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giovedì 31 luglio 2008

Eluana Englaro - Il caso Eluana approda davanti alla Consulta

Da Il Giornale di oggi 31 Luglio 2008

Roma - La storia di Eluana Englaro approda davanti alla Corte costituzionale. Dopo la sentenza del tribunale di Milano che ha dato il via libera a Beppino Englaro, il padre della donna in coma da vegetativo permanente da 16 anni, di staccare il sondino che alimenta e idrata la giovane la politica ha deciso di "entrare in campo". L’aula della Camera ha deciso di sollevare conflitto di attribuzione alla Corte costituzionale. La votazione è avvenuta con il sistema elettronico senza la registrazione dei voti. Hanno votato a favore solo deputati del Pdl, della Lega e dell’Udc. Contro hanno votato quelli dell’Idv. I deputati del Pd non hanno preso parte alla votazione. E’ atteso per domani invece il voto del Senato. La proposta di sollevare il conflitto di attribuzione è stata presentata dalla maggioranza. Ora sarà la Suprema Corte a decidere in questo caso di conflitto di poteri: la sentenza della magistratura contro la volontà politica di legiferare in materia.

Cattolici - Kerala, sanzioni contro chi ha un terzo figlio. L'opposizione della Chiesa

Da Asianews
di Nirmala Carvalho

Mons. Vithayathil: “la Chiesa si opporrà sempre” “alla dittatura di Stato del governo marxista”. Proprio i più poveri rifiutano queste leggi, perché “sanno che ogni bambino è un dono”.


New Delhi (AsiaNews) – La Commissione per le riforme legislative dello Stato indiano del Kerala ha “raccomandato” l’adozione di sanzioni contro le famiglie che hanno il terzo figlio. Dura presa di posizione del cardinal Varkery Vithayathil, presidente della Conferenza episcopale cattolica indiana, contro “la dittatura di Stato del governo marxista” del Kerala, alla quale “la Chiesa cattolica si opporrà sino alla fine”.

“Nel 1958 – ricorda - dopo la caduta del governo comunista del Kerala, Jawaharlal Nehru, il primo premier dell’India, davanti al parlamento ha detto: Nel Kerala la Chiesa cattolica è una forza che va considerata”.

La Commissione, presieduta dal giudice V R Krishna Iyer della Suprema corte federale, ha raccomandato una sanzione di 10mila rupie (circa 150 euro) e l’esclusione dalla assistenza scolastica e sanitaria gratuita per le famiglie che hanno il terzo figlio, come pure da altri aiuti statali per abitazione e lavoro. La somma è importante per una famiglia indiana, la quale in genere non ha neanche il denaro per pagare la scuola o l’assistenza sanitaria.

L’art. 7 della nuova proposta di legge prevede che “persone ed enti non possono richiamare motivi religiosi, di regione, di setta, di casta, di culto o di altro genere per [giustificare la] nascita di più figli di quelli consentiti”. “Ogni persona o pubblica organizzazione o istituzione collegata con l’attività di pianificazione familiare e controllo delle nascite” può portare avanti al tribunale chi viola questa legge.

“Nessuno – esordisce mons. Vithayathil in un’intervista per AsiaNews – ha il diritto di decidere il numero dei figli. In passato il governo indiano ha tentato di farlo e ha incontrato un’opposizione generale, anche dei più poveri che sanno bene come un bambino sia un dono di Dio. Il governo giustifica queste misure draconiane per pretese ragioni demografiche.”

“In realtà, nel Kerala si fronteggiano due idee: l’ideologia della supremazia dello Stato e quella che afferma la libertà, il rispetto e la dignità della persona umana”.

Nel 1991 i cristiani risultano essere il 19,5% dei 29 milioni del Kerala. Nel 2001 la popolazione è giunta a circa 32 milioni, di cui il 19% cristiani.

La posizione della Chiesa non è solo d’opposizione ma anzitutto propositiva. “Noi – prosegue – promuoviamo e incoraggiamo una politica a favore della vita. E’ significativo che ricorrano i 40 anni della enciclica Humanae Vitae, documento valido e attuale anche oggi. Occorre riaffermare l’importanza della vita, di fronte a tale proposta di legge”. “Nessuna legge può negare o anche soltanto ostacolare il credente dall’essere aperto alla vita e accogliere con disponibilità ogni bambino”.

Cattolici - Ragazze rapite, convertite e sposate da musulmani, affidate a un Centro di assistenza

Nella società multietica nessuno parla di queste porcherie.

Da AsiaNews
di Qaiser Felix

Le due ragazze, di 13 e 10 anni, sono ospitate in un centro di accoglienza per sole donne. Il provvedimento deciso dall'Alta Corte di Lahore in attesa della sentenza del 4 agosto, in cui verrà stabilito il loro destino. Il sostegno dei cattolici alla famiglia .

Multan (AsiaNews) – “Il decreto emesso dal giudice è senza dubbio positivo. Per il momento possiamo tirare un sospiro di sollievo” in attesa dell’udienza del 4 agosto. È il commento soddisfatto di Peter Jacob, segretario della Commissione cattolica pakistana di Giustizia e pace, alla decisione del giudice Saghir Ahmed, dell'Alta Corte di Lahore, di affidare le due sorelle cristiane rapite da un gruppo di musulmani alle cure di un centro di accoglienza statale per sole donne.

Da martedì 29 luglio Saba Younas, 13 anni, e la sorella Anila, 10 anni, si trovano al sicuro lontano dai loro aguzzini: le giovani sono state rapite lo scorso 26 giugno nel villaggio di Chowk Munda, nella provincia del Punjab, dove si erano recate per andare a trovare lo zio, Khalid Raheel. Nei giorni successivi al sequestro, i rapitori hanno fatto sapere che le due ragazze si sarebbero convertite all’Islam e la più grande delle due avrebbe sposato uno dei figli dei sequestratori. In tribunale, inoltre, padre e figlio hanno ribadito la “piena volontà della ragazza di contrarre matrimonio”.

La famiglia di Saba e Anila ha potuto contare sull’aiuto concreto della commissione di Giustizia e pace e sul sostegno di tutta la comunità cattolica del Paese, a partire proprio dall’assistenza legale e dalla copertura delle spese necessarie per perorare la causa in tribunale. Il processo è aggiornato al 4 agosto prossimo, quando il giudice è chiamato a pronunciarsi sull’eventuale – e auspicato – ritorno a casa delle due sorelle, ancora minorenni.

Peter Jacob sottolinea l’importanza dell’ultimo provvedimento giudiziale, che ha stabilito l’allontanamento delle ragazze dal clan musulmano: in questo modo potranno passare un po’ di tempo da sole e, soprattutto, al riparo “dall’influenza” fisica e psicologica esercitata dai sequestratori. “Il giudice ha stabilito che nessuno può incontrare le due ragazze nel centro di accoglienza – afferma l’attivista – e in questo modo esse avranno tutto il tempo per riflettere sulla loro situazione”. Egli mostra inoltre “ottimismo” in vista dell’udienza di lunedì prossimo, e preannuncia fin d’ora altre battaglie se la sentenza non sarà positiva.

Un paio di settimane fa il giudice distrettuale Mian Muhammad Naeem, della sezione di Muzaffargarh, ha stabilito che le due sorelle cristiane “sono state convertite in maniera legittima all’Islam” e per questo non possono essere “restituite alle famiglie d’origine”. Archiviando la richiesta del padre di riottenere la custodia delle figlie, il giudice ha anche ammesso la “validità” del matrimonio fra le ragazze e i due musulmani.

Cattolici - Hanoi, terreni e parrocchia sequestrate da ditte e uffici commerciali

Da AsiaNews
di Nguyen Hong

Dopo 15 anni arriva una risposta fumosa del Comitato del popolo, che domanda alla parrocchia di sottomettersi agli investimenti e agli sviluppi commerciali della zona. Il Comitato valuterà se la popolazione ha bisogno di “spazi per attività religiose”.


Hanoi (AsiaNews) – La parrocchia di Thai Ha ad Hanoi può dire addio ai terreni e alla casa, sequestrati da tempo: il Comitato cittadino del popolo ha inviato una lettera all’arcivescovo…. Dicendo che la parrocchia deve sottomettersi alle “leggi sugli investimenti e quelle sulle costruzioni”.

Da oltre 15 anni, da quando in Vietnam è stata varata la do moi (le riforme economiche), la maggior parte del terreno della parrocchia è stato requisito dal governo per gli uffici della Compagnia dell’elettricità, un cementificio, una ditta di trasporti e una di confezioni.

Da almeno 15 anni il p. Vu Khoi Phung, parroco, e il provinciale dei Redentoristi, p. Nguyen Trung Thanh, domandano il ritorno dei terreni e della casa parrocchiale sequestrata.

Finalmente in questi giorni, il Comitato del popolo di Hanoi ha risposto inviando una lettera all’arcivescovo e al provinciale dei redentoristi. In essa si afferma che tutti i terreni dell’area vengono affidati al Comitato del popolo del distretto di Dong Da per “organizzare”, “studiare”, “correggere” un piano di investimenti per progetti di bene pubblico, costruendo una strada sempre sui terreni della parrocchia. La lettera esige che la parrocchia segua le “leggi sugli investimenti e quelle sulle costruzioni”. Il Comitato avrà il potere di valutare se la popolazione dell’area ha bisogno di spazio per i servizi religiosi, oppure no.

Per i fedeli di Thai Ha, le conclusioni così vaghe della lettera non promettono nulla di buono: “È fin troppo chiaro – dice uno dei parrocchiani – che il governo ha deciso di requisire tutti i terreni della parrocchia per seguire piani di sviluppo economico. Ma facendo questo compie un’ingiustizia e viola la libertà religiosa”. I parrocchiani hanno deciso di rifiutare la decisione del Comitato: “Con la scusa di fare progetti per il bene pubblico – essi dicono - in realtà sostengono industrie e compagnie private, senza interessarsi davvero al bene della popolazione. Secondo la legge vietnamita il governo deve servire il popolo e assicurare ad esso beni spirituali e culturali”.

P. Vu Khoi Phung ha chiesto all’arcivescovo di Hanoi e alla congregazione dei redentoristi di lanciare una campagna di preghiera per i membri della parrocchia, ma “anche per il governo, perché impari a rispettare la giustizia per il popolo e la nazione”.

Dalla fine dell’anno scorso in Vietnam sono sempre più frequenti gli scontri fra la popolazione cattolica e le autorità locali a causa di sequestri di proprietà, avvenuti in passato, nel periodo “rivoluzionario” del Paese, giustificate allora con il “fare il bene del popolo”. Ora, con le nuove riforme economiche, i terreni vengono venduti a ditte private, invece che essere ridate ai legittimi proprietari.

È rimasto famoso il sequestro della ex nunziatura di Hanoi, venduta a una compagnia privata che vuol farne un bar e un albergo. Per settimane i fedeli hanno occupato il cortile della costruzione, sfidando la polizia. Altri sit-in e scontri sono avvenuti anche ad Ho Chi Minh City.

Il problema della restituzione dei beni ecclesiastici è stato affrontato anche durante l’ultimo incontro del governo di Hanoi con una delegazione vaticana, lo scorso giugno.

mercoledì 30 luglio 2008

Rassegna stampa del 30 Luglio 2008


Rassegna stampa del 30 Luglio 2008

30 Luglio 2008 - Avvenire
Adozione E Affido
SI PARLA DI NOI :: Adozioni ai single, altri no alla Mussolini 97 KB

29 Luglio 2008 - Tempo
SI PARLA DI NOI :: FIUGGI FAMILY FESTIVAL. Ciak si gira 80 KB

28 Luglio 2008 - QuotidianoCalabria
SI PARLA DI NOI :: Gasperina, giovani insieme per la vita 71 KB

30 Luglio 2008 - Foglio
Un welfare dal concepimento alla morte naturale 378 KB

30 Luglio 2008 - Liberal
Politica
Santolini: Cento giorni da dimenticare 153 KB

30 Luglio 2008 - Avvenire
Eutanasia
ELUANA. Sarà trasferita in Toscana? 155 KB

30 Luglio 2008 - Europa
Eutanasia
ELUANA. Il pd non vota 35 KB

30 Luglio 2008 - Unita
Fecondazione Artificiale
Firenze rinvia la legge 40 alla Consulta 55 KB

30 Luglio 2008 - Avvenire
Fecondazione Artificiale
Garaci: non c'è bisogno di congelare embrioni 182 KB



Eluana Englaro - La storia di Moyra, una storia bella simile a quella di Eluana.

Grazie a Nerella Buggio, carissima amica che ringraziamo a nome di tutti, su www.radioformigoni.it abbiamo ascoltato la storia di Moyra.

Nel 2000 Moyra, sposata da 5 anni, attendeva il primo figlio, una bimba, che avrebbe dovuto nascere il 18 gennaio.

Tutti attendevano Asia: la futura nonna l’aveva vista nell’ecografia succhiarsi il dito, ed anche il futuro nonno Faustino aveva potuto vederla attraverso lo schermo quando, mancavano pochi giorni al termine della gestazione.

Invece, un’embolia amniotica, la corsa all’ospedale, Asia muore e la sua mamma va in coma…

Nel collegamento qui sotto o cliccando il nostro titolo ascoltate la storia dalla voce di Nerella su www.radioformigoni.it:

http://www.radioformigoni.it/ascolta.asp?path=0747_block_notes_25_07.mp3

martedì 29 luglio 2008

Eluana Englaro - L'Elefantino torna sul tema

Da Il Foglio di oggi 29 luglio 2008

Oggi il Senato vota sul conflitto d'attribuzione Una legge impossibile per Eluana Englaro Da un momento all’altro Beppino Englaro, con il conforto dei suoi stimabili amici della consulta bioetica, fior di medici biologi e professori che la pensano diversamente da me o dalle suore o dai vescovi sul ciclo finale della vita di persone prive di coscienza, potrebbe interrompere la nutrizione di sua figlia Eluana e, con questo, mettere in moto il deperimento e la fine della vita di quella giovane donna nel giro di dieci-dodici giorni. E’ un suo diritto di tutore, certificato da una doppia sentenza, della Cassazione e della Corte civile d’Appello di Milano. Sebbene il mio istinto sia di battermi contro quella decisione, per il suo significato e il suo risvolto pubblico, non gliene vorrei personalmente. (D’altra parte odio l’aborto ma ho amore e compassione per ogni donna costretta dalla cultura contemporanea ad abortire la sua creatura, vorrei che la mentalità prevalente del mio tempo elevasse quella strage e quella “violenza indicibile” nel grembo delle donne a tabù, la qualificasse per quello che è, una risposta barbarica, facile, moralmente indifferente al problema del rifiuto di maternità, ma non penso che l’aborto sia una colpa delle donne.) Ho letto un testo del signor Englaro, sull’Unità di sabato, l’ho trovato intenso e forte, e penso di poter dire conclusivamente che questo padre eseguirebbe come una gioiosa istanza di liberazione quella che a molti di noi sembra una crudele condanna a morte. Lo farebbe con piena convinzione, come persona e come familiare di Eluana, come chi la conosce meglio al mondo, e anche come membro di una società (la consulta di bioetica del professor Maurizio Mori) il cui scopo dichiarato è promuovere gli “stili di vita secolari”, cioè un modo di nascere, vivere e morire nel secolo fuori di ogni ipoteca trascendente o cristiana, laica o secolare, dentro una filosofia dell’esistenza che non prevede l’essere e il suo ordine al di là della materia e del suo funzionamento chimico (non prevede la metafisica), non prevede sostanza e speranza e fede e coltiva invece quel tipo di gioia di vivere naturalistico e nichilistico che sta nel disporre di sé con la massima libertà e padronanza possibile, concludendo per il nulla quando lo si ritenga giusto. (Aborto, maltrattamento degli embrioni nella fecondazione artificiale ed eutanasia sono tre segni distintivi, ma non gli unici, di questi stili di vita sicuri di sé, vincenti, dominatori, self-righteous, che sarebbero modi di vita stoici se non fondessero in uno l’indifferenza per sé e quella per gli altri.) Insisto, tuttavia. Beppino Englaro toglierebbe la nutrizione a sua figlia con emozione, con una remora di dolore ma anche con una spinta felice, e realizzando nel proprio cuore un superiore atto di giustizia, un dare a ciascuno il suo, e a sua figlia Eluana la libertà, a lei cara, di non vivere nella costrizione della cura e nell’indisponibilità della propria vita. Ciò che una parte dell’opinione giudica omicidio è missione la più alta di rispetto umano per il padre di Eluana Englaro. Bisogna dunque dirsi la verità sullo stato d’animo e di cultura delle società occidentali. Una minoranza pensa che Eluana Englaro, da sedici anni priva di coscienza vigile e nutrita e idratata attraverso un sondino nel naso, abbia diritto alla carità, cioè all’amore, e dunque alla vita nella speranza. La maggioranza, e tra questi il padre della ragazza sofferente, giudica questa carità, questa cura non direttamente terapeutica, come un accanimento, una arbitraria prigionia, la arrogante negazione di un diritto a essere se stessi, il prolungamento di un tormento quando non una tortura. Il conflitto tra la società della speranza e quella della disperazione, tra la cultura della carità per il tutto e quella della libertà per il niente, è costernante ma ineludibile. Questa settimana sarà connotata da diversi voti parlamentari su conflitti di attribuzione tra poteri dello stato (il Senato contro la magistratura) e su mozioni di orientamento legislativo alla Camera. Ho paura che ne risulterà un pasticcio. Difficile legiferare su un elemento così filosoficamente inafferrabile come il confine tra la vita e la morte o come il titolo di proprietà dell’esistenza umana. L’unica legge sensata sarebbe quella che in un solo articolo dicesse, risolvendo il conflitto tra carità e legge in modo chiaro, e a favore della carità: nessun malato o portatore di handicap può essere soppresso finché qualcuno nel mondo sia pronto a darsi per la sua amorevole cura.

Il Papa chiede sicurezza per le comunità cristiane dell'Iraq

Ricevendo il Primo Ministro, che lo ha invitato a visitare il Paese

CITTA' DEL VATICANO, venerdì, 25 luglio 2008 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha chiesto sicurezza per le comunità cristiane dell'Iraq ricevendo questo venerdì il Primo Ministro del Paese, Nouri Kamel Al-Maliki, che lo ha invitato a visitare il territorio iracheno.

Al-Maliki è giunto a Roma questo giovedì pomeriggio e si è recato nelle Grotte Vaticane della Basilica di San Pietro per rendere il suo personale omaggio a Giovanni Paolo II.

L'incontro con il Papa ha avuto luogo nella residenza pontificia di Castel Gandolfo. In precedenza il Primo Ministro aveva reso visita al Segretario di Stato, il Cardinale Tarcisio Bertone, che era accompagnato dal Segretario per i Rapporti con gli Stati, l'Arcivescovo Dominique Mamberti.

Secondo un comunicato stampa diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede, "i colloqui, svoltisi in un clima di cordialità, hanno permesso di esaminare alcuni aspetti fondamentali della situazione irachena, prendendo in considerazione anche il contesto regionale".

"Particolare attenzione è stata rivolta al tema dei numerosi rifugiati iracheni, dentro e fuori del Paese, che hanno bisogno di assistenza, anche in vista di un auspicato ritorno", aggiunge la nota.

"E' stata rinnovata la condanna della violenza che quasi ogni giorno continua a colpire le diverse parti del Paese, senza risparmiare le comunità cristiane, che sentono fortemente il bisogno di una maggiore sicurezza", spiega il testo.

Allo stesso modo, "è stato espresso l'auspicio che l'Iraq possa trovare decisamente la strada della pace e dello sviluppo attraverso il dialogo e la collaborazione di tutti i gruppi etnici e religiosi, incluse le minoranze, che nel rispetto delle rispettive identità, e con spirito di riconciliazione e di ricerca del bene comune, provvedano insieme alla ricostruzione morale e civile del Paese", aggiunge il comunicato stampa.

"Al riguardo è stata ribadita l'importanza del dialogo interreligioso, come via alla comprensione religiosa ed alla civile convivenza. Il Primo Ministro ha rivolto al Santo Padre un invito a visitare l'Iraq", conclude.

Il 3 giugno 2007, a Mosul, sono stati uccisi il parroco della chiesa del Santo Spirito, padre Ragheed Ganni, e tre diaconi. Nel febbraio 2008 è stato rapito e poi assassinato monsignor Paulos Faray Rahho, Arcivescovo caldeo di Mossul.

Sono stati numerosi gli assalti a luoghi di culto cristiani e i sequestri di fedeli, tra cui il rapimento nel gennaio 2005 del Vescovo siro-cattolico di Mosul, monsignor Georges Casmoussa, poi rilasciato.

"Centinaia di migliaia di cristiani sono poi stati costretti a lasciare il Paese a causa di continue violenze e della crisi economica", ha sottolineato la "Radio Vaticana" informando sull'udienza.

Il premier iracheno ha donato al Papa una palma d'argento, simbolo di pace. Il dono del Pontefice è stato una penna commemorativa dei 500 anni della Basilica di San Pietro.

Presto il card. Newman beato?


La tomba di John Henry Newman

Riceviamo dal chestertoniano iropartenopeo newmaniano Angelo Bottone questa interessante corrispondenza su questa bella notizia: il card. John Henry Newman (1801-1890), primo per importanza nel movimento degli anglicani convertiti al cattolicesimo, sarà presto beato.
Newman fu un uomo interessantissimo e che ha influito più di quanto immaginiamo nella storia della Chiesa in Inghilterra e più in generale della Chiesa universale. Un uomo buono. Belloc e Tolkien, per vie diverse, si giovarono del bene fatto da quest'uomo.

Un grazie ad Angelo Bottone per la disponibilità a scrivere dell'"oggetto" di tanti suoi studi e della sua passione culturale.

Si avvicina il giorno della beatificazione del cardinale Newman.
I padri oratoriani hanno annunciato che il corpo di Newman verra’ presto rimosso dal cimitero di Rednal e posto in un nuovo sarcofago all’intero della chiesa dell’Oratorio di Birmingham. Padre Chavasse, postulatore della causa di beatificazione, ha spiegato che e’ consuetudine che il corpo di un futuro beato vanga riesumato, ispezionato e posto in un luogo dove possa essere oggetto della pubblica venerazione dei fedeli. Su richiesta della Congregazione delle Cause dei Santi la cerimonia di rimozione sara’ privata ma la collocazione nella chiesa di Birmingham avverra’ pubblicamente. L’annuncio della riesumazione conferma le insistenti voci di un’imminente beatificazione del cardinale inglese.

Il 24 aprile scorso la Commissione Medica della Congregazione delle Cause dei Santi ha dichiarato unanimemente che la guarigione di un diacono di Boston non puo’ essere spiegata dal punto di vista medico. Il 30 settembre si riunira’ una commissioni di teologi per decidere se la guarigione e’ attribuibile all’intercessione di Newman. Se questo avverra’, i cardinali della Congregazione delle Cause dei Santi dovranno esprimere la propria approvazione ed infine il Papa stesso decidera’ in proposito. Il decreto di beatificazione potrebbe reso noto a dicembre e l’eventuale beatificazione nella primavera o all’inizio dell’estate del ?009.

Qualora Newman dovesse essere proclamato beato, sarebbe il primo caso di un inglese sin dai tempi della riforma, se si escludono i cosidetti ‘martiri inglesi’.

La notizia è trapelata il 27 Luglio 2008.

lunedì 28 luglio 2008

Forum delle Famiglie - Rassegna stampa del 28 Luglio 2008

Vi mettiamo a disposizione la rassegna stampa organizzata dal Forum delle Associazioni Familiari, cui aderisce anche la Società.

Rassegna stampa del 28 Luglio 2008
26 Luglio 2008 - Avvenire
SI PARLA DI NOI :: FIUGGI FAMILY FESTIVAL. Il cinema per le famiglie 160 KB

26 Luglio 2008 - Riformista
SI PARLA DI NOI :: FIUGGI FAMILY FESTIVAL. Appuntamento per cinefili 129 KB

26 Luglio 2008 - Discussione
Eutanasia
SI PARLA DI NOI :: ELUANA. Si moltiplicano le adesioni 63 KB

27 Luglio 2008 - Puglia
SI PARLA DI NOI :: A Foggia la premiazione 45 KB

27 Luglio 2008 - EcoBergamo
Famiglia, un buon investimento sociale 416 KB

26 Luglio 2008 - Sole24ore
Divorzio
L'Europa resta divisa sui divorzi internazionali 119 KB

28 Luglio 2008 - Stampa
Adozione E Affido
Mussolini: sì anche a single e coppie di fatto 72 KB

28 Luglio 2008 - Stampa
Adozione E Affido
Sgreccia: il vero scopo è riconoscere le nozze gay 105 KB

27 Luglio 2008 - Repubblica
Vedovo gay risarcito per la morte del compagno 121 KB

27 Luglio 2008 - Corriere della sera
A Milano più single che famiglie 446 KB

26 Luglio 2008 - Avvenire
Politica
Binetti: nel Pd favorita la cultura laicista 209 KB

27 Luglio 2008 - Giornale
Politica
Aiutare le famiglie è di destra 179 KB

Pier Giorgio Frassati ad Oropa da sabato.

Il Santo Padre ha nominato ieri il beato Pier Giorgio Frassati, il cui corpo è stato presso i giovani della GMG a Sydney, ed il Papa ci ha ricordato questo giovane come esempio da seguire.

Volevamo informarvi, perché sappiamo che per molti di noi Pier Giorgio è un santo "simpatico" ed un vero riferimento, che in questi giorni, precisamente da sabato 27 e per tutto il mese di Agosto, il corpo di Pier Giorgio sarà presso il Santuario di Oropa, quel santuario ove lui in vita si recava spesso.

Ci saranno molti incontri, in questo mese di Agosto, organizzati dalla Rettoria del Santuario che cercheremo di segnalarvi.

Sabato 9 Agosto in serata ci sarà Marco Sermarini, il nostro presidente e presidente della Compagnia dei Tipi Loschi del beato Pier Giorgio Frassati, a parlare in Santuario.

E' una bella occasione per andare a trovare questo giovane meraviglioso che vuole darci ogni suo aiuto per essere davvero cattolici.

Le parole del Papa all'Angelus di ieri a Castelgandolfo.

Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo e recita l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti.

Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

  • PRIMA DELL’ANGELUS

    Cari fratelli e sorelle!

    Sono rientrato lunedì scorso da Sydney, in Australia, sede della XXIII Giornata Mondiale della Gioventù. Ho ancora negli occhi e nel cuore questa straordinaria esperienza, nella quale mi è stato dato di incontrare il volto giovane della Chiesa: era come un mosaico multicolore, formato da ragazzi e ragazze provenienti da ogni parte della terra, tutti riuniti dall’unica fede in Gesù Cristo. "Young pilgrims of the world – giovani pellegrini del mondo", così li chiamava la gente con una bella espressione che coglie l’essenziale di queste Giornate internazionali iniziate da Giovanni Paolo II. Questi incontri infatti formano le tappe di un grande pellegrinaggio attraverso il pianeta, per manifestare come la fede in Cristo ci renda tutti figli dell’unico Padre che è nei cieli e costruttori della civiltà dell’amore.

    Caratteristica propria dell’incontro di Sydney è stata la presa di coscienza della centralità dello Spirito Santo, protagonista della vita della Chiesa e del cristiano. Il lungo cammino di preparazione nelle Chiese particolari aveva seguito come tema la promessa fatta da Cristo risorto agli Apostoli: "Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni" (At 1,8). Nei giorni 16, 17 e 18 luglio, nelle chiese di Sydney, i numerosi Vescovi presenti hanno esercitato il loro ministero, proponendo le catechesi nelle varie lingue: queste catechesi sono momenti di riflessione e di raccoglimento indispensabili perché l’evento non resti solo manifestazione esterna, ma lasci una traccia profonda nelle coscienze. La Veglia serale nel cuore della città, sotto la Croce del Sud, è stata una corale invocazione dello Spirito Santo; e infine, durante la grande Celebrazione eucaristica di domenica scorsa, ho amministrato il Sacramento della Confermazione a 24 giovani di vari continenti, di cui 14 australiani, invitando tutti i presenti a rinnovare le promesse battesimali. Così questa Giornata Mondiale si è trasformata in una nuova Pentecoste, dalla quale è ripartita la missione dei giovani, chiamati ad essere apostoli dei loro coetanei, come tanti santi e beati, ed in particolare il Beato Piergiorgio Frassati, le cui reliquie, collocate nella Cattedrale di Sydney, sono state venerate da un ininterrotto pellegrinaggio di giovani. Ogni ragazzo e ragazza è stato invitato a seguire il loro esempio, a condividere l’esperienza personale di Gesù, che cambia la vita dei suoi "amici" con la forza dello Spirito Santo, lo Spirito dell’amore di Dio.

    Voglio oggi ringraziare nuovamente i Vescovi dell’Australia, in particolare l’Arcivescovo di Sydney, Cardinal Pell, per il grande lavoro di preparazione e per la cordiale accoglienza che hanno riservato a me e a tutti gli altri pellegrini. Ringrazio le autorità civili australiane per la loro preziosa collaborazione. Un grazie speciale va a tutti coloro che, in ogni parte del mondo, hanno pregato per questo evento, assicurandone la buona riuscita. La Vergine Maria ricompensi ciascuno con le grazie più belle. A Maria affido anche il periodo di riposo che trascorrerò da domani a Bressanone, tra le montagne dell’Alto Adige. Rimaniamo uniti nella preghiera!

  • Dopo l'Angelus

    Saluto ora i pellegrini italiani. In particolare, saluto il folto gruppo dei partecipanti all’Assemblea Generale del Movimento dei Focolari e, mentre mi rallegro per l’elezione dei nuovi Responsabili, vi esorto tutti, cari fratelli e sorelle, a proseguire con gioia e coraggio nel solco dell’eredità spirituale di Chiara Lubich, raccolta nei vostri Statuti, incrementando sempre più i rapporti di comunione nelle famiglie, nelle comunità e in ogni ambito della società. Saluto e ringrazio i membri della Delegazione del Comune e della Parrocchia di Castel Gandolfo venuti, come ogni anno, a farmi visita in occasione della tradizionale "Sagra delle pesche". Saluto inoltre i fedeli della parrocchia di Santa Croce in Casagiove (Caserta), di San Giorgio in Molteno con Garbagnate Monastero (Arcidiocesi di Milano), come pure i giovani aderenti alla "Compagnia dei Tipi Loschi del Beato Pier Giorgio Frassati".

    Rivolgo infine un saluto a quanti si trovano nelle località di villeggiatura, augurando loro di trascorrere giorni sereni di proficua distensione fisica e spirituale. Non dimentico però quanti invece non possono beneficiare di un tempo di riposo e di vacanza: penso ai malati negli ospedali e nelle case di cura, ai carcerati, agli anziani, alle persone sole e a coloro che trascorrono l’estate nel caldo delle città. A ciascuno assicuro la mia affettuosa vicinanza e un ricordo nella preghiera. Buona domenica a tutti!

  • domenica 27 luglio 2008

    Il Papa: "Buone vacanze Italia, il mio cuore è con chi non può partire" - Articolo - ilGiornale.it del 27-07-2008

    http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=279198

    Il Papa, di ritorno dall'Australia dove ha incontrato i giovani della GMG, parla delle vacanze e di chi non può farle.

    In alto trovate il collegamento con l'articolo de Il Giornale.

    venerdì 25 luglio 2008

    Un aforisma al giorno - 63

    Toh, ranocchi chestertoniani carissimi, ve lo siete -anzi ce lo siamo- meritato...

    «La misura di ogni felicità è la riconoscenza. Tutte le mie convinzioni sono rappresentate da un indovinello che mi colpì fin da bambino. L'indovinello dice: "Che disse il primo ranocchio?" La risposta è questa: "Signore come mi fai saltare bene". In succinto c'è tutto quello che sto dicendo io. Dio fa saltare il ranocchio e il ranocchio è contento di saltellare».

    G. K. Chesterton, Ortodossia

    Chesterton è attuale - 19 - Anzi, attualissimo! Su Tempi parlano Marco Sermarini, Andrea Monda e Paolo Morganti!

    Vi segnaliamo un bell'articolo di Elena Inversetti (che ringraziamo) sul settimanale Tempi in edicola questa settimana, in cui vi sono brani di interviste rilasciate dal nostro presidente Marco Sermarini e dai chestertoniani Andrea Monda (giornalista e scrittore e nocchiero della giornata romana del tour del grande padre Boyd dello scorso giugno) e Paolo Morganti (traduttore per Morganti Editori delle opere di Chesterton). Esce fuori un bel quadro, vivo e scalciante, del nuovo interesse per Chesterton.

    TuttoChesterton

    Spesso dimenticato, spesso frainteso. GKC sconta il pregiudizio anticattolico di tante case editrici, che però, ora, hanno cominciato a ripubblicare (o, addirittura, pubblicare per la prima volta) le sue opere. Viaggio dentro una produzione allegra e paradossale quasi inedita

    di Elena Inversetti

    Si sarebbe divertito a vedersi calare dalla finestra di casa direttamente nella sua bara, troppo grande per essere trasportata per le scale. Era fatto così. Curioso e divertito di fronte alle sorprendenti, paradossali, sfacettature della vita di ogni giorno. E pure un po' squinternato. Si narra che telefonò alla moglie informandola che si trovava nel posto tal dei tali, ma che aveva un dubbio: avrebbe forse dovuto essere da un'altra parte? A casa, fu la risposta.

    Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) non ha bisogno di presentazioni. Artista poliedrico: romanziere, poeta, saggista, sceneggiatore, pittore, nonché giornalista polemista, con la sua mole occupa un posto importantissimo nella storia del pensiero occidentale del Novecento. Eppure, dopo morto, è stato dimenticato. Un gigante invisibile. Più che il telegramma inviato da papa Pio XI al capo della Gerarchia ecclesiastica d'Inghilterra, in cui definiva GKC «devoto figlio della Santa Chiesa, difensore ricco di doti della fede cattolica», che i giornali laici non vollero pubblicare per intero perché dava a un suddito un titolo che spetta al re d'Inghilterra, deve aver inciso nella memoria dei posteri quanto George Orwell scrisse in un pensiero del 1945: «Fu uno scrittore di notevole talento che decise di sopprimere tanto la sua sensibilità che la sua onestà intellettuale nella causa della propaganda cattolica romana». Perché è qui, in questo pregiudiziale equivoco, che si gioca la (s)fortuna di GKC, di padre anglicano e madre metodista, convertitosi al cattolicesimo nel 1922.



















    La verità che cammina sulle mani

    Lo sa bene Marco Sermarini ideatore del blog dell'uomo vivo che mutua il suo nome dal romanzo Le avventure di un uomo vivo il cui protagonista, Innocenzo Smith «che all'inizio del romanzo irrompe in un'osteria rincorrendo il suo cappello, è come secondo me dovrebbe essere un uomo e come è stato Chesterton: uno che non vuole morire prima di essere morto per davvero. Giovannino Guareschi lo aveva letto quando scrisse: "Non muoio neanche se mi ammazzano". È perciò triste l'incredibile numero di inediti rimasto. Noi come Società Chestertoniana abbiamo cercato un accordo con Mondadori per la pubblicazione di un po' di testi, ma tutto è naufragato per questioni economiche».

    Anche perché è dura far breccia nel cuore e nel portafoglio del mondo editoriale dei grandi che investono preferibilmente nelle novità. «Ma GKC è straordinariamente attuale. L'Osteria volante è la fotografia dell'Inghilterra islamizzata di oggi, Eugenetica sembra scritta dal più illuminato intellettuale pro life del 2008, L'utopia degli usurai è un attacco ragionato al capitalismo, da L'uomo che fu giovedì a Ortodossia si ripercorrere l'eterno dibattito tra fede e ragione... e potrei andare avanti così per tutta l'opera di GKC. Allora, se mi chiede perché impazzisco per lui, le dico perché è il riferimento per tante persone libere, è uno che cerca sempre la verità scandagliandola con lo strumento più efficace: il paradosso. Che non è nient'altro se non la verità stessa mandata in giro sulle mani invece che sui piedi».

    I balzi felici del ranocchio

    Sia lode e onore allora ad alcune case editrici indipendenti che stanno dando vita a un vero e proprio revival dell'opera di GKC: Excelsior 1881 con L'utopia degli usurai, Cantagalli con Eugenetica, Lindau con San Francesco D'Assisi, e aggiungiamo le ristampe di Bompiani dell'Osteria volante e de L'uomo che fu giovedì. È una dichiarazione d'amore poi quella di Morganti Editori che ha inaugurato una collana, la Chestertoniana. «Se l'iniziativa avrà successo non ci fermeremo a 11 titoli, perché l'ambizione è quella di pubblicare il più possibile, magari anche qualche inedito, tutti rigorosamente tradotti ex novo», racconta a Tempi Paolo Morganti traduttore e curatore della collana. «Le traduzioni che circolavano erano datate e spesso anche sbagliate. La nostra scelta è stata dettata dall'interesse per un autore straordinario, non tenuto nella giusta considerazione in un mercato che fagocita tutto, dando poco spazio ai classici e destinando i libri a una vita sempre più breve. Il considerare Chesterton uno "scrittore cattolico" ancora oggi lascia i suoi strascichi, per esempio la distribuzione della collana ci è stata rifiutata da due Coop proprio per questo motivo. Ma non hanno capito. Chesterton è bello, è attuale ed è per tutti, perché è un autore positivo, è lo scrittore della gioia che in ogni cosa vede la redenzione. E poi c'è da scoppiare dal ridere. La sua ironia è illuminante. GKC è stato un folle che ragionava e che ha scritto cose che ci servono per vivere, oggi».

    «È la perfetta medicina del Novecento, delle sue ideologie e del suo sostanziale pessimismo nei confronti dell'uomo», secondo Andrea Monda, docente di storia e attualità della Chiesa presso la sede romana dell'università americana IES e collaboratore di vari quotidiani e periodici. «GKC è un mix di Whitman e Poe. Come il primo è poeta creaturale che canta l'uomo che contempla il creato con gratitudine, nominando le cose - penso a San Francesco D'Assisi - in più come Poe è consapevole del vuoto e dell'orrido che fa parte della vita. Da ragazzo soffrì di depressione e pensò al suicidio. Poi è diventato quell'ottimista che conosciamo, nel senso di uno che riconosce la bellezza dell'esistente ed è grato perché sa che è stata strappata dal nulla». In Ortodossia infatti scrive: «La misura di ogni felicità è la riconoscenza. Tutte le mie convinzioni sono rappresentate da un indovinello che mi colpì fin da bambino. L'indovinello dice: "Che disse il primo ranocchio?" La risposta è questa: "Signore come mi fai saltare bene". In succinto c'è tutto quello che sto dicendo io. Dio fa saltare il ranocchio e il ranocchio è contento di saltellare». È la meraviglia di fronte al creato a dare ragione della bontà del mistero della vita. Per questo si sorprendeva Franz Kafka: «È così felice che sembra abbia incontrato Dio».

    Chesterton è attuale - 18 - Il Card. Ivan Dias ricorda la fede di Chesterton e Belloc agli anglicani

    Città del Vaticano (dall'Agenzia di stampa Fides) - Nell'ambito dei lavori della “Conferenza di Lambeth”, l'incontro decennale di tutti i Vescovi anglicani del mondo, che si svolge a Canterbury (Inghilterra) dal 16 luglio al 3 agosto, il Card. Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, è stato invitato a parlare, la sera del 22 luglio, sul tema “Missione, Giustizia sociale ed Evangelizzazione”.

    Ha detto che i Vescovi devono incoraggiare i fedeli “a dare testimonianza della speranza che è in loro”, perché il mondo ha bisogno di persone come il Cardinale Newman, Chesterton, Lewis, Hilaire Belloc e tanti altri che hanno brillantemente testimoniato “la bellezza della fede cristiana senza vergogne o compromessi”.

    L'articolo intero è leggibile cliccando il nostro titolo.

    mercoledì 23 luglio 2008

    Un aforisma al giorno - 62

    "Un uomo non può possedere una religione privata più di quanto riesca a possedere un sole o una luna privati".


    G. K. Chesterton

    Eluana Englaro - Crisafulli: durante i miei due anni in stato vegetativo sentivo di avere fame e sete

    Questo articolo, tratto da www.ilsussidiario.net, è di Salvatore Crisafulli, l'uomo che si trova in uno stato simile a quello di Eluana Englaro e che è riemerso dallo stato vegetativo grazie all'affetto dei suoi cari.

    Da leggere e diffondere!


    La Sentenza di Morte emessa dal Tribunale di Milano nei confronti di Eluana Englaro è veramente agghiacciante, fa venire i brividi, cancellando definitivamente le nostre speranze e condannando duramente tutti i disabili gravissimi: mi chiedo cosa ne sanno i Tribunali e la Scienza Medica dello Stato Vegetativo? Di cosa si sono accertati? Esistono dei parametri e dei criteri validi per confermarne l'irreversibilità? Assolutamente no.

    Rimango scioccato dal duello che appare solamente tra il Signor Englaro e la Chiesa, e noi protagonisti direttamente coinvolti, nulla di tutto ciò.
    Staccare il sondino che porta l'alimentazione sarà una morte veramente atroce, la definirei alquanto orribile.
    La definizione di Stato Vegetativo permanente si riferisce invece a una prognosi sottoposta a gravi margini di errore. Non esistono tutt’oggi validi criteri per accertare l'irreversibilità del Coma e dello Stato Vegetativo.
    Prova schiacciante senza ombra di dubbio è la mia storia, quest'ultima confermata anche da Bob Schindler fratello di Terri Schiavo. Oggi ho quasi 43 anni, sono stato vittima di uno spaventoso incidente stradale (come Eluana Englaro Glaswos Coma scale di 3-4 grado) avvenuto a Catania l’11 settembre del 2003, riportando danni assonali diffusi che interessavano anche la ragione ponto-mesencefalica entrando in coma, successivamente trapassando lo stato vegetativo permanente. Ho vissuto nell'incubo per quasi due anni, incredibilmente nel 2005, mi risveglio e riesco a raccontare che io sentivo e capivo tutto.
    Durante il mio stato vegetativo io avvertivo e sentivo di avere fame e sete, non avvertivo solamente il sapore del cibo. Finalmente oggi riesco a sentire il sapore del cibo perché riesco ad essere nutrito dalla bocca (fino ad oggi sono portatore di PEG).
    Io sentivo ma nessuno mi capiva. Capivo cosa mi succedeva intorno, ma non potevo parlare, non riuscivo a muovere le gambe, le braccia e qualsiasi cosa volevo fare, ero imprigionato nel mio stesso corpo, proprio come lo sono oggi.
    Provavo con tutta la mia disperazione, con il pianto, con gli occhi, ma niente, i medici troncavano ogni speranza, per loro ero un “vegetale” e i miei movimenti oculari erano solo casuali, insomma non ero cosciente.
    Sentivo i medici dire che la mia morte era solo questione di tempo, e iniziavo ad aprire e chiudere gli occhi per attirare l'attenzione di chi mi stava attorno. I medici parlavano sempre di stato vegetativo permanente e irreversibile, lo ribadivano e lo scrivevano.
    Io riesco a comunicare tramite un computer, selezionando con gli occhi le lettere sullo schermo.
    Oggi a distanza di quasi 5 anni vivo da paralizzato, la mia patologia è quella che si chiama sindrome assimilabile alla Loked.in “uomo incatenato”. La mia storia la raccontai anche a Piergiorgio Welby, supplicandolo “inutilmente” di lottare per la vita.
    Dal mio letto di quasi resuscitato alla vita, voglio gridare a tutto il mondo il mio straziante e silenzioso urlo.
    Questa sentenza di morte emessa nei confronti di Eluana Englaro è veramente una sentenza agghiacciante: se applicata, si inizia la nuova era dell'eutanasia con l'eliminazione di tutti i disabili gravissimi che aspettano e sperano anche nella scienza.
    Il mio è il pensiero semplice di chi ha sperimentato indicibili sofferenze fisiche e psicologiche, di chi è arrivato a sfiorare il baratro oltre la vita ma era ancora vivo, di chi è stato lungamente giudicato dalla scienza di mezza Europa un vegetale senza possibile ritorno tra gli uomini e invece sentiva irresistibile il desiderio di comunicare a tutti la propria voglia di vivere.
    Durante quegli interminabili due anni di prigionia nel mio corpo intubato e senza nervi, ero io il muto o eravate voi, uomini troppo sapienti e sani, i sordi? Ringrazio i miei cari che, soli contro tutti, non si sono mai stancati di tenere accesa la fiammella della comunicazione con questo mio corpo martoriato e con questo mio cuore affranto, ma soprattutto con questa mia anima rimasta leggera, intatta e vitale come me la diede Iddio.
    Ringrazio chi, anche durante la mia “vita vegetale”, mi parlava come uomo, mi confortava come amico, mi amava come figlio, come fratello, come padre.
    Dove sarebbe finita l’umana solidarietà se coloro che mi stavano attorno durante la mia sofferenza avessero tenuto d’occhio solo la spina da sfilare del respiratore meccanico, pronti a cedermi come trofeo di morte, col pretesto che alla mia vita non restava più dignità?
    La mia famiglia sfidava la scienza e la statistica dei grandi numeri svenandosi nel girovagare con me in camper per ospedali e ambulatori lontani. Urlando in Tv (Porta a porta e similari) minacce e improperi contro la generale indifferenza per il mio stato d’abbandono.
    Vi ricordate di quel piccolo neonato anencefalico di Torino, fatto nascere per dare inutilmente e anzitempo gli organi e poi morire? Vi ricordate che dalla sua fredda culla d’ospedale un giorno strinse il dito della sua mamma, mentre i medici quasi sprezzanti spacciavano quel gesto affettuoso per un riflesso meccanico da avvizzita foglia d’insalata?
    Cara Mamma, quando mi coprivi di baci e di preghiere, anch’io avrei voluto stringerti quella mano rugosa e tremante, ma non ce la facevo a muovermi, né a parlare, mi limitavo a regalarti lacrime anziché suoni. Erano lacrime disprezzate da celebri rianimatori e neurologi, grandi “esperti” di qualità di vita, ma era l’unico modo possibile di balbettare come un neonato il mio più autentico inno all’esistenza avuta in dono da te e da lui.
    Sì, la vita, quel dono originale, irripetibile e divino che non basta la legge o un camice bianco a togliercela, addirittura, chissà come, a fin di bene, con empietà travestita di finta dolcezza.
    Credetemi, la vita è degna d’essere vissuta sempre, anche da paralizzato, anche da intubato, anche da febbricitante e piagato.
    Signor Presidente della Repubblica, solo il suo intervento (ma con i fatti) potrà evitare ulteriori richieste di eutanasia, in alternativa ordini di chiudere tutti i reparti di rianimazione.

    (Salvatore Crisafulli)

    Eluana Englaro - La Procura Generale prende tempo. La questione in Senato.

    Da www.ilsussidiario.net del 23.07.2008

    Giornata intensa anche quella di ieri sul fronte della vicenda Eluana Englaro, con un dibattito sempre più aperto, sia sul versante giudiziario, con le nuove dichiarazioni del procuratore generale di Milano, sia su quello politico, dopo che il giorno prima era approdata alla commissione Affari Costituzionali del Senato la mozione della maggioranza che solleva il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato in merito alla sentenza della Cassazione.
    Per quanto riguarda il fronte giudiziario, il procuratore generale facente funzione di Milano Gianfrano Montera ha annunciato che la procura si prenderà tutto il tempo necessario – per sfuggire al "corto respiro delle passioni politiche" – per decidere se impugnare la sentenza che concede al padre di Eluana Englaro, in coma da 16 anni, di toglierle l'alimentazione forzata. "La decisione da prendere che credevamo possibile nel più breve tempo di legge si è rivelata così complicata che prenderemo tutto il tempo che la legge ci concede", ha spiegato il pg ai giornalisti.
    Tecnicamente, ha spiegato il pg, ora la procura ha un anno a partire dal giorno in cui il decreto della corte d'appello del tribunale civile di Milano è stato depositato in cancelleria per presentare ricorso, oppure 60 giorni dal momento in cui Beppino Englaro, padre di Eluana, notifichi il provvedimento alla procura generale, cosa che finora non ha fatto.
    Il padre di Eluana ha però fatto sapere, tramite il suo legale Vittorio Angelini, che non intende recedere di un passo su quelle che sono le intenzioni già espresse. "Siamo in presenza di una sentenza esecutiva - ha detto Angiolini - che il procuratore ha la possibilità di impugnare chiedendone la sospensione della efficacia. Il tutore di Eluana (il padre Beppino) ha il potere, anzi il dovere di valutare come applicare questa sentenza". E il difensore di Beppino si è affrettato a chiarire che "non c'è stato nessun rapporto da parte nostra né da parte del signor Englaro con la procura". "Non so neanche se notificheremo il decreto", ha fatto sapere il legale del signor Beppino. "Del resto - ha aggiunto - francamente non so neanche come possano impugnare quella sentenza".

    Sul piano politico, il voto al Senato che ha portato all’approvazione della mozione ha creato malumori all’interno del Pd, a causa della presentazione di una mozione di minoranza, avversa a quella della maggioranza e contro l'ipotesi di conflitto di attribuzione tra Parlamento e Cassazione. "Apprendo dalle agenzie che il Pd ha presentato una relazione nella quale si afferma la contrarietà alla sollevazione del conflitto di attribuzione tra Senato e Corte di Cassazione sul caso di Eluana Englaro", ha dichiarato il senatore del Pd Riccardo Villari, che prosegue: "la posizione personale di alcuni senatori del Pd, pur rispettabile, non rappresenta la posizione ufficiale del Gruppo non ancora riunitosi per definire una linea comune". Anche la senatrice Baio Dossi (dell’area teodem) si è espressa con parole simili nei confronti del suo gruppo: "È singolare che si apprenda dai giornali la posizione del Pd sul caso di Eluana Englaro e la conseguente sentenza della Corte di Cassazione che autorizza la sospensione dell'idratazione e dell'alimentazione. Se il Pd vuole candidarsi a forza di governo del Paese non può semplificare o appigliarsi a sofismi giuridici per rappresentare la propria posizione. Anche, e soprattutto, su questi temi i cittadini chiedono chiarezza e capacità di risposta”. “Se non vogliamo che la magistratura si sostituisca al potere legislativo - conclude Baio - serve che il Parlamento legiferi e il Pd assuma una sua posizione".

    Intanto il percorso del dibattimento in aula della mozione approvata dalla commissione Affari costituzionali sembra potersi prolungare più del previsto. Al Senato la mozione approderà martedì prossimo, mentre alla Camera i tempi poterebbero essere diversi, dal momento che l’Ufficio di presidenza ha deciso di prendere tempo. "La questione è estremamente complessa - ha detto Fini nella riunione di oggi - non nel merito ma nelle procedure. Quindi bisogna approfondire bene la relazione fatta oggi (ieri) da Maurizio Lupi".

    martedì 22 luglio 2008

    Un aforisma al giorno - 61

    "La vera difficoltà dell'uomo non è di godere i lampioni o i panorami, non di godere i denti-di-leone o le braciole, ma di godere il godimento, di mantenersi capace di farsi piacere ciò che gli piace".

    G. K. Chesterton, Autobiografia

    Eluana Englaro - Un voto per Eluana - La mozione salvavita andrà in aula entro domani - Acqua davanti alla clinica di Lecco

    Da Il Foglio del 22 Luglio 2008

    Roma. Dopo una giornata di discussione, la commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama ha deciso di portare in Aula e mettere ai voti la mozione dei senatori Francesco Cossiga e Gaetano Quagliariello. Quella presentata la scorsa settimana per chiedere che il Senato sollevi il conflitto di attribuzione tra poteri dello stato innanzi alla Corte costituzionale sul caso di Eluana Englaro. Quella presentata per opporsi alla sentenza della Cassazione in base alla quale la Corte d’appello di Milano ha emesso la sentenza che permetterà al padre della ragazza di toglierle il sondino con il quale viene nutrita. Quando questo giornale va in stampa la commissione è ancora riunita, ma – nonostante un po’ di ostruzionismo da parte del centrosinistra – il testo sarà discusso e votato dai senatori domani o dopodomani. Stefano Ceccanti, senatore del Pd, ieri ha presentato una mozione di minoranza in cui chiede di non procedere con la richiesta di conflitto di attribuzione: “Se le Camere non condividono la sentenza della Cassazione – ha detto – facciano una legge, così colmeranno il vuoto legislativo”. Impietosa reazione di Cossiga: “Che l’amico Ceccanti, essendo stato uno dei presidenti della nuova Fuci postconciliare, non credesse nella corrente morale cattolica e quindi sia favorevole all’aborto fino al mese prima del parto, e alle unioni tra omosessuali, lo capisco. Ma che sia a favore dell’omicidio disposto dalla magistratura non lo credo proprio”. Commentando l’idea di sollevare il conflitto d’attribuzione, ieri la vicepresidente del Senato Emma Bonino ha detto di sperare “che tutto questo porti a un’accelerazione della discussione del progetto di legge almeno sul testamento biologico in un modo rigoroso. La bussola da tenere è la determinazione e la volontà dell’interessato, magari espresse in altri tempi”. Sempre ieri Paolo Ravasin, ammalato di Sla e presidente onorario dell’associazione Luca Coscioni, ha registrato un testamento biologico in video (come Piergiorgio Welby) nel quale esige di non essere più alimentato qualora non fosse in grado di farlo attraverso la bocca. Mentre proseguivano le dispute parlamentari, il Movimento per la vita ambrosiano ha aderito alla proposta di Giuliano Ferrara e portato diverse bottiglie d’acqua di fronte alla clinica dove Eluana è ricoverata.

    Eluana Englaro - Domani le associazioni illustrano il ricorso alla Procura.

    Roma, 22 lug. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Domani alcune associazioni illustreranno il ricorso alla Procura generale della Repubblica contro la sentenza della Corte d'Appello civile di Milano che ha dato il via libera all'interruzione dell'alimentazione artificiale per Eluana Englaro. L'appuntamento è alle ore 11.00, nella Sala degli Atti parlamentari della Biblioteca del Senato 'G. Spadolini' (piazza della Minerva 38 a Roma). A discutere della decisione dei giudici di Milano, che ha sollevato una polemica nazionale che ha investito anche la politica, la Federazione nazionale associazione traumi cranici (Fnact), la rete di associazioni riunite per il trauma cranico e le gravi cerebrolesioni acquisite, e infine l'associazione Vi.Ve-Vite vegetative. L'obiettivo congiunto e' quello di "bloccare le procedure per porre fine alla vita di Eluana Englaro", ma anche illustrare "il documento programmatico trasmesso al sottosegretario al Welfare Eugenia Maria Roccella, che contiene richieste urgenti sui temi del coma e dello stato vegetativo".

    Spade s'incroceranno - Bambina di dieci anni affidata anche al padre omosessuale.

    Da Il Giornale del 22 Luglio 2008. Ora siamo veramente a posto.

    Bologna - Affidata una bambina di dieci anni ad una coppia separata, nella quale il padre è dichiaratamente omosessuale. Lo ha deciso il tribunale di Bologna. Una sentenza rivioluzionaria. Si tratta, secondo Rita Rossi, avvocato del padre, di uno dei primi provvedimenti del genere in Italia.

    La separazione - Subito dopo la separazione, la bambina era stata affidata alla madre, con la possibilità per il padre di vederla quando lo desiderava, dopo aver ottenuto il consenso della mamma. Poi però, le cose non sarebbero andate come previsto e, la madre, avrebbe ostacolato la frequentazione fra il padre e la picccola. A maggio, quindi, il papà, ha chiesto l’affidamento condiviso, ai sensi della legge 54 del 2006. La "querelle" si è conclusa con la decisione per l'affidamento a entrambi i genitori.

    Decisione del tribunale - Nella decisione i giudici, pur mantenendo la residenza della piccola nella casa materna, hanno fissato dei tempi precisi in il padre potrà frequentare la figlia. E' previsto fra l’altro un week end a settimane alterne e poi, dal 2009, tre settimane durante l’estate, sei giorni nel periodo natalizio e tre a Pasqua.

    Omosessualità - La donna si era opposta all’affidamento condiviso sostenendo che il padre non fosse adeguato per occuparsi delle esigenze della figlia Inoltre, la madre non aveva accettato la richiesta dell’uomo di passare quest’estate una settimana sull’isola greca di Samos. Una meta frequenatata da omosessuali, secondo la mamma, che teme che la bambina possa intuire il vero orientamento sessuale del padre, di cui non è ancora a conoscenza.

    Otto anni di matrimonio La separazione tra moglie e marito era avvenuta dopo otto anni di matrimonio, proprio perchè l’uomo, dopo aver scoperto la sua inclinazione sessuale, ne aveva reso partecipe la consorte. Alle affermazioni dell’ex moglie l’uomo ha però opposto di essere perfettamente in grado di accudire alla bambina, facendo poi notare che la destinazione ellenica era un villaggio per famiglie.

    Affidata a entrambi - Così i giudici hanno affidato la bimba a entrambi, dando la possibilità al padre di portarla anche a Samos. Sono "del tutto indimostrate", secondo i magistrati, le affermazioni circa la presunta inadeguatezza del padre, che anzi chiede di poter passare ancora più tempo con la bambinaa. "Il semplice fatto che uno dei genitori sia omosessuale non giustifica - e non consente di motivare - la scelta restrittiva dell’affidamento esclusivo".

    Esperti - In realtà, scrivono i giudici, "nel caso di specie i genitori, che comunicano poco e male, non sono ancora riusciti ad affrontare in modo profondo ed efficace la questione relativa ai modi e ai tempi da seguire per presentare a (...) il tema dell’omosessualità paterna. Sarà cura di entrambi i genitori quella di attivarsi con l’ausilio di esperti che godano della loro fiducia".

    Arcigay - Questa decisione "si prefigura come un altro segno di civiltà giuridica, in un paese dove è solo la politica che non fa il suo dovere". Lo ha dichiarato Aurelio Mancuso, presidente di Arcigay. "Ci sono già state molte sentenze che hanno riconosciuto a donne lesbiche di ottenere l’affidamento dei propri figli, come a genitori gay di poter avere un rapporto constante - spiega - , questa sentenza rafforza l’idea condivisa in tutta l’Europa e l’Occidente avanzati che le e gli omosessuali sono buoni genitori e hanno gli stessi diritti di quelli eterosessuali".

    lunedì 21 luglio 2008

    Buona lettura - eccone una! Il nuovo libro di Paolo Gulisano sul Giovannino della Bassa


    Noi chestertoniani segnaliamo tutto ciò che di buono c'è in giro per il mondo.

    Ora che è estate un buon libro da leggere è un'ottima cosa.

    Recentemente abbiamo segnalato il volume di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro sul grande Giovannino Guareschi, edito da Piemme.

    Oggi segnaliamo il libro del nostro vicepresidente Paolo Gulisano che sforna libri come salsicce e gli vengono buoni per l'appunto come le già nominate carni insaccate di porco!


    Giovannino Guareschi è stato un grande scrittore italiano del Novecento, anche se a lungo sottovalutato e incompreso. Paolo Gulisano in queste pagine delinea un originale profi lo di Guareschi annoverandolo tra i migliori narratori cattolici, sulla scia di Manzoni. «La singolarità della grandezza di Giovannino sta nel fatto che la sua profonda sensibilità religiosa, perfi no la sua perfetta ortodossia, non venivano da studi di teologia, né da frequentazioni clericali, che non risulta abbia avuto e che anzi credo abbia accuratamente evitato. Tutto quel che sapeva, e che poi ha trasmesso, Guareschi l’ha respirato misteriosamente nella sua Bassa. Tutta la sua teologia è stata l’inginocchiarsi di fronte al quadretto miracoloso della “Madonna dei Prati” e lo stare in silenzio ad ascoltare un Crocifisso» (dalla prefazione di Michele Brambilla).

    Un aforisma al giorno - 60

    "Ho rubato per vent'anni [...] Tutto il disdegno, i freddi sguardi delle persone rispettabili, che si domandavano come si potesse cadere così in basso, mi facevano soltanto ridere. Solo il mio amico mi disse che sapeva benissimo perché rubavo: e da allora non ho più rubato".

    Flambeau a proposito di padre Brown, da G.K. Chesterton, I Racconti di padre Brown

    domenica 20 luglio 2008

    Benedetto XVI: "Il mondo si rinnovi con l'amore".

    Al mondo urge un "rinnovamento". Lo afferma il Papa a Sydney, oggi giornata di chiusura della XXIII GMG.

    "In molte società -spiega- accanto alla prosperità materiale si sta allargando il deserto spirituale: un vuoto interiore, una paura indefinibile, un nascosto senso di disperazione".

    A questa ricerca può dare senso "solo l'amore". Per il Papa, la Chiesa "ha bisogno dei giovani", della loro fede, del loro idealismo e generosità. Dopo l'Angelus che ha chiuso la celebrazione, il Papa ha annunciato che la prossima GMG si farà nel 2011 a Madrid.

    Il Papa ai giovani a Sydney: "Rispettate la vita, siate profeti".

    Contro "l'indifferenza, la "stanchezza spirituale", il "cieco conformismo allo spirito di questo tempo", Benedetto XVI chiede agli oltre cinquecentomila giovani riuniti attorno a lui a Sydney per la Santa Messa conclusiva della XXIII Giornata Mondiale della Gioventù di essere "profeti".

    L'invito del Papa è quello di dare vita a una "nuova generazione di cristiani" per costruire "un mondo in cui la vita sia accolta, rispettata e curata amorevolmente, non respinta o temuta".

    Il Pontefice esorta a un'era di "amore non avido ed egoista, ma puro, fedele e sinceramente libero", aperto e rispettoso della dignità degli altri.

    venerdì 18 luglio 2008

    Un aforisma al giorno - 59

    "Tutte le volte che un treno arriva alla stazione, io ho il senso che si sia aperta la strada sotto il fuoco di innumerevoli batterie, e che l'uomo abbia vinto il caos... Tenete per voi il vostro Byron che commemora le disfatte degli uomini. Io verserò lacrime d'orgoglio leggendo l'orario delle ferrovie".

    Gabriel Syme in G. K. Chesterton, L'Uomo che fu Giovedì

    Un aforisma al giorno - 58

    "La psicanalisi è una confessione senza assoluzione".

    G. K. Chesterton

    Eluana Englaro - da Avvenire - Intervista al fratello di Terri Schiavo


    Cliccando il nostro titolo si va alla pagina di Avvenire di oggi dove potrete leggere l'intervista al fratello di Terri Schiavo, la donna americana di cui Eluana rischia la stessa fine.

    «Le parole 'rimuovere il sondino dell’alimentazione' sembrano preludere a un’azione innocua. Non è così. Io e i miei genitori abbiamo visto morire Terri lentamente, di un’agonia atroce, le labbra spaccate dalla mancanza d’acqua, il corpo devastato dall’inedia», dice Bobby Schindler.

    "Ci veniva impedito persino di passarle qualche cubetto di ghiaccio sul le labbra, letteralmente crepate dalla mancanza d’acqua e sanguinanti. Mi vengono ancora i brividi quando penso che mia mamma e mio papà dovettero assistere a uno spettacolo che nessun genitore dovrebbe mai vedere: la loro amata figlia ammazzata in 14 giorni e in un modo orribile e inumano".

    Eluana Englaro - da Panorama, no ai Ponzio Pilato

    di GIULIANO FERRARA

    Sono un individualista naturale, fatto così, di carattere, e da individualista mi comportavo perfino quando ero comunista, nei vent’anni, oltre un quarto di secolo fa. Ma Ponzio Pilato è un’altra cosa. Ci sono quelli che dicono: lasciate che il padre decida per e in nome di Eluana Englaro, lasciate che l’autorizzazione a disidratare quel corpo caldo e vitale faccia il suo corso, e siate tolleranti in nome della libertà nel momento in cui serbate per voi e per i vostri cari il diritto di comportarvi diversamente, non assoggettate al pensiero cristiano o peggio ai voleri etici del clero la libertà dei costumi e delle decisioni personali.

    Questo “ciascuno faccia come crede” è un argomento pervasivo, efficacissimo, l’argomento decisivo di cui si nutrono e ci nutrono, spesso con inarrivabile petulanza, i guru della cosiddetta modernità etica. Ma non mi persuade. Né quando si parla di embrioni né quando si parla di aborto né quando si parla di leggi o sentenze che autorizzano l’eutanasia. È formale, l’argomento, è fallace. Sa di pilatismo, di indifferenza, di ideologia (cioè falsa coscienza della realtà).
    Noi non siamo soli (e un individualista radicale potrà anche aggiungere: purtroppo!). Non lo siamo, questo è il fatto. Siamo frutto e centro di relazioni, in quanto persone, sia dal punto di vista naturale, generazione e famiglia, educazione e linguaggio, sia dal punto di vista storico, e qui parlo di politica e di cultura e di tutto quello che insomma fa di noi quel che noi effettivamente siamo, animali sociali.
    Il padre di Eluana, con argomenti fortificati e riscaldati dal suo amore per la figlia e dalla sua intelligenza delle cose, fattori che gli meritano il rispetto nell’interlocuzione ma non un indifferente assenso, vuole convincerci del fatto che le sentenze della Cassazione e della corte civile d’appello sono “ad personam”, sono cioè cucite sul caso della donna che da 16 anni è in condizione di coscienza non vigile, per le conseguenze di un incidente stradale, e che sotto la sua tutela dovrebbe ora passare dallo stato di vita a quello di morte per decisione di un giudice.
    Sono cose che non ci riguardano, insomma. Così anche Adriano Sofri, sulla Repubblica, dice che la situazione è in sostanza indecidibile: non si può scegliere né in un senso né in un altro, per legge, e solo si può ascoltare il cuore di un padre e tutore, e assecondare comunque sia il suo impulso, come hanno fatto i magistrati della Cassazione. Molti pensano: lasciateli in pace, fate far loro quello che desiderano fare, e lasciateci in pace anche a noi. Questa storia è per molti, in una civiltà che esclude la morte dal novero delle possibilità da contemplare in vita, un tormento simbolico dal quale scappare più in fretta e più lontano possibile.
    Io sono convinto in coscienza del contrario e penso che si debba portare acqua a Eluana, sottrarla (simbolicamente almeno) al suo destino così mal scritto. Perché non è possibile lavarsene le mani. Perché bisogna ribadire in questo caso lo statuto dimenticato di quel che è la persona umana. Non è la proiezione del nostro amore protettivo, non possiamo decidere per lei, rifiutarla o accettarla a seconda di una sentenza di legge.
    Un corpo in vita, per quanto gravato dal massimo handicap che è la perdita della coscienza vigile, deve essere rispettato in nome di un’idea di carità e di cura che trascende le storie singole, i profili individuali, e ci riguarda tutti. La vita non è disponibile, questo è il punto. Non si può trattare la vita e sindacarla, mai, in nessun caso, come fosse una cosa, una particella della natura invece che la funzione sacra di un soggetto personale.

    Eluana Englaro - La Cassazione diffonde una nota

    Il Primo Presidente della Corte di Cassazione, con una modalità cui, prima facie, mai si è assistito (un comunicato stampa) difende l'operato della Corte milanese.
    La Suprema Corte ci lasci dubitare della legittimità (=conformità alla Carta Costituzionale e alla legge ordinaria vigente) della propria ordinanza di qualche mese fa e del provvedimento della Corte d'Appello di Milano di cui si parla in questi giorni, per giusti motivi. Si continua a confondere il nutrimento con il presidio terapeutico, il cibo con le cure, si insiste a chiamare "terapia" il sondino che alimenta Eluana, il che è paradossale. Perché non cogliere queste differenze così palesi?
    Mille riserve poi verso la preventiva affermazione che la Corte milanese abbia deciso applicando la legge.
    Non siamo d'accordo con questa presa di posizione. Non vorremmo incappare noi in una situazione simile a quella della Englaro.
    Ora sfidiamo chiunque a presentare un qualsivoglia ricorso per cassazione.
    La sorte di Eluana sembra segnata, alla luce degli elementi ora presenti.
    Ci vuole un miracolo.

    Da Repubblica.

    Dopo le polemiche, il primo presidente Carbone difende l'operato dei giudici.

    "La Corte d'Appello di Milano ha deciso in autonomia applicando la legge".

    Caso Eluana, la Cassazione precisa: "Mai travalicato i propri compiti".
    Confermata la correttezza della sentenza che consente la sospensione delle cure.

    ROMA - La Corte di Cassazione "non ha in alcun modo travalicato il proprio specifico compito istituzionale di rispondere alla domanda di giustizia del cittadino, assicurando la corretta interpretazione della legge, nel cui quadro si collocano in modo primario i principi costituzionali e la Convenzione di Oviedo". E' quanto precisa in una nota il primo presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone, in relazione al caso di Eluana Englaro.

    Il comunicato è stato diffuso in seguito alle polemiche sulla decisione della Corte d'Appello di Milano che il 9 luglio ha autorizzato l'interruzione dell'idratazione e dell'alimentazione forzata che da 16 anni tiene in vita Eluana. Riferendosi alla propria pronuncia dell'ottobre 2007 con la quale la Cassazione ha accolto il ricorso del padre della ragazza, Beppino Englaro, ed ha chiesto alla Corte d'appello di Milano di pronunciarsi sulla vicenda, nella nota si ricorda che "la Corte con tale pronuncia si è limitata ad affermare un principio di diritto sulla base della interpretazione costituzionalmente orientata delle legislazione vigente".

    "In applicazione di siffatto principio - afferma ancora Carbone - la Corte d'Appello di Milano, nella sua autonomia e valutando nel concreto le circostanze di fatto e le prove raccolte, ha deliberato che potessero essere sospesi alla Englaro i presidi che tuttora ne prolungano il riconosciuto stato vegetativo permanente".

    Il primo presidente di Cassazione ricorda quindi come "il consenso informato ha come correlato la facoltà non solo di scegliere tra le diverse possibilità di trattamento medico, ma (...) altresì eventualmente rifiutare la terapia e di decidere consapevolmente di interromperla, in tutte le fasi della vita, anche in quella terminale".

    Nel caso in cui il malato non possa decidere, interviene il tutore, ma i vincoli sono precisi. "Nel consentire il trattamento medico o nel dissentire dalla prosecuzione dello stesso sulla persona dell'incapace - sottolinea ancora Carbone- la rappresentanza del tutore è sottoposta a un duplice ordine di vincoli: egli deve, innanzitutto, agire nell'esclusivo interesse dell'incapace; e, nella ricerca del best interest, deve decidere non 'al posto' dell'incapace, né 'per' l'incapace, ma 'con' l'incapace".

    "Quindi - prosegue il presidente di Cassazione - ricostruendo la presunta volontà del paziente incosciente, già adulto prima di cadere in tale stato, tenendo conto dei desideri da lui espressi prima della perdita della coscienza, ovvero inferendo quella volontà dalla sua personalità, dal suo stile di vita, dalle sue inclinazioni, dai suoi valori di riferimento e dalle sue convinzioni etiche, religiose, culturali e filosofiche".

    Eluana Englaro - Giuliano Ferrara e le sue bocce d'acqua.


    Da Il Foglio

    Milano. Quando arrivano in Duomo il direttore del Foglio e Luigi Amicone, direttore del settimanale Tempi, le bottiglie poste sul sagrato sono un migliaio, più tardi saranno molte di più. Per tutto il pomeriggio, e in particolare verso le 18.30 della sera, sono state deposte bottigliette davanti a una delle entrate della chiesa milanese. Su alcune compaiono messaggi d’affetto per Eluana, sue foto, fogli di giornale che narrano della vicenda. Appoggiati ai colli delle bottiglie o affissi sulle pareti del Duomo anche molti cartelli: “Acqua per Eluana da Veronica. Sì vita a tutte le vite”, “Far morire di fame e di sete un esser umano non è amore”, “Noi vogliamo tutti che tu viva”. Ma le persone accorse in piazza hanno voluto lasciare anche altro: un panino, un rosario, un fiocco, una rosa. Una bambina ha deposto un orsetto di peluche. Quando giungono Ferrara e Amicone da una folla di circa quattrocento persone partono applausi e urla, tra le più ricorrenti quella che dice solo “grazie”. Tra i tanti accorsi si riconoscono il direttore di Avvenire Dino Boffo, Felice Achilli di Medicina e persona, l’associazione di medici vicina a Comunione e liberazione, Paola Soave, vicepresidente del Forum delle associazioni familiari, Giulio Boscagli, assessore regionale lombardo per la Famiglia e solidarietà, e Paola Marozzi Bonzi, responsabile del Centro aiuto alla vita della Mangiagalli di Milano. L’iniziativa non dura più che qualche minuto, il tempo di deporre la bottiglia e via. In molti, però, in piazza di passaggio per lo shopping, si avvicinano e chiedono delucidazioni. E’ così che si formano capannelli di persone nelle varie zone della piazza milanese; qua e là, chi più chi meno accaloratamente, i quattrocento portatori d’acqua si impegnano a spiegare agli ignari milanesi la vicenda per cui si sta dimostrando. Una ragazza, lasciando il sagrato del Duomo, ripiega il cartello prima di salire in bicicletta. Sopra ci sta scritto: “Eluana la lasci a noi”.


    Poche ore prima a Roma, Renato Farina, deputato Pdl, parlava alla Camera dell’iniziativa di Milano: “Questa piazza dice no all’assassinio e dice anche che non è giusto che un giudice, in nome del popolo italiano si permetta di decidere ciò che il popolo italiano non ha mai stabilito e cioè una legge che consenta l’omicidio. Mi chiedo se il Parlamento sappia o meno di essere stato scavalcato da un giudice”. Dopo il Senato anche la Camera dei Deputati settimana prossima deciderà se sollevare il conflitto di attribuzione con la Corte di cassazione in merito alla sentenza sul caso di Eluana. Il presidente Gianfranco Fini ha infatti ieri convocato l’Ufficio di presidenza per mercoledì 23 dopo che una quarantina di deputati dei principali schieramenti (la maggioranza dei quali appartenenti all’Udc) gli ha scritto esprimendo “viva preoccupazione di fronte ad atti del potere giudiziario che si pongono sostanzialmente in conflitto con il fondamentale principio della separazione dei poteri e si configurano come lesivi delle prerogative costituzionali del Parlamento”.

    L’iniziativa di Vallini, successore di Ruini. Non da tutte le parti c’è però stata identità di vedute: il senatore del Pd Stefano Ceccanti ha detto, tra l’altro, che “un Parlamento che non legifera su una materia lascia di fatto ai giudici la possibilità di alternative giurisprudenziali”. A Ceccanti ha risposto il senatore Gaetano Quagliariello (Pdl), cofirmatario assieme a Francesco Cossiga della mozione da cui è nato tutto: “Stupisce che Ceccanti di fronte alla sentenza della Cassazione e al decreto della Corte d’appello non abbia avvertito, come costituzionalista e come parlamentare, l’esigenza di difendere le prerogative del legislatore da quella che è un’evidente invasione di campo. Ci si dovrebbe battere – ha concluso – affinché il legislatore si riappropri al più presto dello spazio per intervenire, al fine di evitare che sulla vita e la morte delle tante Eluana Englaro nel nostro paese si possa decidere a colpi di sentenze”. Il senatore Pdl Alfredo Mantovano ha detto che “nessuna inerzia del legislatore giustifica un intervento di supplenza dei giudici; così come l’inerzia dei giudici non consente al legislatore di emanare sentenze”.

    Ieri il successore di Camillo Ruini, il cardinale Agostino Vallini, ha diramato un comunicato nella diocesi della capitale invitando tutti, domenica 20 luglio, “a pregare perché il Signore illumini le coscienze sul valore intangibile di ogni vita umana, particolarmente nelle situazioni estreme di sofferenza e di dolore, come il caso di Eluana Englaro”. Una presa di posizione senza clamore, ma netta. (foto di Davide Viganò © tutti i diritti riservati)

    Saranno beatificati i genitori di Santa Teresina.

    Una bella notizia: saranno beatificati il prossimo 19 ottobre nella cattedrale di Lisieux, Louis e Zélie Martin, i genitori di Santa Teresa del Bambino Gesù.

    Una santa molto amata da Chesterton.

    Eluana Englaro - Da Avvenire di ieri 17 Luglio 2008 - Se non della vita e della morte di cos'altro può parlare la Chiesa?

    QUEL LEGGERO FASTIDIO E QUEI CINICI RICHIAMI

    di DAVIDE RONDONI

    A volte ci si ritrova come viandanti intorno a un bivacco. Perché la vita è un viaggio pieno di imprevisti. E ogni tanto ci si ritrova, venendo da strade diverse, a conversare. Sono i momenti come questo, quando tutti colpiti da una vicenda come quella di Eluana si sente la necessità di parlarne. E sempre stato così, intorno a bivacchi antichi, e anche nelle soste della più frenetica vita moderna. Che ha sì ritmi diversi, ma è pur sempre un viaggio. Durante il quale accade che gli uomini si trovino davanti a speciali eventi, che richiamano i grandi temi della vita e della morte. Allora in quei bivacchi, in quei ritrovi si parla anche di questo. Si cessa per un po’ di parlare di soldi, di amori, si smette di chiacchierare e si discorre del senso della vita, e della morte. Ognuno dei viandanti lo fa a modo suo, venendo dalla sua strada.
    Portando i pensieri della vita che lo ha condotto fin lì. E vista la difficoltà, la serietà, la grandiosità del tema, sono ben accolti i suggerimenti, le proposte, le domande di tutti. Si parla piano, in genere davanti a certe cose immense.
    In genere chi alza la voce lo fa per nascondere un disagio, o una insicurezza travestita da intolleranza.
    Anche nel bivacco che si è costituito in questa circostanza della vita pubblica italiana, sotto le vaste stelle di un problema delicato che riguarda il confine tra la vita e la morte, ci sono state molte voci, quasi tutte discrete, attente. In molti hanno preso parola.
    Naturalmente i protagonisti principali.
    Che attorno al silenzio di Eluana hanno provato sinceramente a interpretare cosa sia meglio fare. Con discrezione e passione. Ma qua e là si è sentito, nel grande ritrovo di viandanti intorno a questo tema straziante e centrale, anche lo strano vociare di chi pretende che la Chiesa taccia, che non parli, che solo lei – mentre parlano giornalisti, scrittori, cantanti – non si azzardi a dire la sua. E proprio perché, dicono qua e là queste voci, quando si parla di vita e di morte, dei fatti più 'propri' della vita di un uomo e di ciascuno, la Chiesa secondo costoro dovrebbe tacere. E ascoltano o riportano infastiditi, ad esempio, le parole misurate e pensose del cardinale Bagnasco. È strana questa volontà di esclusione dal bivacco e dalla conversazione. Uno strano, serpeggiante segno di nervosismo.
    Forse perché la Chiesa – che non è solo la voce di un ecclesiastico (per quanto significativo) ma anche la vita, la fede, la speranza di milioni di persone – ha proprio da dire qualcosa su vita e morte quando molti altri si fermano in vaniloqui o retoriche cascanti.
    Vorrebbero che lei tacesse, che non 'si intromettesse' là dove molti si intromettono, proprio perché la Chiesa, che non è un sacro palazzo, ma la vita di una trafila interminabile di gente, la fede e la carità di una folla di ignoti e di illustri e soprattutto di gente normale, insomma, forse proprio perché la vita della Chiesa ha scoperto, guardando Gesù, delle cose che illuminano meglio di altro, più ragionevolmente di altro, il mistero della morte, e il mistero della esistenza. E chi la vorrebbe allontanare dal bivacco degli uomini, dai tavoli dove si conversa della vita e della morte, lo fa forse per nascondere una voce scomoda, una voce che non si accontenta del sentimentalismo né del razionalismo. Una voce così umana, che richiama gli uomini a essere se stessi. A non trasformarsi nella propria maschera. Davvero se mancasse quella voce introno al bivacco, al ritrovo sotto le stelle di fronte alle grandi questioni dell’esistenza, saremmo più liberi, più attenti e più tesi a camminare secondo la nostra eretta statura? Davvero, senza la voce che viene da quel vento di secoli e di fede e carità, di arte e di pensiero, saremmo più umili e attenti in questo difficile viaggio?