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venerdì 22 giugno 2007

Il Papa: ora di martirio per i cristiani dell'Iraq

È un'ora di «autentico martirio» quella che stanno vivendo i cristiani in Iraq. E il loro dramma si collega a quello di altre aree del Medio Oriente dove «la pace, tanto implorata e attesa, è purtroppo ancora largamente offesa». È tornato a scuotere con parole forti la coscienza del mondo, il Papa ieri, su quanto sta succedendo a Baghdad.

L'articolo di Avvenire lo trovate cliccando il titolo.

giovedì 21 giugno 2007

Cristiani a morte in Iraq.

Stanno ammazzando i nostri fratelli cristiani irakeni.
Facciamo qualcosa, come ad esempio diffondere queste notizie che vanno sotto silenzio.
Aiutiamo i nostri amici.
Noi stiamo cercando di attivarci.

Intanto leggete questo articolo di Avvenire.

Arriva il Chesterton Day!


Ecco Gilbert che vi aspetta davanti a Casa San Francesco a Grottammare per il Chesterton Day...
vi sembra che possa mancare alla sua festa, dove tra l'altro si mangia e si beve?



Cari amici,
siamo sempre più vicini al 30 Giugno 2007, giorno del fantastico

CHESTERTON DAY

che quest'anno verterà sul tema

CHESTERTON E IL MISTERO.

Vi annuncio che saranno disponibili gli atti del 3° (2005) e del 4° (2006) Chesterton Day, sia in forma cartacea che in cd (scritti e altri contenuti che non troverete nel volumetto, cioè foto e altre cose).

Novità assoluta, quest'anno abbiamo fatto anche dei "santini" (passatemi la licenza... canonica) di Gilbert. Sono simpatici e saranno a disposizione di tutti i presenti. Recheranno sul retro una famosa citazione da Ortodossia. Tanto per portarcela sempre dietro e ricordarcela.

Ci sarà come sempre il banchetto dei libri, acquistando i quali si sostiene la Società Chestertoniana Italiana.

Quest'anno, ricordo, ricorre l'85° anniversario della conversione alla Chiesa Cattolica di Gilbert. Bella roba, no?

Sul programma della festa distribuito dai Tipi Loschi e presente sul sito www.tipiloschi.com c'è un piccolo errore e cioè che secondo quel programma il Chesterton Day inizierebbe alle 21.30. Ebbene, il Chesterton Day in realtà inizia con la Santa Messa e prosegue immediatamente dopo con l'inizio dell'incontro, che come tradizione verrà sospeso per la cena (o, rectius ac chestertoniter, continua con la cena!) per riprendere dopo la cena.

Ricordo a chi volesse trattenersi con noi che dovrebbe gentilmente farcelo sapere presso il nostro indirizzo di posta elettronica, societachestertoniana@hotmail.com, così lo contiamo per la cena. Ma se non ce lo farà sapere non lo cacceremo di certo! Mangeremo solo un po' meno...
Allora, vi aspettiamo a Grottammare (AP) il 30 Giugno 2007 dalle ore 18.30 in poi!


L'Uomo Vivo!

venerdì 15 giugno 2007

Padre Bossi ei missionari cattolici.


Sono contento che si stia muovendo tanta gente per il povero Padre Giancarlo Bossi.
Metto l'articolo di AsiaNews che potete vedere cliccando il titolo.

Sono contento che ci si muova.
Benissimo.

Preghiamo per padre Bossi, quest'uomo buono con questa bella faccia lombarda, questo nostro fratello di sangue. Tutti.

Ancora Chesterton Day e altro.

Allora, volevo ricordare a tutti il Chesterton Day del 30 Giugno 2007.
Tutte le notizie del caso le trovate sempre su questo sito nel post di qualche giorno fa.
Spero verrete numerosi.

Poi volevo dire che il Chesterton Day trova spazio all'interno della Festa del beato Pier Giorgio Frassati, di cui trovate maggiori notizie sul sito della Compagnia dei Tipi Loschi, un movimento ecclesiale cattolico canonicamente riconosciuto dalla Chiesa che mi onoro di presiedere.

Il programma completo è sul sito www.tipiloschi.com, ci saranno tante belle cose da fare, sentire e vedere. Pensate che il 1° Luglio, sempre nell'ambito della festa, c'è il 1° Guareschi Day.

Guareschi, il Chesterton d'Italia, anzi di più, il Chesterton della Bassa.

Io aspetto tutti. E' una bella roba, come direbbero al Nord. Ed è fatta per far vincere Cristo.

martedì 12 giugno 2007

Pupi Avati e il Family Day.

Cliccate il titolo e troverete un'articolo sul reportage di Pupi Avati sul Family Day 2007 che andrà in onda su Sat 2000 oggi.

Bella roba.

Ricordo a tutti il Chesterton Day, 30 Giugno 2007 ore 18.30 e seguenti.
Chi verrà, dia l'adesione. Programma nel post precedente a questo.

Forza e coraggio!

giovedì 7 giugno 2007

30 Giugno 2007: 5° Chesterton Day!



Nella foto: Chesterton e il dono di un dente di leone


Cari Amici,
vi annuncio con gioia che il 30 Giugno 2007 dalleore 18.30 in poi si terrà a Grottammare (AP) il 5° Chesterton Day, sul tema: "Chesterton e il Mistero".
L'happening annuale si terrà nel corso della festa dedicata dalla Compagnia dei Tipi Loschi al beato Pier Giorgio Frassati.
Interverranno:
don Guido Bennati, sacerdote di Modena ed esperto di Chesterton;
Fabio Trevisan, scrittore e co-fondatore dei Gruppi Chestertoniani Veronesi;
Roberto Persico, insegnante, scrittore e giornalista del settimanale Tempi;
Alessandro Gnocchi, giornalista e scrittore.

Io, Marco Sermarini, presidente della Società, diciamo che "modererò" e mi farò aiutare a sfrucugliare il mio prossimo da Alessandro Gnocchi.

La faccenda si svolgerà così:
alle 18.30 celebreremo la Santa Messa, che andrà in suffragio delle anime di Gilbert, Hilaire e delle rispettive consorti Frances ed Elodie (qualora ce ne fosse bisogno...).
A seguire inizierà l'incontro, stile talk show, che verrà inframezzato da musica, brani recitati, la lauta e chestertoniana cena e così via, sino al botto finale.

Botto che avverrà anche perché ho scoperto che quest'anno è l'85° anniversario della conversione di Gilbert alla Chiesa Cattolica Romana, come direbbero gli inglesi. Esattamente il 30 Luglio 1922 è successa la cosa.

Per l'occasione saranno disponibili gli atti del 4° Chesterton Day, in versione cartacea e digitale, un ampio banchetto libri dove troverete tanti libri che non trovate più in giro, e tante altre belle cose, oltre alle nostre facce desiderose di festeggiare la grazia di Dio che non ha mancato di rifornirci di un Gilbert simile.
Passate la voce agli amici!

Chi fosse interessato a partecipare dovrà segnalare la sua presenza (perché venga bene accolto!) al nostro indirizzo di posta elettronica:

societachestertoniana@hotmail.com

Guardate che ci si diverte! E pure tanto!
Vi aspettiamo numerosissimi!

Evviva Gilbert!

martedì 5 giugno 2007

Don Camillo e Peppone a teatro...








Riceviamo da Fabio Trevisan (con l'accento sulla a) questa straordinaria corrispondenza...
Grandissimi!

Presso il Monastero S.Maria del Lavello a Calolziocorte (Lecco), vicino alle sponde dell’Adda, si è tenuta una rappresentazione teatrale degli immortali Don Camillo e Peppone di Giovannino Guareschi. L’appuntamento teatrale ha concluso una bella rassegna di incontri dedicato al geniale scrittore emiliano, a cui hanno partecipato, fra gli altri, Alessandro Gnocchi, famoso per le molte opere dedicate al grande maestro parmense, Paolo Gulisano, altrettanto noto scrittore ed il comico nonché attore Enrico Beruschi. All’interno del Monastero è stata allestita una interessantissima mostra dedicata a Guareschi, con tanto di pannelli e fotografie e l’imperdibile motocicletta Guzzina rossa appartenuta al grande scrittore umorista cattolico. Dall’interesse suscitato in tutto il mondo dalle opere dello scrittore, noto anche per la rivista “Candido”, si comprende che il linguaggio universale delle sue “creature”, in primis appunto Don Camillo e Peppone, sia ancora capace di parlare al cuore e alla mente dell’uomo (in quanto uomo) di tutte le latitudini dei cinque continenti. Il regista Paolo D’Anna, con il quale il sottoscritto ha collaborato nella stesura di alcune parti, ha messo in scena un inedito “Don Camillo e Peppone” che è stato molto apprezzato dal folto pubblico presente.



Accompagnato dal suono della fisarmonica, che ha sottolineato il passaggio delle scene con tradizionali ballate popolari, sono entrati ed hanno calcato il proscenio (così si dice) inizialmente un attore attempato ed un commesso viaggiatore, i quali hanno introdotto, attraverso il loro dialogo, le scene successive. La bravura del regista è stata proprio quella di mettere il pubblico a contatto con la “terra” di Guareschi, facendo assaporare il sostrato culturale dei personaggi. Pertanto l’attore attempato ed il giovane commesso viaggiatore seduti su una panchina hanno rappresentato ai miei occhi la classica ed efficace iconografia del vecchio intento a raccontare al nipotino curioso davanti a un caminetto le storie vere e vissute del popolo di quella terra. Parlando così di culatello e di grana padano, di Verdi e di Lambrusco, ecco apparire l’insegna dell’Osteria del Boscaccio, con al tavolo i compagni di Peppone (lo Smilzo e il Bigio) intenti a elaborare una strategia rivoluzionaria contro il nero reazionario (Don Camillo). La sapiente e calibrata regia ha saputo collegare le diverse scene rappresentate: dall’intenso colloquio con il Crocifisso di Don Camillo alle grida concitate alla “Casa del Popolo”, dal Don Camillo al confessionale con Peppone all’ingresso originale della vecchia Desolina. Un’oretta godibile di spettacolo che la compagnia teatrale dilettantesca ha saputo allestire e con passione portare in scena. Davvero accattivante l’ingresso sul palco di Don Camillo (Massimo Colombo) su una vecchia rugginosa bicicletta degli anni ’50 e lo svolazzante fazzoletto rosso al collo del compagno Peppone (Alex Maino). Non poteva mancare alla scenografia il ritratto baffuto incorniciato di Stalin e la bandiera rossa comunista. E’ stato proprio questo apparato propagandistico mitico-rivoluzionario che ha scatenato alla fine della rappresentazione teatrale l’immaginario di alcuni facinorosi. Tra questi è doveroso segnalare, fra lo sbigottimento generale, il pensionando Prof. Roberto Prisco, fondatore dei mitici Gruppi Chestertoniani Veronesi, che dapprima seduto su una panchina verde intento a meditare sui trascorsi di rivoluzionario nostalgico, sobbalzando improvvisamente ha brandito assieme all’ineffabile e sconcertante Paolo Gulisano la bandiera rossa con tanto di falce e martello, strappandola con veemenza dagli interdetti attori ed agitandola ossessionatamente, avvoltolandosi poi in essa quale segno di fede (comunista) ed appartenenza inossidabile. Il culmine di questo inaspettato colpo di scena violento e rivoluzionario è stato raggiunto quando, davanti al ritratto del trinariciutissimo Stalin, Prisco e Gulisano hanno ostentato con forza il fatidico sinistro pugno chiuso e berciato a squarciagola alcuni slogans che si ritenevano ormai appartenenti al passato. La fede vetero-stalinista del duo non ha potuto passare inosservata, anche per il tasso alcolico (ma di solo vino rosso) dei rubicondi ed esagitati compagni che, in ossequio alla memoria del grande estinto (Stalin), hanno rivendicato onore e gloria al comunismo. Non posso che concludere il resoconto dell’imperdibile e sbalorditiva serata con una citazione di guareschiana memoria: “Contrordine, compagni, la frase apparsa sull’Unità dal titolo: “Bisogna brandire il vessillo comunista sul palco reazionario” contiene un errore di stampa e va letta: “Bisogna bandire il vessillo comunista sul palco reazionario”.




Scherzi a parte, a Gulisano e Prisco ironia piacendo


FABIO TREVISAN

lunedì 4 giugno 2007

Uccisi in Iraq un prete e tre diaconi caldei

Quello che vedete è un uomo buono, ora è un martire.
In Iraq è in corso una pulizia etnica di cristiani e nessuno ne parla, se non è una pulizia etnica è una "clearance", una di quelle cose che facevano gli inglesi con gli scozzesi cattolici ribelli nel '700.
Nessuno ne parla, perché di loro non interessa a nessuno. Qui da noi non portano acqua a nessuna causa, né a quella dei destri né tanto meno a quella dei sinistri.
Fuori peggio mi sento.
Noi chestertoniani d'Italia mettiamo una luce di fronte a questo dramma di fratelli cristiani, fratelli cristiani ripeto. E chiediamo a tutti di fare altrettanto.
Intanto preghiamo il Signore perché doni la vera pace a questo popolo con l'intercessione di queste anime sante.

Qui sotto l'articolo coi particolari, di AsiaNews, una delle poche voci libere su questi fatti.


04/06/2007 08:27
IRAQ
La Chiesa caldea piange p. Ragheed Ganni e i suoi martiri
Il Patriarca Emmanuel III Delly e tutti i vescovi caldei condannano il barbaro omicidio del sacerdote e dei suoi tre diaconi, massacrati ieri a Mosul dopo la messa domenicale: “Un atto orribile contro Dio e contro l’Umanità, possano questi martiri avere il riposo eterno”. Oggi pomeriggio i funerali a Karamles. Nuovi particolari sulla dinamica dell’attentato.


Mosul (AsiaNews) – Con il “cuore in lutto e pieno di amarezza”, la Chiesa caldea piange i suoi “martiri”. Così, in una dichiarazione congiunta, il Patriarca e i vescovi caldei ricordano p. Ragheed Ganni (nella foto) e i suoi tre subdiaconi - Basman Yousef Daud, Wahid Hanna Isho, Gassan Isam Bidawed – uccisi ieri a sangue freddo a Mosul, di ritorno dalla messa domenicale alla parrocchia del Santo Spirito. Oggi pomeriggio alle 15.00 (ora locale) si svolgeranno i funerali a Karamles, villaggio di origine di p. Ragheed; celebrerà il vescovo di Mosul, mons. Faraj Rahho.

La condanna di Emmanuel III Delly e dei presuli è arrivata poche ore dopo l’assassinio. “Si tratta di un crimine vergognoso, che qualsiasi persona di coscienza rifiuta. Coloro che lo hanno commesso hanno compiuto un atto orribile contro Dio e contro l’Umanità, contro loro fratelli che erano cittadini fedeli e pacifici, oltre ad essere uomini di religione che hanno sempre offerto le loro preghiere e le loro suppliche a Dio Onnipotente perchè portasse pace, sicurezza e stabilità a tutto l’Iraq”, si legge nel testo.

Anche mons. Rabban al Qas, vescovo di Amadiyah e di Erbil, ha ricordato ad AsiaNews la figura di p. Ragheed: “Aveva un grande coraggio, unito a tanta calma e amorevolezza. Era una personalità spirituale, amata da tutti, cattolici e musulmani”.

Intanto giungono ulteriori particolari sulla morte del sacerdote e dei suoi aiutanti. Dopo aver celebrato la funzione eucaristica, p. Ragheed si stava allontanando dalla chiesa in macchina insieme ai tre subdiaconi e alla moglie di uno di questi, Gassan Isam Bidawed. Negli ultimi giorni i tre accompagnavano sempre il sacerdote per cercare di proteggerlo. “Erano giovani pieni di fede, che viaggiavano con il loro parroco rischiando la vita credendo in Cristo”, raccontano gli amici. All’improvviso, proprio all'angolo della strada, la macchina è stata fermata da uomini armati. Gli aggressori, di cui ancora non è nota la milizia di appartenenza - hanno fatto allontanare la donna e freddato “con più colpi d’arma da fuoco” i restanti. Intorno ai cadaveri, hanno poi piazzato alcune autobomba, progettando di far morire altra gente che si fosse avvicinata a recuperare i corpi. Nelle prime ore successive all’attentato, le salme sono rimaste abbandonate per strada perché nessuno osava avvicinarsi. Solo verso le 22 (ora di Mosul), le forze dell’ordine sono riuscite a disinnescare le bombe e recuperare le salme, che ora giacciono finalmente ricomposte nella chiesa del Santo Spirito.

I vescovi caldei riuniti in questi giorni nel Sinodo patriarcale “chiedono al Signore di concedere la misericordia all’anima dei martiri, porgono le loro condoglianze ai familiari dei defunti, al vescovo della città, mons. Faraj Rahho, ai fratelli delle vittime nel sacerdozio ed a tutti i fedeli caldei nel mondo, che il Signore dia loro la forza necessaria in una situazione così dura”. E infine ricordando le persecuzioni degli iracheni cristiani, la loro emigrazione forzata e il loro essere spinti a rinnegare la propria fede, chiedono “ai responsabili iracheni ed alle organizzazioni internazionali di intervenire prendendo i provvedimenti necessari per mettere fine a questi atti criminali”.

Ieri il card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, ha annunciato che il papa discuterà della guerra in Iraq nel suo imminente incontro con il presidente statunitense George W. Bush, in arrivo a Roma l’8 giugno.

P. Ragheed è il primo sacerdote cattolico ad essere stato ucciso in Iraq dal 2003. Prima di lui l’anno scorso a Mosul era stata la volta di un siro ortodosso, p. Paul Iskandar.

Grande amico di AsiaNews, p. Ragheed Ganni era nato a Mosul nel 1972. Laureato in ingegneria all’università locale nel 1993, dal 1996 al 2003 ha svolto gli studi teologici a Roma presso il Pontificio Collegio irlandese e all’Università Pontificia S. Tommaso d'Aquino "Angelicum" conseguendo la licenza in Teologia Ecumenica.