> La notizia è riportata anche da Il Giornale: http://www.ilgiornale.it/news/milano/incontro-e-libro-sull-eterofobia-negata-sala-e-poi-presidio-999870.html